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(Adnkronos) - Luca Marinelli risponde a chi lo critica per aver detto che "interpretare Benito Mussolini è stato emotivamente complesso" nella serie 'M - Il figlio del secolo'. "Ho letto le critiche, naturalmente dispiacciono, - ha detto ai microfoni di Serena Bortone a '5 in Condotta' su Rai Radio 2 - perché non mi sembra di aver detto nulla di brutto o di drammatico. Ho semplicemente parlato di una mia emozione, perché penso sia importante condividere le proprie emozioni. Sicuramente dipende anche dal fatto che è un personaggio reale, che ha rovinato un Paese. È stato un periodo terribile, in cui la gente è stata privata dei sogni e della libertà". Tra coloro che lo avevano criticato per le sue dichiarazioni, anche Vittorio Feltri che, ai microfoni di Radio Libertà aveva detto: "Luca Marinelli si è messo a frignare perché è stravolto, sconvolto dal dolore per aver interpretato Mussolini, ma non si capisce il motivo: per un attore interpretare Mussolini o un angelo del cielo è lo stesso, deve recitare". L’attore, protagonista della nuova fiction Sky tratta dall'omonimo romanzo bestseller del Premio Strega Antonio Scurati, ha aggiunto: "Interpretare Benito Mussolini è come aver visto la persona che non vuoi essere. Un viaggio artistico meraviglioso, umanamente ed eticamente per me devastante". "Perché Mussolini è ancora affascinante per qualcuno? Non lo so, perché per me non lo è mai stato. È una storia accaduta 100 anni fa, - ”, ha continuato Marinelli - che uno avrebbe dovuto apprendere, digerire, e tirar fuori un punto di vista sia come persona che come Paese ma non ci siamo ancora riusciti. Se qualcuno si mettesse veramente a capire cos’è il fascismo non potrebbe mai diventare fascista oggi". L'attore ha continuato: "In Mussolini c’era una parte da grande intrattenitore quando si trovava a fare comizi dentro ai teatri o piazze, e aveva capito di parlare direttamente allo stomaco delle persone dando risposte semplici, vuote, dirette. È stato il pioniere del populismo che abbiamo ancora oggi. Per lui l’empatia era uno strumento forte, ma nel suo caso era piena di inganno, semplicemente per attirare persone a sé, strumenti e voti. Ha devastato con questa sua mascolinità tossica, con questa sua violenza, anche il mondo femminile attorno a lui. Ad esempio Margherita Sarfatti, che era una grandissima intellettuale che lo prese sotto la sua ala protettiva, venne ingannata e tradita anche lei, e dovette fuggire a causa delle leggi razziali". Alla domanda su cosa fa personalmente paura a Marinelli, l’attore ha replicato: "C’è una risposta bellissima di Jude Law: l’homo sapiens fascista". Ne esistono ancora? "Li vediamo ovunque, i saluti romani li abbiamo visti anche l’altro ieri". "È stato meraviglioso far vedere 'M' agli studenti, mi sono molto emozionato, crescendo ci dimentichiamo di quanto sia difficile essere giovani uomini e donne, però quanto è bello vederli in mezzo a queste difficoltà essere così presenti alla vita". Marinelli si è raccontato anche nella sua dimensione privata, ricordando le sue difficoltà da ragazzo: “La mia adolescenza l’ho capita dopo, ‘mi sono arrivato’ dopo, e mi dispiace. A scuola mi piacevano alcune materie, tipo la letteratura greca. Sono stato bocciato due volte, ma è una correzione tremenda, non la trovo una cosa utile. Poi all’Accademia ho trovato un luogo dell’espressione dove riuscivo a esprimermi e stare bene". "L’ultima volta che ho pianto? Ieri sera, vedendo un mio amico che non vedevo da tanto in prima fila mi sono commosso. Ma sono uno che piange spesso, penso che sia importante vivere anche i momenti tristi". "Sono contentissimo del ritorno di Cecilia Sala, è una notizia meravigliosa", ha aggiunto commentando l’attualità e rivelando: "La foto più bella della mia vita? Forse uno scatto di me insieme a mia madre che ho nel mio studio a casa. Noi da lontano, di profilo, avevo forse un anno. È bellissima".
