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(Adnkronos) - Il mercato delle locazioni italiane continua a mostrare una nuova vitalità nel panorama immobiliare nazionale. E' quanto emerge dall’elaborazione dei dati del terzo trimestre 2024 condotta da Soloaffitti a partire dalle registrazioni dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi), la banca dati ufficiale dell’Agenzia delle Entrate che monitora in modo sistematico i valori immobiliari e l’andamento delle compravendite e delle locazioni in tutta Italia. Grazie a questa base informativa, Soloaffitti traccia l’evoluzione di un comparto che negli ultimi dieci anni ha dimostrato una resilienza e una continuità uniche nel suo genere. Nel terzo trimestre dell’anno sono stati stipulati 251.733 nuovi contratti di locazione, per un ammontare complessivo di canoni annuali pari a 2.088 miliardi di euro. La formula 4+4 rimane la più diffusa, con 94.276 contratti, pur segnando una lieve contrazione del 3,4%. Parallelamente cresce in modo significativo l’utilizzo delle altre tipologie - canoni concordati, transitori e locazioni per studenti - un fenomeno che riflette l’evoluzione dei bisogni abitativi e l’effetto positivo dei recenti rinnovi degli accordi territoriali. A Milano, città simbolo delle tensioni tra domanda e offerta degli ultimi anni, i contratti a canone libero scendono del 3% e i canoni del 4,1%, mentre i 3+2 a canone concordato segnano un incremento del 124,4% dopo l’aggiornamento degli accordi locali del 2023. A Roma l’andamento è simile: i 4+4 si riducono dell’1,6% e i canoni del 2%, con una crescita dei contratti concordati e una flessione del 3,1% dei transitori. I contratti transitori restano la tipologia economicamente più rilevante: pur rappresentando meno di un quarto delle stipule (23%), generano il 39% del valore complessivo dei canoni, pari a 817 milioni di euro. Cresce anche il segmento delle locazioni per studenti, sostenuto dall’aumento della mobilità universitaria e dalla forte domanda nelle città con maggior presenza di atenei. Osservando l’andamento congiunturale, Soloaffitti rileva un incremento dell’offerta di immobili disponibili dopo anni di scarsità strutturale, mentre la domanda rimane stabilmente elevata. Questa combinazione potrebbe favorire una progressiva stabilizzazione dei canoni nei prossimi trimestri. Le dinamiche di Milano e Roma, a giudizio della rete, potrebbero anticipare tendenze simili anche in altre città italiane. "Questi numeri ci raccontano un mercato che sta cambiando profondamente, ma senza perdere solidità", dichiara Silvia Spronelli amministratrice delegata di Soloaffitti. "Da oltre vent’anni osserviamo l’evoluzione delle locazioni e possiamo dire che oggi siamo davanti a una nuova fase: cresce la domanda di flessibilità, aumentano i contratti concordati e si sta riducendo la pressione sui canoni nelle grandi città. E' un segnale importante perché indica che il mercato, pur sotto stress negli ultimi anni, è ancora capace di autoequilibrarsi", aggiunge. "Questo avviene quando ci sono strumenti normativi ben calibrati, operatori preparati e proprietari che scelgono formule contrattuali più sostenibili. Se questo trend verrà confermato, potremo assistere a un ecosistema delle locazioni più inclusivo, più ordinato e più vicino alle esigenze reali delle persone", conclude.
(Adnkronos) - "Assofondipensione chiede il ritiro della modifica della disciplina del contributo datoriale alla previdenza complementare introdotta dal Governo nell’ambito della Legge di Bilancio e l’apertura immediata di un confronto con le parti sociali promotrici della previdenza negoziale e con i soggetti rappresentativi del sistema, al fine di salvaguardare il ruolo del contributo contrattuale e la funzione sociale della previdenza complementare". E' la richiesta che lancia, con Adnkronos/Labitalia, Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione, secondo cui "la soppressione del ruolo della contrattazione collettiva nella definizione della destinazione del contributo a carico del datore di lavoro rappresenta una scelta grave, che mette in discussione l’architettura stessa della previdenza complementare costruita nel nostro Paese negli ultimi decenni", secondo Assofondipensione. "Assofondipensione -continua Maggi- segnala inoltre che sono stati depositati alcuni subemendamenti che intervengono sull’emendamento in esame, modificandone in parte l’impianto originario. In particolare, auspichiamo che vengano recepite le proposte correttive che eliminano gli aspetti più critici legati alla portabilità della contribuzione contrattuale", spiega ancora. "Al contempo rileviamo l'introduzione di nuovi elementi, tra cui il tema della Long Term Care (Ltc), certamente significativo e meritevole di attenzione. Riteniamo tuttavia indispensabile che qualsiasi intervento di modifica debba passare per il confronto con le parti sociali, per evitare che scelte di tale portata vengano assunte senza un adeguato coinvolgimento e una valutazione condivisa delle ricadute per lavoratrici e lavoratori", spiega Maggi. Secondo Assofondipensione, "il contributo datoriale non è un elemento accessorio né un beneficio individuale, ma una componente essenziale che deriva dal sistema negoziale che vede impegnati i soggetti promotori dei fondi pensione, definita attraverso accordi collettivi e finalizzata a garantire mutualità, equilibrio tra le parti, contenimento dei costi e tutela degli aderenti. Rimuovere questo presidio significa alterare profondamente il rapporto tra contrattazione, adesione su base contrattuale e funzione previdenziale del secondo pilastro". Per Assofondipensione "L’apertura alla piena portabilità del contributo datoriale verso qualsiasi forma pensionistica, senza vincoli contrattuali, espone i lavoratori al rischio concreto di transitare verso strumenti di previdenza complementare con costi significativamente più elevati e con assetti di governance meno trasparenti, indebolendo nel tempo l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche". "Una scelta che appare tanto più incomprensibile se si considera che i fondi pensione negoziali hanno dimostrato, nel tempo, solidità, efficienza e capacità di tutelare gli interessi di milioni di lavoratrici e lavoratori", conclude l'Associazione.
(Adnkronos) - "Il dialogo con le istituzioni è assolutamente buono perché sono consapevoli del fatto che i rischi sono enormi e i bilanci pubblici non sono sufficienti a coprire questi rischi, addirittura neanche le assicurazioni in taluni casi. Quindi bisogna prevenire". Lo ha detto oggi il presidente di A2a, Roberto Tasca, a margine della presentazione del Climate Transition Plan della società, in corso a Milano. Dal punto di vista di rapporto con le altre aziende "credo che in Italia ci sia, per tutto il settore dell'energia, un allineamento molto importante: c'è un'assunzione di responsabilità che tutti gli operatori, presentando i loro piani per i prossimi anni, hanno dichiarato di volersi assumere". "Io credo che questo sia un sintomo del fatto che nel nostro Paese ogni tanto pecchiamo un po' di pessimismo. Noi dobbiamo essere concretamente ottimisti, non velleitari, nell'immaginare come far risolvere il nostro sistema economico rispettando i vincoli ambientali che non possiamo rinviare" ha poi concluso Tasca.