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(Adnkronos) - “L’amiloidosi cardiaca è una patologia rara, ma non tanto quanto pensassimo fino a qualche anno fa e di cui fanno parte tante patologie diverse, perché tante sono le proteine che possono ‘mal ripiegarsi’, ossia fibrillare, e precipitare nei tessuti”. Così Giuseppe Limongelli, direttore del Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, all’incontro stampa ‘A tutto cuore: amiloidosi cardiaca, il falso mito di una malattia rara’, tra le iniziative organizzate da Bayer Italia in occasione del mese di ottobre, dedicato all’amiloidosi. Due le proteine più spesso coinvolte nella patologia, “la transtiretina, per motivi genetici e non genetici” e le immunoglobuline prodotte da una patologia del sangue - spiega Limongelli - L’accumulo di proteine occupa gli organi: comincia a non farli funzionare, dando il via ad una serie di sintomi, che certe volte possono essere subdoli e diventare progressivi, impattando in maniera significativa per la vita del paziente”. “La principale difficoltà nella diagnosi di questa patologia è legata al fatto che alcuni sintomi possono essere molto comuni: la presenza di uno scompenso cardiaco, che nel 15% dei casi circa può nascondere amiloidosi, un'ipertrofia ventricolare sinistra - spiega - il tunnel carpale bilaterale, in particolare nel paziente maschio, una stenosi del canale vertebrale, una proteinuria o, ancora, problematiche disautonomiche come un’ipotensione - spiega - Collegare tutti questi punti è come ricostruire un puzzle. La formazione in questo senso è fondamentale, sia per gli specialisti che per i medici di medicina generale”. “Nell'ambito del percorso è fondamentale il sospetto diagnostico, ancor di più della diagnosi e della terapia. Il sospetto diagnostico è una responsabilità che abbiamo per tutte quelle patologie come l’amiloidosi che certe volte si presentano sulla nostra strada in modo non chiaro, subdolo, ma che possono accelerare rapidamente e diventare progressivamente severe - sottolinea Limongelli, che continua affermando che “il sospetto necessita assolutamente di conoscere i campanelli di allarme di questa patologia. Fare questo sforzo in termini di formazione e informazione, diventa per noi oggi fondamentale, perché diagnosi precoce vuol dire appropriatezza di cura”. Per Limongelli infatti l’informazione “è importante tanto quanto la formazione. In Regione Campania, con il Centro malattie rare, abbiamo fatto una campagna di sensibilizzazione proprio sui campanelli di allarme e questo ha aumentato l'attenzione. Dobbiamo sapere che laddove il sospetto, anche generico, di una malattia rara sorge a un medico di medicina generale, a un pediatra o a uno specialista, va informato l'organo competente, ovvero i centri di coordinamento malattie rare regionali, che possono far partire il percorso. Laddove, invece, c'è un sospetto specifico, è importante sapere che esistono delle reti che hanno centri di riferimento specifici, in alcuni casi riconosciuti anche a livello europeo, e che possono portare il paziente dal sospetto alla diagnosi fino alla terapia, laddove presente”, conclude.
(Adnkronos) - "L’XI Consiliatura del Cnel sta ponendo particolare attenzione ai temi relativi al welfare e ai servizi sociali. Temi che trovano concretezza anche grazie all’attività dell’Osservatorio nazionale sui servizi sociali territoriali, istituito presso il Consiglio e che sin dal suo insediamento ha lavorato intensamente per fornire un quadro aggiornato sulle politiche sociali del nostro Paese. Cito, tra l’altro, la fotografia fornita dalla relazione sui Servizi sociali territoriali 2024. Questo lavoro di analisi si è poi tradotto in iniziative legislative, come il Ddl Cnel che interviene in revisione della legge quadro 328 del 2000 e il Ddl in materia di Aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp), che si trova già sotto lo scrutinio della Commissione parlamentare competente”. Lo ha affermato Fiovo Bitti, consigliere del Cnel, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
(Adnkronos) - Endiale, il Sistema Collettivo Nazionale per la Gestione Alternativa degli Oli Lubrificanti Esausti in Grecia, ha ospitato il Consorzio Conou per una collaborazione di tre giorni, che si è svolta ad Atene dal 20 al 22 ottobre 2025. Scopo dell’incontro - si spiega in una nota - lo scambio di esperienze e know-how sui temi della gestione della filiera degli oli usati e dell'economia circolare. All'ordine del giorno sono stati discussi tre argomenti principali: da una parte, le attività necessarie per promuovere e mostrare gli effetti benefici della rigenerazione degli oli lubrificanti usati sull'ambiente, sulla salute pubblica e sull'economia, per sensibilizzare i decisori politici e i cittadini. Dall’altra, come rafforzare la ricerca e la tecnologia in collaborazione con istituti di istruzione e ricerca per la tutela ambientale basata sulle buone pratiche dell'economia circolare, per una produzione industriale sostenibile e per l'estrazione di dati scientifici affidabili. E, infine, si è parlato di cooperazione per intraprendere congiuntamente l'iniziativa di creare una rete di sistemi alternativi europei di gestione dei rifiuti. Il Ceo di Endiale, George Deligiorgis, ha dichiarato: "Il dialogo, la cooperazione e lo scambio di buone pratiche sono una condizione necessaria per un successo ancora maggiore nella gestione alternativa degli oli lubrificanti esausti. In questo contesto, abbiamo avuto l'opportunità di un produttivo incontro di tre giorni con uno dei sistemi europei di rigenerazione dei lubrificanti di maggior successo, come il CONOU italiano, la cui delegazione desidero ringraziare calorosamente per questa costruttiva collaborazione. Continuiamo a impegnarci quotidianamente per la massima efficienza possibile nella gestione alternativa degli oli lubrificanti esausti, con benefici per tutti e l'attuazione concreta dell'Economia Circolare." Il Presidente del Conou, Riccardo Piunti, ha aggiunto: "Sono particolarmente grato di aver avuto l'opportunità di incontrare e discutere con il management di Endiale dei principi, degli standard e del modello organizzativo dell'economia circolare, nonché della sua applicazione agli oli lubrificanti di scarto nei nostri Paesi, che sono ai vertici d'Europa. Siamo concordi nel ritenere che la circolarità non sia un processo spontaneo e possa essere raggiunta solo attraverso un modello organizzativo come quello che entrambe le parti stanno implementando".