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(Adnkronos) - Il 4 gennaio 2015, esattamente dieci anni fa, moriva Pino Daniele. Il cantautore, mai dimenticato dal pubblico e dai colleghi, rivive in queste ore nel ricordo di chi lo ha conosciuto e gli voleva bene. "Un maestro", "un poeta", "un'anima speciale", sono alcune delle parole che usano per descriverlo. A cominciare da Gigi D'Alessio, napoletano come Pino Daniele, con cui collaborò e si esibì insieme. "Dieci anni senza Pino Daniele, - dice all'Adnkronos dice - ma la sua musica vive sempre in noi. Pino è un poeta dei nostri tempi che ha raccontato Napoli e il mondo in maniera unica. Un artista così non si può dimenticare". "Pino per me è stato un riferimento, un maestro, uno che mi ha dato l'illuminazione riguardo alla mia carriera", così all'Adnkronos Mario Biondi ricorda il collega e amico Pino Daniele. "In più in lui ho scoperto un amico fraterno, una persona che mi ha voluto bene, che mi ha ospitato in casa sua. Era bello vederlo la mattina suonare la chitarra e mi diceva 'devo suonare perché sennò la chitarra si scorda, si scorda di me'". Biondi ricorda poi "l'ultima data fatta insieme: era il 23 dicembre dell'anno prima della sua scomparsa. Avremmo da lì a poco organizzato una tournée insieme, avremmo fatto delle cose insieme. Non sono stato così fortunato", conclude, aggiungendo: "Pino ti voglio sempre bene, ma tu lo sai perché, te lo dico sempre". Anche Diego Cinelli, ex sindaco di Magliano, in provincia di Grosseto, ha voluto ricordare Pino Daniele. Da tempo, pur mantenendo il suo solido legame con Napoli, infatti, il cantautore aveva scelto la Maremma come sua casa, con un amore particolare verso Magliano, dove ha deciso di riposare, tanto che oggi la cappella con le sue ceneri nel cimitero del paese è meta di tanti appassionati e fan. "Con Pino Daniele - ricorda Cinelli con l'Adnkronos - mi ero incontrato in più di un'occasione e mi aveva invitato a un concerto per soli amici nel suo locale sulla costa. In quelle occasioni mi testimoniò il suo amore per Magliano e la voglia di organizzare qualcosa in paese. Purtroppo la sua morte impedì questi progetti". Una morte che giunse nella serata del 4 gennaio, ma la notizia si diffuse solo l'indomani mattina. "Ero a letto con l’influenza - afferma Cinelli - e sono stato contattato dalla funzionaria dell'ufficio anagrafe, perché i giornalisti mi stavano cercando per un commento e per sapere se avrebbe riposato nel nostro territorio. Per la verità pur essendo vicino a Magliano, la sua abitazione si trova nel comune di Orbetello, dove era residente, e questo rendeva impossibile la tumulazione nel nostro cimitero, come da desiderio del cantautore. Un auspicio che mi fu espresso poche ore dopo anche dalla famiglia. Ci siamo così attivati per trovare una soluzione e in contemporanea individuare anche la porzione del camposanto in cui realizzare la cappella. È stato così che il 20 gennaio alla presenza della figlia Cristina, che ha ritirato la pergamena, il consiglio comunale all'unanimità ha conferito a Pino Daniele la cittadinanza onoraria post mortem che gli ha consentito di poter riposare a Magliano, così come desiderava. Da quel momento, e con la realizzazione della cappella, il nostro cimitero è diventato meta di tanti appassionati che giungono a Magliano per rendere omaggio al cantante lasciando ricordi vari, da pensieri scritti, a fotografie, fino alle sciarpe del Napoli, squadra di cui Daniele era un grande tifoso". Da lì l'idea di creare un evento in ricordo di uno dei più importanti interpreti italiani contemporanei. "L'occasione giusta per il Comune - prosegue Cinelli - fu quella del 15 agosto 2018, poche settimane dopo il mio secondo insediamento da Sindaco. In una piazza gremita, alla presenza della famiglia che avevamo invitato e che aveva accolto con favore la nostra idea, si esibirono l'attrice Mariangela D'Abbraccio con il gruppo grossetano Musica da Ripostiglio, che omaggiarono il cantautore con un evento ricco di emozioni. Una serata che mette ancora i brividi a chi l’ha vissuta direttamente e che segnava l'amore di Pino Daniele verso Magliano in Toscana, il tutto su quell'asse con Napoli, la città d’origine, cui riconducono le sue melodie. A rafforzare questo legame fu anche una casa vinicola del territorio che donò per l’occasione una magnum dedicata al cantautore". Cinelli conclude auspicando un nuovo evento, se non la realizzazione di un vero e proprio Festival a Magliano, in ricordo di Pino Daniele. "So che la famiglia ne sarebbe felice - conclude l'ex sindaco - e io per primo, visto che ho toccato con mano sia quando era in vita, che dopo la sua scomparsa, l'amore vero e profondo che Pino Daniele nutriva verso Magliano e la Maremma". “Un grande cantore della Napoli di oggi, capace di suscitare grandi emozioni, di portare all’attenzione di tutti i pregi e le sofferenze della nostra città: la sua poesia è ancora attuale". Così Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, ricorda a dieci anni dalla scomparsa Pino Daniele, al quale è dedicato un video pubblicato sul sito Anci per la rubrica ‘Accadde in Città’. "Ho incontrato il figlio pochi mesi fa – aggiunge Manfredi – e abbiamo messo insieme un programma e un progetto importante in suo ricordo. Pino è nei cuori di Napoli e nei cuori degli italiani, e