(Adnkronos) - Il presidente dell’Istituto nazionale tributaristi (Int) Riccardo Alemanno, anche nella sua veste di vice presidente vicario di Confassociazioni, dopo il question-time alla Camera, dove il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha dichiarato di voler approfondire la problematica relativa alla sospensione dei contributi previdenziali dei professionisti in malattia, ha scritto al Ministro evidenziando ancora una volta la discriminazione di una legge giusta nei principi, ma discriminante per centinaia di migliaia di professionisti. La sospensione del versamento dei contributi previdenziali, andrebbe a implementare le tutele delle professioniste e dei professionisti in stato di malattia, infortunio, maternità a rischio o che avessero figli minori in stato di malattia, come previsto dalla Legge 234/2021 commi da 927 a 944. Alemanno pertanto nella lettera scrive: "Plaudo alla sue parole, ma nello stesso tempo ricordo che la suddetta Legge e tutte le modifiche successive escludono i professionisti di cui alla Legge 4/2013 nonché quelli iscritti in registri o elenchi. Discriminazione che evidenzio dal varo della Legge e su cui è stato predisposto un intervento emendativo, fatto proprio e presentato da esponenti del Parlamento, ma mai approvato". Il problema della discriminazione legislativa Alemanno lo aveva già affrontato anche al tavolo sul lavoro autonomo professionale che si svolge proprio presso il Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali, consegnando una nota contenente la proposta modificativa che amplierebbe la tutela oltre che ai professionisti iscritti in albi, anche ai professionisti iscritti in registri, elenchi o che svolgano una delle attività professionali di lavoro autonomo di cui alla Legge n.4 del 14 gennaio 2013. Il presidente dell’Int e vice presidente vicario di Confassociazioni, chiedendo un incontro al Ministro Caderone, nella lettera ribadisce: "La modifica eliminerebbe la discriminazione ponendo giustamente sullo stesso piano, nella tutela in caso di malattia, infortunio, maternità a rischio o malattia dei figli minori, tutte le professioniste e i professionisti della nostra nazione".
(Adnkronos) - A livello mondiale, nel 2024 le catastrofi naturali hanno causato perdite per 320 miliardi di dollari, di cui circa 140 miliardi assicurate. Gli eventi meteorologici estremi sono stati responsabili del 93% delle perdite complessive e del 97% delle perdite assicurate. A fare il punto è Munich Re, fornitore di soluzioni di riassicurazione, assicurazione primaria e rischi assicurativi, in un report globale sui danni registrati lo scorso anno a causa dei disastri naturali. A livello mondiale, secondo i calcoli di Munich Re, nel 2024 le catastrofi naturali hanno causato perdite per 320 miliardi di dollari (268 miliardi nel 2023, rettificati per l’inflazione), di cui circa 140 miliardi (106 miliardi) assicurate. Le perdite complessive e, ancor più, quelle assicurate sono state notevolmente superiori alla media, aggiornate per l’inflazione, degli ultimi dieci e trent’anni (perdite totali: 236/181 miliardi di dollari; perdite assicurate: 94/61 miliardi di dollari). In termini di danni assicurati, il 2024 è stato il terzo anno più costoso; in termini di danni totali, si colloca al quinto posto nella scala dei costi dal 1980. Gli eventi meteorologici estremi sono stati responsabili del 93% delle perdite complessive e del 97% delle perdite assicurate. Nel 2024, circa 11mila persone hanno perso la vita a causa di catastrofi naturali, un numero significativamente inferiore rispetto alla media. Le perdite dovute a eventi non di picco, come inondazioni, incendi e forti temporali, sono state ancora una volta consistenti, per un totale di 136 miliardi di dollari, di cui circa 67 miliardi assicurati. Nel 2024, i cicloni tropicali hanno contribuito da soli