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(Adnkronos) - I giovani italiani sono prevalentemente positivi rispetto al futuro: due su tre si dicono fiduciosi e la maggioranza guarda ai prossimi anni con ottimismo e speranza. Tuttavia, le incertezze determinate dalla situazione internazionale e da una serie di condizioni che incidono sulla loro vita quotidiana – dal lavoro alla formazione, dal costo della vita alla stabilità sociale – continuano a generare una percezione complessa, sospesa tra fiducia e preoccupazione. È quanto emerge dall’ottava rilevazione dell’Indice di Fiducia dei Giovani, realizzata dal Consiglio Nazionale dei Giovani con il supporto scientifico dell’Istituto Piepoli. A settembre 2025 l’indice, che tiene conto di 15 diversi indicatori, registra un valore complessivo di 66,2 punti, stabile nella fascia medio-alta di fiducia. Rispetto all’ultima rilevazione (giugno 2025) crescono i sentimenti positivi (63%, +4%) e aumenta la speranza (+2%), mentre calano amarezza (-2%) e paura (-2%). L’ottimismo verso il futuro resta solido al 54%. Sul fronte dell’economia la fiducia registra un saldo positivo di +20 punti, in lieve aumento (+2) rispetto a giugno, mentre si conferma stabile la fiducia sull’equilibrio vita-lavoro, che con il 41% fa registrare il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni. Particolarmente significativi i segnali di apertura verso il cambiamento. La fiducia nell’intelligenza artificiale cresce di dieci punti rispetto a giugno, (saldo positivo +34%), segno di una generazione sempre più pronta a leggere l’innovazione come leva di crescita. Allo stesso modo, l’importanza attribuita alla cultura torna a salire al 71% (+2%), confermando il ruolo centrale dell’accesso a libri, eventi e spettacoli come fattore di benessere e coesione sociale. “I dati di questa rilevazione – sottolinea Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani – ci consegnano un segnale importante: i giovani italiani guardano avanti con fiducia, si mostrano aperti al cambiamento e pronti a costruire il proprio futuro con consapevolezza. Crescono la speranza, la fiducia nell’economia, l’interesse per la cultura e la propensione a considerare l’innovazione e le nuove tecnologie come strumenti di progresso e inclusione. È il ritratto di una generazione che, pur in un contesto complesso, sceglie di reagire con ottimismo e determinazione, dimostrando una straordinaria capacità di adattamento e di resilienza”. Qualche criticità emerge rispetto all’occupazione con l’84% dei giovani che ritiene che le proprie condizioni economiche dipendono dalla propria famiglia anche per poter completare gli studi, evidenziando come i compensi ricevuti non siano adeguati né ai bisogni né alla quantità di lavoro richiesta. Stesse criticità emergono rispetto alla percezione della condizione di genere. Nonostante un miglioramento del 3% rispetto alla rilevazione precedente, l’indice di misurazione della percezione della diseguaglianza di genere resta alto in termini assoluti: il 61% delle persone intervistate reputa, infatti, che le condizioni delle donne siano peggiori rispetto a quelle degli uomini. In calo anche la fiducia nei confronti dell’Unione Europea che, pure rimanendo tendenzialmente alta (63%), è diminuita del 13% negli ultimi 12 mesi. Stessa dinamica per la fiducia nei confronti del sistema educativo (60%), diminuita del 18% rispetto a settembre 2024. E resta bassa anche la percezione dell’adeguatezza degli stipendi (29%), mentre cresce dell’1%, raggiungendo quota 85%, l’importanza di un lavoro stabile per costruire il proprio futuro. “Restano sullo sfondo alcune incertezze legate al futuro del lavoro, alla qualità degli stipendi e alle disparità di genere”, prosegue Pisani. “È un equilibrio fragile, che richiede ascolto e risposte tempestive. I giovani chiedono strumenti concreti per costruire la loro esistenza. È compito di tutti e delle istituzioni trasformare questa fiducia in opportunità, sostenendo il capitale umano e valorizzando le energie migliori del Paese”.
