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(Adnkronos) - Innovazione sostenibile, formazione e investimenti sono, come evidenziato dal recente Rapporto Draghi, le leve fondamentali per affrontare le sfide globali di oggi e rilanciare la competitività del sistema Italia. In questo contesto, il Premio nazionale per l’innovazione (Pni) 2024 si prepara a mettere in campo il talento di ricercatrici e ricercatori che trasformano la conoscenza scientifica in soluzioni concrete per la qualità della vita. Una iniziativa unica in Europa e in Italia, che unisce ricerca, imprenditorialità e impatto, in una prospettiva più̀ ampia di terza missione che punta sulla valorizzazione della conoscenza con la società. Promossa dalla Rete Pnicube e organizzata con l’Università di Tor Vergata nell’ambito dell’Ecosistema regionale dell’innovazione Rome Technopole, la più grande e capillare Business Plan Competition d’Italia torna a Roma il 5 e 6 dicembre 2024 nell’Aula Magna della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, con il patrocinio dei ministeri Maeci, Mimit, Mur, Msal, dell’Ambasciata d’Italia Santa Sede, Ambasciata di Francia in Italia, Crui, Asvis, Regione Lazio, Roma Capitale, e grazie alla Main Sponsorship di Gruppo Iren, Gilead Sciences e Prysmian Group, e la Main Partnership di Almaviva. Al premio concorrono quest’anno 77 progetti d’impresa basati sulla ricerca scientifica, vincitori delle 17 start cup regionali, veri e propri circuiti virtuosi per l’innovazione e il trasferimento tecnologico in 18 regioni d’Italia, con un coinvolgimento di oltre 400 attori dell’innovazione al lavoro insieme ai 56 associati Pnicube, che rappresentano oltre l’80% delle università pubbliche italiane. Numeri che confermano il Pni come un percorso generativo unico a livello locale e nazionale, catalizzatore delle tante idee e progetti di startup innovative ad elevato contenuto di conoscenza che ogni anno emergono dai laboratori di ricerca per dare risposte ai bisogni di sostenibilità della società. Dalla prima edizione, svoltasi nel 2003, il Pni ha favorito la nascita di oltre 1.100 progetti di startup innovative (una media di quasi 50 l’anno), trasformando più del 60% di questi in imprese operative sul mercato. "Anche quest’anno - dichiara la Presidente Paola M.A. Paniccia, delegata allo Sviluppo delle imprese, start-up e spin-off per l’Università di Roma Tor Vergata - gli eccellenti risultati confermano la potenza della formula su cui ha scommesso Pnicube, la rete nazionale degli incubatori universitari e delle start cup competition per la valorizzazione imprenditoriale della ricerca. Una straordinaria 'rete delle reti', in cui convergono network regionali, le nostre start cup, che innescano circuiti virtuosi e stimolano lo sviluppo di startup ad elevato potenziale di innovazione deep tech emergenti dalle università e dagli enti di ricerca, in una esperienza a impatto riconosciuta best practice dall’Ocse”. L’evento, che coinvolge rappresentanti di primo piano del mondo imprenditoriale, delle istituzioni e delle università, costituisce un contesto ideale per condividere proposte concrete e best pratice e consolidare gli ecosistemi dell’innovazione in Italia, promuovendo una ricerca capace di trasformarsi in impresa, generare innovazione ad alto impatto e migliorare la qualità della vita, affrontando le sfide della sostenibilità. “E' con grande entusiasmo e profondo orgoglio - ha dichiarato il rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron - che ospitiamo il Pni 2024. Iniziative come questa confermano la grande forza della collaborazione tra università, imprese e istituzioni per l’innovazione di qualità e il trasferimento tecnologico attraverso startup ad elevato contenuto di conoscenza, mai come oggi di impulso per rafforzare il ruolo dell’università come propulsore di progresso sostenibile in una visione più ampia di terza missione e impatto sociale”. “Siamo lieti di premiare le migliori startup innovative basate sulla ricerca accademica provenienti dalle Rete