con 135 miliardi di dollari alle perdite totali e con 52 miliardi di dollari alle perdite assicurate. La maggior parte di queste perdite è stata causata dai grandi uragani negli Stati Uniti (105 miliardi di dollari, di cui 47 miliardi assicurati). Gli uragani Helene e Milton, che hanno colpito gli Stati Uniti in rapida successione, rispettivamente a settembre e ottobre, sono stati i disastri più distruttivi del 2024. L’uragano Helene ha causato le maggiori perdite complessive dovute a catastrofi naturali nel 2024, pari a 56 miliardi di dollari, di cui 16 miliardi a carico degli assicuratori. L’uragano Milton ha prodotto i maggiori danni assicurati dell’anno, per un totale di 25 miliardi di dollari. Le perdite complessive sono state di 38 miliardi di dollari - calcola Muniche Re - La terza catastrofe naturale più costosa dell’anno in termini di perdite complessive è stata un terremoto in Giappone il giorno di Capodanno, che ha scosso la costa occidentale del Paese vicino alla penisola di Noto, scarsamente popolata, con una magnitudo di 7,5. Le perdite complessive sono state stimate in 15 miliardi di dollari, con danni assicurati per circa 2,5 miliardi di dollari. Il disastro naturale con il più alto numero di vittime è stato il tifone Yagi: circa 850 persone sono state uccise quando ha attraversato le Filippine, l’isola cinese di Hainan, la punta meridionale della provincia cinese di Guangdong, il Vietnam e il Myanmar a settembre. Con perdite totali di 14 miliardi di dollari, Yagi è stato anche uno dei disastri più costosi dell’anno, ma solo una piccola parte è stata assicurata, circa 1,6 miliardi di dollari. Il Nord America (compresi l’America Centrale e i Caraibi) ha registrato ancora una volta la quota più alta dei danni da catastrofi naturali a livello mondiale, e una percentuale più elevata del solito (circa il 60% dei danni totali, media decennale 54%). In totale, le perdite sono state pari a circa 190 miliardi di dollari, di cui circa 108 miliardi assicurati. Oltre agli uragani, anche i forti temporali hanno causato danni enormi: solo negli Stati Uniti hanno causato perdite per 57 miliardi di dollari, di cui 41 miliardi assicurati. In Europa, lo scorso anno le catastrofi naturali hanno distrutto beni per un valore di 31 miliardi di dollari, di cui 14 miliardi assicurati. La catastrofe più grave è stata l’inondazione in Spagna, vicino a Valencia. Almeno 200 persone hanno perso la vita, diventando così il disastro naturale più letale degli ultimi 50 anni in Spagna. I danni totali ammontano a circa 11 miliardi di dollari, di cui 4,2 miliardi assicurati. Anche le inondazioni in Germania e nei Paesi limitrofi a giugno e nell’Europa centro-orientale a settembre hanno causato danni per oltre 9 miliardi di dollari, di cui ben 4 miliardi assicurati. “Il 2024 è stato un anno che ha nuovamente messo in evidenza la crisi climatica in Italia. Gli eventi atmosferici estremi che abbiamo affrontato, dalle alluvioni alle grandinate, dalle ondate di calore alle raffiche di vento, sia pur non raggiungendo a livello di danni assicurati i valori del 2023, hanno avuto un impatto significativo sulle economie locali del nostro paese, ma anche sul panorama assicurativo globale come riportato nel nostro report globale. È necessario rafforzare l’impegno verso soluzioni innovative non solo per mitigare i rischi, ma anche per favorire uno sviluppo sostenibile che protegga le generazioni future”, ha dichiarato Thomas Wilde, Ceo Munich Re Italia. Nella regione Asia-Pacifico e in Africa, le perdite totali di circa 91 miliardi di dollari sono state superiori a quelle dell’anno precedente (66 miliardi di dollari) e alla media decennale (66 miliardi di dollari). Le perdite assicurate, pari a circa 16 miliardi di dollari, sono state significativamente superiori a quelle dell’anno precedente (10 miliardi di dollari).