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(Adnkronos) - Chiuse le audizioni parlamentari, la manovra entra nel vivo della bufera: dall'annuncio dello sciopero della Cgil il 12 dicembre ai rilievi di Confindustria, il ddl da 18,7 miliardi di euro è bersaglio di attacchi. "Noi ci rivolgiamo a tutte le persone, ai giovani che stanno pagando un prezzo pesantissimo, alle donne che stanno pagando un prezzo pesantissimo, ai lavoratori, alle lavoratrici, ai pensionati perché il 12 dicembre siano con noi in piazza", attacca il leader del sindacato Maurizio Landini da Firenze. "Faremo manifestazioni in tutti i territori d'Italia e vogliamo dimostrare che c'è la maggioranza di questo paese, che è quello che tiene in piedi il paese con il proprio lavoro, che chiede di essere ascoltata e che chiede di cambiare una logica sbagliata per noi non più sopportabile", aggiunge. "La manovra del governo è ingiusta, sbagliata e la vogliamo cambiare. L'emergenza fondamentale, in questo momento, è il salario: bisogna aumentare i salari e la legge di bilancio non lo fa", scandisce il sindacalista. Dopo la frase sul "weekend lungo", dalla premier Giorgia Meloni è arrivato un altro affondo. "Nuovo sciopero generale della Cgil contro il Governo annunciato dal segretario generale Landini. In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?", scrive su X. Chiede più risorse per l'innovazine delle imprese il presidente degli industriali. "Il vero tema è che oggi mantenere i conti in ordine significa avere in manovra 7-8 miliardi in meno, che sarebbero quelli necessari per gli investimenti", afferma da Pesaro il numero Uno di Confindustria Emanuele Orsini. "Abbiamo chiesto 8 miliardi l’anno per riuscire a mantenere Industria 4.0 almeno per i tre anni, perché se si mettono solo i 4 miliardi per il 2026, ne usufruirà solo chi ha già pensato l’investimento. Per investire in questo paese ci vuole tempo, serve una programmazione di minimo tre anni”, osserva. Non solo sindacati e imprese però, il bilancio delle audizioni di questa settimana - dalle associazioni agli istituti finanziari - ha visto una pioggia di critiche alla Finanziaria del governo, a partire dalla misura cardine del taglio della seconda aliquota Irpef al 33% per i redditi fino a 50mila, considerata insufficiente, se non iniqua in quanto favorirebbe i redditi più alti (l'Ufficio parlamentare di Bilancio indica un beneficio annuo fiscale di 23 euro per gli operati e di 408 euro per i dirigenti). Giorgetti parla di un vantaggio annuo medio di 218 euro e massimo di 440 euro, che in termini mensili sarebbero rispettivamente 18 euro e 36 euro in più in busta paga. Alle critiche sul nuovo taglio Irpef comunque il governo fa notare che i redditi più bassi hanno beneficiato del taglio Irpef lo scorso anno. I lavori della commissione Bilancio al Senato dovrebbero entrare nel vivo da metà mese, con l'obiettivo del via libera in Aula a Palazzo Madama il 15 dicembre e poi un esame-lampo alla Camera e, con ogni probabilità, il voto di fiducia possibilmente senza arrivare a ridosso di Natale. Intanto la settimana prossima scade il termine per la presentazione degli emendamenti, poi il 18 arrivano i 'segnalati'. Il tutto per un esame a budget 'quasi zero' con modifiche finanziate da tagli corrispondenti o attingendo al mini-budget da 100 milioni di euro del fondo parlamentare. Ça va sans dire che lo stanziamento appare esiguo e dai banchi dell'opposizione già si punta il dito contro il rischio mance e micro norme.
(Adnkronos) - Si è tenuta oggi la “G∙row Conference 2025 - Evolving through Risk & Control Governance” nella quale Eni ha presentato G∙row, l’Alleanza tra imprese e istituzioni creata con l’obiettivo di promuovere l'evoluzione e il rafforzamento dei sistemi di controllo e gestione dei rischi lungo l’intera catena del valore. L’iniziativa è sviluppata con il supporto strategico di McKinsey & Company e quello tecnologico di Sap Italia. L’evento, tenutosi presso il Gazometro di Eni a Roma, ha visto la partecipazione di rappresentanti di Banca d’Italia, Consob, Ocse, Assonime, Nedcommunity e Sda Bocconi School of Management, che hanno approfondito le sfide e le opportunità legate alla Governance dei rischi, e di rappresentanti delle aziende partner A2A, Cassa Depositi e Prestiti, Ferrovie dello Stato, Leonardo, Nexi, Poste Italiane, Saipem, Snam e Atm. Queste realtà nazionali, first movers dell’Alleanza G·row, hanno scelto di credere nel progetto sin dalle sue fasi iniziali e avranno un ruolo centrale nell’accelerare la diffusione delle best practice di Governance, in particolare verso le piccole e medie imprese. Le aziende, leader nei rispettivi settori, si impegnano a mettere a disposizione il proprio know-how e le loro esperienze consolidate, agendo come vettori di conoscenza per l'intero ecosistema. Il loro ruolo sarà fondamentale per diffondere il framework condiviso di G∙row, garantendo che sia calato sulle specifiche esigenze del tessuto produttivo italiano. In questo modo, si faciliterà la transizione delle Pmi verso modelli di controllo scalabili in linea con le sfide globali che le imprese si trovano a dover affrontare, come ad esempio rischi cyber, di supply chain e reputazionali. G∙row, sottolinea Gianfranco Cariola, Direttore Internal Audit, "persegue una duplice missione: da un lato, costruire una rete tra grandi imprese e realtà più piccole (come le Pmi), creando un ecosistema che rafforzi la trasparenza e la competitività. Il secondo obiettivo è innescare un cambiamento culturale profondo in materia di Risk & Control Governance, in cui la visione ecosistemica supporti la crescita del Sistema Paese". L’iniziativa G·row si concretizza attraverso una piattaforma digitale, attualmente accessibile solo alle aziende partner, che potranno estenderla alle proprie filiere. La piattaforma offre strumenti e risorse per l'autovalutazione, il confronto con realtà comparabili e l'avvio di un percorso di miglioramento organico e continuo del sistema di controllo e gestione dei rischi. Nei prossimi mesi, il portale sarà progressivamente aperto a nuove aziende e filiere, ampliando così la portata e l’impatto dell’Alleanza. Inoltre, è già online il sito web di G.row che rappresenta un punto di accesso ai principi e contenuti chiave dell’iniziativa e si propone di fornire aggiornamenti costanti e informazioni utili per tutte le aziende interessate ad aderire all’iniziativa.
(Adnkronos) - L’evento di Ecomondo 2025 'Blue Horizons: Trans-Mediterranean Cluster Collaboration for Innovation in Energy, Clean Tech and Bioeconomy', in tre sessioni verticali, ha analizzato l’importanza dei cluster della blue economy per stimolare l’innovazione e potenziare il sistema scientifico e industriale dell’area mediterranea: dalla rilevanza delle politiche e priorità governative per la cooperazione transnazionale tra cluster, con strumenti come l’Ocean Pact e il Pact for the Mediterranean, al loro ruolo nella collaborazione tra mondo accademico e industria e come abilitatori delle applicazioni industriali e della competitività del mercato nella Blue Economy. Al convegno, presieduto da Giorgio Ricci Maccarini e Sara Tedesco di Cluster tecnologico nazionale Big e da Luca Marangoni di Cinea, sono intervenuti vari rappresentanti dei cluster del Mediterraneo.