ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Sarà probabilmente il 'convitato di pietra' a cenoni, aperitivi e festeggiamenti di Natale e Capodanno. Anche se ormai la luce dei riflettori sembra essersi abbassata, il Covid continua a circolare in versioni sempre nuove. L'ultima è XEC. In un focus pubblicato su 'Jama' si fa il punto su origini e ascesa di questa variante che per gli esperti è ormai "destinata a dominare l'ondata invernale" di Covid. "Ricombinante di discendenti di Omicron, fortunatamente", si evidenzia nell'analisi, XEC non sembra discostarsi troppo dalle varianti a cui mirano gli ultimi vaccini Covid (JN.1 e KP.2), dicono gli scienziati. "Sono molto simili", afferma Nicole Doria-Rose, capo della sezione Antibody Immunity al Vaccine Research Center del National Institute of Allergy and Infectious Diseases. XEC presenta solo 4 cambiamenti di aminoacidi sia rispetto a JN.1 che a KP.2, spiega. Com'è nata? Si ritiene che la ricombinazione avvenga di solito in una persona immunodepressa, infettata contemporaneamente da più varianti di Sars-CoV-2, dice l'epidemiologo Bill Hanage, direttore associato del Center for Communicable Disease Dynamics dell'Harvard TH Chan School of Public Health. L'ipotesi, dato che XEC è stata rilevata per la prima volta in Germania il 7 agosto, è che - vista tempistica e luogo dell'identificazione iniziale - possa essere emersa in un tifoso che ha assistito al torneo di calcio Euro 2024, tenutosi da metà giugno a metà luglio negli stadi di tutta la Germania, ragiona Hanage. Sebbene "non sapremo mai esattamente dove è successo", ha detto, "eventi come questo offrono sicuramente opportunità per l'affermarsi di nuove varianti". Oppure, XEC potrebbe essere nata alle Olimpiadi di Parigi, iniziate a fine luglio, interviene Doria-Rose, facendo eco ad Hanage: "Non lo sapremo mai". Non importa però dove sia nata, precisano gli esperti. XEC ha preso piede in tutto il mondo: già nella seconda settimana di ottobre costituiva circa il 17% delle sequenze Sars-CoV-2 a livello globale, in aumento rispetto al 9% circa della settimana conclusasi il 22 settembre, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Tra quei 2 periodi, XEC è cresciuta nelle Americhe, in Europa e nel Pacifico occidentale. E' considerata da fine settembre una variante sotto monitoraggio per l'Oms, il che significa che le autorità sanitarie pubbliche dovrebbero tenerla d'occhio nel caso in cui diventasse una minaccia più grande di altre varianti circolanti. Negli Stati Uniti, il sistema nazionale di sorveglianza genomica l'ha sequenziata per la prima volta nella seconda metà di agosto. Al 9 novembre, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) stimavano che fosse al 28%, in aumento rispetto al 17% delle 2 settimane precedenti. Sebbene XEC potrebbe non aumentare così rapidamente come suggeriscono le stime Cdc, "sarà responsabile di una parte sostanziale della trasmissione che vedremo nelle prossime settimane", prevede Hanage. "Penso che ci siano buone probabilità che diventi la variante dominante". Ma gli esperti non prevedono che causi sintomi peggiori delle altre varianti attuali o comprometta la capacità degli ultimi vaccini Covid di prevenire la malattia grave. "Non ci sono prove che stia rendendo le persone più malate", puntualizza Hanage. Negli anni precedenti, Covid è salito dopo le Feste di dicembre. Difficile però dire stavolta come andrà, dicono alcuni esperti. XEC non è la prima variante ricombinante ed è improbabile che sarà l'ultima. La ricombinazione "aiuta il virus a mutare più velocemente", spiega Doria-Rose. E questo può rivelarsi vantaggioso, poiché aumenta la trasmissibilità e l'evasione immunitaria, sottolinea in una e-mail il virologo Kei Sato, professore all'Istituto di scienze mediche dell'Università di Tokyo. Entro la fine del 2022, erano state designate 60 varianti ricombinanti di Sars-CoV-2; alcune hanno viaggiato per il mondo, mentre altre sono rimaste cluster locali. Tuttavia, avvertono gli studiosi, rilevare, monitorare e rispondere alle nuove varianti ricombinanti è diventato più difficile, anche a causa della diminuzione dei sequenziamenti in tutto il mondo dopo la fine delle emergenze di sanità pubblica. "Non stiamo più spendendo soldi per questo", osserva Doria-Rose a proposito della sorveglianza genomica. E quindi oggi cosa si sa di XEC, qual è il suo profilo? Secondo Sato, praticamente ogni anno si verifica un evento importante nell'evoluzione della variante Omicron. "Non sono ancora sicuro che il grande evento del 2024 sia XEC", precisa però nella sua email. Il 6 novembre, Sato ha pubblicato insieme ad altri coautori una lettera di ricerca su 'The Lancet' in cui si illustravano le caratteristiche virologiche di XEC. Gli autori hanno stimato il numero di riproduzione effettiva (quante persone suscettibili possono essere infettate da un singolo individuo): negli Usa risulta che sia superiore del 13% rispetto a quello di KP.3.1.1, la variante predominante nel mondo a inizio novembre. "Penso che il livello di attività di neutralizzazione tramite infezione naturale stia diminuendo", ha detto Sato a Jama Medical News, spiegando che con i suoi collaboratori sta ora studiando gli anticorpi neutralizzanti nei sieri di chi ha ricevuto i vaccini Covid 2024-2025. Se in ogni caso il Covid per la maggior parte delle persone sane è ormai diventato una malattia più lieve, continua a provocare più ricoveri dell'influenza, si precisa nel focus evidenziando la necessità di continuare a fare attenzione ai più fragili.
