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(Adnkronos) - Giorgia Meloni 'regina' di YouTube nel 2024, mentre su Facebook a registrare la migliore performance come crescita di follower è Antonio Tajani. Sono alcuni dei dati emersi dal report "Il Club dei Milionari - Flash Edition" di Arcadiacom.it, che fornisce una panoramica sull'attività social dei leader politici italiani nel periodo dal 1° gennaio al 27 dicembre 2024, analizzata tramite il tool Fanpage Karma. Per quanto riguarda l'aumento dei 'seguaci' digitali, la presidente del Consiglio ha registrato la miglior percentuale di crescita su YouTube (+427%) e il maggior incremento assoluto su Instagram (+1.197.405 nuovi follower). Il leader dei Verdi e deputato di Avs Angelo Bonelli ha ottenuto la miglior percentuale annuale di nuovi follower su Instagram (+54%) e su X (ex Twitter) (+4,1%); su Facebook, invece, il leader con il miglior incremento percentuale è stato Antonio Tajani (+7,3%). Il segretario della Lega Matteo Salvini guida la classifica delle interazioni totali su Instagram con oltre 43 milioni, registrando anche il miglior engagement rate annuale su questa piattaforma (5,3%). Il post con più like (ovvero il video-selfie con il primo ministro indiano Modi) è stato pubblicato su Instagram da Giorgia Meloni, raccogliendo 2,8 milioni di apprezzamenti. Sempre Meloni si è distinta su TikTok, dove il suo video più visto ha superato i 14,5 milioni di visualizzazioni: si tratta di una clip nella quale la leader di Fdi assaggia delle ciliegie "varietà Giorgia". Il report ha analizzato anche la frequenza con cui i leader postano sui social. Carlo Calenda, fondatore di Azione, è stato il leader più prolifico, con 3.100 post pubblicati su X. Matteo Salvini detiene il primato nella pubblicazione di reel su Instagram, che rappresentano il 42,5% dei suoi contenuti. La segretaria dem Elly Schlein vince la classifica dell'engagement su Facebook (1,7%) e su X (1,7%). Riccardo Magi di Più Europa realizza invece la miglior percentuale annuale di engagement su TikTok (5%). Il leader con il sentiment positivo più alto è Antonio Tajani (45% nelle conversazioni digitali). A proposito del coinvolgimento del pubblico, le conversazioni digitali che riguardano Matteo Renzi hanno coinvolto la percentuale più alta di utenti donna (52%), mentre quelle relative a Giuseppe Conte hanno attratto principalmente uomini (60,5%). Spazio anche ai trend 'curiosi': per esempio, l'emoji più 'cliccata' dagli utenti per commentare i contenuti dei leader del centrodestra è stata la bandiera italiana, mentre la faccina sconvolta è stata la più utilizzata per interagire con gli esponenti del "campo largo". Infine, Giorgia Meloni domina su Whatsapp con 222.906 iscritti al suo canale. Giuseppe Conte risulta l'unico leader attivo sulla piattaforma emergente Bluesky.
(Adnkronos) - La manovra di bilancio "è un passaggio cruciale per la politica economica del nostro Paese, tanto più in questa congiuntura internazionale caratterizzata da sfide globali in ambito geopolitico, energetico e tecnologico. E fra le scelte essenziali da adottare per promuovere la crescita sostenibile e rafforzare la competitività dell'Italia ci sono quelle per il sostegno agli investimenti produttivi delle imprese. Va subito detto che l’attuale disegno della Legge di bilancio appare ancora poco incisivo, privo cioè di una visione di politica industriale e di un impulso deciso sugli investimenti capace di consolidare con tassi significativi di crescita l’economia italiana". Così, con Adnkronos/Labitalia, Pasquale Lampugnale, vicepresidente nazionale Piccola Industria di Confindustria, sulla manovra economica del governo. Secondo Lampugnale, infatti, "al di là della proroga e del rifinanziamento del credito d’imposta per gli investimenti nella Zes Unica, per la quotazione delle pmi e della 'Nuova Sabatini', nella manovra sono sostanzialmente assenti il sostegno agli investimenti anche in considerazione dell’abrogazione dell’Ace (principale strumento di sostegno alla patrimonializzazione) decisa lo scorso anno e il lento avvio del Piano 5.0 causato dalle stringenti regolamentazioni europee". Per l'esponente di Confindustria, "la politica fiscale deve favorire la crescita economica in un contesto che è ancora caratterizzato però da una bassa produttività". "Ecco perché - dice - il sistema degli incentivi è fondamentale e dobbiamo potenziare la partecipazione delle imprese italiane agli Ipcei (grandi progetti di interesse europeo), strumenti come i contratti di sviluppo, il superammortamento e il credito d’imposta per ricerca e sviluppo, per la ricerca industriale e la ricerca applicata delle imprese che