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(Adnkronos) - Sono Angelica Bove ('Mattone') e Nicolò Filippucci ('Laguna') i 2 finalisti di Sanremo Giovani. Durante la prima serata di Rai1 'Sarà Sanremo', condotta da Carlo Conti e Gianluca Gazzoli, i due giovani hanno conquistato il pass per l'Ariston, superando gli altri concorrenti Welo, Seltsam, Antonia e Senza Cri. La Commissione Musicale, composta da Ema Stokholma, Carolina Rey, Manola Moslehi, Enrico Cremonesi e Daniele Battaglia (insieme a Carlo Conti e Claudio Fasulo, giurati fuori onda), ha decretato i vincitori che si sfideranno sul palco dell'Ariston dall'24 al 28 febbraio nella categoria 'nuove proposte' e si aggiungeranno ai due di Area Sanremo: Mazzariello e il trio Soniko, Blind & El Ma. La serata, che si è aperta con l'esibizione del vincitore dell'anno scorso Settembre con il brano 'Vertebre', è stata caratterizzata da un ritmo incalzante, come anticipato dallo stesso Carlo Conti in apertura: "Dobbiamo andare veloci e spediti", dettando subito il tono del prossimo Festival. Durante la serata speciale 'Sarà Sanremo' il direttore artistico e conduttore Carlo Conti ha svelato i titoli dei 30 brani che si sfideranno sul palco del Teatro Ariston dal 24 al 28 febbraio. Il primo artista presentato è un veterano del Festival: per Raf sarà la quinta partecipazione. Il suo approccio questa volta è diverso: "Voglio divertirmi con più serenità e relax", ha dichiarato. Il brano, 'Ora e per sempre', è un pezzo che definisce "molto autobiografico" e racconta "la storia di un amore nato alla fine degli anni '80. Queste due persone, dopo decenni, stanno ancora insieme e si confrontano con un mondo che è completamente cambiato, un amore che passa attraverso gli anni”. Al suo debutto all'Ariston, il giovane Tredici Pietro, già disco di platino, porterà 'Uomo che cade'. Il brano esplora un tema universale: "Per quel poco che ho capito nella vita, credo che tutto stia nel percorso, nella corsa e nella ricerca. Noi esseri umani abbiamo il brutto vizio di non accontentarci mai. La canzone parla di questo: del cadere e del rialzarsi", racconta il rapper. Con 12 dischi di platino all'attivo, Tommaso Paradiso porta al Festival "I romantici". La sua è una missione chiara: "È una semplice dedica d'amore alle persone che amo, ovvero i romantici", ha spiegato. "Soprattutto di questi tempi, non guasterebbe tornare ad essere un po' più romantici". Per lei è l'undicesima volta al Festival. Patty Pravo, "la Divina" come la definisce Conti, ha risposto con la sua solita ironia alla domanda su come si stia preparando: "Mi vesto e canto". La sua canzone, ‘Opera’, ha un significato profondo: "È un sogno che si chiama Opera, perché tutti noi siamo delle opere d'arte. E speriamo in un grande amore". Alla sua seconda partecipazione dopo l'edizione segnata dalla pandemia ("la mia edizione Covid"), Fulminacci presenta ‘Stupida sfortuna’. Descrive il brano come "un percorso a ostacoli, la ricerca di qualcuno attraverso il ricordo di qualcun altro, una passeggiata solitaria". Il rapper Luchè, con un palmarès di 35 dischi di platino, affronta il debutto sanremese cercando di “restare calmo", ha detto il rapper. La sua canzone, ‘Labirinto’, è "una metafora dei pensieri ossessivi che a volte ho anche io, e parla di quando ti trovi in una situazione tossica. Il labirinto rappresenta la ricerca di una via d'uscita". Dopo alcuni anni di assenza, Arisa torna sul palco che l'ha consacrata. "La vivo come se fosse la prima volta, e mancare da un po' di anni la rende ancora più importante", ha confessato. Il suo brano, ‘Magica favola’, racconta "di una vita che si evolve, dove le cose cambiano, ma che a un certo punto ritrova la genuinità della bambina, l'innocenza infantile". Per Serena Brancale è la terza partecipazione, la seconda consecutiva. "Porto la parte più autentica di me, ho bisogno di raccontare una storia", ha spiegato. Il suo brano, ‘Qui con me’, è proprio questo: "È una lettera alla persona più importante della mia vita". Riguardo all'identità del destinatario, ha lasciato un velo di mistero: "Lo scoprirete all'Ariston". Quarta volta al Festival per Enrico Nigiotti. Il suo brano, ‘Ogni volta che non so volare’, è descritto come un "flusso di coscienza che attraversa