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(Adnkronos) - Il Collegio italiano dei chirurghi (Cic), che rappresenta oltre 45mila professionisti, esprime "pieno sostegno all'iniziativa del Governo volta a introdurre in maniera definitiva lo 'scudo penale' per i professionisti della sanità. Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Salute professor Orazio Schillaci, assume particolare rilievo per il mondo della chirurgia", commenta il Cic in una nota. "Ogni anno - sottolinea - in Italia milioni di interventi chirurgici vengono eseguiti in condizioni spesso complesse, che richiedono decisioni rapide e delicate, talvolta in emergenza e con risorse limitate. La consapevolezza che la responsabilità penale sia circoscritta ai soli casi di colpa grave, quando vengono rispettate linee guida e buone pratiche, restituisce maggiore serenità ai chirurghi e rafforza la fiducia dei pazienti in un sistema più equilibrato e trasparente". Il Cic ricorda che "già dal 2009 ha iniziato e combattuto una vera e propria battaglia sullo scudo penale", pertanto "la nota ministeriale viene accolta dal Collegio con grande soddisfazione, quale riconoscimento di un impegno che ha visto la chirurgia in prima linea. Il Collegio - si legge - riconosce inoltre che il nuovo quadro normativo tiene conto delle condizioni reali in cui si opera in sala operatoria: scarsità di personale, pressione organizzativa e necessità di affrontare patologie complesse e multisistemiche. In tali contesti, distinguere tra errori imputabili a colpa grave e complicanze inevitabili è un passo fondamentale per valorizzare la professionalità dei chirurghi e tutelare al tempo stesso i cittadini. Un ulteriore aspetto centrale è la formazione dei giovani chirurghi", rimarca il Collegio: "Soprattutto in questo momento di crisi, risulta fondamentale rafforzare le scuole di specializzazione e differenziarle a seconda dei bisogni reali del Paese. Solo così sarà possibile garantire una crescita professionale solida e coerente con le necessità del sistema sanitario nazionale". Dal Cic "un plauso va anche al vice ministro della Giustizia onorevole Francesco Paolo Sisto e al sottosegretario alla Salute senatore Marcello Gemmato, che hanno garantito, con la loro costante disponibilità, un dialogo istituzionale proficuo con il Collegio italiano dei chirurghi e con l'intero mondo medico-scientifico". "La chirurgia è un ambito ad altissimo rischio e responsabilità - dichiara il presidente del Cic, Maurizio Brausi - Garantire ai chirurghi la possibilità di operare con maggiore serenità, senza il timore costante di contenziosi penali quando non vi sia colpa grave, significa difendere la professione e rafforzare la qualità e la sicurezza delle cure chirurgiche", precisa il professore. "Questo provvedimento - conclude - rappresenta un passo importante verso un sistema sanitario più giusto, in cui medici e pazienti possano sentirsi entrambi tutelati". Il Collegio dei chirurghi si dice "disponibile ad una collaborazione costruttiva con Governo e Parlamento per affinare i decreti attuativi, garantendo che le misure suggerite siano praticabili e rispondano ai reali bisogni dei professionisti e dei pazienti".
(Adnkronos) - "Esprimo grande soddisfazione per l'approvazione del ddl di riforma delle professioni ordinistiche, un comparto centrale e fondamentale per il Paese che merita di avere regole moderne che esaltino il valore sociale degli Ordini. Ringrazio la Premier Meloni e tutto il Governo per avere voluto dare questo forte segnale verso i professionisti ordinistici". Così Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei Consulenti del lavoro e di ProfessionItaliane, l'associazione che riunisce 24 dei 28 Ordini, commenta l'approvazione della riforma degli ordini da parte del Consiglio dei Ministri.
(Adnkronos) - “Il Programma Emtn è molto importante perché sancisce il ritorno a raccogliere capitali in Italia, rafforzando il mercato dei capitali italiani che negli ultimi anni ha sofferto l'emorragia verso mercati esteri. L'Italia non ha nulla da invidiare agli altri paesi. Riteniamo che il rimpatrio in Italia sia la mossa giusta negli interessi di Iren e del sistema economico italiano”. Sono le dichiarazioni di Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. Un ruolo importante è riservato alla sostenibilità. “Il denaro che raccogliamo sul mercato - prosegue Dal Fabbro - serve per aumentare gli investimenti sulla resilienza ambientale, sul rafforzamento delle reti idriche, sull'efficientamento del parco termoelettrico, il fotovoltaico, l'eolico. Alimentiamo progetti che devono essere sostenibili e che aumentano la resilienza ambientale. Siamo convinti che si tratti di un buon investimento che, da un lato, offre rendimento agli azionisti e dall’altro rende l’azienda più solita. Investire nella sostenibilità non è un peso, ma una grande opportunità di rendere le aziende più solide”. Nella scelta di procedere all’emissione di nuovi titoli obbligazionari ha influito la semplificazione burocratica e normativa: “È stato fatto un grandissimo lavoro di semplificazione da parte di Borsa Italiana e Consob - aggiunge - questo è uno degli elementi che ci ha indotto a investire. Faccio i complimenti al team di Consob e di Borsa Italiana. Grande lavoro a beneficio di emittenti come la nostra e di tutte le imprese italiane. L’Italia deve tornare a fare industria, nel nostro Paese abbiamo una iper finanziarizzazione del sistema italiano, ma facendo industria ci saranno soldi per alimentare la finanza”. Infine una considerazione sul nucleare: “Il nucleare è un orizzonte molto lungo. Per fare una centrale nucleare ci vogliono tra i 10 e i 15 anni. Il suggerimento che darei a chi parla di nucleare è di sopravvivere nei prossimi 5-10 anni facendo quello che è possibile e in parallelo studiare le migliori forme per produrre energia elettrica sostenibile e sicura., con tutte le fonti, nessuna esclusa” conclude Dal Fabbro.