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(Adnkronos) - Il pubblico ministero di Genova Walter Cotugno ha chiesto la condanna a 18 anni e sei mesi per l'ex Ad di Autostrade Giovanni Castellucci, tra i 57 imputati per il crollo del Ponte Morandi. A Castellucci sono contestati gli omicidi colposi delle 43 vittime e il reato di crollo, mentre la Procura ha chiesto l'assoluzione per il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti e per l'aggravante relativa al monitoraggio. "Difficile chiedere una pena per questo imputato con la faccia serena", ha premesso il pm, spiegando: "Chiederemo per tutti gli omicidi due mesi e venti giorni". Il pubblico ministero ha detto di aver chiesto la pena massima fissata dal legislatore. "Dobbiamo adeguarci", ha aggiunto, annunciando che avrebbe chiesto una pena "al limite del 589 bis. Se non per Castellucci, per chi?", ha affermato retoricamente Cotugno. "Per quanto si possa dire c'è soddisfazione in questa prima richiesta", ha commentato la presidente del Comitato parenti vittime crollo Ponte Morandi, Egle Possetti. "Siamo un po' frastornati oggi - ha dichiarato Possetti - mi è piaciuto molto il discorso del pm che ha fatto un ragionamento lineare sulle enormi responsabilità che ci sono state sulla continua cecità di fronte alle problematiche di questo ponte che erano perfettamente note, negli anni. Quindi, la richiesta di questa pena, elevata, è ovviamente per noi molto importante. Chiaramente sappiamo tutti, come ha ricordato il pm in finale, che ci saranno, data l'età dell'imputato, delle agevolazioni, legate anche agli arresti domiciliari". "Per noi - ha concluso - è essenziale che ci sia poi una condanna in questo senso, stante tutti gli elementi che tutti abbiamo conosciuto in questa fase processuale e che sono oggi stati riassunti".
(Adnkronos) - “Per gli ingegneri lo sport è un valore, per questo tra giugno e settembre abbiamo organizzato una serie di attività sportive: la partita di pallone, la partita di calcetto, la partita da sfida a paddle, la podistica e il ciclismo. Una serie di appuntamenti sportivi sul nostro territorio che ha ospitato gli ingegneri e le loro famiglie, saturando gli alberghi di tutta la nostra provincia. Fondamentalmente è stato apprezzato che la nostra regione consente con brevi spostamenti di spostarsi dai monti Sibillini al mare”. A dirlo all’Adnkronos/Labitalia Maurizio Paolini, presidente dell'Ordine di Ingegneri della provincia di Macerata, in occasione del 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni) e dagli Ordini degli ingegneri di Ancona e Macerata, che ha come titolo 'Visioni'. “Abbiamo anche organizzato - spiega - due convegni, uno sulla ricostruzione post-sisma, visto che siamo la provincia più danneggiata dall’evento del 2016, ed uno sulla protezione civile e su come attivarsi post-calamità”.
(Adnkronos) - L'Italia “è un paese leader. Se guardiamo a livello dei Paesi europei siamo secondi solo ai Paesi Bassi. Per dare un dato, a oggi in Italia circa il 20% dei nostri prodotti già contiene prodotto da riciclo, quindi sicuramente anche kpi molto importanti”. Lo ha detto oggi all’Adnkronos Massimo Di Amato, vicepresidente Assolombarda con delega all'Economia circolare e Tecnologie ambientali, a margine del convegno “Creare valore economico sostenibile attraverso la gestione circolare dei residui industriali” presso Sda Bocconi School of Management, in collaborazione con Omnisyst. La Lombardia “è un'eccellenza”. A livello di raccolta differenziata “noi siamo già oltre il 73%, quando la media europea è al di sotto del 40, ma soprattutto la Lombardia ha un modello tale per cui si è resa autosufficiente nella gestione del ciclo dei rifiuti. Questa è una delle grandi tematiche, soprattutto se la guardiamo nel panorama italiano”. “Le nostre istituzioni – ha sottolineato il vicepresidente di Assolombarda - devono fare di più per far sì che questo modello sia replicato, possibilmente a livello italiano ma anche a livello europeo, perché è evidente che questa è una delle leve per far sì che si venga a creare quell’ecosistema che non è solo fatto di norme, ma anche di strumenti finanziari atti a incentivare un cambiamento”. “Bisogna spingere le nostre aziende verso un modello più sostenibile e far leva sull'economia circolare soprattutto per generare competitività e indipendenza verso l'estero”. “Le istituzioni possono avere un ruolo assolutamente centrale e possono essere a tutti gli effetti un motore di cambiamento” per abilitare le filiere sostenibili e l’economia circolare. “È chiaro che noi oggi dobbiamo intervenire a livello di regole, quindi creare chiarezza normativa – ha messo in guardia Di Amato -. Come Assolombarda riteniamo anche che il partenariato pubblico privato sia un qualcosa su cui spingere molto di più perché è una delle leve principali per far sì che appunto si converga verso un modello più sostenibile, quindi di adozione delle logiche di economia circolare, dello sviluppo delle filiere. E ovviamente questa è una leva per rendere le nostre aziende sempre più competitive e indipendenti”.