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(Adnkronos) - La Corte d'appello di Parigi ha esaminato oggi, lunedì 10 novembre, la richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati dall'ex presidente francese Nicolas Skarkozy, Christophe Ingrain e Jean-Michel Darrois, e si pronuncerà alle 13.30. Durante l'udienza di questa mattina, la procura ha chiesto che l'ex capo dell'Eliseo venga rilasciato sotto sorveglianza giudiziaria dal carcere di Santé a Parigi, dove è detenuto da venti giorni, con l'interdizione dei contatti con imputati e testimoni del caso per il quale è stato arrestato. "I rischi di collusione fraudolenta e di pressioni sui testimoni giustificano la richiesta di controllo giudiziario", ha dichiarato il procuratore generale Damien Brunet nel corso dell'udienza per la richiesta di scarcerazione, chiedendo tuttavia che "sia accolta la richiesta di Nicolas Sarkozy” di essere rilasciato. L'ex presidente francese è intervenuto in videoconferenza all'udienza della Corte d'appello per decidere della sua scarcerazione. È "un'esperienza dura, molto dura" quella del carcere, "una prova che mi è stata imposta e che ho vissuto", ha detto. "Voglio che tutti siano convinti di una cosa: non ho mai avuto la folle idea di chiedere a Gheddafi alcun finanziamento. Non confesserò mai qualcosa che non ho fatto", ha dichiarato. "Amo il mio Paese, la mia famiglia è in Francia, lotto affinché la verità prevalga", ha aggiunto prima di "rendere omaggio" al personale carcerario "che ha dimostrato un'umanità eccezionale e ha reso sopportabile questo incubo". Se Sarkozy venisse rilasciato, potrebbe lasciare il carcere entro poche ore, dopo che verranno completate le formalità amministrative per il suo rilascio. Se invece l'ex presidente rimanesse in custodia cautelare, i suoi avvocati possono presentare una nuova richiesta di scarcerazione lo stesso giorno. Questa richiesta può essere mantenuta fino al processo d'appello nel caso libico, previsto per i prossimi mesi.
(Adnkronos) - “La formazione della classe dirigente è un percorso complesso: le competenze sono indispensabili, ma non bastano. L’università è nata per dare le competenze, ma una vera classe dirigente deve avere anche il senso di una missione che va oltre la tecnica, la capacità di convincere gli altri a perseguirla e il coraggio di andare controcorrente quando la direzione è sbagliata”. Lo ha dichiarato Giuliano Amato, professore emerito dell’università degli Studi di Roma La Sapienza e dell’Istituto Universitario Europeo che, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2025/2026 dell’Universitas Mercatorum, l’università delle camere di commercio italiane del Gruppo Multiversity, ha tenuto la lectio magistralis sull’educazione come fondamento della democrazia. “Oggi - ha spiegato - molti di coloro che acquisiscono competenze non sentono più la responsabilità verso la comunità e preferiscono dedicarsi ad altro, dalle imprese alla finanza” Amato ha poi ricordato che “i grandi momenti storici nascono quando si fondono il saper fare e il finalizzarlo al benessere collettivo”, aggiungendo: “Ci sono stati tempi in cui i grandi personaggi sapevano trasmettere il senso di una missione agli altri. Dovremmo chiederci chi, oggi, ha ancora questa capacità”.
(Adnkronos) - “Federlegno partecipa ad Ecomondo da tre anni e quest’anno porta la conferma della propria convinzione in tema di sostenibilità, argomento già affrontato in tempi non sospetti, prima della pandemia Covid, e che abbiamo portato all'attenzione di tutti i nostri associati non solo in ottica di evoluzione industriale ma anche e soprattutto di evoluzione verso il futuro. Il mercato ha dato i primi segnali di attenzione alla sostenibilità nel 2019, con Grata Thunberg e i movimenti giovanili, che mostravano una grande sensibilità verso questa tematica”. È quanto affermato da Claudio Feltrin, presidente Federlegno Arredo all’edizione 2025 di Ecomondo, l'evento annuale leader nei settori della Green and Circular Economy, in svolgimento presso la fiera a Rimini, dal 4 al 7 novembre 2025. “Oltre alla nostra convinzione, portiamo ad Ecomondo anche un riflessione sull’importanza della mediazione tra il concetto di sostenibilità ambientale e quello di sostenibilità economica, così che si possa applicare e mettere a terra. Stiamo lavorando inoltre ad un consorzio dedicato alla gestione del prodotto finito - spiega Feltrin - anticipando di fatto ciò che l'Europa chiederà obbligatoriamente fra qualche anno. Il Consorzio che stiamo ideando, che parte dal basso e quindi dalle esigenze delle aziende e del mercato, dovrà riuscire a bilanciare le regole che poi le nostre aziende, che sostengono questo concetto di riuso e di recupero di tutto il materiale che è contenuto nel prodotto finito, applicheranno”. “Il settore del legno arredo oggi sta vivendo una situazione che, mediamente, subisce tutta l'economia mondiale: c'è un movimento geopolitico di riposizionamento di poteri a livello mondiale, che crea uno stato di provvisorietà e incertezza che non aiuta. Arriviamo da un 2024 con segno negativo - sottolinea - E il 2025 non dà segnali differenti dall'anno precedente, quindi probabilmente avremo un segno negativo anche quest'anno. Dobbiamo poi fare i conti anche con le novità del 2025, ossia i dazi, che hanno penalizzato il mercato americano, che per la nostra filiera è molto importante”. “Siamo molto preoccupati per il 2026 in cui si verificherà l'entrata in vigore della normativa Eudr (European Union Deforestation Regulation), che riguarda la lotta alla deforestazione e al degrado forestale. Il nuovo regolamento dell'Ue (Regolamento (UE) 2023/1115) vieta l'immissione sul mercato europeo e l'esportazione di prodotti connessi alla distruzione delle foreste. È giusto fare questo tipo di azioni, ma la questione è come si mettono a terra - dichiara Feltrin - Le nostre aziende devono essere messe nelle condizioni di poter adempiere a questi regolamenti, perché se le regole con cui saremo costretti a lavorare sono insostenibili, chiuderanno parti fondamentali della nostra filiera, come le piccole aziende”. “Nel mercato italiano, il consumatore mediamente è allineato sui principi base della sostenibilità e quindi è attento ad acquistare prodotti che siano sinceramente sostenibili. È chiaro che non sono disponibili a pagare di più. Di conseguenza, il costo per le aziende deve essere assorbito con efficienza produttiva quindi il carico oggi è sulle aziende, che si devono attrezzare e si stanno sviluppando ma che hanno bisogno di tempo e di grandi investimenti per potersi adeguare a questo tipo di esigenza di mercato”, conclude Feltrin.