Pnicube, finaliste al Pni 2024. Un’iniziativa importante che l’ecosistema regionale dell’innovazione 'Rome Technopole' sostiene con convinzione e che si inserisce appieno nelle strategie di sviluppo territoriale per la transizione energetica, la transizione digitale, la salute il bio-pharma, che ne rappresentano il cuore pulsante. Rome Technopole, nato in seno al Pnrr, rappresenta la sfida per l'innovazione e la crescita del sistema produttivo del Lazio, grazie all'azione sinergica di università, enti di ricerca, imprese, istituzioni territoriali, per la sua capacità di promuovere la ricerca, la formazione, l’imprenditorialità, il trasferimento tecnologico, favorendo lo sviluppo, la smart specialization, la riqualificazione e il rilancio del settore industriale”, afferma Antonella Polimeni, rettrice di Sapienza Università di Roma e presidente della Fondazione Rome Technopole. “Grazie a questo Premio, uniamo le migliori pratiche del sistema interregionale per scambiare idee e proposte concrete, collegando ricerca e impresa attraverso un modello d'innovazione efficace e sinergico e che conferma il valore strategico dell'open innovation per il sistema produttivo italiano. È un tema su cui siamo impegnati, sostenendo iniziative come questa a favore dell’eccellenza scientifica italiana. L’obiettivo è valorizzare e trasferire i risultati della ricerca nell'articolato sistema di rete che stiamo consolidando”, ha dichiarato la vicepresidente e assessore Sviluppo economico, commercio, artigianato, industria, internazionalizzazione della Regione Lazio, Roberta Angelilli. “Questo premio è un'occasione straordinaria per valorizzare l'impegno nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative, per trasferire i risultati scientifici e sviluppare le progettualità comuni, rafforzate in un contesto nazionale, grazie alle buone idee emerse a livello territoriale dal programma regionale Start cup. Un sistema di rete avviato nel Lazio dal programma di innovazione aperta della Regione, che connette startup università ed enti di ricerca con il mondo della produzione per creare sviluppo reale e progresso significativo nella società”, ha dichiarato il presidente di Lazio Innova Francesco Marcolini. Una rete delle reti in azione per lo sviluppo degli ecosistemi dell’innovazione Il Pni 2024 si svolgerà in presenza nell’aula magna della facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata il 5 dicembre (9:00-17:30) e 6 dicembre (9:30-13:00) e offrirà due giorni intensi di pitch, tavole rotonde, networking e un’area expo di respiro internazionale, dove startup, investitori e aziende potranno incontrarsi e approfondire nuove opportunità di business. Presenti il vice premier e ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, il ministro della Salute Orazio Schillaci, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Tre i panel in cui esperti e leader di rilievo delle istituzioni, delle università e del mondo imprenditoriale si confronteranno su temi chiave come il rafforzamento della ricerca e della diffusione di modelli innovativi tra università e imprese; il supporto ai processi di innovazione e di trasferimento tecnologico; il potenziamento delle infrastrutture di ricerca, del capitale e delle competenze di supporto all’innovazione; l’allineamento delle strategie di sviluppo agli obiettivi del Pnrr. La sfida finale e la cerimonia di premiazione: il 6 dicembre i team finalisti si disputeranno 4 premi di 25.000 euro ciascuno nei settori di innovazione cleantech energy, ict, industrial e life sciences-medtech altamente strategici per la qualità della vita che verranno commentati nelle loro attuali tendenze, rispettivamente da Iren, Almaviva, Prysmian e Gilead sciences. E il titolo di vincitore assoluto del Pni 2024, che garantirà all’ateneo di provenienza la coppa campioni Pni. Le selezioni saranno effettuate da una giuria composta da esperti valutatori provenienti dal mondo imprenditoriale, dalla ricerca e dal venture capital, sulla base dell’impatto sociale, economico ed