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(Adnkronos) - “Noi vogliamo che l'italiano possa essere anche lingua della crescita economica. L'Italia è un paese industriale, molti paesi che interloquiscono con noi sono paesi industriali, molti sono paesi in via di sviluppo che vogliono conoscere il nostro saper fare, ma hanno materie prime, quindi si possono fare accordi utili per entrambi". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento alla prima conferenza sull'Italofonia in corso a Villa Madama. La comunità dell'Italofonia "deve essere veramente uno strumento attivo, non è soltanto uno strumento certamente culturale, ma è molto di più, è un modo per tenere legami", ha proseguito Tajani, secondo cui "nel documento che approveremo - ed è la prima volta che tutti insieme facciamo una scelta di questo tipo - non ci saranno vincoli, non ci saranno impegni di tipo economico, è una scelta di libertà quindi un percorso aperto a tutti quanti i Paesi che ne vorranno fare parte". Secondo il titolare della Farnesina, l'italiano deve diventare anche uno "strumento, soprattutto per quanto ci riguarda, di pace. In un momento in cui si parla spesso di erigere muri, la comunità dell'Italofonia è invece un modo nuovo per costruire ponti". Per Tajani, "oggi noi non organizziamo soltanto una conferenza per dire alcune cose, non è una tantum, è l'inizio di una nuova stagione. Oggi teniamo a battesimo la nascita di una comunità internazionale" composta da "tutti coloro che parlano, tutti coloro che amano, tutti coloro che conoscono e anche coloro che vogliono studiare la lingua italiana. Quindi è una giornata molto importante per tutti quanti noi".
(Adnkronos) - Uno strumento per superare la frammentazione degli obblighi dichiarativi in capo ai datori di lavoro e una semplificazione significativa dei flussi informativi. Sono alcuni degli effetti del potenziamento della piattaforma Siisl, previsto dal decreto legge n.159/2025, secondo il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, ascoltato in audizione al Senato sul decreto lo scorso 12 novembre. Nel documento, depositato oggi in Parlamento e contenente le osservazioni della categoria, si sottolinea grande soddisfazione per il provvedimento, che rappresenta un passo importante verso una nuova stagione della cultura della sicurezza, più moderna, digitale e integrata. Forte apprezzamento, dunque, viene espresso per l’ammodernamento del mercato del lavoro attraverso la pubblicazione delle offerte sul Siisl, da parte dei datori di lavoro che richiedono benefici contributivi e delle agenzie per il lavoro, e l’utilizzo della piattaforma come canale d’invio delle comunicazioni obbligatorie. “Un passo fondamentale verso la costruzione di un sistema basato sull’evidenza, nel quale le decisioni pubbliche e private possono poggiare su basi documentali solide e non contestabili”, si legge nel documento. Secondo la categoria, la produzione di dati affidabili e interoperabili costituisce un presidio di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa, con effetti benefici sulle politiche del lavoro. Positivi, inoltre, l’ampliamento della tutela assicurativa agli studenti impegnati in percorsi di formazione scuola-lavoro (con l’estensione della copertura assicurativa anche agli incidenti in itinere) e la previsione di risorse ingenti e programmate su un orizzonte pluriennale, che consente di superare l’approccio frammentato del passato. Bene anche l’inserimento di misure per contrastare le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro, che ampliano il concetto di salute anche alla sfera psicosociale. Ma affinché la riforma possa dispiegare a pieno i suoi effetti è necessaria, secondo i consulenti, un’attuazione tempestiva dei decreti attuativi e degli accordi Stato-Regioni; il coinvolgimento effettivo delle parti sociali e degli Ordini professionali, in particolare nei processi formativi e nella definizione delle misure di prevenzione; e un coordinamento unitario tra Ispettorato del Lavoro, Inail, Regioni e Carabinieri, con interoperabilità dei sistemi informatici e condivisione delle banche dati
(Adnkronos) - “La sensazione è quella di un’indifferenza strisciante, una neutralità operativa e ideologica rispetto alla sostenibilità ambientale. Ci siamo chiesti da cosa derivasse e la conclusione è che molto probabilmente l’aver scisso la sostenibilità ambientale dalla sostenibilità sociale e aver inflazionato la prima ha depauperato la possibilità della maggior parte dei referenti dell’opinione pubblica di identificarsi con temi e problemi che fanno parte della vita quotidiana e che hanno a che fare con la sostenibilità sociale”. Così il Ceo di Eikon Strategic Consulting Italia Enrico Pozzi, intervenendo all’apertura della Social Sustainibility Week in corso oggi a Palazzo dell’Informazione a Roma, illustrando i risultati della ricerca ‘Salute, benessere e sostenibilità’, presentata da Eikon in occasione dell’evento. “La sostenibilità sociale è difficile: parlare di uguaglianza, di diritti, di procedure, di norme e di policies è difficile. Sono cose complesse dalle quali le istituzioni tendono a sfuggire”, aggiunge Pozzi. “La sostenibilità sembra cedere il passo a una privatizzazione psicologica e microsociale della sostenibilità che si traduce in quell’universo psicologico e microsociale che definiamo salute, e che tendenzialmente ha a che fare con il proprio corpo. Salute come passaggio della sostenibilità a un universo dove gli attori sociali sembrano sparire”, conclude Pozzi.