ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - "L'Italia è tornata una nazione seria, affidabile, leale". Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo a Padova durante il comizio del centrodestra per sostenere la candidatura di Alberto Stefani alle elezioni regionali in Veneto. "E' tornata una nazione che guarda gli altri consapevole di quello che rappresenta ed è accaduto non solo perché noi difendiamo l'interesse nazionale italiano, ma anche perché siamo consapevoli della grande nazione che rappresentiamo e non consentiamo a nessuno di metterle i piedi in testa". Con "questa sala stracolma" dimostrate "di volere ancora continuare a camminare insieme a noi per portare questa bella e operosa terra ancora più in alto nei prossimi anni. Io vedo qui la fierezza per la vostra identità, vedo l'entusiasmo per accompagnare questo cammino. Vedo la determinazione di continuare a difendere le nostre idee". "Grazie per accompagnare in questa corsa Alberto Stefani e i candidati che si sono messi in gioco. Grazie per voler garantire al Veneto altri anni di buon governo, di risposte efficaci", ha proseguito Meloni rivolgendosi alla platea. "Non consentiremo che il Veneto diventi una banlieue. Non vogliamo arretrare sulla sicurezza, stiamo preparando nuove iniziative e faremo di tutto per ripristinare l'ordine, per difendere chi lavora, chi studia e chi vive onestamente rispettando le regole". "I nostri avversari sperano che le cose vadano male, non importa se gli italiani lo pagheranno: loro sperano che le cose vadano male perché alla fine preferiscono, magari, avere l'opportunità di governare sulle macerie piuttosto che stare all'opposizione". "L'opposizione non sa più cosa inventarsi per avvelenare i pozzi. Alcuni giornalisti si sono dovuti inventare le finte dichiarazioni di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. A chi, anche legittimamente, si oppone alla riforma (della giustizia, ndr.), io voglio dire: fate la vostra battaglia, fatelo a viso aperto, senza sconti, ma non strumentalizzate gli eroi di questa nazione". "Dicevano che noi avremmo favorito gli evasori e invece sono due anni che registriamo dati record nel recupero dell'evasione fiscale" sottolinea Meloni. "Però non l'abbiamo fatto vessando i cittadini onesti come invece si faceva ai tempi della sinistra: lo abbiamo fatto con una riforma fiscale che era attesa da 50 anni". "Oggi ci parlano di equità" ma "non dimentichiamo i decreti salva-banche o il superbonus. Non dimentichiamo neanche misure con le quali si è consentito di ristrutturare la seconda casa a persone che potevano farlo anche con i soldi di chi una casa neanche ce l'ha. Quindi, per favore, almeno la sinistra non ci venga a parlare di equità". Meloni punta, poi, il dito contro "la sinistra autoreferenziale" da "salotto" e "con la quella puzza sotto al naso, alla quale il popolo dà fastidio". E lo fa citando Romano Prodi. "Il professore qualche settimana fa ha dovuto ammettere che la sinistra non vince le elezioni perché ha voltato le spalle all'Italia. E se lo dice lui, che sul voltare le spalle all'Italia c'ha una cattedra all'università... chi siamo noi per smentirlo" ha ironizzato la leader di FdI. Giorgia Meloni punge ancora la Cgil. "Siamo intervenuti di nuovo sui redditi più bassi portando al 5% la tassazione sugli gli aumenti legati ai rinnovi contrattuali, una misura che ci chiedevano i sindacati, che ci chiedeva anche la Cgil" e "la Cgil ha risposto con un nuovo sciopero generale, il settimo in tre anni, rigorosamente convocato di venerdì. Perché si sa che la rivoluzione nel weekend esce meglio...". "Dicevano che con noi le donne sarebbero state un passo dietro agli uomini... Abbiamo il tasso di occupazione femminile più alto di sempre: la parità che la sinistra invocava la stiamo costruendo noi" rileva la premier. "In questi tre anni abbiamo lavorato molto anche per modernizzare questa