ambientale dei progetti di startup innovativa. Saranno inoltre assegnati ai progetti più meritevoli su tematiche di rilevanza strategica premi e menzioni speciali messi in palio dagli sponsor e dai partner Pnicube. A seguire i premi e le menzioni speciali. Premio speciale Invitalia 'Imprenditoria femminile' in collaborazione con Osif-osservatorio scientifico imprese femminili, per le migliori startup innovative femminili dalla ricerca. Premio Venture Cdp premia i team finalisti del Pni (ovvero 4 team per categoria) per consentire loro un accesso più consapevole e accelerato al mercato dei capitali. Rome technopole premio speciale per le migliori tre startup con sede nella Regione Lazio che propongono soluzioni innovative orientate allo sviluppo sostenibile, alla ‘smart specialization’, alla riqualificazione e al rilancio del settore industriale del territorio regionale attraverso la promozione della transizione energetica, della transizione digitale e di Salute Bio-Pharma. Menzione speciale Green blue Climate change, destinata alla startup che propone la migliore soluzione innovativa e ad alto impatto indirizzata al contrasto del cambiamento climatico. Menzione speciale innovazione sociale, destinato alla startup che proporrà la migliore soluzione innovativa per la sostenibilità sociale. Premio speciale Eit health, assegnato ad una startup nella categoria life sciences-medtech (voucher per accedere al mentoring and coaching network di eit health in Europa). Premio speciale Eit digital, premia una startup nella categoria Ict con l'assegnazione di 1 voucher per accedere allo Speed master-executive course, un programma di 3 mesi per imprenditori che vogliono far crescere la propria startup. Premio speciale UniCredit Start Lab, per l’accesso alla piattaforma di business e alla gamma di servizi specializzati UniCredit. Premio speciale SearchOn AI for future per la migliore startup finalista che ha applicato l’AI per la qualità della vita. Il premio consiste in uno spazio espositivo all’AI Festival, powered by Search on e Wmf we make future, in programma dal 26 al 27 febbraio a Milano. Menzioni speciali Encubator, per l’accesso diretto alla fase semifinale dell'edizione 2023 di Encubator, programma di accelerazione promosso da Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, PoliHub e Politecnico di Milano rivolto a progetti tecnologici in ambito sostenibilità e climate tech. Premio speciale Young entrepreneur program (Yep) corrispondente a 10 borse per un soggiorno di 7 giorni presso due Pépite (Pôles étudiants pour l’innovation, le transfert et l’entrepreneuriat) della rete France, con un programma di incontri personalizzati per favorire lo sviluppo di competenze imprenditoriali. Premio speciale Jacobacci, consiste in 4 ore di consulenza strategica e orientativa gratuita per ciascuna delle 4 startup vincitrici delle categorie di Pnu 2024, a cui è offerto un supporto prezioso per la valorizzazione e la protezione della proprietà intellettuale dei progetti vincitori. Premio speciale Day one 'Deep tech outliers', è il premio dedicato alle tecnologie deep tech più promettenti, che pur raggiungendo la finale, non hanno vinto in una delle categorie principali di Pni 2024. Menzione speciale Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), per i migliori progetti di startup che realizzano soluzioni orientate dagli obiettivi di sviluppo sostenibile. Premio speciale migliore startup innovativa giovani, dà accesso al convegno 'Aria' ”organizzato dai giovani imprenditori di Unindustria (giugno 2025, Isola di Ponza), incentrato sul tema dell’Intelligenza Artificiale, con un focus su etica, regolamentazione, applicazioni e best practices.