la vita" e "parla di quei momenti in cui si tocca il fondo, che sono però fondamentali per trovare la forza di risalire". Prima volta in coppia per LDA e AKA 7even, che portano ‘Poesie clandestine’. Descrivono il pezzo come "un amore viscerale, ma quasi fuggitivo, un brano che si può dedicare a tanti". Sesta partecipazione per Malika Ayane, che si prepara al Festival "vivendo, prendendo tutto quello che arriva dalla vita". Il suo brano, ‘Animali notturni’, è un omaggio a un mondo spesso invisibile. "Gli animali invisibili siamo tutti noi. La notte è una parte del giorno che si vede meno”, ha raccontato. Seconda partecipazione per Mara Sattei (18 dischi di platino), che ha descritto il suo ritorno come "un vortice di emozioni, è veramente magico". Il brano ‘Le cose che non sai di me’ “è una storia d'amore che ho scritto per la persona che amo". Debutto assoluto all'Ariston per Sayf con "Tu mi piaci tanto". "È dedicata a tante persone", ha detto. "Mi piace pensare che le canzoni siano come fotografie, e questa è una fotografia del mio stato d'animo e di quello che penso della società". Prima volta da solista per J-Ax (71 dischi di platino), che ha anticipato: "C'è un buon motivo per cui sono da solo, e lo svelerò sul palco dell'Ariston". Il titolo, ‘Italia Starter Pack’, è stato al centro di un siparietto con Conti. "Lo starter pack è il pacchetto base", ha spiegato il rapper, "e io ho portato il Sanremo starter pack". Cosa contiene? "Una camomilla per mantenere la calma, la tessera di un centro abbronzature per mantenere calma e colore, e le cuffie per non sentire le mie stonature". Il brano, quindi, è "quello che ti serve per iniziare in Italia". E’ la volta poi della coppia Fedez e Marco Masini. "Se non ci fossimo incontrati l'anno scorso, non saremmo qui adesso", ha spiegato Fedez. Il brano, ‘Male necessario’, è "un piccolo mantra per non dimenticare che le tempeste affrontate nella vita possono essere anche delle opportunità", ha racconto il rapper. Un concetto su cui Masini si è detto d'accordo: "Ci siamo incontrati sotto questo aspetto. Passare dal dolore è importante per riconoscere la felicità". Con sei dischi di platino all'attivo, per Levante è "sempre un'emozione enorme" tornare al Festival. La sua canzone, ‘Sei tu’, racconta "il desiderio di esprimere l'amore, un elenco infinito delle sensazioni fisiche e della potenza che l'amore fa provare". È la prima volta all'Ariston per Samurai Jay. "Sono emozionato e grato, sono pronto", ha dichiarato. Il suo brano, ‘Ossessione’, parla di "quel motore che muove tutto: l'ossessione per la musica, per l'amore e per la vita. Tocca correre". Alla sua settima partecipazione, Ermal Meta si è detto "molto emozionato". Porterà ‘Stella stellina’, una canzone "molto attuale ma anche di speranza e di resistenza". Il brano, “racconta la storia di una bambina vista dagli occhi di uno sconosciuto, che in realtà è anche un po’ sua”. Seconda partecipazione in gara per Elettra Lamborghini (15 dischi di platino), che l'anno scorso ha partecipato come co-conduttrice. "Ho volato, è stato bellissimo. Quest'anno dovrò impegnarmi di più", ha commentato. Riguardo al suo brano, ‘Voilà’, ha anticipato: "Mi piace tantissimo. Si balla, bisogna muovere il ‘bumbum’, bisogna essere felici in questa vita". Al suo debutto, Eddie Brock ha rivelato: "Per ora ho lasciato il lavoro". La sua canzone, ‘Avvoltoi’, parla di "un amore struggente e della capacità di riconoscerlo". Terza partecipazione per Dargen D'Amico (8 dischi di platino). Il suo brano, ‘AI AI’, "si ispira alla biodiversità delle regioni per stimolare una musica biologica che non si pieghi". Il titolo gioca con il tema dell'intelligenza artificiale, che l'artista definisce scherzosamente "artificienza", senza però svelare ulteriori dettagli. Debutto all'Ariston anche per Nayt, con due dischi di platino alle spalle. "Incredibile, sono onorato", ha affermato. La sua canzone, ‘Prima che’, affronta il tema della distanza nell'era digitale: "Oggi siamo sempre più distanti nonostante il web, le maschere che indossiamo e gli schermi attraverso cui ci parliamo". Il brano esprime quindi il desiderio di "incontrarsi e riconoscersi davvero". Debutto al Festival per le Bambole di Pezza, definite da Carlo Conti "il rock al femminile". "Portiamo