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(Adnkronos) - Leonardo arretra del 4,98%, la francese Thales cede il 4,90% mentre la tedesca Rheinmetall brucia il 5,02%. "I mercati azionari mostrano una pressione ribassista sui titoli del settore della difesa ogni qualvolta aumentano le speranze di una possibile pace in Ucraina", spiega all'AdnKronos Annacarla Dellepiane, Head of Southern Europe di HANetf. "Alcuni investitori scontano l’idea che un accordo di cessate il fuoco o un’intesa negoziata possa ridurre la domanda futura di equipaggiamenti militari", sottolinea l'analista. "A Piazza Affari, Leonardo è il titolo che normalmente segna cali più significativi in questi scenari, mentre Renk, Rheinmetall, Bae Systems, Thales e Saab possono registrare importanti perdite di prezzo nelle rispettive Borse Europee", prosegue. Questi movimenti riflettono un sentiment di mercato più cauto: "nel breve periodo, le azioni legate alla produzione di sistemi d’arma e tecnologia bellica tendono a soffrire quando si intensificano le prospettive diplomatiche di fine del conflitto, poiché gli investitori rivedono al ribasso le aspettative di contratti futuri legati alla guerra". D’altro canto, molti analisti ritengono che i nuovi equilibri geopolitici globali abbiano modificato in modo strutturale l’approccio alla spesa pubblica per la difesa, trasformandola in un megatrend di lungo periodo, destinato a prescindere anche da eventuali accordi di pace. "In particolare - conclude l'esperta - se si considera che l’Europa non può più contare sul sostegno economico e militare del suo principale alleato, gli Stati Uniti, un’intesa per l’Ucraina difficilmente sarebbe sufficiente a invertire la rotta: gli investimenti nella difesa resterebbero una priorità strategica". (di Andrea Persili)
(Adnkronos) - “Il senso di questa operazione di rebranding è quello di guardare al futuro e di parlare al futuro per cui serve un brand con un nome che possa essere pronunciato e capito. Il nostro scenario di sviluppo è in Italia, l'anno scorso abbiamo vinto molti bandi della Consip per dare energia a comuni in tutto il paese”. Così Federico Testa, presidente di Magis, ex Agsm Aim, oggi a Verona, in occasione della presentazione ufficiale del brand nato dalla ricombinazione delle lettere del vecchio nome. Il nuovo brand è stato presentato ufficialmente durante la festa di Natale del Gruppo, che ha riunito oltre settecento collaboratrici e collaboratori. L'impegno dell'azienda non si concentra solo nel territorio: "Meno del 30% dei nostri clienti sono nei comuni di Vicenza e di Verona - spiega Testa - il restante sono fuori e noi dobbiamo parlare anche a questi. Inoltre dobbiamo parlare ai giovani che sono i clienti del futuro". Si guarda poi al futuro: "Come prossimo passo intendo tornare a parlare con il nuovo presidente del Veneto. Ogni anno ci sono più di 500 milioni di euro che vanno fuori dalla regione a imprese nazionali che una volta erano dello Stato mentre ora sono al 23% dello Stato e al restante di fondi di investimento di tutto il mondo. Riuscire a tenere parte di questa ricchezza in Veneto è una cosa importante" conclude Testa.
(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo obiettivo disponiamo di “due strategie fondamentali: la prima è la circolarità, la seconda è la capacità di avere un progetto per il fine vita della materia. In questo contesto, il design ha un ruolo molto importante perché può accompagnare i prodotti anche nella relazione con l'utilizzatore” e promuovere “questa operazione”. Con queste parole Frida Doveil, curatrice della mostra Oltreplastica, è intervenuta in occasione dell’evento inaugurale dell’esposizione, realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, main partner del museo, e con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce per rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “La mostra si occupa verticalmente del tema della plastica. Questo materiale è infatti stato un alleato potentissimo dell'innovazione nel secolo scorso, da alcuni chiamato proprio ‘il secolo della plastica’ - aggiunge la curatrice, spiegando come l’arrivo del composto di sintesi “ha spinto verso il miglioramento delle performance anche di altri materiali. Oggi però, accanto alla performance funzionale, dobbiamo guardare anche alla performance ambientale. La plastica sta facendo questa operazione, ma forse è meno visibile rispetto ad altri materiali, anche perchè si tende a pensare che la plastica vada sostituita. Invece, a dover essere sostituita è l’idea che abbiamo di questo materiale. La mostra, con il neologismo ‘Oltreplastica’, vuole suggerire l'idea di questo cambio culturale: dobbiamo vedere la plastica per quello che è già diventata e per l'opportunità che ci dà di fare plastica in una maniera sostenibile e consapevole”. L’esposizione ha un ruolo importante anche nel promuovere una riflessione sul tema della sostituzione dei materiali: “Ogni nuovo materiale entra in campo imitandone un altro - conclude - presentandosi come una proposta migliore o in sostituzione di un materiale precedente. Qui, ad Oltreplastica, vogliamo invece guardare ai materiali in un'ottica diversa, ossia concentrandoci su ciò che ci può aiutare a usare quello che è plastico in una maniera alternativa. Collaborano dunque, in questo universo, anche forme della materia che non hanno a che fare con i polimeri - magari originate dal legno o dai batteri o, ancora, dai funghi - le cui prestazioni però sono simili a quelle dei polimeri. Questo è molto interessante”.