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(Adnkronos) - "L'obiettivo di tutti è di lavorare bene, partire bene e riportare il Milan in Champions". Sono le parole del nuovo tecnico del Milan, Max Allegri, che torna sulla panchina rossonera. "Il Milan l'anno scorso ha vinto un trofeo, è arrivato in finale di Coppa Italia, ha giocato ottime partite singole - dice in conferenza stampa -. Devo prendere il buono dell'anno scorso: il valore della squadra c'è. Sta a me farli rendere al meglio: bisognerà lavorare tutti insieme, giocatori, società e chi è a Milanello, per arrivare al massimo dei risultati". "L'obiettivo è tornare a vincere? La 5 è un numero fortunato per me, è la data in cui è nata mia figlia, che mi ha reso nonno di due nipotini. Non è che in questi 15 anni ho vinto più del Milan. Ho avuto la fortuna di lavorare 4 anni al Milan con Berlusconi e Galliani, dove ho avuto la possibilità di vincere grazie alla società e ai giocatori. Poi sono andato alla Juventus, e colgo l'occasione per ringraziarli per gli 8 anni che ho vissuto lì dentro. Io cerco di mettere i giocatori nelle condizioni per far sì che ci possano regalare prestazioni importanti. La società deve essere un blocco unico, deve essere di sostegno, e sono sicuro che lo sarà. La rosa del Milan è un ottima rosa, la società sta monitorando tutte le situazioni e l'importante è arrivare al 31 agosto nelle migliori condizioni. I primi sei mesi sono importanti per creare le migliori condizioni per arrivare a marzo, dove si decidono le stagioni". "A fine stagione sarò contento se...? Intanto cominciamo ad allenarci. Io credo che bisogna iniziare la stagione con grande entusiasmo, passione, lavoro, senso di responsabilità per creare i presupposti per essere a marzo nelle migliori condizioni per poter raggiungere gli obiettivi a fine stagione. Il primo obiettivo è che il Milan torni a giocare la Champions. A marzo bisogna essere in quelle posizioni", ha aggiunto Allegri. "Al Milan bisogna sempre avere l'ambizione di ottenere il massimo e mai accontentarsi, avendo grande dedizione nel lavoro. Soprattutto in campionato, dove non è una partita secca, bisogna cercare di viaggiare a una velocità di crociera. Per ottenere dei risultati bisogna ottenere tot punti, fare gol e prenderne meno: la differenza reti nel campionato italiano ha sempre fatto la differenza, me l'hanno insegnato fin da bambino", ha aggiunto Allegri che non vuole parlare di 'corto muso'. "Non c'entra il corto muso. È l'obiettivo che bisogna avere tutti in testa, possiamo arrivarci solo col lavoro quotidiano di ogni singolo, e il primo sono io. Sono molto fiducioso", ha sottolineato Allegri che ha poi spiegato perché ha scelto il Milan. "Innanzitutto perché il Milan è un club a cui sono molto affezionato. Quando mi è arrivata la telefonata di Tare e Furlani li ho incontrati subito: ero molto entusiasta e in un'ora abbiamo deciso che avremo cominciato questa avventura insieme. Sono molto contento di questa scelta che ho fatto". "Iniziamo oggi questa avventura dove cercheremo di toglierci delle grandi soddisfazioni. Da quando sono arrivato abbiamo cominciato a lavorare insieme con il direttore (Tare ndr.) e tutti le componenti della società: per ottenere risultati bisogna essere un blocco unico, con un'unica direzione verso quale andare, con responsabilità che dobbiamo avere verso un club importante come il Milan. Condividiamo quotidianamente le dinamiche, con il direttore e gli altri membri. Inizia questa fantastica avventura, sono molto contento ed entusiasta. Sono tornato di nuovo al Milan dove ho trovato tante persone che avevo lasciato e tante persone nuove, che per me sono uno stimolo importante: conoscere persone nuove ti crea un'attenzione completamente diversa", ha aggiunto Allegri. "Se Vlahovic interessa? Per quanto riguarda il mercato il direttore Tare, insieme alla società, monitora il mercato. Condividiamo tutti i giorni le opportunità che ci sono. Le uscite sono state condivise con la società" dice il tecnico del Milan. "Oggi ne ho 25 di movimento e sono molto contento. Le cose vanno fatte piano e piano e fatte bene: il 17 agosto c'è la prima partita di Coppa Italia. Una partita da dentro o fuori che ci servirà a prepararci al campionato. Maignan sarà il capitano? Stamattina l'ho visto, sono molto contento che ha fatto questa scelta di rimanere. È il capitano della squadra, un giocatore internazionale, uno dei migliori al mondo. Brava la società che l'ha convinto a rimanere. Leao sono sicuro che farà una grande stagione. Va verso l'età della