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(Adnkronos) - "L’eredità di ‘Stranger Things’? Crediamo che sia la magia dell’infanzia, sperando che non ci abbandoni mai. Ma anche la spinta nostalgica". Così all’Adnkronos Gaten Matarazzo, Finn Wolfhard, Noah Schnapp e Caleb McLaughlin, i protagonisti della serie ‘Stranger Things’ che tornano su Netflix con l’ultima - e attesissima - stagione divisa in tre parti: il 27 novembre con il Volume 1 (episodi 1-4), il 26 dicembre con il Volume 2 (episodi 5-7) e il Finale l'1 gennaio 2026, tutti alle 2 del mattino (ora italiana). La cittadina di Hawkins e il Sottosopra stanno per chiudere i battenti. Dopo quasi dieci anni, i fratelli Duffer - i creatori dello show - scrivono la parola fine su una delle serie più amate e influenti dell’ultimo decennio con protagonista un gruppo di ragazzini degli Anni 80 - Michael, Will, Lucas, Dustin, Max e Undici - uniti da un’amicizia indissolubile, alle prese con la crescita e le proprie paure (che nella serie prendono forma attraverso il Sottosopra, la dimensione alternativa esistente in parallelo al mondo umano a Hawkins, dove è ambientata la storia). Anche per i giovani protagonisti è stato un percorso di formazione. "Crescere su un set è un modo molto particolare di diventare adulti", ricorda Wolfhard. "Abbiamo lavorato in un contesto professionale fin da piccoli, ma allo stesso tempo eravamo solo bambini che giocavano tra una scena e l’altra. Credo che questo equilibrio ci abbia formati. Anche oggi, quando affrontiamo nuovi progetti. È facile diventare cinici in questo mestiere, ma noi cerchiamo di conservare quella leggerezza, quello sguardo bambino che non vogliamo perdere". Ma "non siamo i soli a essere cresciuti con la serie", racconta Noah Schnapp. "Anche chi ci ha seguito in questi anni è cresciuto con noi". La loro crescita, dentro e fuori dallo schermo, rispecchia il cuore stesso di ‘Stranger Things’: la forza dei legami. "La serie racconta una storia di amicizia, di persone che si uniscono per superare l’oscurità. Ogni personaggio affronta i propri disagi ma insieme riescono a vincerli. Forse siamo troppo ottimisti, ma crediamo ancora nel potere della connessione umana", dicono i Duffer all’Adnkronos. Ma dove c’è luce, c’è anche ombra. E se l’amicizia è il cuore pulsante della serie, il Sottosopra resta il suo riflesso più oscuro. "Dove si trova l’Upside Down oggi? Sui social media", dice Caleb McLaughlin. Gli fanno eco i Duffer: "Ma anche nel 'doomscrolling' (l'atto di dedicare troppo tempo alla lettura di notizie negative online, ndr). Oggi è più difficile sfuggire all’oscurità perché è sotto gli occhi di tutti, anche dietro le superfici più scintillanti". Mentre Finn Wolfhard si chiede: "Forse l’Upside Down sta nella paura di crescere?". Non ne è del tutto convinto il collega Gaten Matarazzo: "Io credo che questi ragazzi affrontino la crescita a testa alta e con entusiasmo. Forse sono costretti a farlo un po’ prima del previsto, ma non mi sembra che ci sia paura di perdere l’infanzia o il bisogno di aggrapparsi a essa". Secondo l’attore si tratta "del rischio di crescere troppo in fretta. Ma è una questione complessa, con tante possibili letture diverse. Alla fine, credo che dipenda da ciascuno di noi: ognuno ha il proprio ‘Upside Down’ (il proprio lato oscuro, ndr)”. E mentre i ragazzi di Hawkins diventano adulti, si preparano a dire addio con la quinta stagione ("penso che si concluda nel miglior modo possibile e nel rispetto di tutti i personaggi", dice Wolfhard): "Non siamo pronti a dire addio", dicono gli attori. Tuttavia riconoscono l’importanza di chiudere al momento giusto: "Lo show deve finire quando il pubblico è ancora coinvolto", dice Matarazzo. "Parlo a nome di tutti, ciò che ci mancherà di più è l’esperienza di stare tutti insieme sul set, i legami e la 'famiglia' che abbiamo costruito negli anni. Possiamo continuare a stare insieme, ma non nella stessa forma. Sarà come un ricordo d’infanzia", aggiunge Caleb McLaughlin. Anche se è difficile, "perché nessuno ha una connessione