(Adnkronos) - Promuovere la formazione continua e interdisciplinare, valorizzare le competenze professionali e costruire sinergie che svolgono un ruolo strategico nel mondo del lavoro e dell’informazione. Sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa siglato a Roma tra il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, con il patrocinio dell’Enpacl e dell’Inpgi, e la partecipazione della Fondazione Studi Cdl. L’intesa mira a realizzare una collaborazione formativa e professionale, strutturata e permanente tra le due Categorie, finalizzata a garantire ai rispettivi iscritti un aggiornamento costante sulle evoluzioni normative, sui cambiamenti del mercato del lavoro e sulle informazioni utili alla collettività anche attraverso l’introduzione di strumenti e operativi innovativi, anche alla luce del riordino delle professioni. L’obiettivo è quello di specializzare gli iscritti su alte professionalità, incrementandone le potenzialità, così da favorire lo sviluppo di ciascuna professione. Tra le azioni previste per sostenere la crescita e l’efficienza delle due categorie: la realizzazione di progetti di formazione congiunta e corsi interdisciplinari; lo scambio di competenze ed esperienze; la promozione di iniziative comuni di divulgazione e orientamento e la valorizzazione di buone pratiche e l’innovazione nei modelli formativi. “Quest’intesa rappresenta una sinergia virtuosa tra due professioni che condividono una missione comune: favorire conoscenza, consapevolezza e buona prassi”, ha dichiarato Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro. “In un contesto in costante evoluzione, unire le forze significa rafforzare la qualità e la credibilità delle nostre professioni. Una formazione qualificata e condivisa è lo strumento più efficace per accrescere le competenze, sostenere il valore sociale delle professioni”. “Il futuro della professione giornalistica - ha affermato Carlo Bartoli, presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti - sta nella capacità di mantenere alta la qualità dell’informazione. E' quindi necessario cooperare con il mondo delle professioni e l’intesa con i Consulenti del Lavoro va nella direzione di rafforzare la collaborazione, lo scambio di conoscenze e la formazione professionale, anche in merito agli adempimenti previdenziali”.
(Adnkronos) - "Dal punto di vista degli investimenti il 2024 è stato un anno storico per la nostra azienda, in particolare per l'acquisizione della rete elettrica della provincia di Milano verso Enel Distribuzione, che ha incrementato in modo molto importante il nostro footprint sulla elettrificazione del territorio. Gli investimenti sono arrivati a 500 milioni di euro, destinati prevalentemente alle infrastrutture energetiche, come reti elettriche, rete gas e teleriscaldamento, oltre alle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, all’illuminazione pubblica, al nostro nuovo headquarter e al ciclo integrato dei rifiuti". Così l'amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini, alla presentazione del nono bilancio di sostenibilità territoriale di Milano, tenutasi presso la sede di Assolombarda del capoluogo lombardo. "Gli investimenti nel 2016 erano di 140 milioni all'anno, oggi sono 500 milioni. In questi anni abbiamo accumulato 2 miliardi e mezzo di investimenti su Milano per rendere la città più sostenibile e più competitiva per il futuro. C'è poi il valore distribuito: un miliardo e mezzo quest'anno, di cui 1,1 miliardi alla filiera, quindi ai nostri fornitori, un dato che dà l'idea di quanto impatta A2a su questo territorio in termini di valore economico. Ma non è tutto: oltre 300 milioni di stipendi pagati quest'anno ai nostri dipendenti e 900 persone assunte solo su questo territorio - spiega Mazzoncini - Inoltre, vi sono i dividendi distribuiti. Pertanto, si tratta di un anno di piena soddisfazione che ci dà la spinta per andare verso il nostro piano industriale sempre in crescita". Le prospettive future per l'ad della life company sono floride: "Possiamo aspettarci un ulteriore incremento degli investimenti su Milano per il prossimo anno, in particolare sulla rete elettrica, anche in vista dei data center che arrivano sul territorio - continua - sono veramente vedremo quindi i 500 milioni di euro crescere ancora significativamente". Mazzoncini, poi, illustra le azioni strategiche che possono influire effettivamente sulla transizione ecologica nei prossimi anni: "In questo momento il vero tema è riuscire a conciliare le nostre città, in particolare Milano, che è frontrunner sul territorio italiano, con la buona qualità della vita delle persone e con il livello di sviluppo che deve avere. Ad esempio, l'arrivo dei data center in provincia di Milano si stima che richiederà il raddoppio della potenza elettrica necessaria alla città - dichiara -. Questo, dal punto di vista infrastrutturale è una bella sfida, che siamo in grado di affrontare non solo noi, ma anche con Terna e altri operatori". A2a dà molta importanza anche al tema del welfare aziendale, mettendo in campo azioni concrete e durature nel tempo: "Sono due le più grosse azioni riguardanti il tema del welfare messe in campo nel 2024-2025. La prima è relativa alla genitorialità, che si parla con il grosso problema demografico del Paese. Il nostro impegno in questo senso si concretizza con un sostegno ai nostri colleghi che decidono di diventare genitori, un aiuto che dura tutti i 18 anni della maturità dei figli e che dà un sostegno molto concreto ai costi che devono sostenere. L’impatto del progetto è anche culturale, poiché fa sì che si abbia maggior tempo a disposizione per i figli e nessun pregiudizio a opportunità di carriera - conclude -. L'altro progetto, invece, è il piano di azionariato diffuso che abbiamo lanciato all'inizio del 2025 e che ha portato allo straordinario risultato di avere attualmente più dell'80% dei nostri dipendenti azionisti dell'azienda. Abbiamo circa 11.500 persone che oggi sono dipendenti e azionisti di A2a. E' un altro modo per cercare di creare condivisione rispetto alla missione comune".