maturazione, credo che sia anche come ragazzo più responsabile e credo ci siano tutti i presupposti per fare bene". "Ho trovato una società con chiarezza nei ruoli che è la cosa più importante: è importante che tutti andiamo in un'unica direzione" sottolinea. "Questo blocco che deve esserci dalla proprietà fino ai magazzinieri dovrà essere un blocco unico per mettere i calciatori nelle condizioni migliori di fare quello che devono fare, cioè farci vincere le partite. Ho incontrato la proprietà, è stato un pranzo piacevole, sono stato molto contento. Per quanto riguarda i tifosi la cosa più importante che dobbiamo fare è lavorare bene, giorno dopo giorno: l'unica cosa per riconquistare il rispetto dei tifosi è quello di lavorare bene, con responsabilità e professionalità. E cercare di ottenere risultati, che è la cosa che conta di più nel calcio. I tifosi dovranno darci una mano, avremo bisogno di loro assolutamente". "Quello che è stato l'anno scorso non posso giudicarlo. Al più presto bisogna diventare una squadra, prima diventiamo squadra e prima riusciamo a fare risultati. Ho visto ragazzi molto disponibili e molto attenti. Ora vediamo oggi quando si inizia con la palla, che è la cosa più difficile. Sono molto fiducioso, quello che è successo negli anni precedenti ormai è stato fatto: io devo prendere il meglio del recente passato, non c'è bisogno di una rivoluzione. C'è bisogno di lavorare con ordine e responsabilità. Poi Tare da qui al 31 agosto potrà cogliere le opportunità che servono alla squadra", conclude il tecnico rossonero.
(Adnkronos) - Come nascono le fragranze? Lo sa bene Beatrice Lorenzini che usa il suo naso come un musicista il suo orecchio, e il suo è il più efficace e giovane d’Italia. Con il suo brand Lorenzini Parfum, che gestisce insieme al fratello Filippo, Beatrice unisce, con perfetto equilibrio, lo stile indipendente della nicchia, con le caratteristiche di eleganza senza tempo che ne possono fare un best seller. Beatrice Lorenzini, 26 anni, romana, ha iniziato a creare profumi da autodidatta a soli 14 anni. Chi ha avuto il piacere di collaborare con lei la definisce una vera artista, e addirittura un genio del settore. Lavora sulle formule a mano, con penna e taccuino, come un sommelier di fragranze e di ricordi. Sentirla parlare è ipnotizzante perché, da buona comunicatrice, sa trattare il mondo della profumeria come un racconto narrativo. C’è uno storytelling dietro ogni goccia, dietro ogni profumo, e Beatrice Lorenzini lo sa raccontare. In un mondo basato sulla esasperazione dell’estetica, dove la vista è il senso più facile da ingannare, Lorenzini Parfum sceglie di comunicare tramite l’olfatto; gli odori sono storie, e le parole scelte per raccontarle sono vento che le veicola fino a dove possono essere ascoltate. Ogni storia viene vissuta come un’interpretazione del mito, vista tramite la lente di un narratore e filtrata dal tempo in cui nasce, che ha in sé frammenti vividissimi dell’eterno patrimonio di archetipi che appartengono all’uomo sin da quando si è reso conto di esistere. Le creazioni Lorenzini Parfum, una volta immesse nel mercato, acquistano una nuova vita: le storie di chi le ha ispirate vengono indossate e chi le indossa le carica delle proprie. Così, come una valanga i profumi, liberi per natura, liquidi, viaggiano attraverso il mondo e le emozioni delle persone, le connettono. I fratelli Lorenzini amano pensare che una singola goccia di profumo sia in grado di unire persone che non siederanno mai allo stesso tavolo, che non parleranno mai insieme, che forse non si guarderanno mai, in un silenzioso momento di profonda connessione invisibile. Il mantra di Lorenzin Parfum è artigianato. La figura del profumiere, nel suo laboratorio, torna a essere quella di un artista-artigiano che crea le sue opere non solo con la mente ma anche con le mani. Ogni boccetta è un’opera unica e non l’ennesima copia di un originale. E in qualità di tester, a differenza di quelli di carta, l’azienda predilige il cotone in quanto non ha un proprio odore e quindi consente al cliente la base più neutrale possibile per sentire la fragranza che ha fra le mani e apprezzare ciò che la sua pelle dona al profumo rispetto all’odore in purezza. Quando parliamo di artigianato intendiamo la realizzazione di un prodotto finito in cui ogni passaggio è curato da Lorenzini Parfum: miscelazione, maturazione, diluizione, macerazione, filtraggio, imbottigliamento, sono tutte fasi che non vengono demandate a una filiera esterna come accade per la maggior parte dei produttori. Per