un po' di girl power", ha dichiarato la band. Il loro brano, ‘Resta con me’, parla del "coraggio di restare unite anche nei momenti di difficoltà, e la nostra sorellanza ne è una prova". Terza partecipazione per Leo Gassmann, che porterà in gara il brano ‘Naturale’, descritto come "un grido d'amore e un invito ad andare oltre le apparenze". Torna a Sanremo Sal Da Vinci, 17 anni dopo la sua prima volta. Il suo brano, ‘Per sempre sì’, "celebra la più grande promessa che si possa fare nella vita: il sì che unisce due anime per sempre". Prima volta al Festival anche per la coppia formata da Maria Antonietta e Colombre. Presenteranno ‘La felicità e basta’, una canzone che, spiegano, "non è una canzone d’amore. La felicità non è una gara, non è un premio: è un diritto di tutti". Terza partecipazione al Festival per Michele Bravi, che vanta 5 dischi di platino. Il brano, intitolato ‘Prima o poi’, racconta "uno sguardo dolce sugli inadeguati, sulle persone che si sentono fuori posto". Seconda partecipazione al Festival per Ditonellapiaga, ma la prima da solista. Porterà ‘Che fastidio’, un brano definito "pungente e molto ironico". E' un altro debutto sanremese quello di Chiello, che ha rivelato: "Per adesso sto scrivendo il nuovo disco". La sua canzone in gara, ‘Ti penso sempre’, "parla di una mente sospesa tra l’inizio e la fine di qualcosa". Chiude la carrellata di artisti il veterano Francesco Renga. Quest'anno porta a Sanremo ‘Il meglio di me’, una canzone che descrive come "un'importante riflessione sulla crescita personale, dove affronto le fragilità e racconto me stesso".
(Adnkronos) - Nel Festival del management, tenutosi quest'anno a Napoli, è stato ancora una volta posto l’accento sulla crescente esigenza da parte delle pmi italiane di accrescere le proprie competenze manageriali: il Temporary Management (TM) è stato da più parti indicato come uno strumento adatto a perseguire questo scopo, rappresentando un mezzo efficace per 'portare in casa' competenze di alto livello, per il tempo necessario e a costi variabili, in modo che alla fine di un progetto l’azienda sia in grado di fare le stesse cose meglio di prima o di farne di nuove. Prende spunto da queste considerazioni il crescente interesse da parte del legislatore di creare attraverso il costrutto normativo un terreno fertile per l’utilizzo dello strumento, come peraltro dimostrano alcuni buoni esempi del passato. Su questo Adnkronos/Labitalia ha intervistato l'esperto Maurizio Quarta, managing partner di Temporary Management & capital advisors e vp di Confassociazioni management, per capire come il legislatore ha affrontato questo problema. "Da diversi anni - afferma - i legislatori locali e nazionali hanno riconosciuto l’importanza di disporre di strumenti legislativi di supporto all’utilizzo del TM nelle pmi, quali elementi incentivanti e facilitanti di una conoscenza ed un apprezzamento del servizio in costante aumento. Ultimo e più recente 'prodotto' di questa linea di pensiero è la proposta di legge 2474, a firma di Letizia Giorgianni e altri, avente per oggetto 'Agevolazioni fiscali per l’assunzione di dirigenti temporanei e a progetto presso le piccole e medie imprese', attualmente in fase di lavorazione". Dal punto di vista delle formulazioni, il legislatore locale ha prodotto più e forse meglio di quello nazionale, sicuramente più vincolato da difficoltà di natura sostanzialmente politica. "Due - spiega - i punti chiavi affrontati in maniera diversa dai vari proponenti: da un lato i requisiti professionali del temporary manager (quali e come attestarli) e il suo legame con la figura del dirigente, dall’altro le modalità di finanziamento di un progetto. Il primo esempio di legge italiana che riconosce il TM e le società che lo forniscono è la legge n. 7193 del 12 novembre 1997 della Regione Umbria, cui va riconosciuto il merito di interpretarne nel giusto modo i principi (elevata seniority; interventi per innovazione e diversificazione, a livello di top management e funzionale; necessità di un progetto con obiettivi ben definiti; intervento anche attraverso società specializzate)". "Nel 2004 - ricorda - la Commissione Lavoro della Camera ha elaborato un disegno di legge (il 5421, definito Camo-Lettieri) che prevedeva agevolazioni