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(Adnkronos) - "Un flop il primo sciopero del 2025 indetto nel settore dei trasporti". Lo afferma il Codacons sullo sciopero di oggi venerdì 10 gennaio che vede incrociare le braccia i lavoratori dei trasporti e quelli del comparto scuola in tutta Italia, da Milano a Roma, da Napoli a Palermo. Per quanto riguarda la protesta nei trasporti il Codacons parla di "fallimento con bassissime adesioni e nessuna interruzione dei servizi". Il primo 'venerdì nero' dell’anno "si è rivelato a tutti gli effetti un flop, con il trasporto pubblico rimasto regolare nelle principali città, dove bus, tram e metro hanno continuato a garantire le corse, e nessuna interruzione è stata registrata sul fronte del trasporto ferroviario. Da nord a sud Italia i disagi per gli utenti sono stati minimi, e le adesioni alla serrata ben al di sotto delle aspettative dei sindacati", dice il Codacons. “Un fallimento lo sciopero del 10 gennaio che deve portare a riflettere sull’esigenza di un cambio di rotta sul fronte delle rivendicazioni dei lavoratori - afferma il presidente Carlo Rienzi - Vanno studiate forme di sciopero diverse, come lo sciopero delle biglietterie e dei controllori, che non arrechino danno ai cittadini, consentendo ai lavoratori di portare avanti le proprie istanze senza interrompere i servizi essenziali al Paese”. A Milano, nel giorno dello sciopero nazionale dei trasporti e del comparto scuola, la circolazione è regolare su tutte le linee, ha reso noto l'Atm, l'azienda di trasporti pubblici milanese. Le metro restano aperte e tram, bus e filobus sono in servizio. A Roma, l'adesione complessiva del personale Atac, rilevata nel corso della mattinata, allo sciopero nazionale di oggi, è stata pari al 16,4%. Lo comunica Roma Servizi per la mobilità.
(Adnkronos) - "Saremo presenti anche noi a Roma all’incontro interministeriale del 21 gennaio che inaugura i 'South 2 Corridor': da tempo insistiamo sulla necessità di intensificare i rapporti italo-tedeschi in termini di pianificazione economica e industriale. Siamo i due motori manifatturieri del continente, i settori che ci legano sono quelli al cuore dell’industria europea e affrontiamo sfide comuni, dall’energia all’automotive. In questo contesto, abbiamo esigenze compatibili, e una politica industriale comune è una necessità". Così, con Adnkronos/Labitalia, Jörg Buck, consigliere delegato della camera di commercio Italo-Germanica, Ahk Italien, giudica l'intenzione del ministro Pichetto Fratin di puntare su un'alleanza Italia-Germania per frenare i prezzi dell'energia e del gas. "Dopo il Piano d’azione sottoscritto dai due governi nel 2022, la proposta del ministro è interessante perché da concretezza a quel progetto sul fronte energetico. Non dobbiamo dimenticare che una maggiore coordinazione tra Italia e Germania vuol dire anche un’Ue più forte: sono anni decisivi per l’industria europea e la sua competitività, e i nostri due Paesi possono giocare un ruolo centrale nell’indicare una direzione", spiega Buck. E Buck rassicura anche sulla 'tenuta' delle aziende rispetto al boom del prezzo del gas. "I prezzi dell’energia hanno colpito in maniera significativa le nostre aziende nel 2022, ma le diversificazioni di fornitura intervenute negli ultimi anni hanno avuto effetti positivi. Prima dell’invasione dell’Ucraina eravamo i due Paesi più vulnerabili al ricatto del gas russo, oggi la situazione è molto diversa. Attualmente, il prezzo dell’energia rimane ovviamente un tema importante, ma i timori principali delle aziende sono soprattutto quello di un calo della domanda dovuto all’inflazione e alla caduta generale del potere d’acquisto e le scelte in materia politico-economica che i governi si troveranno a prendere", sottolinea. Positivo comunque lo scenario, secondo Buck, per i prossimi mesi. "Nel 2025 circa il 70% delle aziende tedesche in Italia si aspetta una chiara ripresa, anche se più probabilmente nel secondo semestre", conclude. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - I tessuti intelligenti nel futuro della moda e del Pianeta? È quanto afferma un gruppo di ricerca inglese, in un articolo recentemente comparso sulle colonne di “Energy and Environmental Materials”, una delle riviste scientifiche più autorevoli del settore. In particolare, gli esperti non sono solo riusciti a produrre dei tessuti che incorporano dispositivi elettronici, ma sono anche riusciti a rendere sostenibile l’intera filiera produttiva. Anche se ovviamente saranno necessarie ulteriori ricerche, si tratta di una scoperta che potrebbe rivoluzionare il settore della moda.