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(Adnkronos) - Dopo sette mesi di lavori, grazie ai fondi Pnrr-Caput mundi, tornano alla luce la fontana di piazza del Pantheon, e laterali di piazza Navona, quella di Nettuno e quella del Moro, opere di Giacomo Della Porta. Ad inaugurarle il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, insieme all'assessore capitolino Massimiliano Smeriglio, al sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce e alla presidente del I municipio Lorenza Bonaccorsi. "Siamo molto contenti - ha detto Gualtieri - di inaugurare la conclusione dei lavori di restauro di questa prima fontana, quella della rotonda, che fu avviata nel 1575 quando l'acquedotto Acqua Virgo fu portato a Campo Marzio, e delle due di piazza Navona, tutte e tre realizzate da Giacomo della Porta". "È il primo della lunga serie di interventi sulle fontane - ha spiegato Presicce -. È un lavoro molto complesso: ogni centimetro quadrato della fontana, fatta di tanti materiali, reagisce in maniera diversa agli agenti atmosferici, alle infiltrazioni. È stato necessario un progetto per agire puntualmente sulle caratteristiche di degrado di ognuna di queste parti. L'Acquedotto Vergine, che alimenta tante fontane di Roma, fu restaurato pochi anni prima della realizzazione della fontana del Pantheon, nel 1570. Si era ridotto a un piccolo rivolo, furono rifatte le condutture e via Condotti si chiama così proprio per via della canalizzazione che consentì di portare l'acqua pubblica su tutto Campo Marzio. In quel momento furono realizzate diverse fontane affidate all'architetto del popolo romano, che era succeduto a Michelangelo, Giacomo Della Porta. Ebbe l'incarico da papa Gregorio XIII Boncompagni di realizzare tante fontane, tra cui appunto le due laterali di piazza Navona e quella di piazza della Rotonda, coronato dall'obelisco di Ramesse II che viene da sotto le case attorno alla piazza". La fontana del Pantheon fu realizzata durante il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585) che dopo aver restaurato l’Acquedotto Vergine stabilì la costruzione di alcune fontane nelle zone della città in cui arrivavano le diramazioni delle condutture. L’incarico fu affidato all’architetto Giacomo Della Porta. La fontana dei Tritoni o del Moro a piazza Navona è il risultato di una serie di interventi realizzati nel corso di trecento anni, tra il XVI e il XIX secolo. La prima fase è rappresentata dalla vasca in marmo Portasanta disegnata da Giacomo della Porta nel 1575. Nel XVII secolo la fontana viene arricchita da un gruppo progettato da Bernini con la possente figura del ‘Moro’, tradotto in pietra dall'allievo Giannantonio Mari, che verrà inaugurato nel 1655. "Si dice - ha detto Presicce- che probabilmente Bernini abbia voluto realizzare la superficie del marmo della statua non del tutto finita proprio per imitare la superficie della statua parlante del Pasquino che era qui a due passi. Il ‘Moro’ ha delle caratteristiche non coincidenti con una statua finita". La fontana del Nettuno, detta anche dei Calderari, fu disegnata da Giacomo della Porta sotto il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni. La vasca rimase priva di ornamentazione fino al 1873, quando il Comune di Roma bandì un concorso per il completamento della fontana. La fontana del Nettuno "rimase vuota. Le decorazioni con il Nettuno, le nereidi e i mostri marini sono state realizzate dopo l’unità d’Italia". "L'ultimo restauro - ha aggiunto - risaliva al ‘92. Siamo elettrizzati perché cominciamo la stagione di riapertura di tutte queste opere: parliamo di 26 interventi per 55 fontane e più di 11 milioni, un intervento eccezionale". Da Smeriglio arriva un ringraziamento "alle maestranze, agli operai e ai restauratori Sono stati sette mesi di corsa, con un investimento di 182mila euro. Cominciamo a chiudere i cantieri, non solo ad aprirli. Chiediamo ancora pazienza però si comincia a vedere una luce e questa luce va raccontata oggi qui, una fontana straordinaria, poi Piazza Navona e più in là fontana di Trevi. Un lavoro pancia a terra che sta portando risultati e per questo ringrazio davvero tutti". La fontana dei Fiumi del Bernini "aprirà entro entro il 20 dicembre", lo ha annunciato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri durante l’inaugurazione dopo i lavori di restauro delle fontane del Pantheon e delle laterali di piazza Navona. ‘’Dobbiamo solo trovare la data, lo spazio in agenda, perché le inaugurazioni adesso cominceranno a intensificarsi’’.
