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(Adnkronos) - La polacca Iga Swiatek è la nuova 'Regina' di Wimbledon. L'ex numero uno del mondo, oggi numero 4, vince la prima volta lo Slam sull'erba londinese e lo fa dominando la finale con la statunitense Amanda Anisimova, numero 13 Wta, schiacciata con un impietoso 6-0, 6-0. A Wimbledon non capitava da 114 anni, un solo un precedente con questo risultato risalente al 1911. Per l'ottava edizione consecutiva, c'è una nuova campionessa di Wimbledon nel singolare femminile. Per la Swiatek è il terzo Slam differente, il sesto totale in carriera e con questo successo risale al numero 3 del mondo. Anisimova, invece, è arrivata alla sua prima finale Slam in carriera e questo ha pesato non riuscendo ad opporsi alla polacca in nessun modo, si consolerà comunque con l'ingresso in Top 10 nel ranking WTA: sarà numero 7. Curiosamente Swiatek e Anisimova, entrambe nate nel 2001, si sono incontrate una sola volta da junior, nel 2016. La tennista polacca si impone in una finale senza storia dove non ha dato alcuna possibilità alla Anisimova, con un doppio 6-0 in 57 minuti di gioco. Per la ventiquattrenne Swiatek arriva il primo titolo sull'erba di Wimbledon confermandosi imbattibile nelle finali major, avendo vinto tutte e sei quelle giocate. La tennista statunitense dopo il successo in semifinale con la numero uno Sabalenka ha pagato l'emozione. Curiosamente la Anisimova aveva aperto il torneo vincendo con un doppio 6-0 ed ha chiuso la finale con lo stesso punteggio ma a suo sfavore.
(Adnkronos) - Il lavoro irregolare è un fenomeno allarmante che coinvolge in Italia un numero enorme di persone: 2,5 milioni di lavoratori non regolari nel 2022 (pari al 9,7% degli occupati). In termini di unità di lavoro (Ula o Full time equivalent) si tratta invece di quasi 3 milioni di unità nel 2022 con un tasso di irregolarità, calcolato come incidenza percentuale delle Ula non regolari sul totale, pari al 12,5% (sceso dal 12,9% del 2021). Il lavoro sommerso e irregolare è oggi sempre più concentrato nei servizi non solo rispetto all’incidenza sulle unità di lavoro di ciascun settore, ma anche in termini di volume di occupazione irregolare. Il 79,5% del lavoro nero o irregolare nel 2022 è infatti concentrato nei servizi. Sono alcuni dei dati diffusi oggi da Assolavoro. In questo scenario, i fenomeni di carattere interpositorio rappresentano la seconda patologia che l'Inl riscontra tra le violazioni più rilevanti nel mercato del lavoro. Nonostante le modifiche normative intervenute negli anni, infatti, è la seconda tipologia di illecito più importante dopo i fenomeni di lavoro nero che impegna le attività dell’Ispettorato nazionale del lavoro. In un anno vengono 'scovati' 100-110mila lavoratori in nero; la somministrazione illecita arriva a 80mila. In questo scenario le agenzie per il lavoro giocano un ruolo importante come baluardo contro il lavoro irregolare, stante la correlazione tra tasso di legalità e tasso di penetrazione del lavoro tramite agenzia: la somministrazione di lavoro è infatti maggiormente presente nei territori con tassi di irregolarità inferiori. Al crescere del tasso di irregolarità del mercato del lavoro regionale (es. Calabria, Campania, Sicilia) si registrano livelli inferiori di ricorso allo strumento della somministrazione di lavoro; considerazione opposta vale per quelle regioni dove l’irregolarità risulta più contenuta (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia) e che si configurano come aree del Paese in cui le agenzie per il lavoro operano maggiormente.
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto". "La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".