restano misure strategiche per stimolare gli investimenti in capitale fisico e immateriale". Per Lampugnale, "la proposta di razionalizzare e ridurre gradualmente alcuni di questi incentivi, senza un adeguato periodo di transizione, potrebbe invece penalizzare le imprese che hanno già pianificato investimenti a lungo termine". "È necessario piuttosto garantire continuità e certezza nelle politiche fiscali per permettere alle imprese di orientarsi con maggiore fiducia. Start-up e pmi in particolare necessitano di incentivi all'accesso al credito e all’innovazione", aggiunge ancora. Serve più attenzione per le imprese, secondo l'industriale. "La manovra va inoltre rafforzata sul versante dell’accesso al credito: il sistema bancario, pur migliorato rispetto agli anni precedenti, continua infatti troppo spesso a rappresentare un ostacolo per molte pmi, soprattutto al Sud, a causa della scarsa disponibilità di finanziamenti a condizioni favorevoli e per l’andamento degli alti tassi di interesse. In questo ambito, sarebbe dunque utile prevedere un potenziamento degli strumenti di garanzia pubblica per favorire l’ingresso delle pmi nel ciclo produttivo delle nuove tecnologie, in particolar modo quelle legate alla transizione ecologica e digitale", sottolinea ancora. Per Lampugnale, "appare prioritario rendere strutturale la riforma del Fondo di Garanzia per le pmi, in scadenza a fine anno, e rifinanziarlo con almeno 200 milioni di euro per mantenere l’operatività del Fondo nel 2025 e dare validità alla proroga della 'Nuova Sabatini", sottolinea.
(Adnkronos) - Ogni acquisto o vendita di usato su Subito consente mediamente un risparmio potenziale di 28 kg di CO2 non immessi nell'atmosfera, pari alla quantità di anidride carbonica che un albero assorbe in un anno. Grazie al partner Vaayu, Subito è tornato a quantificare l’impatto ambientale dell’attività di compravendita sulla piattaforma, andando inoltre a perfezionare la metodologia di calcolo delle emissioni potenzialmente evitate dall'acquisto di prodotti di seconda mano, sulla base delle linee guida più recenti della comunità scientifica. Questo nuovo approccio ha l’obiettivo di rendere ancora più accurato e trasparente il calcolo delle emissioni, affiancando al metodo Lca una mappatura ancora più granulare delle emissioni legate al business e una survey per indagare i comportamenti degli utenti in termini di trasporto e imballaggio. Grazie alla nuova metodologia, Subito per la prima volta è riuscita a stimare l’impatto medio potenziale di una ‘compravendita tipo’ in piattaforma. “Il 60% degli italiani ha dichiarato di aver fatto acquisti second hand, allungando così la vita di un bene e riducendo la necessità di acquistare oggetti di nuova produzione - ha dichiarato Giuseppe Pasceri, Ceo di Subito - Crediamo che il movimento verso un futuro più sostenibile passi anche attraverso iniziative concrete, che hanno al centro il potere delle persone: comprare e vendere oggetti usati è un gesto semplice, alla portata di tutti e che aiuta, allungando la vita dei prodotti, a contribuire a un'economia più circolare”. Chi sceglie l’economia dell’usato, infatti, da una parte regala una seconda vita alle cose, riducendo la produzione di rifiuti, dall’altra evita potenzialmente le emissioni di CO2 e i costi ambientali della produzione di un bene nuovo (dall’estrazione delle materie prime, alla loro lavorazione, fino alla distribuzione). Questo emerge anche da una survey che Subito ha sottoposto ai suoi utenti e dalla quale si evidenzia come nella maggior parte dei casi (52%) l’usato sostituisca l’acquisto del corrispettivo bene nuovo, percentuale che cresce ancora di più nel caso di beni come quelli della categoria Elettronica (55%). Per la prima volta, sempre attraverso la survey sottoposta agli utenti della piattaforma, è stato indagato anche il comportamento dei consumatori rispetto alle azioni che completano la compravendita e che contribuiscono a determinarne l’impatto, ovvero trasporto e imballaggio. Dalle risposte emerge che entrambe le azioni hanno un impatto ridotto sull’ambiente perché quando si compra o vende un bene pre-loved, l’80% di chi spedisce un prodotto lo fa utilizzando un imballaggio già presente in casa o comunque già utilizzato per altro (come ad esempio confezioni di precedenti acquisti); mentre rispetto al trasporto l’80% degli utenti preferisce effettuare la compravendita e lo scambio di persona prediligendo l’utilizzo di mezzi pubblici o spostandosi a piedi ottimizzando così il tragitto anche per fare altro e, di questi, il 63% dichiara di non utilizzare alcun tipo di imballaggio e il 30% di riutilizzare un packaging già usato in precedenza.