questa ragione l'immersione nel processo di produzione è compiuto in prima persona con metodi moderni cercando di escludere il più possibile automatismi e procedimenti basati sull’elettronica. Ogni passaggio è seguito dal profumiere perché la bellezza del lavoro e la coerenza della visione sia data dal totale coinvolgimento del Naso in ogni passaggio, che non si limita a ideare la fragranza e delegarne la creazione, ma cura ogni goccia di profumo in ciascuna tappa del suo percorso. "Utilizziamo solo alcol purissimo di grado alimentare - racconta Beatrice Lorenzini - anziché il più comune denaturato per evitare che l’odore delle sostanze denaturanti interferisca con il profilo olfattivo della fragranza. Il profumo diluito viene conservato in contenitori in vetro; questo è il momento in cui aggiungiamo l’ingrediente più prezioso: il tempo. Alcuni dei nostri profumi richiedono molti mesi di macerazione prima di poter essere imbottigliati. A temperatura costante e circondati dal buio i profumi riposano per lunghe settimane, e mentre sembrano star lì inanimati in realtà sono in grande fermento, le molecole che compongono il meraviglioso liquido ambrato creano nuovi legami e interagiscono con l’ossigeno. La fragranza diventa sempre più intensa e profonda, ogni nota si armonizza con le altre, alcune si attenuano e altre vengono fuori in tutte le loro sfaccettature. Il profumiere controlla costantemente l’evoluzione del profumo nel corso dei mesi, è la fragranza stessa a dirci quando ha raggiunto l’apice del suo sviluppo ed è pronta per essere imbottigliata". Lo studio del packaging è il più coerente possibile con le fragranze proposte e con la visione che si vuole comunicare e dopo il tempo di lavorazione, il profumo è pronto per essere imbottigliato in flaconi in vetro trasparente. Il colore di ogni profumo di Lorenzini Parfum è il frutto dell’insieme delle materie prime che lo compongono, senza aggiunta di coloranti; per questa ragione non potevano che scegliere una bottiglia di altissima qualità che valorizzasse il colore naturale della fragranza. Ogni flacone viene sigillato da uno spray fatto per fornire un’esperienza confortevole al cliente, che scende morbido sotto la pressione di un dito e genera una soffice nuvola profumata che abbraccia la pelle e i vestiti. Le boccette sono poi lucidate singolarmente ed etichettate, a questo punto possono essere completate dal loro tappo in bachelite a 11 lati, un materiale antico e prezioso modellato come i tappi di inchiostro a cui questo materiale era originariamente destinato. In ciascuna confezione viene inserito, oltre al profumo, il racconto che esso veicola e un fazzoletto in puro cotone lavato con sapone inodore, come nell’antica profumeria, dove centinaia di fazzoletti rigorosamente in cotone venivano usati per sentire le fragranze. Anche la cellophanatura è eseguita a mano tramite strumenti termici, le scatole sono sigillate da una pellicola lucida che le proteggerà finché non troveranno il loro proprietario. Lorenzini Parfum propone nel suo laboratorio delle esperienze olfattive guidate da Beatrice, che accompagna i partecipanti (non più di 3/4 persone per volta, di modo da seguirli uno ad uno) nell’esplorazione della collezione Lorenzini Parfum tramite materie prime iconiche e racconti capaci di stupire e conquistare i sensi.
(Adnkronos) - “Le utilities operano su un ampio spettro di attività energetiche: dalla gestione delle reti tradizionali agli investimenti su rinnovabili, idrogeno e cattura della CO2”. Così Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, durante l'Assemblea generale, organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione, per riflettere sull'evoluzione dei servizi pubblici negli ultimi dieci anni e sulle principali sfide future. “Quando si parla di energia – ha sottolineato – è fondamentale pensare non solo alla produzione rinnovabile o all’elettrificazione dei consumi, ma anche all’adeguamento delle reti di distribuzione elettrica e gas, che rappresentano la spina dorsale della transizione. Le nostre utilities hanno previsto 19 miliardi di investimenti per i prossimi 5 anni, di cui oltre 7 miliardi destinati alle reti elettriche, di teleriscaldamento e di distribuzione del gas”. Brandolini ha poi ricordato come anche le infrastrutture gas abbiano un ruolo strategico nella decarbonizzazione: “Le reti di distribuzione del gas sono fondamentali per quelle utenze che non potranno elettrificare i consumi nel breve termine. Mantenere e innovare queste reti significa mettere in campo investimenti rilevanti”.