più grande con la serie di noi, penso sia necessario per preservare un buon ricordo di ciò che abbiamo creato. E ne sono entusiasta perché quando un capitolo si chiude, un altro si apre, e non si sa mai cosa porterà", spiega Gaten. Tra la difficoltà di dire addio e "altre storie da raccontare nell’universo di 'Stranger Thing'", come assicurano di Duffer, resta l’eco di una generazione che, grazie a loro, ha imparato a non smettere di credere nella forza delle storie. "'Stranger Things' è senza tempo", dice McLaughlin. "È una serie che unisce le generazioni: mi piace immaginare il momento in cui i bambini che oggi guardano la nostra serie diventeranno genitori e diranno ai propri figli: 'Sai, io sono cresciuto con questa serie, ora tocca a te guardarla'", aggiunge Matarazzo. "Vogliamo vedere questo tipo di storie anche in futuro, raccontate da altre persone. Esistono già, ma spero che ‘Stranger Things’ ispiri ancora di più perché penso che il mondo potrebbe averne bisogno", concludono i Duffer. (di Lucrezia Leombruni)
(Adnkronos) - "Dal 9 ottobre sono entrate in vigore nuove regole sui bonifici istantanei in Europa. Queste obbligano le banche a offrire il servizio gratuitamente, a costi non superiori a quelli dei bonifici ordinari, e a implementare la verifica del beneficiario (verification of payee - VoP). Questo sistema controlla la corrispondenza tra il nome del beneficiario e l'Iban, riducendo i rischi di frodi ed errori, anche se il cliente può decidere di procedere pure in caso di discrepanze. Le nuove regole riducono notevolmente i rischi nel processo di condivisione dei bonifici, ma sarebbe un errore abbassare la guardia e pensare che le problematiche siano destinate a scomparire in breve tempo. Come in Sis Id abbiamo individuato che le frodi possono essere supportate a loro volta da un utilizzo criminoso dell’Intelligenza artificiale". E' quanto dice di Anna Ongaro, country manager per l’Italia di Sis Id. "Mentre il volume complessivo delle frodi continua a crescere - spiega - i metodi operativi cambiano volto: furto d’identità, deepfake vocali, falsificazione di Iban, phishing mirato. In questo contesto, da alcuni anni le istituzioni finanziarie investono massicciamente nell’Intelligenza artificiale. Oggi, quasi nove operatori finanziari su dieci utilizzano modelli capaci di rilevare anomalie, valutare i rischi o analizzare il comportamento delle transazioni. Il risultato: costi di trattamento dimezzati e una capacità di rilevamento che può raggiungere il 95%". "Ma con l’avanzare della tecnologia - avverte - il fronte si sposta. I truffatori usano gli stessi strumenti: l’Ia generativa per creare falsi ordini di bonifico, sintesi vocale per imitare dirigenti, falsificazione di documenti in pochi secondi. Secondo i dati del Boston consulting group, solo il 25% delle banche si dichiara pronta a integrare in modo sicuro modelli generativi e agentivi nei propri sistemi di protezione. In altre parole, la battaglia non riguarda più l’adozione dell’Ia, ma la qualità della sua gestione: supervisionare, spiegare, controllare. E' questa la sfida per fare conto su un’Ia affidabile". "Per conciliare efficacia e riservatezza - fa notare - si impone una soluzione: il 'federated learning’'. L'apprendimento federato è un metodo di machine learning decentralizzato e collaborativo che permette di addestrare un modello senza che i dati privati vengano trasferiti da dispositivi locali a un server centrale. Il principio è semplice ma efficace: ogni attore – banca, impresa, fintech – addestra localmente un modello di Ia sui propri dati. Invece di centralizzare i file, si condividono solo i parametri aggiornati. Questi contributi vengono poi aggregati per produrre un modello globale, più robusto, senza che i dati sensibili lascino mai il loro ambiente d’origine". "Perché questo approccio convince? Perché rispetta la sovranità dei dati e il Gdpr; inoltre, rileva schemi di frode trasversali che nessun attore vedrebbe da solo; infine, migliora la precisione del 20% in media senza scambio di dati grezzi. L’idea