(Adnkronos) - Una fotografia chiara e dettagliata del rapporto tra i professionisti tecnici e il mondo assicurativo emerge dall’indagine conoscitiva recentemente promossa da Agefis e condotta da GruppoPiù. Lo studio, realizzato su un campione omogeneo rappresentativo della categoria dei geometri, ha messo in luce tendenze, preoccupazioni e barriere legate all’adozione di coperture assicurative. “Questa indagine - dichiara Mirco Mion, presidente di Agefis - rappresenta un passo fondamentale per comprendere meglio i bisogni e le priorità dei professionisti tecnici. La copertura assicurativa non è più un semplice obbligo per i professionisti, ma una leva strategica per garantire stabilità e serenità, tanto nella vita professionale quanto in quella familiare”. L’indagine svela una categoria professionale che dimostra maturità e consapevolezza. Quasi tutti i partecipanti, infatti, hanno sottoscritto una polizza rc professionale, dimostrando un’adesione pressoché totale alle coperture obbligatorie. Tuttavia, emerge un crescente interesse verso polizze facoltative come quelle infortuni e tutela legale, a testimonianza di un’attenzione sempre più marcata alla gestione del rischio. Non mancano, però, ostacoli significativi: il costo delle polizze rappresenta il principale freno alla sottoscrizione di ulteriori coperture, seguito da una sfiducia generale nei confronti del settore assicurativo. Le preoccupazioni principali dei geometri si concentrano sugli aspetti personali e familiari. La salute è indicata come la maggiore fonte di apprensione, seguita dall’impossibilità di lavorare e dalla tutela del benessere dei propri cari. Questi dati sottolineano come il mondo assicurativo possa e debba rispondere in maniera più incisiva a esigenze che vanno ben oltre la protezione dell’attività professionale, abbracciando un concetto più ampio di sicurezza e serenità. L’indagine, inoltre, rivela un approccio analitico alla scelta delle coperture: il 66% dei professionisti valuta diverse offerte prima della sottoscrizione, dimostrando una mentalità orientata a scelte consapevoli. Tuttavia, solo il 3% si definisce realmente competente in ambito assicurativo, evidenziando l’importanza di percorsi formativi mirati. L’indagine si propone come un punto di partenza per rafforzare il dialogo tra professionisti tecnici e settore assicurativo, aprendo la strada a iniziative concrete per migliorare la qualità della vita e del lavoro dei geometri. “Questi risultati ci invitano a riflettere sulle strategie da adottare per promuovere una maggiore cultura assicurativa. E' necessario lavorare sulla trasparenza, sull’accessibilità delle informazioni e sulla costruzione di un rapporto di fiducia con le compagnie assicurative”, conclude Mion. Le preoccupazioni principali emerse dall’indagine riflettono un’attenzione marcata verso aspetti personali e familiari: il 67% dei professionisti individua la salute come la maggiore fonte di apprensione, seguita dall’impossibilità di lavorare (50%) e dal benessere dei familiari (32%). Questi dati sottolineano l’importanza di soluzioni assicurative che tutelino tanto l’attività professionale quanto il nucleo familiare, garantendo stabilità e sicurezza. Sul fronte assicurativo, si evidenzia una buona adesione alle polizze obbligatorie: il 95% dei partecipanti all’indagine dichiara, infatti, di aver ha sottoscritto una polizza di rc professionale. Tuttavia, anche l’interesse verso coperture facoltative come polizze infortuni (40%), tutela legale (33%) e polizze sanitarie (22%) suggerisce una crescente attenzione alla gestione del rischio. Nonostante questa sensibilità, persistono ancora barriere come il costo delle polizze (indicata dal 52% come motivo principale per non sottoscriverle) e una generale sfiducia nelle assicurazioni (22%), segnalando l’esigenza di un lavoro di comunicazione e trasparenza da parte di compagnie e intermediari. Interessante è anche il rapporto con i consulenti assicurativi, dove prevale un approccio analitico: il 66% valuta diverse offerte prima della sottoscrizione, rivelando una mentalità orientata alla scelta informata, mentre il 3% si definisce competente in ambito assicurativo, evidenziando necessità di formazione, ma al tempo stesso una forte fiducia nei consulenti assicurativi (32%). In conclusione, l’indagine non solo fotografa le attuali abitudini assicurative dei professionisti