noi faremo di tutto per ricordarlo e per conservare forte il suo messaggio e la sua musica". Nel video anche le testimonianze di alcuni musicisti che hanno condiviso da vicino l’esperienza artistica del cantautore napoletano. "Quando a fine anni ‘90 abbiamo rimesso insieme il supergruppo con Pino, James, Tullio e altri, suonando a piazza Plebiscito, ci siamo messi nelle stesse posizioni di trent’anni prima, fa, è stato molto emozionante", ricorda Tony Esposito. "Tu sei sempre presente, in ogni momento, fai parte della mia vita quotidiana. Una meraviglia Pino, suonare insieme, una chitarra, la voce e la batteria, facevamo battere i piedi e i cuori di migliaia di fans", sottolinea Tullio De Piscopo. Che rievoca un episodio accaduto al Festival Jazz di Montreux nel luglio 1983: “C’erano tutti i più grandi jazzisti e musicisti del mondo; ad un certo punto entra il grande George Benson; ti stringevo forte il braccio dicendoti “Maronna d’o Carmine Pino”. E tu, per darmi carica e coraggio, hai risposto: Se po’ fa, si può fare”. Fortissimo e ancora vivo il legame fraterno con James Senese: “Con Pino è stato un incontro non solamente musicale ma un incontro di sentimento, si sono incontrate due anime speciali”, ricorda commosso il sassofonista del gruppo Napoli Centrale, che ha affiancato Daniele anche dopo quell’esperienza. “Io e Pino eravamo tutt’uno, con lui ho vissuto una parte della mia vita molto di sentimento, un grande abbraccione a mio fratello”, il suo saluto finale.
(Adnkronos) - L’Istituto nazionale tributaristi (Int), per mano del suo presidente Riccardo Alemanno, ha inviato una lettera di felicitazioni e di buon lavoro al nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vicenzo Carbone, in cui il numero uno dell’Int scrive: “Sono certo che grazie alla Sua competenza e alla Sua esperienza saprà affrontare l’impegnativo incarico con la necessaria determinazione ed equità, in un settore sempre più importante per la Nazione” ribadendo la piena disponibilità al confronto e alla collaborazione. “L’Istituto nazionale tributaristi, che mi pregio di presiedere, sarà a sua disposizione per proseguire nel confronto costruttivo e nella collaborazione, instaurati negli anni sia a livello centrale che territoriale, con l’Amministrazione finanziaria.” Ma Alemanno ha inviato anche una lettera al dimissionario Ernesto Maria Ruffini, ringraziandolo per il suo operato e per aver dialogato con equità e senza pregiudizi con tutte le rappresentanze degli intermediari fiscali, augurando all’ex direttore ogni successo nei suoi prossimi impegni professionali. “La lettera al direttore Carbone va oltre ai doveri istituzionali, è un messaggio sentito per confermare e ribadire la nostra disponibilità a collaborare per contribuire a migliorare il rapporto fisco contribuente e affrontare i cambiamenti legati alla riforma tributaria” dichiara il numero uno dei tributaristi Int, che precisa “così come sentito è il ringraziamento inviato a Ruffini per il lavoro svolto. Ritengo che anche nei rapporti istituzionali non si possa mai dimenticare il lato umano e l’importanza della persona”.
(Adnkronos) - Pesano sull'Italia gli effetti della crisi climatica: nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: il 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A pesare in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua. Questo il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024. Il 2024 è stato segnato, nel dettaglio, da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud, 92, e dal Centro, 61. A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna con 52 eventi, è la regione più martoriata dalla crisi climatica, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13, Torino con 12 e Palermo con 11. Tra le grandi città, la Capitale è quella più colpita con 8 eventi meteo estremi, seguita da Genova (7) e Milano (6). Legambiente segnala anche le conseguenze che gli eventi meteo estremi stanno causando in generale sui trasporti: 22 quelli che nel 2024 hanno provocato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale nella Penisola. In quota, gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più tangibili, con impatti sui ghiacciai, sempre più sottili e in arretramento, ecosistemi e biodiversità. Nel 2024, in Piemonte, lo zero termico in quota è arrivato a 5.206 metri, sfiorando il record di 9 anni fa, quando era salito fino a 5.296 metri. “Nel 2024 l’Italia - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del Pnacc, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col Dl Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il Dpr per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”. “Tra gli eventi meteo estremi in crescita - aggiunge Andrea Minutolo responsabile scientifico di Legambiente - preoccupa il fenomeno della siccità che a più riprese ha colpito in questi anni l’Italia. Simbolo di quest’estate il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. L'emergenza in Sicilia è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica in continua evoluzione che rappresenta un monito severo. Per questo è importante che il Paese definisca una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi”. Classifica regioni più colpite da siccità, esondazioni e allagamenti: per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).