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(Adnkronos) - Tregua di Natale in Ucraina? Dipende se ci sarà un accordo di pace. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto così ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla proposta di Volodymyr Zelensky per un cessate il fuoco, in particolare una tregua nei raid contro le infrastrutture energetiche, nel periodo di Natale. "La questione adesso è se, come dice il presidente Trump, raggiungeremo o meno un accordo". "Vogliamo la pace, non vogliamo una tregua che dia respiro all'Ucraina per prepararsi a continuare la guerra", ha detto Peskov, ribadendo di essere contrario a una tregua se Kiev si concentra su "soluzioni a breve termine che non sono fattibili" piuttosto che su un accordo duraturo. "Vogliamo che questa guerra finisca - ha insistito il portavoce del Cremlino - raggiungere i nostri obiettivi, assicurare i nostri interessi e garantire la pace in Europa per il futuro. Questo è quello che vogliamo". Il portavoce ha anche aggiunto di di non aver visto la proposta dei leader europei emersa dalla riunione di ieri a Berlino sulla creazione di una forza multinazionale per garantire la pace . "Al momento abbiamo visto notizie di stampa, ma non risponderemo, non abbiamo visto ancora alcun testo. La nostra posizione è ben nota, coerente e trasparente ed è chiara agli americani. E in generale è chiara anche agli ucraini", ha detto Sulla questione era intervenuto poco prima il vice ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, ribadendo che Mosca "non accetterà" le truppe della Nato nel territorio ucraino. "Noi in nessun momento non accetteremo mai, né sopporteremo, alcuna presenza di truppe Nato sul territorio ucraino", ha affermato Ryabkov, in un'intervista con Abcnews in cui esclude "assolutamente" che la Russia possa accettare un accordo che comprenda la presenza di truppe di Paesi Nato in Ucraina, anche come parte di garanzie di sicurezza o come membri della 'coalizione di volenterosi' quindi fuori dalla cornice dell'Alleanza Atlantica. Nell'intervista il vice ministro russo, comunque afferma di ritenere che le parti siano "sull'orlo" di una soluzione diplomatica che metta fine alla guerra, a cui Ryabkov si riferisce usando la frase preferita dal Cremlino "operazione militare speciale". "Siamo pronti ad avere un accordo", afferma esprimendo la speranza che questo venga raggiunto, "il prima possibile", passando poi a ripetere le richieste da sempre avanzata da Mosca riguardo alle concessioni territoriali da parte di Kiev. "Ne abbiamo in tutto cinque e non possiamo, in nessun modo, accettare compromessi su questo", ha concluso. "Passi in avanti se ne stanno facendo. L'accordo di pace tra Russia e Ucraina è fatto al 90%. Speriamo di avere un bel regalo di Natale", ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando a Roma al Premio Sacharov e aggiungendo che "non sarà facile, però mi pare che si stia andando nella giusta direzione. Poi naturalmente saranno gli ucraini a dover dire sulle questioni territoriali la loro opinione. C'è da fare, però ripeto, il lavoro a favore della pace sta dando i suoi frutti. Quindi speriamo che si possa veramente arrivare a un cessato il fuoco". "Anche le garanzie americane per la sicurezza dell'Ucraina, su modello dell'articolo 5 della Nato, che era la richiesta italiana, vanno nella giusta direzione - prosegue Tajani - perché deve essere una pace giusta e duratura. L'Ucraina è un paese aggredito, non può essere un paese penalizzato dalla guerra che ha subito e nella conclusione della pace. Bisogna lavorare tutti insieme per raggiungere l'obiettivo di chiudere una orribile stagione che dura da anni, di guerra tra due popoli che ha provocato decine, centinaia di migliaia di morti". La Russia rivendica il "controllo" della città di Kupiansk, importante snodo nel nordest dell'Ucraina. Lo ha detto alla Tass una fonte militare, secondo cui Kupiansk "è sotto il controllo della Quinta armata russa". Mosca aveva già rivendicato la conquista della città il mese scorso, con Kiev che aveva poi annunciato la ripresa di diversi quartieri. L'Ungheria non appoggia la bozza di conclusioni del Consiglio Europeo, nelle parti dedicate all'Ucraina e all'allargamento, che sostengono "fortemente" l'adesione dell'Ucraina all'Ue. Lo riferisce la ministra danese degli Affari Europei Marie Bjerre, a margine del Consiglio Affari Generali a Bruxelles. "Abbiamo una bozza di conclusioni del Consiglio sul tavolo in questo momento - dice Bjerre - supportata solo da 26 Paesi. L'Ungheria al momento non supporta le conclusioni del Consiglio: esorto ancora una volta l'Ungheria a farlo". "Il motivo per cui l'Ungheria non le supporta è, ovviamente, perché vogliamo anche una formulazione forte sull'Ucraina, il che è semplicemente giusto", aggiunge Bjerre. I ministri per gli Affari Europei si sono riuniti a Leopoli la scorsa settimana e "abbiamo mostrato un forte sostegno. Abbiamo 26 Paesi membri che mostrano un forte sostegno all'Ucraina e l'Ucraina sta mantenendo le promesse. Quindi abbiamo bisogno di un testo anche sull'Ucraina", conclude. Nella bozza datata 12 dicembre, il Consiglio Europeo "ribadisce il fermo sostegno dell'Ue al percorso dell'Ucraina verso l'adesione all'Ue e accoglie con favore i significativi progressi compiuti finora dall'Ucraina nelle circostanze più difficili". L'Unione Europea, si legge ancora, "continuerà a collaborare strettamente con l'Ucraina e a sostenerla nei suoi sforzi per soddisfare pienamente tutte le condizioni. L'Unione Europea continuerà a sostenere l'Ucraina nella costruzione di un futuro pacifico e prospero all'interno dell'Unione europea".