nazione con riforme che erano attese da anni, alcune addirittura da decenni" dice dal palco la presidente del Consiglio. "Penso anche alla riforma del premierato, l'elezione diretta del capo del governo: una riforma con la quale vogliamo dire basta agli inciuci, ai giochi di Palazzo, ai governi che passano sulla testa dei cittadini e sui quali i cittadini non possono dire la loro, per rimettere il potere nelle mani degli italiani e garantire una stabilità che è una precondizione per qualsiasi crescita e qualsiasi sviluppo". "Consentitemi di ringraziare un veneto doc che si chiama Carlo Nordio e che siamo fieri di avere nella nostra squadra", ha detto la premier Giorgia Meloni, parlando della riforma della Giustizia. "Dopo decenni di tentativi falliti, siamo riusciti ad approvare una riforma che può cambiare le cose e che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pm: questo significa rafforzare la terzietà del giudice e quindi un processo più giusto", ha scandito Meloni. "Agli italiani voglio dire: non vi fate fregare, andate a votare guardando il contenuto della riforma. Cercheranno di convincervi di tutto, che è un referendum sul governo 'la Meloni Sì la Meloni No'. Guardate, il governo rimane in carica fino alla fine della legislatura: metteremo anche questo record".
(Adnkronos) - "Cominciamo con un paradosso. L’Italia di Dante — o, più in generale, l’Europa di allora — e l’Italia di oggi non sono così distanti come potremmo pensare. Il senso di continuo cambiamento politico, di un territorio frammentato in città grandi e piccole spesso in conflitto tra loro, è un’eredità diretta dell’epoca dei Comuni e delle Signorie, quando l’Italia era un mosaico di stati concorrenti. Questo retaggio di rivalità, questa difficoltà a unirsi attorno a uno scopo comune, è qualcosa che gli italiani riconoscono ancora oggi. Dante crebbe in questo mondo turbolento, e nei suoi scritti rese evidente che tali divisioni non erano solo politiche, ma anche morali — il segno di una società in perenne tensione con sé stessa". Così Fabio Corsico, direttore master in family business management, Luiss Business School, nel suo intervento alla Luiss di Roma per il lancio del libro di Santiago Iñiguez de Onzoño 'Dante in the workplace: how leaders can avoid the seven deadly'- 'Dante sul posto di lavoro: come i leader possono evitare i sette peccati capitali'. Corsico ha ricordato che "Firenze, alla fine del XIII secolo, non era soltanto una città di bellezza e d’arte; stava diventando una delle capitali finanziarie d’Europa — anzi, del mondo. I suoi mercanti e banchieri stavano gettando le fondamenta di ciò che sarebbe esploso nel Rinascimento. Famiglie come i Bardi, i Peruzzi e i Frescobaldi aprirono filiali in tutta Europa, finanziando re, papi e commerci internazionali. Utilizzavano nuovi strumenti finanziari, come la commenda e la colleganza, per raccogliere capitali e distribuire i rischi. Perfezionarono le lettere di cambio e le forme di credito che permettevano al denaro di muoversi più rapidamente delle merci. Firenze coniò il fiorino d’oro, una moneta la cui stabilità la rese la valuta più affidabile d’Europa. In breve, Dante visse nel cuore di un mondo che stava inventando la finanza moderna".
(Adnkronos) - Si è chiusa con una partecipazione ampia e qualificata la giornata dedicata ai 'Dialoghi sull’economia circolare', organizzata dal Gruppo Dimensione Ambiente a Ecomondo 2025. L’iniziativa - moderata da Paolo Ghezzi, ingegnere civile, amministratore unico di Getas Petrogeo e docente del Master in Economia Circolare della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - ha offerto uno spazio di confronto diretto e operativo su alcuni dei temi più urgenti per il settore dei rifiuti: innovazione industriale, governance territoriale e riforma degli ecoreati. Gli incontri, strutturati nel formato di dialoghi 1:1 aperti al pubblico, hanno alternato