ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Non c'è una formula facile per intercettare in bambini e adolescenti i segnali di un abuso, "le risposte emotive possono essere molto diverse". E' quanto ha detto Armando Cozzuto, presidente dell'Ordine degli psicologi della Campania, in merito alla vicenda della docente di sostegno di Castellammare di Stabia, arrestata ieri dai carabinieri per maltrattamenti e abusi sessuali su alcuni studenti. I genitori "non hanno super poteri che li rendano sempre in grado di individuare i segni di una molestia", ma è molto utile però "è abituare, nel quotidiano, i figli al dialogo, offrirgli ascolto costante in modo che percepiscano un ambiente in cui possono sempre aprirsi e parlare. Questo può aiutare molto". La vicenda pone il tema della possibilità di individuare precocemente il disagio dei bambini in casi di questo tipo. "Il problema è complesso - continua Cozzuto - perché i bambini e i ragazzi possono manifestare dei sintomi che, però, molto spesso non sono specifici. Non esiste una manifestazione sintomatologica o quadro tipico dell'abuso sessuale subìto. Ci sono sicuramente una serie di comportamenti, diversi da quelli che il bambino solitamente mette in atto, che possono segnalare un disagio. Di quale malessere si tratti, però, è un qualcosa che va approfondito con degli specialisti". "Solitamente, ma non sempre, assistiamo a una modificazione del comportamento del sonno: i figli hanno difficoltà ad addormentarsi oppure si addormentano e poi si risvegliano nel cuore della notte, fenomeni che magari prima non avevano mai manifestato. Si possono presentare disturbi nel rapporto con il cibo, ovvero un bambino che prima mangiava regolarmente non lo fa più. Ci può essere anche iperattività e irrequietezza. Dipende da caso a caso. Perché ci sono anche dei bambini e ragazzi che potrebbero non manifestare, all'occhio dei genitori, un tipo di comportamento preoccupante: un genitore può leggere l'irrequietezza di un bambino come una forma di capriccio, può leggere un disturbo del sonno collegandolo a qualcosa che riguarda lo studio". I genitori devono anche accettare il fatto "che non sono onnipotenti. Ma qualora registrassero qualche comportamento che li porti a sospettare, allora possono rivolgersi ai servizi psicologico competenti sul territorio", dice il presidente degli psicologi. Sul piano della prevenzione, però, "importante instaurare con i bambini un dialogo costante nel tempo. Li dobbiamo abituare a parlare con noi. Li dobbiamo abituare a dirci le cose". "Se il genitore che torna a casa si limita a dire 'come è andata oggi a scuola?' e si accontenta di un 'tutto bene, ok', fine della conversazione, difficilmente creerà un contesto nel quale il bambino sente di dire delle cose difficili. Tra l'altro molto spesso i bambini che sono vittime di abuso hanno come strategia di difesa quella di darsi la colpa. Quindi non lo dicono anche perché credono di aver fatto qualcosa di cattivo, di sporco, di sbagliato. Tutto questo può anche passare inosservato ai genitori che non ne hanno colpe. Ma in un contesto in cui si è abituati a parlare con i figli sempre i bambini possono sentirsi più capaci di confidarsi", conclude Cozzuto.
(Adnkronos) - Per il sedicesimo anno consecutivo, il Gruppo Hera si certifica Top Employers per le proprie politiche lavorative. Si tratta di un traguardo rilevante, poiché questa certificazione rappresenta uno dei più significativi riconoscimenti a livello internazionale ed è rilasciata alle aziende che soddisfano standard elevati nella gestione delle risorse umane dal Top Employers Institute, ente certificatore globale delle eccellenze aziendali in ambito Hr (Human Resource), con sede in Olanda. La Certificazione Top Employers viene riconosciuta alle aziende che raggiungono e soddisfano gli elevati standard richiesti dalla Hr Best Practices Survey. L’analisi, molto attenta e di anno in anno sempre più selettiva, ricopre 6 macroaree relative alla gestione delle risorse umane ed esamina