(Adnkronos) - Marco Natali è stato eletto presidente di Confprofessioni dal consiglio generale della Confederazione, che riunisce le associazioni di categoria. Con questa nomina, si chiude l’era di Gaetano Stella, sotto la cui guida Confprofessioni ha consolidato la propria stabilità, credibilità e capacità di rappresentanza. Natali si prepara a inaugurare una fase di evoluzione per Confprofessioni, con l’obiettivo di adattare l’organizzazione ai mutamenti socioeconomici e di trasformarla in un punto di riferimento sempre più dinamico e innovativo per i professionisti italiani. Nel suo discorso d’insediamento, il neopresidente ha presentato un programma ambizioso, incentrato su due pilastri fondamentali: le persone e la rappresentanza. “Questo è il momento di osare. E' tempo di costruire sul lavoro svolto finora e di guardare a nuovi orizzonti con determinazione e visione strategica. Ringrazio il presidente Stella e la sua squadra per l’impegno e la dedizione con cui hanno guidato la Confederazione, lasciando un’eredità di crescita e solidità, preziosa base per il futuro”, ha dichiarato Natali. Lo sguardo sarà rivolto al superamento delle sfide attuali come la transizione green e digitale, l’internazionalizzazione, l’evoluzione dei modelli organizzativi e il potenziamento del welfare dedicato ai professionisti e ai loro dipendenti, nonché al rafforzamento delle relazioni con stakeholder strategici come sindacati, politica e rappresentanze professionali. Azioni importanti per valorizzare il ruolo centrale del professionista nella società. Accanto a Marco Natali lavorerà una giunta esecutiva caratterizzata da una forte presenza femminile rispetto al passato, e composta da esponenti di spicco del settore: vice presidente - Andrea Dili (Adc), Salvo Barrano (Ana), Luigi Carunchio (Ungdcec), Giole Semprini Cesari (Andi), Paola Cogotti (Ancl), Alessandro Dabbene (Fimmg), Paola Fiorillo (Anf), Maria Pungetti (Assoingegneri), Dominella Quagliata (PlpP) e Ezio Maria Reggiani (Anc). Tra gli altri incarichi assegnati, il consiglio generale ha nominato Raffaele Loprete (Ungdcec) - presidente, Roberto Accossu (Fidaf) e Carmen Colangelo (Cipa come revisori, e il nuovo collegio dei probiviri, composto da Vilma Iaria (Adc) come presidente, Ennio Bucci (Anf) e Marina Brinchi (Plp) come componenti effettivi, e Sandro Spella (Ungdcec) e Fernando Tebaldi (Ancl) come supplenti. “L’Italia può contare su professionisti dalle competenze straordinarie, capaci di essere il motore della crescita economica e sociale del Paese. Confprofessioni deve essere la voce di queste eccellenze, creando nuove opportunità e affrontando con coraggio le sfide che ci attendono”, ha concluso Natali. Sotto questa nuova guida, Confprofessioni punta a rafforzare il proprio ruolo come interlocutore autorevole a livello nazionale ed europeo, lavorando per un futuro in cui l’aggregazione delle competenze, il networking internazionale e l’innovazione tecnologica siano al centro del cambiamento.
(Adnkronos) - Da oggi a venerdì 29 novembre 2024, il Centro Congressi Ex-Gam di Bologna farà da cornice al Dissemination Workshop del progetto Return (Multi-Risk Science for Resilient Communities under a Changing Climate), finanziato dal Pnrr. Durante l'evento, gli esperti dei diversi gruppi tematici si confronteranno per comprendere come la previsione, la prevenzione, la gestione e il monitoraggio dei rischi legati all’acqua, all’instabilità del suolo, ai terremoti e ai vulcani e all’inquinamento ambientale possano trarre beneficio da un approccio multi-rischio; Particolare attenzione sarà rivolta alle valutazioni condotte per gli insediamenti urbani e metropolitani, le infrastrutture critiche e i siti di interesse storico-artistico. Il progetto, giunto a un anno dal suo inizio, ha consentito di esplorare e valutare soluzioni atte a migliorare le capacità di monitoraggio, previsione, e gestione dei potenziali impatti dovuti alla presenza contemporanea di un insieme di fattori di rischio sia naturali che legati alle attività umane, su scala nazionale e locale. Il workshop prevede sessioni scientifiche e momenti di confronto che esploreranno temi centrali come: la previsione, prevenzione e gestione dei rischi legati all’acqua, all’instabilità del suolo, ai terremoti e ai vulcani; l’inquinamento ambientale e le sue interconnessioni con gli insediamenti urbani, le infrastrutture critiche e i siti di interesse storico-artistico; l’applicazione di approcci multi-rischio per affrontare la complessità delle sfide climatiche. “Il Workshop di Return rappresenta un momento fondamentale per consolidare le nostre conoscenze e sviluppare strategie efficaci nella gestione dei rischi ambientali. La collaborazione interdisciplinare e l’innovazione sono elementi chiave per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e garantire la resilienza delle nostre comunità -spiega Andrea Prota, presidente della Fondazione Return - Con Return, ci troviamo a fronteggiare sfide complesse che richiedono una sinergia unica tra scienze naturali, tecniche e sociali. La nostra riunione plenaria a Bologna metterà in luce quanto sia cruciale integrare queste discipline per creare strategie innovative in grado di anticipare, gestire e mitigare i rischi in un contesto climatico in continuo mutamento. Questo approccio interdisciplinare, che si concretizza nell'integrazione di competenze Stem con quelle delle scienze umane e socio-economiche, non solo promuove l’avanzamento della conoscenza sui fenomeni naturali e il loro impatto sulle comunità, ma offre anche l’opportunità di sviluppare soluzioni concrete per affrontare queste sfide”.