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(Adnkronos) - Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Usb contro l'ordinanza del Mit per ridurre a 4 ore lo sciopero generale dei trasporti del 13 dicembre "e annulla il provvedimento impugnato". Lo stabilisce oggi il Tribunale amministrativo in una sentenza visionata dall'Adnkronos che inoltre condanna il Mit "al pagamento delle spese di lite in favore delle organizzazioni ricorrenti, quantificate in euro 2.500". "Dopo che a dicembre si era già espresso sospendendo l’ordinanza con la quale Salvini intendeva depotenziare lo sciopero del 13 dicembre, ora il Tar del Lazio ha pronunciato una sentenza di annullamento della stessa ordinanza, dichiarandone la illegittimità - afferma l'Usb - Con la stessa ordinanza il Tar ha condannato il ministro a pagare le spese legali. A rendere illegittimo l’intervento di Salvini è stata, in sostanza, l’assenza di fattori straordinari che potessero giustificare l’azione del Ministro, soprattutto in considerazione del giudizio di regolarità dello sciopero espresso dalla Commissione di garanzia". Il potere di precettazione del Ministro può essere esercitato su segnalazione della Commissione "ovvero quando ricorrano condizioni di urgenza e necessità", recita la sentenza, "ma sono proprio queste condizioni a non essersi presentate lo scorso 13 dicembre - sottolinea Usb - Va ricordato che già nel dicembre del 2023 Salvini aveva precettato uno sciopero nel settore del solo trasporto locale e che in quell’occasione il Tar non aveva riconosciuto la sospensiva. Quando poi il 28 marzo del 2024 aveva riconosciuto l’illegittimità dell’intervento del ministro, la sentenza era risultata priva di effetti concreti, poiché lo sciopero era stato comunque depotenziato". Salvini, continua Usb, "invece di affrontare i mali strutturali del sistema dei trasporti, sempre più evidenti peraltro, si è lanciato in una crociata contro il diritto di sciopero per ingraziarsi i desiderata delle associazioni padronali. Poiché il lupo perde il pelo ma non il vizio, sicuramente tornerà alla carica, anche perché con i pessimi contratti che si apprestano a firmare tanto nel Tpl come nelle Ferrovie, le ragioni delle proteste aumenteranno. Sulla sua strada troverà però con ancora più determinazione la nostra organizzazione, che ha già dimostrato di poterlo contrastare efficacemente, senza lasciarsi intimidire dall’azione di un ministro che è andato molto oltre il potere di cui dispone”, conclude Usb.
(Adnkronos) - Favorire l’equità sociale, permettendo ai soggetti 'digitalmente fragili' di accedere ai sistemi di intelligenza artificiale e prevedere meccanismi per proteggerli da un abuso o utilizzo scorretto di questi servizi. Garantire trasparenza e conoscenza dei processi per comprenderne potenzialità e limiti dell’Ia e farne un uso consapevole. E per contribuire in modo concreto alla gestione e allo sviluppo dell’uso dell’Ia, estendere alle professioni ordinistiche e ai loro ministeri vigilanti l’osservatorio sull’adozione di sistemi di Ia nel mondo del lavoro, prevedendo che gli ordini introducano nei codici deontologici specifiche norme comportamentali per l’adozione e l’utilizzo degli strumenti intelligenti. Sono alcune delle proposte presentate da ProfessionItaliane, l’associazione costituita dal Comitato unitario delle professioni (Cup) e dalla Rete delle professioni tecniche (Rpt) in rappresentanza di 23 consigli nazionali degli ordini e oltre 2,3 milioni di professionisti nel corso dell’evento 'Lavoro e IA: verso un futuro etico nei servizi pubblici e professionali', che si è svolto oggi a Roma presso lo Spazio Europa. Un’iniziativa che è stata l’occasione per i professionisti ordinistici di confrontarsi sull’impatto che l’intelligenza artificiale sta avendo sul mercato del lavoro e sulle professioni italiane, con l’obiettivo di tutelare i servizi pubblici e professionali nell’interesse dello stato e dei cittadini. Trasparenza, informazione, conoscenza, formazione, mediazione, etica, deontologia, dati ed evoluzione professionale sono le parole chiave che animano le osservazioni dei professionisti anche alla luce dell’Ai Act (il primo regolamento europeo sull’Ia) in vigore dallo scorso 1° agosto. Etica e deontologia i principi cardine da adottare, secondo ProfessionItaliane, nell’uso