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(Adnkronos) - La rinosinusite cronica con poliposi nasale (CRSwNP) è una malattia infiammatoria complessa, caratterizzata dalla presenza di una persistente infiammazione della mucosa nasale accompagnata da noduli benigni chiamati polipi nasali. I polipi nasali possono ostruire le vie respiratorie a livello nasale e portare a difficoltà respiratorie, riduzione o perdita dell'olfatto, secrezione nasale, dolore al viso, disturbi del sonno e altri eventi avversi che impattano negativamente sulla qualità della vita. Per coloro che convivono con la malattia - a livello globale sono circa 320 milioni di persone - arrivano buone notizie con l'approvazione Ue dell'anticorpo monoclonale tezepelumab come terapia aggiuntiva ai corticosteroidi intranasali per il trattamento di pazienti adulti con rinosinusite cronica con poliposi nasale severa per i quali la terapia con corticosteroidi sistemici e/o l'intervento chirurgico non forniscono un controllo adeguato della malattia. L'approvazione della Commissione europea - riporta una nota - segue il parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) e si basa sui risultati positivi dello studio di fase 3 Waypoint, presentati a San Diego in occasione del congresso congiunto American Academy of Allergy Asthma & Immunology (Aaaai)/World Allergy Organization (Wao) 2025 e pubblicati contestualmente sul 'New England Journal of Medicine'. Nello studio Waypoint, tezepelumab ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante della dimensione dei polipi nasali, ha eliminato quasi completamente la necessità di intervento chirurgico e ha ridotto significativamente l'assunzione di corticosteroidi sistemici rispetto al placebo. "La rinosinusite cronica con poliposi nasale è una patologia complessa e difficile da trattare, in quanto è spesso correlata a interventi chirurgici ripetuti e a un trattamento continuativo con corticosteroidi sistemici, entrambi associati a possibili eventi avversi seri. L'approvazione europea di tezepelumab - ha commentato Oliver Pfaar, Chair of the Section Rhinology and Allergy, Ent-Department, University Hospital Marburg, Philipps-Universität Marburg in Marburg, Germany e principal investigator dello studio Waypoint - fornisce alla comunità clinica una nuova e innovativa opzione terapeutica che ha dimostrato una riduzione clinicamente significativa e rilevante della dimensione dei polipi nasali, della gravità dei sintomi e della necessità di interventi chirurgici e di assumere corticosteroidi sistemici, rispetto al placebo". "In Europa circa la metà dei pazienti con rinosinusite cronica con poliposi nasale rimane non controllata nonostante la terapia standard attualmente disponibil. Per tale motivo l'approvazione europea di tezepelumab rappresenta un passo avanti veramente rilevante per il trattamento di questa malattia complessa. Questa approvazione - ha dichiarato Ruud Dobber, Executive Vice President and President, BioPharmaceuticals Business Unit, AstraZeneca - estende i benefici e l'efficacia di tezepelumab oltre l’asma grave e conferma il valore del suo meccanismo d'azione innovativo basato sull'inibizione mirata della linfopoietina timica stromale (Tslp), intervenendo direttamente sull'infiammazione epiteliale alla sua origine". Per molti pazienti con rinosinusite cronica con poliposi nasale non controllata, che manifestano frequentemente una ostruzione del flusso aereo e sintomi quali congestione e una difficoltà nella percezione degli odori, le attuali terapie come i corticosteroidi sistemici e interventi chirurgici ripetuti a livello dei seni paranasali, non garantiscono un sollievo duraturo. Tezepelumab - conclude la nota - è un anticorpo monoclonale, first-in-class, che inibisce l'azione della Tslp, una citochina epiteliale chiave nell'innescare la cascata infiammatoria e perpetuare l'infiammazione di tipo allergico, eosinofilico e altri tipi di infiammazione, correlate all'asma grave e ad altre patologie infiammatorie.
(Adnkronos) - Il rischio con l'intelligenza artificiale di un "cambio per 'strappi' nel mondo del lavoro è già nelle cose e va appunto governato. Va governato con delle regole, non bisogna lasciarsi affascinare troppo da chi non vorrebbe le regole perchè quando non ci sono il mercato è selvaggio e vuol dire che vince sempre chi è più grande. Al contrario vanno costruite delle soluzioni che consentano a tutti di essere garantiti, di essere non oggetto di una speculazione da parte delle big tech, non un numero ma una persona dietro quei dati. Questo è fondamentale perchè riguarda la nostra sicurezza a 360° non solo quella digitale ma quella di essere umani nella società. Le realtà come la nostra possono certamente aiutare le aziende in un percorso che preveda non di togliere un lavoratore e inserire l'intelligenza artificiale, ma inserire un lavoratore con l'intelligenza artificiale. Uno sviluppo passa dall'occupazione che cresce e l'ottimizzazione che si riesce a fare". Così Luca Di Bartolomei, ad di Atlas, conversando con Adnkronos/Labitalia, a margine del suo intervento alla convention nazionale dei consulenti del lavoro a Napoli, in occasione dei 60 anni del consiglio nazionale dei professionisti.