geometri, ma offre spunti chiave per sviluppare strategie mirate. Questi risultati rappresentano, infatti, un’opportunità per migliorare la trasparenza, promuovere prodotti più accessibili e favorire una cultura assicurativa più consapevole e diffusa, rispondendo in maniera efficace ai bisogni dell’intera categoria professionale. Le preoccupazioni dei professionisti tecnici emerse dall’indagine rivelano un'attenzione predominante verso la salute personale e le malattie, citate dal 70% dei partecipanti, seguite dall’impossibilità di lavorare (oltre il 50%) e dal benessere dei familiari (oltre il 30%). Questi dati riflettono una forte sensibilità verso la sfera personale e familiare, evidenziando come la stabilità fisica e relazionale siano percepite come fondamentali per la qualità della vita e l’equilibrio professionale. Le preoccupazioni relative alla perdita del lavoro (22%) e ai disastri naturali (19%) appaiono meno rilevanti, suggerendo che, sebbene presenti, queste ansie siano secondarie rispetto a problematiche più immediate e tangibili. E' stato chiesto ai partecipanti all’indagine se, dato un rischio di 1 su 1.000 di perdere 50.000 euro, preferirebbero correre il rischio senza avere una polizza a protezione, oppure pagare una polizza a protezione del rischio. Oltre tre quarti dei partecipanti sostengono che preferirebbero pagare una copertura da 100 euro all’anno per essere protetti, mentre circa un quarto preferirebbe correre il rischio. Queste risposte evidenziano una buona sensibilità assicurativa dei professionisti, soprattutto quando si parla di cifre importanti, ed un approccio responsabile e attento alla gestione del rischio, indicando una consapevolezza diffusa dell'importanza della prevenzione. Analogamente, è stato chiesto ai partecipanti se, ipotizzando una possibile perdita economica di 5.000 euro causata da un infortunio, preferirebbero aver pagato un premio di 500 euro all’anno per 10 anni per avere il rimborso della perdita oppure rischiare di perdere l’intera somma al momento dell’evento. In questo caso, le risposte sono opposte rispetto a quelle della domanda precedente: quasi il 60% dei rispondenti, infatti, sostiene che preferirebbe perdere 5.000 euro al momento dell’evento, piuttosto che aver pagato un premio di 500 euro all’anno per 10 anni per avere il rimborso della perdita (il 41%). Queste risposte fanno capire come, in caso di somme più contenute, i professionisti preferiscano, tendenzialmente, correre il rischio di avere una perdita piuttosto che sostenere un impegno economico ricorrente, dimostrando fiducia nella propria capacità di gestire una perdita contenuta. Interessante il dato relativo alla polizza obbligatoria di RC Professionale: dichiara di esserne in possesso il 95%. Per quanto riguarda le coperture facoltative, si nota una buona diffusione della polizza infortuni (40%), della tutela legale (33%) e della temporanea caso morte (28%), segnale di un'attenzione crescente alla gestione dei rischi personali e professionali. Anche le polizze sanitarie (22%) e ufficio (16%) sono ben rappresentate, mostrando un ulteriore livello di pianificazione. Sebbene meno diffuse, la presenza di polizze Long Term Care (10%) e a copertura dei rischi informatici (4%) suggerisce una nicchia di professionisti particolarmente attenta a rischi specifici e innovativi. Questo panorama evidenzia un impegno generale verso la protezione, con margini per ulteriori sensibilizzazioni su coperture emergenti e sempre più rilevanti. Per quanto riguarda le polizze non obbligatorie, oltre il 50% di chi ne è in possesso dichiara di averla sottoscritta per iniziativa personale, mentre il 13% di averlo fatto su proposta del proprio intermediario di fiducia. In pochi (poco oltre l’1%) sono stati convinti dalla lettura di dati statistici, mentre nessuno sostiene di essere stato influenzato dalla pubblicità o di averla sottoscritta dopo aver subito un sinistro. Un ulteriore dato interessante è che oltre il 30% dei partecipanti dichiari di non avere sottoscritto