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(Adnkronos) - Il Festival dei 5 Colori ha conquistato New York. La prima edizione statunitense del progetto - nato con l’obiettivo di educare i più piccoli (e le loro famiglie) ai principi del benessere, dell’alimentazione consapevole e della dieta mediterranea - si è svolta, da venerdì 14 a domenica 16 novembre, tra workshop interattivi, attività ludico-sportive, momenti di divulgazione scientifica e laboratori creativi al Central Park. Secondo le più recenti ricerche internazionali - informano gli organizzatori in una nota - seguire la dieta mediterranea determina una riduzione significativa del rischio di malattie croniche e una diminuzione del 23% della mortalità per tutte le cause. Diffondere questo stile di vita significa non solo educare alla corretta alimentazione, ma promuovere un messaggio universale di salute, sostenibilità e convivialità, basato sulla qualità dei prodotti e sul piacere della condivisione. Il successo registrato conferma il Festival come un modello innovativo di educazione, prevenzione e coinvolgimento culturale in un momento in cui obesità e disturbi legati all’alimentazione sono in costante crescita a livello globale. Un ponte tra Italia e Stati Uniti che parla a tutti attraverso i temi universali del cibo, dello sport e del benessere. L’evento è stato presentato nella sede del Consolato Generale dell’Italia a New York dove vi è anche stata la premiazione di Lidia Bastianich per il suo ‘eccezionale contributo alla diffusione della cultura italiana e dell’eccellenza gastronomica nel mondo’. Il primo a sostenere l’iniziativa il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, in un messaggio, ha sottolineato come "valorizzare il Made in Italy significa promuovere nel mondo non solo i nostri prodotti, ma anche la nostra identità culturale, fatta di qualità, tradizione e innovazione. Il progetto ‘Cinque colori’ rappresenta perfettamente questo spirito e la nostra capacità di unire educazione, sostenibilità e internazionalizzazione". Anche l’ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, Marco Peronaci, ha ribadito il valore dell’iniziativa. "Con il progetto ‘Cinque colori’ - ha spiegato - promuoveremo qui negli Stati Uniti i principi della dieta mediterranea: un modo per avvicinare il pubblico americano – a cominciare dai più giovani – al nostro stile di vita, oltre che alla nostra cultura e alle eccellenze della nostra filiera agroalimentare". Nell’aprire il Festival a New York, il console generale Fabrizio Di Michele ha detto: "Iniziative come questa rappresentano al meglio l'Italia e i suoi valori. New York è certo la città americana che conosce meglio la dieta mediterranea e le tradizioni culinarie italiane, e tuttavia l'esigenza di una maggiore educazione alimentare, soprattutto tra i giovani, è molto avvertita". Il progetto di educare al benessere attraverso i ‘Cinque colori’ - riferisce la nota - è promosso dalla Fondazione Pancrazio. I ‘cinque colori’ (verde, rosso, arancione, viola e bianco) rappresentano quelli della frutta e della verdura. "Abbiamo voluto trasformare il cibo in un linguaggio educativo universale - ha spiegato l’ideatrice del progetto, Maria Teresa Carpino - Questa è la prima edizione negli Stati Uniti e sarà solo l’inizio di un percorso che continuerà negli anni sia a Roma che a New York, in collaborazione con le istituzioni e con le scuole". In 4 anni il progetto, in Italia, ha raggiunto 10 regioni, 90 comuni, 700 istituti scolastici coinvolgendo oltre 30mila studenti in un percorso di educazione alimentare dinamico e partecipato. La campagna utilizza strumenti innovativi e inclusivi, capaci di parlare il linguaggio dei più piccoli: la serie animata 'DI5', le guide per insegnanti, i libri illustrati e le attività esperienziali, tutte affiancate dal lavoro di nutrizionisti e operatori didattici. Attraverso un approccio induttivo e multisensoriale, che rispetta gli stili di apprendimento verbale, visivo e cinestesico, i bambini vengono incoraggiati a scoprire nuovi cibi in modo naturale e non coercitivo, imparando che mangiare bene può essere un’esperienza piacevole, creativa e condivisa. I risultati raggiunti dimostrano l’efficacia del metodo: un modello educativo che integra