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(Adnkronos) - Israele accusa Hamas di simulare il ritrovamento del corpo di un ostaggio. Le Forze di difesa israeliane pubblicano il video integrale girato da un drone, secondo cui i miliziani di Hamas inscenano a beneficio della Croce Rossa il recupero dei resti di un ostaggio poi consegnati ieri sera a Israele. I resti sono poi stati identificati come appartenenti a Ofir Tzarfati, il cui corpo era già stato recuperato dalle IDF nella Striscia di Gaza nel dicembre 2023, meno di due mesi dopo il suo rapimento durante l'attacco del 7 ottobre. "Contrariamente alle affermazioni di Hamas sulle difficoltà nel localizzare i corpi degli ostaggi deceduti, ieri è stato documentato che i suoi uomini hanno rimosso i resti da una struttura e li hanno seppelliti nelle vicinanze", afferma l'Idf. "Poco dopo, Hamas ha convocato i rappresentanti della Croce Rossa e ha inscenato una falsa messa in scena del ritrovamento del corpo di un ostaggio deceduto", si legge. L'esercito afferma che il filmato "mostra chiaramente che l'organizzazione terroristica Hamas sta tentando di creare una falsa impressione di tentativi di localizzare i corpi, mentre in realtà tiene in ostaggio i defunti, i cui resti si rifiuta di rilasciare come richiesto dall'accordo". "Ciò è accompagnato da false affermazioni sulla carenza di attrezzature ingegneristiche, attrezzature chiaramente inutili per il trasferimento dei resti. Queste affermazioni non costituiscono pertanto un ostacolo al ritorno dei restanti ostaggi deceduti", aggiunge l'IDF.
(Adnkronos) - “Ringrazio il presidente Brunetta e il presidente Aurigemma per aver dato l’opportunità oggi di questo importante confronto istituzionale. Come già affermato in precedenza, abbiamo ricostruito un percorso che riguarda il diritto alla salute. L’articolo 32 della Costituzione Italiana è uno dei più belli, ma l’esigibilità del diritto che sancisce deve essere il tema centrale di discussione. Le difficoltà nascono anche da vicende storiche”. Così Egidio Schiavetti, responsabile della Segreteria tecnica/Europa del Consiglio regionale del Lazio, intervenuto oggi a Roma all’incontro interistituzionale tra Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e Cnel, che segna l’inizio di una collaborazione su alcune tematiche specifiche come salute, imprese e lavoro. “Oggi al Cnel, organo costituzionale di primo piano, vanno approfondite - ha detto - le difficoltà d’accesso al Servizio Sanitario pubblico. Le Regioni, in questo, sono centrali: quarant’anni fa, con la riforma della legge 833, momento fondante e universale a livello parlamentare con un voto unanime, si è portata a compimento una delle più grandi infrastrutture della storia del nostro Paese. Le riforme del 1992 e del 1999 hanno puntato a temi di collaudo e gestione delle aziende. Questo modello aziendalista ha guardato troppo alle esigenze individuali. Nel 2001 siamo andati a rafforzare il ruolo delle Regioni, che oggi governano questo sistema. Lo Stato stabilisce le regole, il finanziamento e i Lea. Il binomio rappresenta il quadro costituzionale, dove va rafforzata la governance per una nuova unità nazionale. In tutte le Regioni italiane i cittadini devono poter trovare eguali livelli di accoglienza". "La legge 311 del 2004 - ha proseguito Schiavetti - sui commissariamenti delle Regioni, a lungo termine, non ha portato alle soluzioni che il legislatore aveva auspicato. Purtroppo, le Regioni sono uscite dalle situazioni di difficoltà, peggiorando però complessivamente l’offerta a beneficio dei cittadini. Il finanziamento del Fondo sanitario nazionale ha raggiunto livelli altissimi, con 137 miliardi nel 2025, a salire poi nei prossimi anni secondo la legge di bilancio appena presentata. La Corte Costituzionale ci ha detto nel 2024 che le spese per la salute sono costituzionalmente necessarie. Il rapporto tra lo Stato e le Regioni deve essere forte, ma vanno trovate sintesi sulle liste d’attesa e sulle altre criticità del sistema. Credo che questa opportunità che ci viene data oggi possa essere quella di aprire una nuova visione all’interno del sistema della salute, con una riforma bipartisan che ricalchi il coraggio del 1978, senza guardare bandiere politiche”, ha concluso il membro del Consiglio Regionale del Lazio.