in profondità 20 diversi temi e rispettive buone pratiche, tra cui: riconoscimento delle persone e delle loro professionalità, ambiente di lavoro, opportunità di carriera, formazione e sviluppo, valorizzazione delle diversità, equità e inclusione, benessere. Il programma Top Employers quest’anno ha riconosciuto e certificato, compreso il Gruppo Hera, 2.429 Top Employers in 125 Paesi di tutto il Mondo. I principali punti di forza che hanno permesso al Gruppo Hera di raggiungere questo importante risultato sono: sicurezza, appalti, sostenibilità, inclusione, benessere e sviluppo delle persone. In questi ambiti sono previsti nel quadriennio 2024-2027 investimenti per 60 milioni di euro in formazione del personale, di cui un terzo rivolto alla sicurezza, 2.600 assunzioni, sviluppo di nuove competenze e molte iniziative per il supporto alla genitorialità, alle persone fragili, ai caregiver, alla valorizzazione delle diverse abilità. L’investimento e l’impegno per la crescita e il benessere delle persone del Gruppo comprendono il contrasto alla violenza di genere e la promozione dell’inclusione. Tra le novità del 2024 si annovera il Patto del Buon Lavoro, siglato a luglio con le Organizzazioni Sindacali, un documento prospettico e virtuoso che rappresenta un nuovo punto di riferimento a livello nazionale, capace di coniugare crescita aziendale, sviluppo sostenibile e benessere collettivo e che racchiude le buone pratiche di valorizzazione delle persone costruite nel corso degli anni rendendole patrimonio condiviso anche con le organizzazioni sindacali. Lo stesso documento è stato redatto utilizzando un linguaggio inclusivo, assicurandone l’accessibilità anche nel formato digitale per renderlo fruibile alle persone non vedenti o ipovedenti che utilizzano screen reader. La novità assoluta presente nel Patto del Buon Lavoro è nel calcolo del premio di risultato, basato anche sulla capacità del Gruppo Hera di incrementare il valore condiviso (oltre all’aumento progressivo annuale dello stesso premio di 225 euro l’anno nel triennio 2025-2027). Questo si accompagna a una serie di azioni di sviluppo delle persone in termini di evoluzione delle modalità di lavoro, accelerazione della digitalizzazione dei processi, valorizzazione in ottica di sostenibilità e circolarità. Sulla buona qualità della vita degli oltre 10.000 dipendenti del Gruppo incide anche l’ampio piano di welfare, che offre loro una vasta gamma di servizi e sul quale l’azienda investe 18 milioni di euro ogni anno. Tra le iniziative più significative si annoverano sessioni gratuite di supporto psicologico, piani alimentari personalizzati e sessioni con fisioterapisti e posturologi, programmi di promozione della salute e prevenzione con visite e screening gratuiti, iniziative a supporto della genitorialità e dell’istruzione dei figli e della mobilità sostenibile. “Attraverso i progressi tecnologici, i mutamenti economici e l'evoluzione del panorama sociale - ha dichiarato David Plink, Ceo del Top Employers Institute - è di grande ispirazione vedere persone e organizzazioni mettersi alla prova. Quest'anno, il Programma di Certificazione Top Employers mette in risalto la dedizione dei nostri Top Employers, che continuano a definire standard elevati, grazie a strategie e pratiche Hr di livello mondiale, promuovendo la crescita e il benessere, migliorando al contempo il mondo del lavoro. È con grande orgoglio che celebriamo questi leader e team, capaci di mettere le persone al centro: i Top Employers 2025!”. “Questo riconoscimento - ha detto il presidente esecutivo del Gruppo Hera, Cristian Fabbri - è la conferma del nostro impegno costante nella valorizzazione della nostra principale risorsa: le persone, con le loro competenze, la loro professionalità e la loro unicità. È sul rispetto delle loro esigenze e sulla loro soddisfazione che si basa il nostro essere impresa, proiettata in un cammino di costante miglioramento nell’offrire ogni giorno servizi indispensabili alla vita di cittadini e aziende”.