nessuna polizza non obbligatoria: si tratta di un’opportunità per sensibilizzare ulteriormente sui benefici di una protezione assicurativa più ampia, valorizzando la possibilità di affrontare con maggiore serenità anche rischi non obbligatoriamente tutelati. Per quanto riguarda le azioni preventive messe in atto da un professionista prima di sottoscrivere una polizza, oltre il 65% dei partecipanti all’indagine afferma di valutare diverse offerte (segno di una volontà di confrontare le opzioni disponibili per scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze, questo approccio riflette una mentalità analitica e orientata alla scelta informata), e il 31% dichiara di avere molta fiducia nel suo consulente assicurativo, testimonianza dell'importanza di un rapporto professionale di qualità, basato su competenza e affidabilità: la consulenza personalizzata continua a rappresentare un valore aggiunto nella scelta delle coperture assicurative. Una percentuale più ridotta (circa il 3%), infine, sostiene di sentirsi competente in ambito assicurativo. Il 60% dei partecipanti pensa che, in caso di sinistro, le procedure per ottenere un rimborso sarebbero poco o per nulla agevoli. Mentre circa il 40% pensa che sarebbero abbastanza o molto agevoli. Questi dati evidenziano una scarsa fiducia nell’efficienza della gestione dei sinistri da parte delle compagnie assicurative. Per quanto riguarda la scelta della propria polizza di rc professionale, quasi l’87% dei partecipanti all’indagine dichiara che il fattore più importante sia il costo combinato con le condizioni della polizza: questo dimostra un approccio maturo e ponderato, in cui i professionisti cercano soluzioni che garantiscano sia convenienza economica sia coperture adeguate alle proprie esigenze. Per il 9%, invece, l’elemento chiave sono esclusivamente le condizioni, indipendentemente dal costo della polizza. Inoltre, circa il 4% dei partecipanti ammette che l’unico elemento di cui tiene conto in fase di scelta di una polizza sia il costo (più basso è meglio). Circa il 5% dei partecipanti sostiene che l’assicurazione sia uno spreco di soldi. Sulla stessa lunghezza d’onda, il 4% sostiene che – dal momento che la probabilità di un sinistro è bassa – l’assicurazione sia inutile e il 28% che l’assicurazione sia utile solo in caso di eventi con alta probabilità. Tuttavia, la maggioranza (6 partecipanti su 10), sostiene che l’assicurazione sia utile anche per eventi con bassa probabilità, evidenziando una consapevolezza diffusa del valore della protezione preventiva e della pianificazione contro imprevisti di ogni natura. Anche queste risposte mettono in evidenza una buona sensibilità assicurativa per la maggioranza dei rispondenti. Questi dati, infatti, sottolineano un panorama in cui prevale una visione positiva e strategica, con margini per sensibilizzare ulteriormente anche chi, al momento, sottovaluta l’importanza di una copertura completa e mirata. Per il 67% l’elemento ritenuto più importante sono le coperture, segno di un’attenzione predominante alla qualità e all’adeguatezza della protezione assicurativa. A seguire, entrambi al 13%, massimali ed esclusioni: questo dato riflette una sensibilità verso aspetti tecnici cruciali per una scelta consapevole. Interessante notare come il premio sia ritenuto l’elemento più importante solamente dal 6% dei partecipanti all’indagine, a sottolineare come la convenienza economica venga subordinata a fattori qualitativi. Per analizzare il comportamento dei partecipanti all’indagine, è stato chiesto loro quali siano le ragioni principali per cui abbiano scelto di non sottoscrivere una polizza nonostante il rischio: per il 52% dei partecipanti, l’elemento ostativo principale è stato il costo della polizza, seguito da sfiducia nelle assicurazioni e bassa probabilità di accadimento di un sinistro, entrambi al 22%. Questi dati riflettono un atteggiamento prudente e critico, ma allo stesso tempo rappresentano un invito a rafforzare la comunicazione sulla trasparenza e il valore della