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(Adnkronos) - Dopo la lettera del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che prevede dazi al 30% per Europa e Messico dal primo agosto, le principali borse europee stanno continuando a contenere le perdite. Un vero e proprio boom, invece, lo registrano le criptovalute in particolare il bitcoin che oggi, lunedì 14 luglio, è volato sopra i 122 mila dollari, in progressione di oltre il 3,6%. Anche il meme coin di Trump, il token $Trump, sta beneficiando del buon andamento: attualmente guadagna lo 0,52% a 9,74 dollari. Nelle ultime 24 ore sono stati scambiati meme coin per oltre 500 milioni di dollari. Il meme coin $Trump ha avuto un andamento altalenante dal suo lancio a gennaio, raggiungendo un picco di 15 miliardi di dollari di market cap nel suo primo giorno di negoziazione, prima di scivolare bruscamente a circa 2 miliardi di dollari a luglio. Il token complementare $Melania, invece, è crollato di oltre il 90% dal prezzo di offerta di gennaio a meno di 141 milioni di dollari. Ma questo tipo di volatilità dei prezzi è stata positiva per gli affari. Il codice del token $Trump indirizza automaticamente una commissione da ogni transazione ai portafogli legati ai suoi creatori. Solo tra gennaio e aprile, secondo Chainalysis, questi portafogli hanno raccolto più di 324 milioni di dollari in ricavi da trading. Da allora la società di analisi blockchain ha smesso di tracciare questa metrica. Secondo quanto riferiva nei giorni scorsi 'Bloomberg' Donald Trump ha guadagnato oltre 620 milioni di dollari in pochi mesi grazie alle criptovalute: queste cripto ora rappresentano una parte importante del patrimonio del presidente degli Usa che è stimato a circa 6,9 miliardi di dollari. Con la World Liberty Financial (Wlf), la piattaforma cripto lanciata nel settembre del 2024, Trump ha guadagnato 390 milioni di dollari attraverso la vendita di token Wlfi. La società ha anche guadagnato 100 milioni di dollari dopo un accordo tra Mgx e Binance per l'utilizzo della stablecoin in dollari di Wlf, Usd1. Il meme di Trump, lanciato al momento del suo insediamento a gennaio, gli ha permesso di guadagnare 150 milioni di dollari grazie al suo prezzo alle stelle, anche se ora è scambiato per l'88% al di sotto del suo record di prezzo. Infine, con la vendita di diverse delle sue collezioni Nft (token non fungibili) dal 2022, Donald Trump ha incassato 7 milioni di dollari. Sebbene Usd1 sia attualmente valutato a 2,2 miliardi di dollari, Bloomberg stima che la piattaforma sarà in grado di generare fino a 100 milioni di dollari di entrate da questa stablecoin quest'anno. Allo stesso modo, la famiglia Trump ora possiede il 20% di una società di mining, American Bitcoin, che ha recentemente raccolto 220 milioni di dollari da investire in attrezzature per il mining. Secondo un documento pubblicato dalla Casa Bianca a giugno Trump ha incassato molto dalla vendita di prodotti personalizzati. L’azienda 45 Footwear ha per esempio pagato 2,5 milioni di dollari a Trump per poter apporre il suo marchio su sneaker e profumi. Il gruppo The Best Watches on Earth ha invece sborsato 2,8 milioni per la licenza per gli orologi. La Lma Productions ha versato in totale oltre 2,3 milioni al presidente per poter mettere il suo nome su una bibbia e su chitarre che, se autografate, arrivano a costare 11,500 dollari. Diversi editori hanno infine speso somme variabili da 250 mila a tre milioni di dollari per poter stampare libri come Letters to Trump, Save America e A Maga Journey. Il Mar-a-Lago Club in Florida ha anche permesso di ricavare poco più di 50 milioni di entrate per Donald Trump. Ma non solo. Anche i suoi tre golf club gli hanno permesso di aumentare le sue entrate. Con Jupiter, Doral e West Palm Beach ha registrato ricavi per quasi 220 milioni di dollari. Trump ha anche ricevuto 6.484 dollari di pensione mensile dalla Screen Actors Guild (Sag), che rappresenta gli attori di Hollywood. Il presidente Usa ha inotre incassato circa 11 milioni di dividendi dai suoi numerosi investimenti in fondi e società quotate come Caterpillar, Charles Schwab e l’italiana Cnh Industrial.