(Adnkronos) - Acquisire un nuovo cliente può costare da cinque a venticinque volte di più rispetto a trattenerne uno già esistente. Inoltre, aumentare la fedeltà della clientela del 5% può far crescere i profitti di un'azienda dal 25% al 95% (Fonte: Harvard Business Review). Questi dati sottolineano l'importanza della customer retention, ovvero l'insieme di attività volte a mantenere i clienti attuali. La ritenzione dei clienti è il dato più importante che possiede un’azienda e un requisito fondamentale per garantirle una stabilità duratura". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia l'esperto Alberto Frisoni, ceo di Sales process Italia. "Non sono gli utili o i Kpi di marketing - precisa - i principali indicatori, ma quanti clienti ogni anno continuano a rimanere fedeli. Nessuna campagna pubblicitaria o di acquisizione potrà mai compensare una perdita significativa di clienti. Se la maggior parte se ne va, l'economia aziendale non potrà mai funzionare. Acquisire un nuovo cliente costa sempre di più rispetto a consolidare i rapporti con uno già esistente”. “Fidelizzare i clienti - sottolinea Alberto Frisoni - rappresenta anche un vantaggio strategico per attrarre nuovi consumatori. I clienti soddisfatti e fedeli, infatti, diventano ambasciatori del brand, promuovendolo attraverso il passaparola positivo. Questo meccanismo naturale, supportato da relazioni durature e di fiducia, permette di ridurre i costi di acquisizione e migliorare la redditività complessiva dell'azienda”. “E' chiaro dunque che convertire i lead in acquirenti non è sufficiente per garantire la sostenibilità e la redditività aziendale comprendere, invece, le esigenze dei clienti e offrire loro soluzioni di valore è essenziale per creare relazioni durature ed avere clienti soddisfatti. Al contrario, puntare su offerte a basso prezzo è una strategia inefficace nel lungo termine. Vendere non si limita a competere sul prezzo, ciò che conta è il valore aggiunto che possiamo offrire: che si tratti di servizi extra, accessori o di un'attenzione personalizzata, questi elementi ci consentono di mantenere i prezzi più alti senza compromettere la competitività, rafforzando al contempo il legame con i nostri clienti. L’obiettivo di una sana strategia aziendale deve essere quello di vendere di più a margini più alti”, conclude Frisoni.
(Adnkronos) - "Una filosofia importante è quella della vita sostenibile, che ci ha portato a partecipare a questo premio" così Pierluigi Peracchini Sindaco di La Spezia, tra i comuni premiati alla 9a edizione di Cresco Award - Città Sostenibili. "Il nostro progetto rientra nella filosofia di un progetto più grande che si chiama Spezia Green e tocca vari settori della vita, come quello dei rifiuti: abbiamo raggiunto l'81% di raccolta differenziata e in più andiamo a chiudere il ciclo con un biodigestore per produrre gas naturale e concime. Abbiamo poi realizzato altri progetti, come quello della mobilità porterà la città a essere servita esclusivamente da filobus, quindi senza emissioni, e l'accordo Blue Flag con le navi da crociera affinché utilizzino un carburante cinque volte più pulito quando entrano nel nostro golfo. Abbiamo chiuso la centrale a carbone Enel e imposto il dimezzamento delle emissioni al rigassificatore di Panigaglia. Ma non solo questo, perché noi abbiamo un mare da proteggere, quindi 14 chilometri di fognature, un nuovo impianto di depurazione per far sì che nell'insieme riusciamo a vivere una città più moderna, più sostenibile, con un'attenzione maggiore alla qualità della vita e delle persone".