fiscali per interventi nelle pmi. Il ddl partiva da corrette considerazioni sulla scarsa capacità competitiva delle imprese italiane, riconducibile alla struttura prevalente delle piccole imprese ed alla loro bassa capacità di finanziamento, alla quale si sommano le loro scarse capacità gestionali e la limitata presenza di manager in grado di organizzare e guidare l’azienda con metodo e coerenza". "La migliore articolazione fino ad oggi - assicura Maurizio Quarta - proviene dalla regione Friuli Venezia Giulia che, prima con il 'Documento strategico per il comparto manifatturiero' introduce il concetto di Temporary Management definendolo come la gestione di una o più attività aziendali da parte di manager professionisti, poi approva il 'Disegno di legge sullo sviluppo competitivo delle pmi', che, con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Friuli Venezia Giulia del 4 marzo 2005, è diventato la legge n. 4, altresì nota come legge Bertossi dal nome del suo ispiratore. Finalità principale di questa legge è quella di superare i fattori tradizionali di debolezza competitiva, quali l’insufficienza dimensionale e i livelli di capitalizzazione, la scarsa apertura degli assetti di governo societario e l’inadeguatezza dei livelli di managerializzazione". "I destinatari degli incentivi - ricorda - sono le piccole e medie imprese, in qualsiasi forma costituite, singole ed associate, aventi sedi o almeno un’unità operativa nel territorio regionale, per l’utilizzo di manager a tempo che, a fronte di un business plan definito, le aiutino a gestire ad esempio, interventi crescita dimensionale (aggregazioni, fusioni e accordi interorganizzativi), processi di internazionalizzazione (creazione di reti commerciali all’estero, sviluppo strutturato di relazioni internazionali); razionalizzazione degli assetti gestionali e organizzativi; situazioni di successione generazionale, processi di ricapitalizzazione o di riordino degli assetti di governo societario anche attraverso l’apertura a terzi, fabbisogno manageriale temporaneo. In questa legge, infine, si presta molta attenzione al profilo del manager, alla valutazione della sua coerenza con il business plan, e alla sua capacità di trasferire competenze". "Nel 2010 - continua - Alessia Mosca, segretario della Commissione lavoro della Camera, e Giuliano Cazzola, vice presidente della stessa Commissione, hanno avviato un processo positivamente bipartisan per arrivare, in tempi anche rapidi, alla definizione di un testo di legge nazionale sul tema del Tman. Sono così nati, per motivi di opportunità politica, due disegni di legge sostanzialmente gemelli sulla materia: il primo, presentato da Alessia Mosca (ddl 3642 del 20 luglio 2010), il secondo, presentato da Giuliano Cazzola (ddl 3978 del 20 dicembre 2010). Le caratteristiche richieste al Tman: aver operato come dirigente per almeno dieci anni presso imprese con più di 10 dipendenti, per interventi di natura funzionale oppure almeno quindici anni presso imprese con più di 50 dipendenti, per interventi di natura gestionale complessiva. Tra i progetti ammissibili al finanziamento: crescita dimensionale dell’impresa; internazionalizzazione; razionalizzazione degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa; successione generazionale dell’impresa; processi di ricapitalizzazione o di riordino degli assetti di governo societario anche attraverso l’apertura a terzi; il trasferimento di know how e di competenze manageriali". In relazione alla nuova proposta di legge a firma Letizia Giorgianni, Quarta commenta: "L'incipit è inappuntabile: la proposta si propone, da una parte, di rafforzare la struttura organizzativa delle nostre pmi, dall’altra di creare un tessuto imprenditoriale favorevole all’affermazione di una nuova generazione di manager flessibili, dinamici e orientati al risultato. Nell’articolo 2, in sede definitoria, il dirigente temporaneo e a progetto è un professionista qualificato a cui sono attribuite, funzioni di amministrazione temporanea dell’intera azienda, di un suo ramo, di una specifica funzione o struttura ovvero di sviluppo e attuazione di un progetto determinato e delimitato nel tempo: a parte forse la necessità di chiarire per bene il legame con la figura del dirigente, sembra essere, in