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(Adnkronos) - Donald Trump sarà accolto da re Carlo III e dalla regina Camilla al castello di Windsor dal 17 al 19 settembre per una visita di Stato definita "storica e senza precedenti", come confermato da Buckingham Palace. Si tratta infatti della seconda visita ufficiale del presidente americano nel Regno Unito, un fatto eccezionale nella prassi diplomatica britannica. La prima avvenne nel 2019, quando fu ospitato dalla regina Elisabetta II. Stavolta, Trump sarà accompagnato dalla moglie Melania e sarà ricevuto nel Berkshire poiché Buckingham Palace è in ristrutturazione. Il programma completo non è stato ancora reso noto, ma includerà un’accoglienza cerimoniale e un banchetto di Stato nella St. George's Hall, con la partecipazione dei principali membri della famiglia reale, inclusi i principi del Galles. L’invito ufficiale era stato consegnato personalmente a Trump dal premier britannico Keir Starmer, durante un incontro alla Casa Bianca dello scorso febbraio. "È davvero qualcosa di storico e senza precedenti", aveva commentato Starmer. Dopo aver letto la lettera, Trump aveva definito l’invito "un grandissimo onore", aggiungendo: "E dice che sarà a Windsor - è davvero qualcosa di speciale". Il presidente non potrà rivolgersi al Parlamento, come fatto da Emmanuel Macron lo scorso luglio, poiché la Camera dei Comuni sarà chiusa per la pausa autunnale; la Camera dei Lord, invece, sarà in sessione. La visita rientra in un più ampio tentativo del Regno Unito di rafforzare il rapporto con Washington in un momento delicato, segnato dai dazi imposti da Trump contro partner commerciali come il Canada e dalle tensioni sulla guerra in Ucraina. Trump, da parte sua, si è recentemente definito "amico di Carlo" e ha dichiarato: "Ho grande rispetto per il re, la famiglia reale, William. Davvero un grande rispetto per tutta la famiglia".
(Adnkronos) - Il lavoro irregolare è un fenomeno allarmante che coinvolge in Italia un numero enorme di persone: 2,5 milioni di lavoratori non regolari nel 2022 (pari al 9,7% degli occupati). In termini di unità di lavoro (Ula o Full time equivalent) si tratta invece di quasi 3 milioni di unità nel 2022 con un tasso di irregolarità, calcolato come incidenza percentuale delle Ula non regolari sul totale, pari al 12,5% (sceso dal 12,9% del 2021). Il lavoro sommerso e irregolare è oggi sempre più concentrato nei servizi non solo rispetto all’incidenza sulle unità di lavoro di ciascun settore, ma anche in termini di volume di occupazione irregolare. Il 79,5% del lavoro nero o irregolare nel 2022 è infatti concentrato nei servizi. Sono alcuni dei dati diffusi oggi da Assolavoro. In questo scenario, i fenomeni di carattere interpositorio rappresentano la seconda patologia che l'Inl riscontra tra le violazioni più rilevanti nel mercato del lavoro. Nonostante le modifiche normative intervenute negli anni, infatti, è la seconda tipologia di illecito più importante dopo i fenomeni di lavoro nero che impegna le attività dell’Ispettorato nazionale del lavoro. In un anno vengono 'scovati' 100-110mila lavoratori in nero; la somministrazione illecita arriva a 80mila. In questo scenario le agenzie per il lavoro giocano un ruolo importante come baluardo contro il lavoro irregolare, stante la correlazione tra tasso di legalità e tasso di penetrazione del lavoro tramite agenzia: la somministrazione di lavoro è infatti maggiormente presente nei territori con tassi di irregolarità inferiori. Al crescere del tasso di irregolarità del mercato del lavoro regionale (es. Calabria, Campania, Sicilia) si registrano livelli inferiori di ricorso allo strumento della somministrazione di lavoro; considerazione opposta vale per quelle regioni dove l’irregolarità risulta più contenuta (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia) e che si configurano come aree del Paese in cui le agenzie per il lavoro operano maggiormente.
(Adnkronos) - “Gli italiani hanno una percezione distorta della filiera degli oli minerali usati: pensano che siano in parte bruciati, in parte smaltiti impropriamente o raccolti in modo spontaneo dalle officine, ma la realtà è un’altra. L’Italia è un’eccellenza in Europa: raccoglie e rigenera la quasi totalità (98%) dell’olio usato mentre la media dell’Unione si ferma intorno al 60%. Al centro di questo sistema c’è il modello consortile del Conou, che organizza in modo efficiente tutta la filiera. È un peccato che i cittadini non conoscano questi risultati: la consapevolezza dell’efficacia dell’economia circolare italiana può rafforzarne il successo, anche grazie al ruolo attivo dei cittadini”. Queste le parole di Riccardo Piunti, presidente Conou, in occasione dell’Ecoforum 2025, organizzato a Roma da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club.