(Adnkronos) - Città in affanno sulla sostenibilità. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce per il 2024 una fotografia in chiaroscuro. Ancora nessuna città raggiunge il punteggio del 100% e cala al 54,24% la media del punteggio raggiunta dai capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa quando si attestava al 56,41%. Se si guarda ai singoli capoluoghi, nel 2024 sono Trento (79,78%) e Mantova (78,74%) le uniche città a superare la soglia di 75 punti e a dominare la classifica di Ecosistema Urbano ottenendo rispettivamente il primo e secondo posto. Trento torna sul gradino più alto (nel 2023 era seconda) rappresentando il meglio della vivibilità in città. Mantova ottiene la medaglia d’argento risalendo la classifica di cinque posizioni (nel 2023 era 7 settimana), grazie ad alcuni risultati negli indici più significativi come il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%. Dietro di loro si piazza Bergamo, al terzo posto con un punteggio del 71,82%, risalendo la classifica di ben 13 posizioni (nella passata edizione era 16esima), grazie ad un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità. Le altre città che rientrano della top ten sono Bolzano, quarta, seguita da Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna, Forlì: tutte aree urbane del nord Italia e con Bologna, al 9° posto, che si conferma la migliore tra le grandi città anche se perde una posizione rispetto alla passata edizione. Il Sud è sempre in grande affanno, ad eccezione di Cosenza, 16esima in classifica, unica città del Meridione nella top 20 anche se rispetto alla passata edizione perde 3 posizioni (era 13esima). In fondo alla classifica ci sono nove città del sud - Caltanissetta (97° posto), Caserta (98°), Catania (100°), Palermo (101°), Catanzaro (102°), Napoli (103°), Crotone (104°), Vibo Valentia (105°), Reggio Calabria (106°) - che non arrivano a toccare il 35% del punteggio. Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria sono al di sotto dei 25 punti su 100. Smog e rete idrica colabrodo - rileva il rapporto - restano le principali criticità da affrontare per i capoluoghi di provincia. Diminuiscono troppo lentamente le città con perdite d’acqua superiori o uguali al 50%: 20 quest’anno (erano 24 nel 2023 e 27 nel 2022). Nel 2024, inoltre, cala la media della superficie urbana dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità - 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti (11,02 m eq/100 ab nella passata edizione e 10,69 due anni fa) - così come diminuisce sia l’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo passando dai 50,7 mq ogni 100 abitanti della scorsa edizione agli attuali 48,6 mq sia quella delle zone a traffico limitato che nel 2024 si attesta a 368,3 mq ogni 100 abitanti rispetto ai 406,9 della scorsa edizione. Cresce, stando ai dati Ispra, il consumo di suolo nel totale dei capoluoghi: dal 2018 al 2023 è pari a circa 4500 ha, a fronte di un calo del numero degli abitanti (-346mila abitanti). Ne deriva una crescita del suolo impermeabilizzato per ogni abitante delle città, sempre su base quinquennale, pari a +6,3 mq/ab dal 2018 al 2023 (+3,5% rispetto al 2018), con forti variazioni da città a città. Tra i segnali positivi che emergono dal nuovo report Ecosistema Urbano, c’è la raccolta differenziata che per la prima volta, tra i capoluoghi, supera la media del 65%. Inoltre, sono ben 15 i capoluoghi che sono oltre l’80% di Rd. Cresce il numero dei passeggeri trasportati dal servizio di Tpl nelle città capoluogo, anche se le performance generali sono ancora lontane dai livelli europei. C’è Milano con 424 passeggeri nel 2024 rispetto ai 415 dello scorso anno, i 357 del 2022 e ai 303 del 2021. Anche Roma mostra lievi segnali incoraggianti salendo dai 259 viaggi procapite all’anno della passata edizione ai 277 di quest’anno. Venezia resta la migliore sebbene in calo, interrompendo una crescita costante, mentre Firenze continua a migliorare (sale dai 225 dello scorso anno ai 247 passeggeri/ ab/anno).