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(Adnkronos) - Oggi la radiologia spegne 130 candeline: dall'8 novembre del 1895 - quando il professore di fisica Wilhelm Conrad Röntgen scoprì, svolgendo degli esperimenti, l'esistenza dei raggi X (che denominò X proprio in quanto sconosciuti) e successivamente eseguì la prima radiografia alla mano di sua moglie - a oggi, con la radiologia che rappresenta una delle specializzazioni mediche più rilevanti, parte dei processi diagnostico-terapeutici della maggior parte delle patologie, l'evoluzione della disciplina è stata lunga e ricca di innovazioni. "Da allora siamo passati dalle immagini impressionate su pellicole radiografiche a quelle digitali di oggi, visibili su appositi monitor e archiviabili su apposite sistemi informatici, ma il principio fisico dei raggi X è rimasto lo stesso. L'innovazione tocca la nostra disciplina in modo particolare - spiega all'Adnkronos Salute Nicoletta Gandolfo, presidente della Sirm, Società italiana di radiologia medica e interventistica - e con il tempo si sono aggiunte altre fonti di energia fisica: gli ultrasuoni dell'ecografia, i campi magnetici della risonanza, le radiazioni ionizzanti utilizzate in radiologia convenzionale, nella Tac e nella radiologia interventistica. Queste tecnologie ci permettono di guardare l'interno del corpo umano con precisione sempre maggiore, distinguendo il normale dal patologico e contribuendo in modo decisivo alle cure sempre più mirate e personalizzate". Ogni anno in Italia si eseguono 70 milioni di procedure di diagnostica per immagini, numeri che mostrano l'importanza del ruolo del medico radiologo e delle tecnologie dedicate: dalle prime che sfruttano i raggi X, come la radiologia convenzionale, la Tac e l'angiografia, a quelle che si basano su altre fonti di energia, come risonanza magnetica ed ecografia. "Se un tempo eravamo considerati soprattutto esperti di tecnologia - sottolinea Gandolfo - oggi il medico radiologo ha un ruolo clinico a tutti gli effetti. Siamo presenti in ogni percorso diagnostico-terapeutico e ci occupiamo in modo trasversale della maggior parte delle patologie, dalle malattie cardiovascolari e oncologiche a quelle infiammatorie/degenerative e traumatiche, dalle fratture alle patologie oncologiche fino alle malattie neurologiche o pediatriche. Le nostre immagini servono a porre una diagnosi, a valutare la risposta alle terapie, a orientare le decisioni chirurgiche o farmacologiche". Inoltre, prosegue la presidente Sirm "la radiologia interventistica ha aperto scenari straordinari: attraverso manovre minimamente invasive, sotto guida radiologica, possiamo arrestare un vaso che sanguina, disostruire un'arteria chiusa, embolizzare la neoangiogenesi di un tumore o direttamente trattare con tecniche ablative di raffreddamento o riscaldamento alcune lesioni. Sono procedure mini-invasive - precisa - che spesso evitano o talvolta preparano a interventi chirurgici complessi e non scevri di rischi, accelerando la ripresa del paziente. Oggi il radiologo è un medico che dialoga costantemente con altri specialisti - chirurghi, oncologi, internisti, radioterapisti ortopedici, neurologi, pediatri, patologi - per costruire percorsi di cura personalizzati. E' una figura clinica, ma anche etica e formativa: abbiamo il ruolo di garanti dell'appropriatezza prescrittiva, quindi dobbiamo aiutare a scegliere l'esame giusto per il paziente giusto, riducendo gli sprechi e assicurando qualità e sicurezza". Riguardo al tema dell'appropriatezza prescrittiva centrale anche per ridurre le liste d'attesa, Gandolfo non ha dubbi sul contributo della radiologia: "Il medico radiologo - secondo quanto previsto anche dal DM 77 del 2022 che ridefinisce l'assistenza territoriale - ha un ruolo determinante nell'orientare i colleghi nella scelta delle indagini più utili e scoraggiare quelle superflue, allo scopo di migliorare la qualità dei percorsi diagnostico-terapeutici e contribuire alla sostenibilità del Ssn. Capita spesso che vengano richiesti esami per eccesso di cautela, ma ogni indagine inutile sottrae tempo e risorse a chi ne ha davvero bisogno. Per questa ragione dovremmo lavorare sempre di più in rete, in particolar modo con