salute, cultura e partecipazione e che oggi è pronto a varcare i confini nazionali per portare il messaggio della dieta mediterranea anche oltre Oceano. "La dieta mediterranea è una cultura che unisce popoli diversi del Mediterraneo intorno ai valori comuni del benessere, dell’equilibrio e della sostenibilità. Promuoverla insieme - ha evidenziato in un messaggio inviato ieri dall’Ambasciatore alle Nazioni Unite Maurizio Massari, - significa rafforzare un messaggio universale: mangiare bene, vivere bene e proteggere il nostro pianeta. L’Italia, con gli altri Paesi mediterranei, è particolarmente impegnata a diffondere questo patrimonio in modo coordinato e inclusivo. Per questo, abbiamo di recente proposto una Risoluzione per istituire, il 16 novembre, la Giornata internazionale della dieta mediterranea, che sarà approvata dall’Assemblea Generale dell’Onu entro metà dicembre". Made in Italy e sostenibilità sono stati al centro dell’intervento della direttrice Ice Erica Di Giovancarlo:"Non potevamo non accogliere con entusiasmo un progetto che unisce sport e alimentazione. Il nostro lavoro nell’agroalimentare è promuovere un Made in Italy fatto di qualità, eccellenza e sostenibilità". Sport e dieta mediterranea sono un binomio vincente anche per il rappresentante del Coni Usa, Mico Licastro: "I valori promossi dalla Fondazione Pancrazio su cibo sano della dieta mediterranea e dell'attività ludico-sportiva con il progetto Festival dei 5 colori si sposano bene con quelli promossi dal Comitato olimpico nazionale italiano presso le nostre comunità degli Usa - ha concluso - e negli altri Paesi nel mondo dove siamo presenti".
(Adnkronos) - “Vogliamo dare un segnale, affermare che sul nucleare gli ingegneri hanno molto da dire. Vogliamo mettere a disposizione tutti i dati di cui disponiamo, in modo che chi di dovere possa prendere le decisioni più corrette in merito al nucleare italiano”. Con queste parole Remo Giulio Vaudano, vicepresidente vicario del Cni, ha dato avvio al convegno 'La nuova stagione nucleare. Prospettive di ripresa produttiva alla luce della Legge Delega 27/02/2025', un’occasione per riflettere su un tema di rilevanza strategica come l’energia, in particolare quella nucleare civile. “Nell’ambito della transizione energetica - ha affermato Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni - il nucleare è fondamentale. Ancora oggi paghiamo le conseguenze delle decisioni del passato che hanno indotto il nostro Paese ad abbandonare questa fonte di approvvigionamento. Abbiamo condiviso la scelta del Ministero di ricominciare a discutere di nucleare e come Cni abbiamo deciso di dedicarvi uno specifico gruppo di lavoro. In tutte le attività umane il rischio zero non esiste ma può essere minimizzato. Il discorso vale anche per il nucleare che occorre perseguire riducendo il più possibile i rischi”. Nel corso della mattinata è intervenuto, in rappresentanza del Mase, Nicola Ippolito (coordinatore della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile-Pnss) che ha ricordato come il Paese venga da quasi quaranta anni di assenza di produzione nucleare, sebbene abbia conservato tutte le competenze necessarie: si pensi che l’Italia sforna il 10% degli ingegneri nucleari europei. “Abbiamo messo assieme tutti i soggetti interessati - ha detto - al fine di fare il quadro della situazione e nel luglio dello scorso anno abbiamo inviato a Bruxelles il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima dal quale si evince che, relativamente alla domanda di energia elettrica, abbiamo la potenzialità per far sì che tra l’11 e il 22% di quel fabbisogno provenga dal nucleare. A quel punto mancava un quadro normativo organico che ora si è concretizzato attraverso la legge delega. Puntiamo a far sì che l’Italia torni ad essere protagonista”. Alberto Taglioni (gruppo di Lavoro del Cni sul nucleare, già funzionario Enea) che ha richiamato la stesura di un position paper sullo stato del nucleare italiano. Massimo Sapielli (gdl nucleare del Cni, già funzionario Enea) si è soffermato sul Programma nazionale per la produzione di energia nucleare sostenibile nell’ambito degli obiettivi di neutralità carbonica del 2050. Ha sottolineato come il nuovo approccio parta dal superamento delle esperienze