versione compatta, la definizione canonica del TM". "Un punto delicato di attenzione - avverte - emerge però nell’articolo 3 che pur parte dalla corretta premessa che il Temporary Manager deve avere una comprovata esperienza nella gestione aziendale. Scendendo nel dettaglio, si richiede infatti che il dirigente temporaneo e a progetto debba essere: a) un dottore commercialista, iscritto all’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che abbia maturato un’esperienza professionale di almeno tre anni, anche non continuativi, nello svolgimento di funzioni di amministrazione, direzione e controllo presso un’impresa, con almeno due incarichi nell’ultimo triennio in organi amministrativi o di controllo; b) un professionista in possesso del diploma di laurea magistrale in scienze economico-aziendali (classe LM-77), che non abbia superato il trentacinquesimo anno di età alla data della sua assunzione, e che abbia esercitato, anche in modo non continuativo, per un periodo complessivo non inferiore a tre anni, funzioni di amministrazione, direzione e controllo presso un’impresa". "La formulazione della proposta di legge nella sua forma attuale -chiarisce - sembrerebbe molto restrittiva e limiterebbe in maniera rilevante il campo di applicazione. Abbiamo pertanto posto ad un panel di Tman e ad alcune associazioni manageriali la seguente domanda per mettere bene a fuoco il punto. Una pmi che utilizzi un direttore hr, un direttore industriale, un cfo o un dg (tutte casistiche reali), quindi un manager che non rientri nella fattispecie dell’articolo 3 ai punti a) e b), potrebbe o meno accedere ai benefici della futura legge? Apparentemente no, dato che i Tman impegnati in tutti questi casi non avrebbero i requisiti richiesti in quanto non dottori commercialisti, parliamo sempre e solo ovviamente manager di lungo corso, e in quanto tutti ben over 50 (ovvero con almeno 15 anni di esperienza nel ruolo, come richiesto dalla tipologia di problemi da gestire). La risposta è stata praticamente sempre la stessa: la stragrande maggioranza degli incarichi realizzati sul mercato oggi per le pmi non troverebbe spazio per essere finanziata con l’attuale proposta di legge". "Peraltro - fa notare - anche in sede di Commissione, è stato sollevato lo stesso problema, in quanto tale requisito 'appare incongruente alla luce della realtà socio-economica del Paese, nella quale i dirigenti che si occupano di risorse umane spesso hanno conseguito un titolo di studio in ambiti diversi dall’economia e dal commercio'. Sempre in sede di Commissione, ecco la relativa controobiezione: gli spazi finanziari prospettati dal provvedimento non sembrano consentire un consistente allargamento della platea dei soggetti tra cui le imprese potranno scegliere i temporary manager". "Dalle interviste informali effettuate - riferisce - abbiamo cercato di estrapolare i più significativi suggerimenti per il legislatore.In primis, l’aspettativa è che una legge nazionale sul TM abbia un campo di applicazione il più ampio possibile, per tenere in adeguato conto quello che realmente avviene sui mercati italiano e internazionali. A titolo di cronaca, la nostra indagine internazionale del 2022 evidenziava un’età media di 53 anni con almeno 3 anni di esperienza come Tman (oltre all’esperienza pregressa come manager permanent/dirigente). Di conseguenza, per poter comprendere il mercato del tm nelle pmi nella sua totalità, si chiede di inserire tra le figure professionali dell’articolo 3 anche le seguenti categorie: manager funzionali con significativa esperienza gestionale (almeno 15 anni come dirigente apicale nella specifica funzione); dg e ceo sempre con significativa esperienza gestionale (almeno 10 anni nel ruolo). "Un punto che - sottolinea Maurizio Quarta - per il legislatore è importante è la possibilità di poter esibire dei titoli a sostegno di una possibile richiesta: per quanto riguarda il ruolo di dirigente, si ratta di uno status contrattuale facilmente provabile. Per il ruolo di dg e ceo, di fatto un sottoinsieme del precedente, basterebbe produrre le dichiarazioni delle aziende presso le quali il manager ha avuto questi ruoli per alcune figure professionali. In alcuni casi, si potrebbe anche fare riferimento alle certificazioni messe in