ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Tante emozioni ma nessun gol a Birmingham, tra Aston Villa e Juventus finisce 0-0. I bianconeri fanno la partita ma si scontrano con un Dibu Martinez formato Mondiale. Brivido nel finale, con un gol annullato agli inglesi in pieno recupero. Con questo pari Motta sale a quota 8 punti, mentre gli inglesi sono noni a quota 10. Partenza veemente della Juventus, che chiude l'Aston Villa nella propria metà campo e si fa pericolosa con la vivacità di Conceicao. La velocità bianconera è un fattore e soltanto l'uscita provvidenziale del Dibu Martinez nega a Weah, che oggi sostituisce Vlahovic da prima punta, l'opportunità di calciare solo davanti alla porta. Con il passare dei minuti gli inglesi alzano il baricentro, appoggiandosi alla fisicità di Watkins e alle geometrie di Tielemans. Proprio dal destro del centrocampista belga nasce la prima occasione della partita, con Pau Torres che stacca di testa da corner ma mette alto. La risposta della Juve è affidata a Yildiz, ma il tiro del turco si spegne largo. La partita aumenta di intensità. A centrocampo si lotta su ogni pallone, le linee sono intasate e la squadra di Motta cerca uno sbocco sulle fasce. I bianconeri fanno girare bene il pallone, ma l'occasione più grossa ce l'ha Watkins, che però trova l'ottimo riflesso di Di Gregorio. Il pericolo scampato sveglia la Juve, che risponde prima con un tiro da fuori di Weah, poi con il tentativo a giro di Conceicao. In pieno recupero Lucas Digne, mattatore dell'Italia a San Siro, colpisce la traversa su punizione. La Juve parte forte anche nel secondo tempo, con tanto di timide proteste per un tocco di mano, ma attaccato al corpo, di Pau Torres in area. I pericoli per la porta bianconera arrivano ancora su punizione, ma questa volta Bailey calcia alto. Intorno alla mezzora della ripresa, su angolo, arriva l'occasione più clamorosa della partita della Juve: il pallone sbuca sul secondo palo dove c'è Conceicao, che colpisce di testa a colpo sicuro ma trova il riflesso di Martinez sulla linea. Pochi minuti dopo è Locatelli a salvare la porta bianconera sul tap-in di McGinn. La partita si apre e le squadre si allungano. I cambi danno nuova linfa e ogni azione potrebbe essere quella decisiva. Alla fine però la stanchezza si fa sentire, l'Aston Villa si chiude a protezione del pari e la Juve non riesce a sfondare. In pieno recupero annullato un gol a Rogers per fallo su Di Gregorio. Finisce 0-0 a Birmingham.
(Adnkronos) - Il 69,6% di lavoratrici e lavoratori italiani ha un carico di cura: tra questi, il 36% ha la responsabilità di figli minorenni, il 46% segnala di occuparsi di familiari anziani o fragili (nel 16% dei casi si tratta di un impegno quotidiano) e il 30% si prende cura di altri minori della famiglia, come ad esempio i nipoti. Considerando chi affianca la responsabilità su figli minori e la cura di altri familiari anziano o fragili, è stato possibile identificare la cosiddetta “generazione sandwich”: si tratta del 18% dei lavoratori. Sono i principali risultati dell’Osservatorio Nazionale sui bisogni di welfare di lavoratrici e lavoratori con responsabilità di cura, di Welfare Come Te, in partnership con la Prof.ssa Elena Macchioni (Professoressa di Sociologia – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali 'Università di Bologna’) e con il contributo dell’Istituto di Ricerca Ixè. Welfare Come Te – provider di welfare aziendale espressione della cooperazione sociale – oltre a servire numerose aziende nella progettazione di iniziative e servizi dedicate ai caregiver e al benessere personale, ha voluto anche creare questo spazio organico di osservazione sulle esperienze in atto di welfare aziendale, con una focalizzazione sulla condizione dei ‘lavoratori caregiver’. Il progetto si struttura a partire da un’indagine demoscopica quantitativa – realizzata su un campione rappresentativo di lavoratrici e lavoratori del settore privato. L’indagine monitora, con periodicità biennale, il welfare aziendale, fornendo una fotografia delle condizioni familiari, lavorative, dei bisogni e delle necessità di welfare dei lavoratori italiani, con un focus su quanti hanno una responsabilità di cura. La prima indagine è stata realizzata nel maggio 2024. Emergono altri dati interessanti: la conciliazione si basa prevalentemente sul “fai-da-te” degli stessi lavoratori, che in larga maggioranza (70%) dichiarano di riuscire a gestire gli impegni di lavoro e quelli personali e familiari grazie alla propria capacità organizzativa, aspetto rimarcato - per lo più - dalle donne e che si consolida con l’età delle rispondenti; sul fronte delle carenze i lavoratori lamentano innanzitutto (49%) la mancanza di servizi pubblici territoriali, particolarmente avvertita dai lavoratori residenti nelle regioni del centro e del sud Italia. Il 41% segnala anche la carenza di servizi di welfare aziendale. Nel groviglio di impegni da conciliare, i lavoratori trascurano, innanzitutto, il proprio benessere psicofisico, tema indicato dal 68%, e sottolineato per lo più dalle lavoratrici. Un lavoratore dipendente su tre sente di aver trascurato responsabilità familiari e il 19% il lavoro; chi è gravato da carichi di cura tende a giudicare se stesso con maggiore severità, sottolineando in misura significativamente più marcata le proprie mancanze sul fronte lavorativo e familiare. In questo scenario il welfare aziendale occupa uno spazio che appare ancora contenuto e non del tutto adeguato, il welfare offerto dalle imprese ha pochi elementi di utilità sociale, là dove presenti ricalcano i pillar del welfare state tradizionale (senza ricercare una vera e propria modalità di integrazione) e seguono una pratica di convenienza (ciò che la normativa permette di offrire con vantaggio fiscale), piuttosto che di convinzione (ciò che può essere realizzato tenendo conto dei reali bisogni di lavoratrici e ai lavoratori). Questo studio ha restituito la dimensione del fenomeno su scala nazionale ed ha evidenziato uno spazio ampio di lavoro e di intervento. È necessario promuovere una nuova narrazione del welfare, lo sviluppo di una prospettiva sociale e di personalizzazione degli interventi, attraverso un approccio plurale– preferibilmente sviluppato a partire dal livello territoriale – in cui imprese, PA e Terzo Settore possano cooperare in risposta ai bisogni crescenti di cura di lavoratrici e lavoratori.
(Adnkronos) - “Grazie al lavoro di squadra svolto da istituzioni e aziende è stato possibile affermare il ruolo dell’Italia nel campo di sostenibilità, con gli obiettivi imposti dall’Europa per il 2030 che sono stati raggiunti già nel 2021”. Lo ha detto Annalisa Corrado, membro del Parlamento europeo, nel corso della presentazione del rapporto integrato di sostenibilità Conai 2024, che si è tenuto oggi a Roma. “Sono stati stanziati - spiega Corrado - oltre 2 miliardi nello sviluppo di impianti. Inoltre, è stato redatto un programma nazionale sulla gestione rifiuti, in modo che tutte le regioni possano aggiornare il proprio piano, analizzare i gap impiantistici e monitorare lo stato della gestione dei rifiuti”. E aggiunge: “Assieme a Conai abbiamo raccolto la sfida relativa all’informazione, in modo da creare una cultura ambientale, che diffonda il messaggio che con la tecnologia attuale è possibile riutilizzare i rifiuti, che da sottoprodotto diventano risorsa”.