richiama, in un certo senso, le logiche comunitarie già note nella cybersicurezza: più aziende condividono gli allarmi per rafforzare la difesa collettiva. Applicata al settore finanziario, questa intelligenza distribuita apre la strada a una cooperazione antifrode di nuova generazione, capace di evolversi al ritmo delle minacce", prosegue. "Le imprese - osserva - spesso prime vittime, individuano segnali deboli nei pagamenti o nelle catene di fornitura. Le banche, dal canto loro, dispongono di una visione d’insieme dei flussi e di strumenti di rilevamento in tempo reale. Eppure, questi due mondi condividono ancora troppo poche informazioni. Creando basi di allerta condivise e protocolli comuni di segnalazione, potrebbero anticipare meglio gli attacchi e limitarne la diffusione. Esistono già iniziative pionieristiche. L’alleanza tra Nasdaq Verafin e Biocatch copre 2.600 istituzioni finanziarie e oltre 10.000 miliardi di dollari in attivi, mentre Mastercard decision intelligence ha triplicato l’efficacia del rilevamento riducendo i falsi positivi del 22%. Ma questi progressi restano spesso isolati. Per diventare la norma, devono essere inseriti in un quadro comune, sostenuto e riconosciuto dai regolatori". "L’Europa - ricorda - ha già posto le basi di questo terzo pilastro: quello della regolamentazione di fiducia. Tre testi costituiscono oggi il fondamento di questo approccio: il Gdpr, garante della protezione dei dati; il regolamento Dora, che impone una maggiore resilienza digitale alle istituzioni finanziarie; infine, l’Ai Act, il Regolamento sull'Intelligenza Artificiale dell'Unione Europea che regolamenta l’uso etico dell’Ia. Queste regole non sono ostacoli: offrono, al contrario, una base comune di cooperazione. Favorendo la trasparenza e la tracciabilità dei modelli, permettono a banche e imprese di collaborare sotto supervisione pubblica, in un clima di fiducia giuridica". "In Francia, la verifica automatizzata dei beneficiari dei bonifici (Vop o Verification of payee), promossa dai regolatori, illustra questa convergenza tra innovazione e sicurezza. Essa mira a stimolare e obbligare la comunicazione e la collaborazione tra i diversi organismi di pagamento, ma anche con i loro clienti aziendali. L’obiettivo è arrivare a un insieme di dati ‘’sani’’ e quindi a flussi di pagamento sicuri. Domani, una rete europea di segnalazione automatizzata potrebbe proseguire questa dinamica: una piattaforma comune, sotto controllo delle autorità, per collegare i segnali di frode rilevati in ciascun paese membro", continua. "Per essere efficace - sottolinea - il contrasto alla frode deve basarsi su un triangolo di fiducia: in primo luogo, le imprese, principali sentinelle’; poi le banche, custodi dei flussi; infine, le autorità pubbliche, garanti del quadro e della neutralità. L'apprendimento federato, associato a un quadro normativo rigoroso, dimostra che è possibile coniugare innovazione, riservatezza e solidarietà tecnologica. Di fronte a frodi ormai potenziate, solo una risposta collettiva - tecnologica, umana e istituzionale - permetterà di preservare la fiducia, quel fattore invisibile senza il quale nessuna economia può reggere".
(Adnkronos) - L’evento di Ecomondo 2025 'Blue Horizons: Trans-Mediterranean Cluster Collaboration for Innovation in Energy, Clean Tech and Bioeconomy', in tre sessioni verticali, ha analizzato l’importanza dei cluster della blue economy per stimolare l’innovazione e potenziare il sistema scientifico e industriale dell’area mediterranea: dalla rilevanza delle politiche e priorità governative per la cooperazione transnazionale tra cluster, con strumenti come l’Ocean Pact e il Pact for the Mediterranean, al loro ruolo nella collaborazione tra mondo accademico e industria e come abilitatori delle applicazioni industriali e della competitività del mercato nella Blue Economy. Al convegno, presieduto da Giorgio Ricci Maccarini e Sara Tedesco di Cluster tecnologico nazionale Big e da Luca Marangoni di Cinea, sono intervenuti vari rappresentanti dei cluster del Mediterraneo.