campo da alcune associazioni manageriali, esempio per le risorse umane (Aidp) e per finanza amministrazione e controllo (Andaf), caratterizzate dalla certificazione di terza parte indipendente e dalla conformità con le regolamentazioni nazionali e internazionali in materia (prassi Uni Pdr 104:2021 per Andaf e norma Uni11803:2021 per Aidp). Come pure per l’attestato di qualità e qualificazione professionale di leading network, associazione non ordinistica riconosciuta dal Mimit". "Una volta risolto questo non banale nodo interpretativo - aggiunge - da più parti si è anche discusso sull’opportunità o meno di utilizzare lo strumento del credito d’imposta rispetto a forme più dirette di finanziamento (come nel caso di alcune leggi regionali), rilievo fatto anche in Commissione: mentre dal punto di vista puramente operativo le pmi, specie le più piccole, gradirebbero una forma di finanziamento a fronte spesso di un capitale circolante limitato per far fronte ai costi, comunque rilevanti, di un progetto di TM, il legislatore nazionale, anche in passato, ha dovuto 'obtorto' collo optare per la soluzione del credito d’imposta data l’oggettiva difficoltà a trovare le coperture finanziarie necessarie nell’altro caso". "In sintesi, il credito d’imposta non sarà certamente ottimale, ma perlomeno garantisce che una proposta di legge non venga bloccata sul nascere. In sintesi, la proposta di legge attualmente in discussione contiene senza dubbio una serie di punti interessanti, che potrebbero essere ulteriormente valorizzati in un contesto applicativo più ampio", conclude.
(Adnkronos) - Soddisfazione da parte dell’industria italiana del Gnl rappresentata da Assogasliquidi-Federchimica per l’avvenuta pubblicazione oggi del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, datato 24 ottobre, che definisce criteri di riparto del Fondo da 590 milioni di euro per la strategia di mobilità pesante sostenibile. Il decreto era molto atteso dal comparto perché stabilisce l'entità delle risorse destinate al rinnovo del parco veicolare per il settore dell’autotrasporto merci nel quinquennio 2027-2031. "Il raggiungimento di questo obiettivo è il risultato di un'intensa e proficua attività di sensibilizzazione e confronto tecnico portata avanti con determinazione anche dalla nostra associazione, in sinergia con le associazioni rappresentative Anfia e Anita" commenta Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica. "Esprimiamo vivo apprezzamento – sottolinea Cimenti – per l’operato del Ministro Salvini e delle competenti Direzioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il loro lavoro ha permesso di tradurre in realtà una visione strutturale del sostegno al settore dei trasporti". "Il decreto – aggiunge Costantino Amadei, Presidente del Gruppo Gnl di Assogasliquidi - rappresenta un tassello decisivo nell’opera di rappresentanza del settore del Gnl, attività che abbiamo avviato oltre dieci anni fa. L’adozione di una programmazione pluriennale e strutturale dei fondi risponde pienamente alle istanze presentate dall’Associazione a più riprese al decisore pubblico. Il provvedimento – continua Amadei - contribuirà in modo determinante alla ripresa sostanziale delle immatricolazioni di mezzi pesanti alimentati a Gnl e bioGnl, carburanti immediatamente disponibili e tecnologicamente maturi, decisivi per la politica energetica nazionale e per il conseguimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione del trasporto pesante". Proprio per garantire che la misura sia indirizzata al rinnovo del parco a favore dei carburanti alternativi, in vista dei futuri passaggi normativi, Assogasliquidi richiama l’attenzione sulla necessità di prevedere, nei prossimi decreti attuativi, specifiche premialità per le imprese di autotrasporto che scelgono virtuosamente di investire nel rinnovo della flotta con mezzi alimentati a Gnl e bioGnl. "Siamo certi – conclude Amadei - che anche nella successiva fase attuativa non mancherà l’attenzione del Ministero dei Trasporti e del Governo tutto, verso le Imprese impegnate a investire nella crescita della disponibilità dei mezzi alimentati a Gnl e bioGnl e delle infrastrutture di stoccaggio e distribuzione di tali carburanti, una vera eccellenza industriale a livello internazionale".