ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - "Sarà vero, dopo Miss Italia aver un Papa nero, no me par vero...". Il brano dei Pitura Freska del 1997 torna in mente subito, appena si guarda alla possibilità che, prima volta nella storia della Chiesa, possa essere un cardinale di colore il successore di Papa Francesco. Una possibilità concreta stando alle attese della vigilia di un conclave che si annuncia particolarmente aperto. Diversi i candidati che potrebbero rendere reale la suggestione del Papa nero: il ghanese Peter Turkson, che era già tra i favoriti nel conclave di dodici anni fa quando venne eletto Bergoglio e che oggi è accreditato anche dai bookmaker inglesi di più chance rispetto ad allora; Fridolin Ambongo Besungu, della Repubblica Democratica del Congo; John Olorunfemi Onaiyekan, nigeriano, che è fuori dal conclave per raggiunti limiti d'età ma che è considerato papabile. Eleggibili al soglio pontificio sono considerati anche il guineano Robert Sarah e il sudafricano Wilfrid Fox Napier. Conteranno ovviamente i numeri, insieme alle convergenze strategiche e alla conta fra tradizionalisti e progressiti, con sfumature di varia natura nella possibile composizione dei rispettivi schieramenti. E va considerato che i cardinali africani elettori sono 18, erano 11 nel 2013. Un numero più consistente ma sempre largamente inferiore alle rappresentanze di Europa e Americhe. Quando si parla di 'Papa nero', storicamente, non si fa riferimento solo al colore della pelle. E' la formula usata per definire il capo dei Gesuiti, da sempre considerata tra le più potenti, influenti e intellettualmente raffinate confraternite ecclesiastiche. In questa accezione, il gesuita Francesco è stato un Papa nero e il primo Pontefice latino americano. Ora, c'è chi scommette su un'altra prima volta, quella di un Papa di colore.
(Adnkronos) - "La mia esortazione personale alle imprese è quella di cogliere le opportunità per aumentare la competitività. Ce ne sono alcune facilmente fruibili e che possono addirittura essere finanziate". Così Flavio Ferretti, presidente di Ibc, l'Associazione industrie beni di consumo, partecipando, oggi a Bologna, al seminario 'Industria dei beni di consumo ed evoluzione del contesto competitivo. Strumenti e soluzioni per la trasformazione digitale'. Un incontro pensato dall’associazione per “avvicinarsi alle aziende direttamente sul territorio”, sottolinea Ferretti. Organizzato in collaborazione con GS1 Italy e la società di consulenza Deloitte, l’evento si inserisce nel piano di iniziative varato da Ibc per promuovere l’innovazione delle imprese associate, con particolare attenzione alle piccole e medie, e rafforzare la collaborazione tra i comparti produttivo e distributivo. “Il tessuto imprenditoriale italiano è molto diffuso e ampio - spiega il presidente dell’associazione - Delle 35mila aziende associate ad Ibc, 20 mila sono micro e piccole, al di sotto del milione di fatturato annuo. Un numero che la dice lunga sull’organizzazione e la tipologia di competenze che queste aziende possono avere nel proprio organico”. Adottare strumenti utili a ottimizzare i processi e aumentare le performance aziendali sono driver di sviluppo imprescindibili in un contesto in continua evoluzione. Proprio nell’intento di supportare le aziende a individuare tali tool, è stata recentemente siglata una partnership tra Ibc e Cerved, che con la piattaforma 'Cerca il bando', raggruppa i bandi disponibili in Italia e supporta le aziende nell'orientamento al loro utilizzo: “Raggiungere gli obiettivi di maggiore digitalizzazione e modernità nei processi logistici - conclude Ferretti - è estremamente necessario per riuscire a portare le nostre aziende a livelli più alti Cerved è la modalità che abbiamo identificato per aiutare gli associati a trovare quelle vie di finanziamento o di contribuzione che altrimenti farebbero più fatica a raggiungere”.
(Adnkronos) - Con il progetto speciale ‘Intelligent Venice: la più antica città del futuro’ “c’è un cambio di paradigma. Dopo una lunga stagione in cui si diceva 'salviamo Venezia', adesso è il momento in cui Venezia salva il resto del mondo offrendo sé come modello, come riferimento e come descrizione”. Queste le parole di Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, durante la presentazione del progetto speciale di Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità - Venice Sustainability Foundation (Vsf), questa mattina nel capoluogo veneto. Si tratta di un progetto espositivo dedicato alla sostenibilità nel contesto della Biennale Architettura 2025 che inizierà sabato 10 maggio nel capoluogo Veneto. Un progetto che per il presidente Buttafuoco incarna la “descrizione, il punto di genio e di ingegno di un'idea tecnologica e culturale, storicamente fondata su quel che Venezia ha saputo dare”.