medici di medicina generale e specialisti di altre discipline. Una migliore comunicazione può contribuire concretamente alla riduzione delle liste d'attesa per un sistema più efficiente. Abbiamo anche un ruolo educativo nei confronti dei pazienti, per spiegare loro quando un esame non serve realmente e perché. E' parte della nostra responsabilità etica, insieme a quella di garantirne la sicurezza, controllando la dose di radiazioni somministrate e verificando costantemente la qualità delle apparecchiature". A proposito di macchinari e tecnologia, quanto stanno cambiando le cose con l'intelligenza artificiale e che ruolo ricopre la radiomica? "L'Ia è uno strumento straordinario, che ci aiuta a migliorare la qualità del lavoro e la precisione diagnostica - rimarca Gandolfio - Può ottimizzare le immagini, ridurre la dose di radiazioni, standardizzare i protocolli diagnostici e migliorare la gestione organizzativa di un reparto. Grazie alla sua implementazione oggi possiamo contare sulla radiomica, una nuova frontiera della radiologia che permette l'analisi quantitativa delle immagini per ottenere informazioni sul comportamento di un tumore, prevedere terapia più efficace e controllarne la risposta alla terapia costruendo percorsi personalizzati. E' ormai un pilastro della radiologia oncologica di precisione. L'innovazione tecnologica ha risvolti impattanti anche sulla radiologia interventistica: gli interventi guidati dalle immagini offrono infatti alternative meno invasive e più sicure. E' però importante ricordare che l'intelligenza artificiale può essere un supporto del medico, ma non un suo sostituto: al centro rimangono il giudizio umano, la capacità comunicativa e la responsabilità del radiologo". "Accanto al medico radiologo - prosegue Gandolfo - lavorano altre figure fondamentali per il funzionamento del reparto: il fisico medico, che controlla la qualità delle apparecchiature, la dose erogata e l'esposizione, per la sicurezza di pazienti e operatori; il tecnico di radiologia, che collabora con il medico ed esegue le diverse indagini diagnostiche; gli infermieri dedicati alla radiologia, professionisti altamente specializzati nella gestione di sofisticati dispositivi medici e farmaci particolari quali ad esempio i mezzi di contrasto, completamente diversi da quelli utilizzati nei reparti tradizionali. Oggi auspichiamo la valorizzazione della figura dell'infermiere dedicato alla radiologia, perché dove ci sono professionisti specificatamente formati e stabili il sistema è più efficiente, le procedure sono più sicure e la qualità del lavoro è più alta. In medicina la qualità nasce dal team: se la squadra è forte e coesa, la cura del paziente risulta maggiormente efficacie". "La Sirm - conclude la presidente - è una delle maggiori società scientifiche riconosciute a livello internazionale e federata di Fism (Federazione italiana delle società medico scientifiche). Promuove la crescita delle scienze radiologiche attraverso formazione e divulgazione delle diverse potenzialità diagnostiche, l'innovazione tecnologica, l'appropriatezza delle indagini richieste e l'etica nell'accesso agli esami. Collabora inoltre con istituzioni e con numerose altre società scientifiche per l'elaborazione di linee guida, modelli organizzativi e percorsi diagnostico-terapeutici applicabili e sostenibili su tutto il territorio nazionale. Uno dei temi da sempre sostenuti è la promozione a tutte le forme di prevenzione delle patologie oncologiche e non. Abbiamo partecipato attivamente supportando Fism e Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) a numerose iniziative promosse, portate all'attenzione delle istituzioni agli Stati generali della prevenzione a giugno a Napoli. Abbiamo infine collaborato con Aiom al progetto del Tour Vespucci, promosso dal ministero della Difesa e sostenuto da 12 ministeri: una nave che, attraversando vari porti italiani, ha portato il tema della prevenzione oncologica a tutta la popolazione, fornendo ai cittadini informazioni sugli stili di vita sani e sulle campagne di screening. Prevenzione primaria e diagnosi precoce possono davvero salvare la vita, ed è un concetto che crediamo sia importante trasmettere a tutta la popolazione".