dei sistemi digitali intelligenti a cui è strettamente collegata la trasparenza degli algoritmi. È proprio con la finalità di garantire questo risultato l’associazione ritiene necessario introdurre un sistema sanzionatorio per chi non rispetta i valori deontologici ed etici. Tra le altre proposte, la promozione di una formazione diffusa rivolta non solo ai professionisti, promotori attivi, secondo la visione di ProfessionItaliane, di informazione, tutela e mediazione verso cittadini e committenti, ma anche a chi deve utilizzare, realizzare e certificare sistemi di Ia. Tra i suggerimenti anche quello di incentivare il ruolo di terzietà dei professionisti ordinistici nei confronti della pubblica amministrazione, dei committenti pubblici e privati e dei cittadini riguardo all’adozione dei nuovi sistemi di Ia, anche con riferimento agli appalti realizzati con l’ausilio delle nuove tecnologie. "Il futuro delle professioni passa attraverso la formazione e l’aggiornamento continuo”, ha dichiarato il presidente di ProfessionItaliane, Rosario De Luca. “È necessario -ha continuato- promuovere una diffusione capillare delle competenze digitali e tecnologiche. L’obiettivo è quello di fornire ai professionisti gli strumenti per comprendere e utilizzare l’Ia in modo etico, responsabile e produttivo. Solo attraverso un costante investimento sulle competenze possiamo garantire la competitività e la sostenibilità delle professioni nel lungo periodo”, ha concluso. “Per rimanere competitivi -ha ribadito il vicepresidente di ProfessionItaliane Armando Zambrano - i professionisti dovranno aggiornare costantemente le proprie competenze sull’Ia. L’intelligenza artificiale rappresenta un grande passo avanti per ottimizzare i processi, riducendo errori e migliorando l’efficienza, ad esempio, nella progettazione e nella manutenzione. Grazie all’analisi dei dati, l’Ia consente decisioni strategiche e favorisce soluzioni sostenibili. Siamo convinti che sarà sempre più presente nel nostro lavoro, perciò i professionisti dovranno governarla in un quadro di regole certe”, ha concluso.
(Adnkronos) - Pesano sull'Italia gli effetti della crisi climatica: nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: il 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A pesare in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua. Questo il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024. Il 2024 è stato segnato, nel dettaglio, da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud, 92, e dal Centro, 61. A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna con 52 eventi, è la regione più martoriata dalla crisi climatica, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13, Torino con 12 e Palermo con 11. Tra le grandi città, la Capitale è quella più colpita con 8 eventi meteo estremi, seguita da Genova (7) e Milano (6). Legambiente segnala anche le conseguenze che gli eventi meteo estremi stanno causando in generale sui trasporti: 22 quelli che nel 2024 hanno provocato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale nella Penisola. In quota, gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più tangibili, con impatti sui ghiacciai, sempre più sottili e in arretramento, ecosistemi e biodiversità. Nel 2024, in Piemonte, lo zero termico in quota è arrivato a 5.206 metri, sfiorando il record di 9 anni fa, quando era salito fino a 5.296 metri. “Nel 2024 l’Italia - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del Pnacc, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col Dl Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il Dpr per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”. “Tra gli eventi meteo estremi in crescita - aggiunge Andrea Minutolo responsabile scientifico di Legambiente - preoccupa il fenomeno della siccità che a più riprese ha colpito in questi anni l’Italia. Simbolo di quest’estate il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. L'emergenza in Sicilia è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica in continua evoluzione che rappresenta un monito severo. Per questo è importante che il Paese definisca una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi”. Classifica regioni più colpite da siccità, esondazioni e allagamenti: per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).