(Adnkronos) - Il settore della somministrazione, rende noto Assolavoro, guarda da sempre all’inclusione dei lavoratori stranieri nel mercato del lavoro italiano. Gli stranieri rappresentano infatti quasi il 32% del totale degli occupati in somministrazione con circa 163mila lavoratori (media mensile 2024). Attraverso le agenzie per il lavoro i lavoratori stranieri trovano impiego in diversi settori anche a medio-alta specializzazione come l’industria (in particolare metalli, alimentare, gomma e meccanica), l’informatica e i servizi alle imprese, il commercio e i trasporti. Nel 2022 Assolavoro e i sindacati di categoria hanno firmato un accordo per finanziare una serie di azioni volte ad agevolare l’accoglienza, l’inclusione e l’inserimento socio-lavorativo dei titolari di protezione internazionale, protezione temporanea e protezione speciale, con fondi per 45 milioni di euro. Per i beneficiari si prevede un’attività mirata di bilancio delle competenze, una formazione base per l’apprendimento della lingua italiana o un percorso di formazione professionale, a seconda delle competenze rilevate. I corsi di formazione previsti, sia quelli di base che quelli professionali, sono erogati gratuitamente e prevedono un’indennità di frequenza, il rimborso delle spese sostenute per vitto, alloggio e trasporto, e un’indennità una tantum di 1.000 euro a conclusione del corso. Grazie all’accordo, inoltre, sono state estese ai rifugiati che frequentano uno dei percorsi formativi anche alcune prestazioni di welfare erogate da Ebitemp normalmente rivolte ai lavoratori in missione, quali: il rimborso per l’assistenza psicologica, il rimborso per l’acquisto dei beni di prima necessità per i neonati e un contributo per l’asilo nido e per il sostegno all’istruzione. Viene poi riconosciuta ai lavoratori somministrati che prestano ospitalità per almeno tre mesi ai rifugiati, sempre tramite Ebitemp, una indennità una tantum pari a 1.000 euro, elevata a 1.500 euro nel caso in cui si dia ospitalità a minori di 18 anni o donne in gravidanza.
(Adnkronos) - "La priorità è coniugare la sicurezza energetica con la resilienza ambientale e la competitività. La grande sfida che le utilities avranno nei prossimi 5-10 anni è quella di fare in modo che le reti elettriche, in particolare, possano resistere alle onde climatiche, quindi al riscaldamento globale, alla richiesta di maggiore energia, ad esempio da parte dei condizionatori e dei data center, e quindi rendere le reti più resilienti, più solide.” Così Luca Dal Fabbro, vicepresidente vicario Utilitalia, in occasione dell'Assemblea generale “Utilitalia 2035: Costruiamo insieme i prossimi 10 anni di futuro” organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione. “Oggi abbiamo reti italiane che vanno aggiornate alle nuove sfide. Occorre produrre energia in maniera più competitiva ed aumentare il peso delle rinnovabili. Il gas continuerà ad essere molto importante ma le rinnovabili devono crescere. Il motivo per cui la Spagna ha un prezzo più basso dell'Italia dell'energia è perché hanno molto eolico e solare. Noi abbiamo la fortuna di avere molto sole, abbiamo la possibilità di sviluppare ancora 60 gigawatt di solare e 20 gigawatt di eolico. Abbiamo 5-10 anni di grande sviluppo e investimenti su questo settore, su cui le utilities giocheranno una partita importante.”