(Adnkronos) - Due riconoscimenti prestigiosi, a pochi giorni di distanza, celebrano Loison Pasticceri dal 1938 come una delle realtà simbolo dell’eccellenza veneta e del Made in Italy nel mondo. Il laboratorio pasticceria di Costabissara (Vicenza) continua a distinguersi per la sua capacità di unire radici profonde e respiro globale, portando la cultura del dolce artigianale italiano in oltre 70 Paesi. Il primo riconoscimento è arrivato mercoledì 29 ottobre, a Palazzo Repeta di Vicenza, nell’ambito di 'Motore Italia - Le imprese che fanno correre il Paese - Veneto', quarta tappa del progetto nazionale di Class Editori dedicato alle aziende che rappresentano la forza e la vitalità del tessuto produttivo italiano. Parte integrante della manifestazione è stata la consegna dei 'Motore Italia Veneto Awards 2025', premi dedicati alle pmi e ai professionisti che più si sono distinti negli ultimi anni in base a dati oggettivi. In questa occasione Dario Loison ha ricevuto il Premio Export by Capital, riconoscimento che celebra le imprese venete capaci di eccellere sui mercati internazionali per solidità, performance e valore del brand. "Questo riconoscimento - racconta Dario Loison - rappresenta per noi un motivo di grande orgoglio, perché premia oltre trent’anni di impegno sui mercati internazionali e una visione che unisce artigianalità e innovazione. Oggi i nostri dolci raggiungono più di 70 Paesi nel mondo, con un fatturato 2024 di 13 milioni di euro, di cui il 65% generato dall’export. Il 98% della produzione a marchio Loison testimonia la forza di un’identità gourmet riconosciuta e apprezzata a livello globale. Con oltre 600 clienti diretti e una filiera snella basata su fiducia, trasparenza e relazioni durature, continuiamo a portare nel mondo la cultura del gusto italiano, restando fedeli alle nostre radici artigianali". A questo importante traguardo si è aggiunto, il 1° novembre a Milano, il premio 'Campioni ilGolosario 2026', assegnato da Paolo Massobrio e Marco Gatti nell’ambito di Golosaria, dove Loison Pasticceri dal 1938 è stata riconosciuta come “interprete de Il Gusto della Contemporaneità”: "Presente fin dagli inizi nella Guida alle cose buone d’Italia, Loison Pasticceri dal 1938 è campione della qualità italiana, declinata anche in una ricerca costante che rende innovativo un prodotto della tradizione". Con questi due riconoscimenti, Loison Pasticceri dal 1938 si conferma ambasciatrice del gusto e della cultura dolciaria italiana, capace di valorizzare le proprie radici con uno sguardo sempre rivolto al futuro. Una storia familiare che continua a crescere, trasformando l’esperienza artigianale in un linguaggio universale di eleganza e qualità.
(Adnkronos) - Innovazione e sostenibilità si incontrano nel cuore del distretto pratese. In occasione di Ecomondo, Lorenzo Perra, presidente di Plures, multiutility toscana attiva nei settori ambiente, energia e acqua, ha annunciato che dal 1° dicembre inizierà la posa delle linee impiantistiche del Textile Hub di Prato, il primo impianto in Italia a utilizzare intelligenza artificiale e tecnologia a infrarossi per la selezione e il riciclo dei materiali tessili. "Con il Textile Hub di Prato apriamo una nuova stagione per la Toscana e per l’Italia - ha dichiarato Perra intervenendo al convegno di Utilitalia dedicato all’economia circolare - E’ un impianto che unisce innovazione e sostenibilità, trasformando gli scarti in nuova materia prima e restituendo valore a un settore simbolo del saper fare italiano. È un passo concreto verso un’economia circolare reale, non solo dichiarata". Finanziato con risorse del Pnrr e con investimenti diretti di Plures Alia per un valore complessivo di 29,5 milioni di euro, il Textile Hub sorgerà su un’area di 24mila metri quadrati e potrà trattare fino a 33mila tonnellate di materiali all’anno, tra flussi di pre e post consumo, coprendo l’intero fabbisogno regionale. Circa la metà dei materiali proverrà direttamente dal distretto tessile pratese. Sul piano tecnologico, l’impianto rappresenterà un salto di qualità senza precedenti: i sistemi di visione ottica e gli algoritmi di riconoscimento delle fibre permetteranno una selezione automatica dei materiali con altissima precisione, aumentando le percentuali di recupero e riducendo drasticamente gli scarti non valorizzabili. La conclusione dei lavori e il collaudo finale sono previsti per giugno 2026.