interventi di esperti, amministratori e rappresentanti istituzionali, offrendo una panoramica autorevole e concreta sulle sfide e le prospettive di un comparto strategico per la transizione ecologica. La sessione mattutina è stata dedicata al ruolo dell’imprenditoria pubblica e privata nella costruzione di filiere circolari e competitive. Il tema normativo è stato affrontato da Nadia Ramazzini, giurista ambientale, che ha presentato i contenuti del Circular Economy Act, il nuovo quadro europeo che punta a uniformare regole e standard per l’economia circolare: “Il Circular Economy Act segna un cambio di paradigma: riconosce piena dignità industriale al settore, promuovendo un mercato unico europeo dei rifiuti e delle materie prime seconde. È una sfida che riguarda anche l’Italia, già all’avanguardia nel riciclo degli imballaggi, ma che apre nuove prospettive per i Raee e per il comparto dei tessili, dove la responsabilità estesa del produttore sarà decisiva per lo sviluppo di nuove filiere”. Per Alessia Scappini, amministratrice delegata di Albe Srl e Revet Spa, l’economia circolare rappresenta oggi una leva industriale prima ancora che ambientale: “Albe e Revet operano su fronti diversi ma complementari: trasformano i rifiuti fino all’end of waste, restituendo alle imprese prodotti rigenerati che permettono di ridurre l’impronta di carbonio e di sostituire materie prime vergini. Questi materiali sono una leva di competitività per il sistema produttivo, capace di unire sostenibilità e valore economico”. Scappini ha evidenziato come l’impiego di energie rinnovabili e il recupero delle acque di processo rendano ancora più sostenibili i cicli produttivi, in una logica di filiera corta che collega strettamente territorio e industria. Nel suo intervento, Daniele Fortini, presidente di RetiAmbiente, ha portato l’esperienza della principale società pubblica toscana nella gestione integrata dei rifiuti: “RetiAmbiente serve 1,3 milioni di abitanti in 100 Comuni. Abbiamo raggiunto il 72% di raccolta differenziata, ma senza impianti di riciclo adeguati il ciclo resta incompleto. Stiamo investendo in un parco impiantistico innovativo, con soluzioni per il recupero di tessili, verde, spazzamento stradale, terre di scavo e rifiuti ingombranti. È un percorso che permetterà di trattenere sul territorio le materie prime seconde e di ridurre i costi per i cittadini". Un esempio di governance territoriale è arrivato da Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli, che ha raccontato il funzionamento del cosiddetto 'sistema Peccioli', basato sulla collaborazione tra il Comune, la società pubblica Belvedere Spa e la Fondazione Peccioli: “Il nostro modello si fonda su un azionariato diffuso e popolare che lega cittadini e impresa, creando consenso e corresponsabilità. La discarica è parte integrante di questo sistema: finché esistono rifiuti non recuperabili, serve uno smaltimento sicuro e controllato. Le risorse generate ci hanno permesso di investire in impianti di trattamento meccanico-biologico, biometano e ora nell’ossicombustione, che ci consentirà di chiudere il ciclo senza produrre nuovi scarti”. La sessione pomeridiana è stata dedicata all’analisi della nuova legge sugli ecoreati (n.147/2025), che ha inasprito il quadro sanzionatorio e ampliato le responsabilità amministrative e penali in materia ambientale. Nino Tarantino, subcommissario alle bonifiche delle discariche abusive, ha ripercorso le principali attività della struttura commissariale, dalla Terra dei Fuochi alle aree contaminate: “Il nostro impegno è dare risposte ai cittadini in termini di trasparenza e operatività, rendendo tracciabili i progressi delle bonifiche e i controlli sanitari nelle aree coinvolte. La nuova normativa, insieme al nostro lavoro, rappresenta una risposta concreta alla sentenza Cedu che ha condannato l’Italia per l’inadeguata gestione delle emergenze