(Adnkronos) - Proteggere la cucina italiana significa proteggere una civiltà. E' da questa visione che nasce la Luigi Diotaiuti Foundation, creata per dare forza, struttura e concreta continuità a un impegno maturato nel tempo nella tutela delle tradizioni gastronomiche italiane. Alla base della Fondazione c’è il percorso umano e professionale di Luigi Diotaiuti, ambasciatore della cucina italiana e lucana nel mondo da oltre vent’anni, che ha trasformato l’esperienza costruita tra territori, comunità e culture in un progetto capace di incidere nel tempo, mettendo in rete saperi, competenze e responsabilità. La Fondazione opera come realtà pionieristica nella protezione e valorizzazione della cucina italiana antica e tradizionale, intesa come patrimonio culturale, identitario e sostenibile, in linea con i valori riconosciuti dall’Unesco. Un lavoro che si traduce in ricerca, divulgazione e azione concreta, con l’obiettivo di salvaguardare pratiche culinarie, saperi agricoli e tradizioni pastorali a rischio di scomparsa. Attraverso la Luigi Diotaiuti Foundation sono stati promossi e organizzati forum, congressi e progetti di respiro internazionale, creando un dialogo continuo tra comunità locali, agricoltori, allevatori, ristoratori, produttori e studiosi, e favorendo modelli alimentari fondati sul rispetto della biodiversità, della stagionalità e dell’ambiente. Tra le principali iniziative della Fondazione figurano PastaLab, laboratorio di ricerca e sperimentazione sulla pasta tradizionale attivo tra Italia e Stati Uniti; Sirino in Transumanza, evento annuale dedicato a una pratica millenaria che tutela il paesaggio e il benessere animale; la promozione dei grani antichi e il Forum Mondo Pane; il Congresso Internazionale biennale dedicato alle cucine arcaiche; il docufilm 'Transumanza: un’antica pratica con valori moderni', vincitore del Golden Leaf all’Italia green film festival e che sarà disponibile su Amazon Prime Video. Nel corso del 2026 la Fondazione sarà inoltre protagonista di un evento pastorale dedicato alle specie di capre italiane (ottobre), con particolare attenzione a quelle in via di estinzione, e di un progetto innovativo sulla pasta e la cucina tradizionale, pensato come ponte tra memoria, sostenibilità e futuro. Questa visione prende forma anche nel piatto. Gesti essenziali, ingredienti autentici, sapori identitari: per citarne alcuni, dagli gnocchi di Fardella al pomodoro fresco alle laganelle, considerate la pasta più antica della tradizione italiana, fino al caciocavallo, simboli di una cucina che unisce territorio, memoria e innovazione. "La cucina italiana - afferma Luigi Diotaiuti - non è solo cibo: è cultura, storia, sostenibilità e bellezza. Difenderla significa custodire un patrimonio che appartiene a tutti". In un’Italia che accoglie oltre 75 milioni di visitatori l’anno e dove il rischio di omologazione e industrializzazione del gusto è sempre più concreto, la Luigi Diotaiuti Foundation lancia un messaggio chiaro: "la tradizione non è nostalgia, ma futuro. E va protetta, oggi più che mai".
(Adnkronos) - "Dall'inizio di quest'anno c'è l'obbligo di introduzione del 25% di riciclato nelle bottiglie, quindi andiamo a toccare con mano e abbiamo toccato con mano dal vivo in questo 2025 che cosa vuol dire obbligare qualcuno a mettere del riciclato". Queste le parole di Corrado Dentis presidente Coripet, il consorzio autonomo, volontario che opera nella raccolta e nell'avvio a riciclo dei contenitori per liquidi in Pet, intervenendo alla Conferenza Nazionale Industria del Riciclo 2025, promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Conai e Pianeta2030, con il patrocinio di Mase e Commissione Europea. "Abbiamo dato il 25% di riciclato, quello che è obbligatorio per legge, a tutti i consorziati produttori – prosegue Dentis – quindi rispettano gli obblighi normativi. Questo l'abbiamo fatto grazie ad una catena di custodia che parte dalla raccolta e segue tutta la filiera fino alla consegna ai soci di un Pet riciclato di altissima qualità, qualitativamente elevato. Abbiamo condotto in questi anni assieme all'Università Federico II di Napoli uno studio completo su più di mille campionature effettuate su tutta la filiera. La capacità di produzione del polimero in estremo oriente è 12 volte superiore a quella di tutta l'Europa. Quindi abbiamo dimensioni e dinamiche non comparabili. Siamo riusciti, ciononostante, attraverso questo nuovo modello, a garantire i presupposti per ottemperare alla legge, dando ai nostri soci un polimero, peraltro, a condizioni economiche estremamente stabili, che è tracciato made in Italy (dalla raccolta alla produzione) e rispetta perciò anche le norme che prevedono l’obbligo di utilizzo di E-Pet europeo”. “Il nostro modello riguarda più del 40% dell’immesso a consumo e auspichiamo che anche tutti gli altri produttori sposino il modello Coripet. Ma al momento la restante quota di mercato, approfittando di un vuoto normativo privo di sanzioni, non rispetta gli obblighi, continuando ad usare il Pet vergine di importazione, favorito da un prezzo più basso. Questo è un qualcosa che va colmato a stretto giro, anche perché la concorrenza, quella che arriva dalla Cina, riguarda sia il polimero vergine che sui polimeri riciclati”.