protezione assicurativa. Un numero decisamente minore di partecipanti, invece, sostiene di non aver sottoscritto una polizza a causa di difficoltà di comprensione della polizza (circa il 16%) e a causa di precedenti esperienze negative con un sinistro (per il 13%). Per quanto riguarda i canali di acquisto delle polizze assicurative, la maggioranza dei partecipanti (circa tre quarti), si rivolge ad agenzie assicurative, agenti o broker, dimostrando una chiara preferenza per il contatto diretto e personalizzato. Circa il 23%, invece, si affida a compagnie telefoniche e online, evidenziando l’apertura verso soluzioni digitali e modalità più immediate, segnale di una crescente fiducia nelle tecnologie e nella semplicità di utilizzo di questi canali. Più basse, invece, le percentuali di coloro che si affidano alla banca o alla posta (il 3%) o a siti aggregatori e comparatori (l’1,33%). Anche la scelta del proprio consulente assicurativo è un elemento importante da analizzare. Per 3 rispondenti su 10, gli elementi più importanti nella scelta del proprio consulente assicurativo sono l’esperienza e la professionalità, seguite dalla fiducia e dalla capacità di comprensione dei bisogni (per il 17%): questi dati confermano il valore di un rapporto personalizzato ed empatico nella scelta del consulente. Il costo delle polizze proposte è un elemento fondamentale per il 13% dei partecipanti, mentre per l’8% lo sono la trasparenza e la semplicità della spiegazione delle polizze. L’elemento ritenuto meno importante, scelto dal 5% dei soggetti, è il consiglio di conoscenti. I dati evidenziano una chiara priorità dei professionisti nel richiedere informazioni dettagliate prima di sottoscrivere una polizza: i professionisti che hanno risposto all’indagine chiedono informazioni soprattutto in merito a franchigie, scoperti, esclusioni e coperture (ben il 93%), evidenziando una consapevolezza elevata nell’analizzare le caratteristiche tecniche più rilevanti della polizza. In misura minore, ma comunque significativa, sono richieste informazioni in merito ai servizi post-vendita (per il 21%, segnale dell’importanza attribuita all’assistenza continuativa), alla durata e alla gestione del contratto (per il 17%) e agli eventuali costi accessori (per il 15%). Nel complesso, questo panorama conferma l’attenzione dei professionisti a tutti gli elementi che possono influire sulla qualità e sull’efficacia della polizza, evidenziando una propensione a scelte informate e consapevoli. Un altro elemento fondamentale per la sottoscrizione di una polizza è la fama e fiducia nel marchio (compagnia): i partecipanti all’indagine hanno assegnato a questo elemento una votazione di 3,2 su un massimo di 5. Questo risultato indica come la reputazione dell'azienda giochi un ruolo significativo nella scelta di una polizza, rappresentando un elemento di sicurezza e credibilità per i clienti. Invece, i set informativi delle polizze sono generalmente ritenuti poco chiari e non facilmente comprensibili: a questo elemento, infatti, è stato assegnato un voto di 2,3 su 5. Questi risultati riflettono l'importanza di bilanciare una forte immagine con una comunicazione efficace e accessibile, creando un'esperienza che ispiri fiducia e faciliti la comprensione delle caratteristiche della polizza.
(Adnkronos) - "L’Italia, come sottolineato dal presidente Meloni nel suo discorso alla Cop29, rinnova il proprio impegno nella lotta ai cambiamenti climatici, con un approccio pragmatico, piuttosto che ideologico". Lo ha detto Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, nel corso della presentazione del rapporto integrato di sostenibilità Conai 2024, che si è tenuta oggi a Roma. “La strada da seguire - sottolinea Rotelli - è quella della decarbonizzazione attraverso una transizione ecologica realizzata con tutte le tecnologie a nostra disposizione”. E conclude: “La politica deve essere vicina e sensibilizzare i cittadini, raccontando tutte le attività di carattere politico e le azioni fatte in Europa in campo di sostenibilità”.