ambientali”. Sul piano operativo, Giuseppe Giove, Generale divisione Carabinieri ambito forestale, ha illustrato tre punti centrali della riforma: “La legge amplia i reati che rientrano nella responsabilità amministrativa ex D.Lgs. 231/2001, aumenta le pene per i traffici illeciti e la combustione di rifiuti, e introduce la possibilità di operazioni sotto copertura per i reati ambientali. Ma oltre alla repressione, serve una coscienza civile che riconosca come i crimini ambientali mettano a rischio il futuro delle nuove generazioni”. Per Pietro Ferraris, avvocato esperto di diritto ambientale, la riforma modifica gli equilibri tra giustizia penale e amministrativa: “L’impianto generale resta invariato, ma si amplia il numero dei casi in cui una condanna penale può comportare la revoca dei titoli autorizzativi, anche per effetto delle norme antimafia. È un passaggio che impone alle imprese di essere ancora più attente nella gestione delle proprie responsabilità”. Un punto di vista complementare è stato offerto da Luciano Paciello, avvocato penalista, che ha messo in luce alcune criticità del nuovo quadro normativo: “L’inasprimento delle pene e la ‘demitizzazione’ dei reati ambientali riducono gli strumenti di mediazione, come le oblazioni e la particolare tenuità del fatto, rendendo più rigido il sistema. Le conseguenze possono essere rilevanti anche per le imprese, che rischiano di essere escluse da gare pubbliche o sottoposte ad amministrazione giudiziaria. Sarà necessario un aggiustamento della normativa dopo le prime applicazioni pratiche”. Il bilancio della giornata per il Gruppo Dimensione Ambiente è positivo. “Con i Dialoghi sull’economia circolare abbiamo voluto proporre un luogo di confronto concreto, dove il sapere tecnico si intreccia con le esperienze di governance e con le nuove regole del settore - ha commentato Umberto Cucchetti, General Manager del Gruppo - Crediamo che la conoscenza e la trasparenza siano le basi di una responsabilità condivisa, indispensabile per costruire un’economia davvero circolare”. “Ecomondo è per noi di Dimensione Ambiente - commenta Stefano Capra, owner della società - un’occasione di incontro con clienti, colleghi e altri operatori del settore. Con i nostri panel abbiamo voluto dare un contributo culturale e formativo su temi di grande attualità, creare intorno a essi attenzione, informazione e responsabilità”. Non solo durante Ecomondo, Dimensione Ambiente ha ufficializzato l’acquisizione di Ecologia Ambiente, realtà con sede a Como e oltre venticinque anni di esperienza nel settore. L’operazione si inserisce nel percorso di consolidamento e crescita che il Gruppo sta promuovendo a livello nazionale, con l’obiettivo di ampliare la propria presenza territoriale e integrare nuove competenze nella filiera della gestione ambientale. Ecologia Ambiente è specializzata nella microraccolta differenziata e nello smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, inclusi i rifiuti potenzialmente infetti e i rifiuti sanitari. Con una capacità autorizzata di stoccaggio di 1.500 m3 e di trattamento pari a 15.000 tonnellate annue, gli oltre 6mila metri quadri dell’impianto di Como rappresentano un punto di riferimento per oltre 10mila clienti, tra cui 2200 farmacie (presso cui esegue il ritiro di farmaci e sostanze chimiche), laboratori, studi medici, e circa 8000 imprese artigiane e industriali. “L’ingresso di Ecologia Ambiente nel Gruppo rappresenta un passo significativo nel nostro percorso di sviluppo - dichiara Umberto Cucchetti, General Manager del Gruppo Dimensione Ambiente - Si tratta di una realtà solida e riconosciuta, con una lunga esperienza nella gestione dei rifiuti sanitari e industriali. L’integrazione di questa nuova competenza ci permetterà di offrire un servizio ancora più completo, efficiente e sostenibile ai nostri clienti, nel rispetto dei più alti standard ambientali e organizzativi”.