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(Adnkronos) - Trump pronto ad adottare tariffe che "colpiranno" l'economia russa se Putin non accetterà di arrivare ad un accordo per mettere fine alla guerra in Ucraina. "Avremo delle tariffe molto severe se non abbiamo un accordo tra Ucraina e Russia in 50 giorni, del 100%, chiamiamole tariffe secondarie", ha detto il presidente Usa, parlando nello Studio Ovale accanto a Mark Rutte, dicendo che "siamo molto, molto scontenti" di Vladimir Putin. Trump in particolare si è detto "molto arrabbiato" con il presidente russo "perché pensavo che avremmo avuto un accordo due mesi fa". "Sono solo discorsi e poi arrivano i missili a Kiev e uccidono 60 persone, si deve fermare, questo deve finire", ha detto riferendosi a Putin. "Spero che non arriveremo al punto di doverlo fare, ma io sento così tante parole, solo parole", ha aggiunto il presidente americano. "Non voglio dire che è un assassino, ma è un tipo duro, ha imbrogliato Clinton, Bush, Obama, Biden, ma non ha imbrogliato me", ha continuato Trump, affermando che "parla molto con lui per poter concludere le cose e sempre finisco pensando 'che bella conversazione' e poi vengono lanciati missili contro Kiev o un'altra città. Dopo che questo succede tre, quattro volte - conclude - allora parlare non significa nulla". Trump afferma di aver pensato di aver raggiunto un accordo con la Russia sulla guerra in Ucraina "circa quattro volte''. ''E ora ne stiamo ancora parlando". "Penso che avremmo dovuto raggiungere un accordo molto tempo fa, ma si continua ad andare avanti e ancora avanti" La minaccia delle tariffe secondarie, che colpiscono i Paesi che fanno affari con il Paese colpito, al 100% da parte di Trump sembra essere quindi un approccio diverso dal pacchetto di sanzioni che un ampio gruppo bipartisan, oltre 80 senatori, stanno chiedendo al presidente di adottare. La proposta dei senatori infatti intende colpire l'economia della Russia con sanzioni ad un livello molto più alto, fino al 500% per i Paesi che acquistano petrolio e uranio russo. Trump ha lodato il lavoro dei senatori repubblicani che hanno portato avanti questo pacchetto, affermando però che la sua approvazione gli darebbe dei poteri che già ha: "non sono sicuro che ne abbiamo bisogno, ma è positivo quello che stanno facendo", ha detto. In un secondo momento, Trump, comunque ha sostenuto che il pacchetto, "potrebbe essere molto utile". "Dobbiamo vedere", ha aggiunto spiegando che il leader della maggioranza repubblicana al Senato, John Thune, oggi si recherà alla Casa Bianca "per parlarne". Trump ha poi annunciato l'accordo con la Nato per l'invio di armi all'Ucraina, sottolineando che "gli Stati Uniti non dovranno pagare nulla, noi non compriamo, ma produciamo e saranno loro a pagare". "Noi produciamo il migliore equipaggiamento, i migliori missili, il meglio di tutto, i Paesi europei lo sanno e abbiamo fatto un accordo oggi, in base al quale noi invieremo le armi e loro pagheranno", ha detto. Quindi il presidente Usa ha confermato che le batterie di Patriot saranno inviate a Kiev "nel giro di pochi giorni". "Se oggi fossi Vladimir Putin, riconsidererei la possibilità di prendere i negoziati sull'Ucraina più seriamente di quanto non stia facendo al momento", ha affermato dal canto suo il Segretario generale della Nato. Definendo l'accordo annunciato da Trump per il rifornimento a Kiev di una grande quantità di armamenti come una "intesa davvero importante", Rutte ha spiegato che "è del tutto logico che gli europei paghino per le armi inviate all'Ucraina". "Gli europei stanno subentrando anche su questo", ha aggiunto. Rutte ha reso noto di essere in contatto con "numerosi Paesi" che vogliono aderire all'accordo, fra cui, ha citato, Finlandia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna, Olanda e Canada. "Ed è solo la prima ondata, ce ne saranno altri", ha anticipato.