(Adnkronos) - Città in affanno sulla sostenibilità. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce per il 2024 una fotografia in chiaroscuro. Ancora nessuna città raggiunge il punteggio del 100% e cala al 54,24% la media del punteggio raggiunta dai capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa quando si attestava al 56,41%. Se si guarda ai singoli capoluoghi, nel 2024 sono Trento (79,78%) e Mantova (78,74%) le uniche città a superare la soglia di 75 punti e a dominare la classifica di Ecosistema Urbano ottenendo rispettivamente il primo e secondo posto. Trento torna sul gradino più alto (nel 2023 era seconda) rappresentando il meglio della vivibilità in città. Mantova ottiene la medaglia d’argento risalendo la classifica di cinque posizioni (nel 2023 era 7 settimana), grazie ad alcuni risultati negli indici più significativi come il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%. Dietro di loro si piazza Bergamo, al terzo posto con un punteggio del 71,82%, risalendo la classifica di ben 13 posizioni (nella passata edizione era 16esima), grazie ad un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità. Le altre città che rientrano della top ten sono Bolzano, quarta, seguita da Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna, Forlì: tutte aree urbane del nord Italia e con Bologna, al 9° posto, che si conferma la migliore tra le grandi città anche se perde una posizione rispetto alla passata edizione. Il Sud è sempre in grande affanno, ad eccezione di Cosenza, 16esima in classifica, unica città del Meridione nella top 20 anche se rispetto alla passata edizione perde 3 posizioni (era 13esima). In fondo alla classifica ci sono nove città del sud - Caltanissetta (97° posto), Caserta (98°), Catania (100°), Palermo (101°), Catanzaro (102°), Napoli (103°), Crotone (104°), Vibo Valentia (105°), Reggio Calabria (106°) - che non arrivano a toccare il 35% del punteggio. Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria sono al di sotto dei 25 punti su 100. Smog e rete idrica colabrodo - rileva il rapporto - restano le principali criticità da affrontare per i capoluoghi di provincia. Diminuiscono troppo lentamente le città con perdite d’acqua superiori o uguali al 50%: 20 quest’anno (erano 24 nel 2023 e 27 nel 2022). Nel 2024, inoltre, cala la media della superficie urbana dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità - 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti (11,02 m eq/100 ab nella passata edizione e 10,69 due anni fa) - così come diminuisce sia l’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo passando dai 50,7 mq ogni 100 abitanti della scorsa edizione agli attuali 48,6 mq sia quella delle zone a traffico limitato che nel 2024 si attesta a 368,3 mq ogni 100 abitanti rispetto ai 406,9 della scorsa edizione. Cresce, stando ai dati Ispra, il consumo di suolo nel totale dei capoluoghi: dal 2018 al 2023 è pari a circa 4500 ha, a fronte di un calo del numero degli abitanti (-346mila abitanti). Ne deriva una crescita del suolo impermeabilizzato per ogni abitante delle città, sempre su base quinquennale, pari a +6,3 mq/ab dal 2018 al 2023 (+3,5% rispetto al 2018), con forti variazioni da città a città. Tra i segnali positivi che emergono dal nuovo report Ecosistema Urbano, c’è la raccolta differenziata che per la prima volta, tra i capoluoghi, supera la media del 65%. Inoltre, sono ben 15 i capoluoghi che sono oltre l’80% di Rd. Cresce il numero dei passeggeri trasportati dal servizio di Tpl nelle città capoluogo, anche se le performance generali sono ancora lontane dai livelli europei. C’è Milano con 424 passeggeri nel 2024 rispetto ai 415 dello scorso anno, i 357 del 2022 e ai 303 del 2021. Anche Roma mostra lievi segnali incoraggianti salendo dai 259 viaggi procapite all’anno della passata edizione ai 277 di quest’anno. Venezia resta la migliore sebbene in calo, interrompendo una crescita costante, mentre Firenze continua a migliorare (sale dai 225 dello scorso anno ai 247 passeggeri/ ab/anno).