(Adnkronos) - A livello mondiale, nel 2024 le catastrofi naturali hanno causato perdite per 320 miliardi di dollari, di cui circa 140 miliardi assicurate. Gli eventi meteorologici estremi sono stati responsabili del 93% delle perdite complessive e del 97% delle perdite assicurate. A fare il punto è Munich Re, fornitore di soluzioni di riassicurazione, assicurazione primaria e rischi assicurativi, in un report globale sui danni registrati lo scorso anno a causa dei disastri naturali. A livello mondiale, secondo i calcoli di Munich Re, nel 2024 le catastrofi naturali hanno causato perdite per 320 miliardi di dollari (268 miliardi nel 2023, rettificati per l’inflazione), di cui circa 140 miliardi (106 miliardi) assicurate. Le perdite complessive e, ancor più, quelle assicurate sono state notevolmente superiori alla media, aggiornate per l’inflazione, degli ultimi dieci e trent’anni (perdite totali: 236/181 miliardi di dollari; perdite assicurate: 94/61 miliardi di dollari). In termini di danni assicurati, il 2024 è stato il terzo anno più costoso; in termini di danni totali, si colloca al quinto posto nella scala dei costi dal 1980. Gli eventi meteorologici estremi sono stati responsabili del 93% delle perdite complessive e del 97% delle perdite assicurate. Nel 2024, circa 11mila persone hanno perso la vita a causa di catastrofi naturali, un numero significativamente inferiore rispetto alla media. Le perdite dovute a eventi non di picco, come inondazioni, incendi e forti temporali, sono state ancora una volta consistenti, per un totale di 136 miliardi di dollari, di cui circa 67 miliardi assicurati. Nel 2024, i cicloni tropicali hanno contribuito da soli con 135 miliardi di dollari alle perdite totali e con 52 miliardi di dollari alle perdite assicurate. La maggior parte di queste perdite è stata causata dai grandi uragani negli Stati Uniti (105 miliardi di dollari, di cui 47 miliardi assicurati). Gli uragani Helene e Milton, che hanno colpito gli Stati Uniti in rapida successione, rispettivamente a settembre e ottobre, sono stati i disastri più distruttivi del 2024. L’uragano Helene ha causato le maggiori perdite complessive dovute a catastrofi naturali nel 2024, pari a 56 miliardi di dollari, di cui 16 miliardi a carico degli assicuratori. L’uragano Milton ha prodotto i maggiori danni assicurati dell’anno, per un totale di 25 miliardi di dollari. Le perdite complessive sono state di 38 miliardi di dollari - calcola Muniche Re - La terza catastrofe naturale più costosa dell’anno in termini di perdite complessive è stata un terremoto in Giappone il giorno di Capodanno, che ha scosso la costa occidentale del Paese vicino alla penisola di Noto, scarsamente popolata, con una magnitudo di 7,5. Le perdite complessive sono state stimate in 15 miliardi di dollari, con danni assicurati per circa 2,5 miliardi di dollari. Il disastro naturale con il più alto numero di vittime è stato il tifone Yagi: circa 850 persone sono state uccise quando ha attraversato le Filippine, l’isola cinese di Hainan, la punta meridionale della provincia cinese di Guangdong, il Vietnam e il Myanmar a settembre. Con perdite totali di 14 miliardi di dollari, Yagi è stato anche uno dei disastri più costosi dell’anno, ma solo una piccola parte è stata assicurata, circa 1,6 miliardi di dollari. Il Nord America (compresi l’America Centrale e i Caraibi) ha registrato ancora una volta la quota più alta dei danni da catastrofi naturali a livello mondiale, e una percentuale più elevata del solito (circa il 60% dei danni totali, media decennale 54%). In totale, le perdite sono state pari a circa 190 miliardi di dollari, di cui circa 108 miliardi assicurati. Oltre agli uragani, anche i forti temporali hanno causato danni enormi: solo negli Stati Uniti hanno causato perdite per 57 miliardi di dollari, di cui 41 miliardi assicurati. In Europa, lo scorso anno le catastrofi naturali hanno distrutto beni per un valore di 31 miliardi di dollari, di cui 14 miliardi assicurati. La catastrofe più grave è stata l’inondazione in Spagna, vicino a Valencia. Almeno 200 persone hanno perso la vita, diventando così il disastro naturale più letale degli ultimi 50 anni in Spagna. I danni totali ammontano a circa 11 miliardi di dollari, di cui 4,2 miliardi assicurati. Anche le inondazioni in Germania e nei Paesi limitrofi a giugno e nell’Europa centro-orientale a settembre hanno causato danni per oltre 9 miliardi di dollari, di cui ben 4 miliardi assicurati. “Il 2024 è stato un anno che ha nuovamente messo in evidenza la crisi climatica in Italia. Gli eventi atmosferici estremi che abbiamo affrontato, dalle alluvioni alle grandinate, dalle ondate di calore alle raffiche di vento, sia pur non raggiungendo a livello di danni assicurati i valori del 2023, hanno avuto un impatto significativo sulle economie locali del nostro paese, ma anche sul panorama assicurativo globale come riportato nel nostro report globale. È necessario rafforzare l’impegno verso soluzioni innovative non solo per mitigare i rischi, ma anche per favorire uno sviluppo sostenibile che protegga le generazioni future”, ha dichiarato Thomas Wilde, Ceo Munich Re Italia. Nella regione Asia-Pacifico e in Africa, le perdite totali di circa 91 miliardi di dollari sono state superiori a quelle dell’anno precedente (66 miliardi di dollari) e alla media decennale (66 miliardi di dollari). Le perdite assicurate, pari a circa 16 miliardi di dollari, sono state significativamente superiori a quelle dell’anno precedente (10 miliardi di dollari).