(Adnkronos) - ''Il ritiro degli emendamenti al decreto legge infrastrutture, che puntavano a introdurre la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e regole più uniformi negli appalti di servizi e forniture, è una scelta che condanna al fallimento decine di aziende, con il conseguente rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro, e minaccia la tenuta di settori cruciali per il funzionamento quotidiano del Paese''. È la denuncia della Consulta dei servizi, che riunisce 19 associazioni nazionali e 4 filiere, a seguito del ritiro delle proposte di modifica, nelle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, ritenuti ''essenziali per garantire equità e continuità negli appalti pubblici''. ''Il settore dei servizi fatica a sostenere contratti pubblici che non riconoscono l’impatto reale dell’inflazione e dell’aumento dei costi'', spiega la Consulta dei servizi. La soglia del 5% per l’attivazione della revisione prezzi, abbassata correttamente al 3% per i lavori pubblici, ''è stata dimostrata come inefficace''. Inoltre, ''l’assenza di norme certe sulla revisione prezzi, per contratti pluriennali della durata di almeno 5 anni, in un comparto ad alta intensità di manodopera dove il costo del lavoro pesa in modo decisivo, ha un effetto diretto sulle politiche salariali''. ''Senza una revisione dei contratti in essere con la pubblica amministrazione, che tenga conto degli aumenti previsti dai rinnovi dei ccnl, si rischiano ricadute sul fronte occupazionale: o le imprese non saranno in grado di onorare gli appalti vinti e partecipare ai nuovi, o saranno costrette a ridurre drasticamente i costi, con effetti sulla qualità dei servizi e sulla dignità del lavoro'', spiega la Consulta dei servizi. ''Parlamento e Governo devono porre la giusta attenzione alle conseguenze che deriveranno dal vigente quadro normativo, che mette a rischio la tenuta economica e sociale di servizi pubblici essenziali, dalla ristorazione scolastica e ospedaliera alla vigilanza, dai servizi ambientali al welfare, dai quali dipende, per lo svolgimento di attività quotidiane di milioni di cittadini, la funzionalità stessa del Paese'', osserva la Consulta dei servizi. Si tratta di un settore che, spiega l'organismo, ''significa oggi 70 miliardi di euro, impiega un milione di persone ed è parte integrante della coesione sociale e del benessere dei cittadini. Ravvisiamo segnali allarmanti: si continua a chiedere ai servizi essenziali uno sforzo non più sostenibile, anche a costo di comprometterne la tenuta. Le ricadute sarebbero gravissime: riduzione della qualità dei servizi, perdita di posti di lavoro e chiusura di imprese qualificate''. ''Intendiamo proseguire con determinazione le nostre azioni di confronto attraverso l’interlocuzione istituzionale e pubblica'', assicura la Consulta. ''Ci rivolgiamo a Governo e Parlamento per richiamare l’attenzione sull’evidenza che, ogni giorno che passa senza una norma strutturale per la revisione dei prezzi, si consuma un danno economico e sociale. L’intera rappresentanza del comparto proseguirà nel portare in tutte le sedi istituzionali i rischi concreti che corre il sistema-sicurezza del Paese''. La Consulta auspica che il confronto con il Governo ''consenta di provvedere a correttivi non più rinviabili e costruire un quadro strutturale equo e sostenibile, capace di riconoscere il valore strategico dei servizi pubblici''.
(Adnkronos) - "Siamo nuovamente qui all’Eco Festival per rafforzare l’impegno di Enel sul tema. In questo contesto, in particolare, raccontiamo il nostro lavoro verso una mobilità diversa e sostenibile, fondamentalmente elettrica, nella quale da anni abbiamo dato prova di credere con impegno ed investimenti”. Sono le parole di Simone Tripepi, Ceo di Enel X Way Italia e responsabile del Charging Point Operator in Enel X global retail, alla presentazione di ‘Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti’. Un evento, alla terza edizione, che fa il punto sullo stato dell’arte della transizione ecologica nella mobilità delle persone e delle merci nel nostro Paese, in programma il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna. “Come già visto l’anno scorso, quello dell’Eco Fest è un contesto capace di amplificare efficacemente quello che è il nostro pensiero, per questo ritorniamo, facendo anche il punto della situazione rispetto a quello che è successo dall’anno scorso ad oggi. - prosegue Tripepi - Per quanto concerne le infrastrutture di ricarica, il nostro impegno più tangibile, che continuano ad essere presenti in numero importante sul territorio italiano, abbiamo portato innovazioni tecnologiche che rendono più semplice la vita e l’esperienza di chi usa le infrastrutture di ricarica, ad esempio implementando la possibilità di effettuare il pagamento per la ricarica con carta di credito o di debito. Proprio in questo mese di luglio infatti celebriamo il lancio dei nostri primi 400 pos fisici nelle infrastrutture di ricarica, oltre ai 3400 pos virtuali, un’innovazione tecnologica non banale”. “Per celebrare questo evento abbiamo un’offerta commerciale, proponiamo infatti tariffe di ricarica scontate per chi carica sui pos della rete Enel, un gesto che dimostra quanto continuiamo a credere nello sviluppo della rete infrastrutturale. - conclude - Rispetto alla scorsa edizione dell’Eco Festival abbiamo installato altri 2000 punti di ricarica sul territorio italiano e, da qui a fine anno, ne metteremo giù altri 3000”.