nucleari precedenti con l’obiettivo di giungere ad un mix di produzione elettrica che comprenda anche l’elettronucleare. Ha richiamato, infine, il ruolo che possono svolgere in materia il Cni e gli ordini degli ingegneri, con particolare riferimento alla formazione. Roberto Ranieri (già funzionario Ispra) ha illustrato il quadro formativo e il licensing di nuovi impianti, soffermandosi sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Quest’ultimo tema ha caratterizzato anche l’intervento di Angelo Papa (già direttore generale impianti nucleari del ministero dell’Ambiente) che si è soffermato sulle tecnologie e le procedure di smaltimento dei rifiuti radioattivi e il Deposito nazionale. Nella sessione dedicata alla progettualità ingegneristica e alla sicurezza del nucleare Franco Baretich (esperto ingegneria nucleare) ha approfondito la fonte di energia nucleare dall’emergenza energetica alla transizione ecologica. Ha rilevato che, tra gli elementi che hanno ostacolato lo sviluppo nel nostro paese, c’è il tema dei costi e alcune componenti psicologiche quali la paura di incidenti e lo smaltimento delle scorie che in realtà comportano un livello di rischio assai inferiore a molte altre attività umane. Ha sottolineato che il recupero della soluzione nucleare diventa necessario col crescere in maniera esponenziale del fabbisogno di energia, anche a causa dello sviluppo dell’uso delle criptovalute e dell’Ia. Massimo Sapielli, nel ricordare come l’Italia sia stata la pioniera a livello mondiale in tema di nucleare, a partire dal gruppo di via Panisperna guidato da Enrico Fermi, ha ripercorso l’evoluzione tecnologica nella costruzione dei reattori, sottolineando i vantaggi e l’efficacia dei moderni impianti. Gian Piero Bisceglie (già funzionario Ispra) ha illustrato il tema della protezione dalle radiazioni e del monitoraggio ambientale, soffermandosi su alcuni casi di scuola. Alberto Taglioni, poi, ha illustrato i programmi e le proposte del Cni in tema di formazione tecnica sul nucleare e di comunicazione. Infine, Sonia Bertocci (Ordine ingegneri di Torino) e Fosco Bianchi (Ordine ingegneri di Arezzo) hanno proposto il punto di vista sul tema dal loro osservatorio territoriale.
(Adnkronos) - “Con l’aggiornamento del nostro Piano Strategico, rinnoviamo con determinazione l’impegno di A2A verso una crescita industriale solida e sostenibile, orientata alla creazione di valore per tutti gli stakeholder''. Lo dice Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A. ''Abbiamo incrementato gli investimenti complessivi, portandoli a 23 miliardi di euro entro il 2035, per accelerare il percorso di sviluppo del Gruppo e aprire nuove direttrici di business innovative. La presenza storica di A2A in Lombardia – area che oggi rappresenta un polo strategico per i data center – unita all'importante acquisizione delle reti elettriche nelle province di Milano e Brescia, ci offre una posizione privilegiata per contribuire in modo concreto alla diffusione di queste infrastrutture digitali, cogliendone al contempo le opportunità industriali ed economiche. Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo evolvere dal ruolo di partner energetico a piattaforma di sviluppo integrata, mettendo a valore i nostri asset, il nostro know-how e la capacità di innovazione”, co. “Per sostenere l’aumento della domanda di energia e il processo di elettrificazione dei consumi, continueremo a investire in infrastrutture “future-fit”, potenziando le reti, la generazione e le attività legate all’economia circolare''. Mazzoncini sottolinea poi che la società intende ''consolidare la leadership di A2A in Italia e, al tempo stesso, proiettare il nostro modello di business anche a livello internazionale, valorizzando le competenze distintive maturate nei settori dell’ambiente e delle energie rinnovabili. Il motore di questo Piano restano le nostre persone: sono loro che, con professionalità e dedizione, trasformano ogni giorno gli obiettivi in risultati. La sostenibilità rimane centrale nella nostra strategia. Confermiamo il target del Net Zero al 2050 e la riduzione del fattore emissivo entro il 2030, coerentemente con la visione di un futuro energetico responsabile, nel rispetto delle nuove generazioni e delle risorse del Pianeta''