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(Adnkronos) - Un italiano su quattro, il 24%, ha letto fumetti negli ultimi dodici mesi. Ma il bacino dei frequentatori di questo genere è ben più ampio e sfiora i due terzi degli italiani. C’è infatti un altro 3% che, pur avendo letto fumetti in precedenza, non l’ha fatto nell’ultimo anno, un ulteriore 39% ha letto fumetti in un passato più lontano spostandosi poi verso altri generi e altre letture. Detto in altro modo: solo un italiano su tre, il 34%, non ha mai letto un fumetto. Il profilo dei lettori di fumetti in Italia, rilevato dall’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (Aie) sulla lettura a cura di Pepe Research, è stato presentato a Lucca Comics & Games durante l’incontro 'I fumetti sulle montagne russe: dove va il mercato, come cambiano i lettori'. Dopo il saluto di Giovanni Russo, responsabile degli affari istituzionali di Lucca Crea, e la presentazione dei dati sulla lettura e sul mercato a cura di Giovanni Peresson, ufficio studi di Aie, sono intervenuti Claudia Bovini (Star Comics), Emanuele Di Giorgi (Tunué - Aie), Giovanni Mattioli (Sergio Bonelli Editore), Matteo Montanari (Panini Comics), con la moderazione di Luca Raffaelli. Se negli ultimi sei anni, ovvero dal 2019 prepandemico a oggi, le vendite dei fumetti nelle librerie, online e nei supermercati hanno complessivamente segnato una crescita record del 193% a copie (6,28 milioni di copie vendute complessivamente nei primi nove mesi del 2025) e del 196% a valore (59,5 milioni di euro), l’andamento annuale è stato invece molto discontinuo, con gli ultimi tre anni (sempre dati riferiti ai primi nove mesi) in calo rispettivamente del 15,9% (2023), del 9,5% (2024) e del 2,8% nel 2025 (dati NielsenIQ Bookdata). “I numeri delle prime due settimane di ottobre – sottolinea Emanuele Di Giorgi – ci dicono che andiamo verso un assestamento, tanto che a copie siamo a una flessione cumulata di solo lo 0,4% rispetto l’anno precedente. Siamo in presenza di un mercato che va stabilizzandosi e che è sempre più competitivo: i lettori di fumetti sono lettori che trovano risposte al loro desiderio di lettura anche in altre forme di fiction, narrativa di genere ma non solo. È un mercato grande e contendibile, con un pubblico curioso e dagli interessi variegati”. Il 48% di chi non ha letto fumetti negli ultimi dodici mesi, ma lo ha fatto negli anni precedenti, dichiara di averli messi da parte solo temporaneamente per fare spazio a gialli, horror, romance, fantasy, fantascienza e molto altro. Dal 2019 a oggi, il manga è cresciuto del 280,7% e copre oggi il 74,4% di tutte le vendite di fumetti. I fumetti per ragazzi sono cresciuti del 270,6% e rappresentano adesso il 14,3% delle vendite. La graphic novel è cresciuta del 12,5%, rappresentando il 10,1% del mercato. Solo le 'strisce' sono in flessione del 30,2%, rappresentando oggi una quota di mercato marginale pari all’1,2% di tutte le vendite. Se nella popolazione generale 15-74 anni i lettori di fumetti sono il 24% del totale, tra gli uomini questa percentuale cresce al 32%. Legge fumetti il 50% dei 18-24enni, il 49% dei 15-17enni, il 38% dei 25-34enni. I lettori sono infine il 29% tra i laureati e il 29% tra i lettori forti (più di 12 libri l’anno, fumetti esclusi). Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha inaugurato oggi Lucca Comics & Games dichiarando che "Lucca si conferma capitale mondiale del fumetto e siamo pronti a celebrare insieme, il prossimo anno, la sessantesima edizione di questo evento straordinario". "Il fumetto - ha detto il ministro - è molto più di un genere narrativo: è l’autobiografia sentimentale e culturale di milioni di persone, un vero e proprio luogo del cuore. E il segreto di Lucca, una città aperta, ospitale, bene amministrata, sta proprio nella sua capacità di accogliere, valorizzare e far dialogare i giovani con la propria creatività". Il Ministero della Cultura ha impegnato oltre 700mila euro a sostegno dell’intera filiera del fumetto e degli eventi collegati, all’interno di un piano che prevede quasi un milione di euro per promuovere una delle industrie culturali più vivaci del Paese. Il ministro Giuli ha sottolineato l'impegno per il nascituro Museo del Fumetto che "rappresenta un investimento strategico e culturale di grande respiro, e c'è dialogo continuo con le istituzioni locali per fare di Lucca il riferimento nazionale di questa grande arte". “Si tratta – ha aggiunto il ministro – di uno stanziamento importante per alimentare la costellazione di iniziative che esprimono una forma d’arte capace di parlare soprattutto ai giovani e generata da giovani. In questo appuntamento ritroviamo unite le istituzioni nazionali e internazionali, come dimostra la collaborazione con la Francia, per dare un segnale forte non soltanto di alta cultura, ma anche di cultura popolare”.
(Adnkronos) - Dalla password '123456' ai falsi sms delle banche, dai dispositivi non aggiornati alle app pirata: le trappole digitali oggi si nascondono ovunque. E spesso bastano pochi clic per mettere a rischio i propri dati, la propria identità, persino la serenità familiare. Per questo nasce 'Vite Connesse', il decalogo delle buone pratiche per la sicurezza digitale dei consumatori, promosso da Netgroup, società italiana leader nel settore della cybersecurity e dell’innovazione digitale, e Udicon (Unione per la difesa dei consumatori), una delle principali associazioni italiane a tutela dei cittadini e dei loro diritti. Un vademecum chiaro e accessibile, pensato per aiutare ogni cittadino a difendersi dai pericoli della rete e adottare comportamenti digitali consapevoli. Dieci regole (più una) che traducono la cybersecurity in gesti quotidiani: aggiornare, verificare, segnalare, condividere buone pratiche. “Essere cittadini digitali consapevoli non significa rinunciare alla tecnologia, ma imparare a usarla con intelligenza e responsabilità”, si legge nell’introduzione al decalogo. “Ogni clic, ogni dato condiviso, ogni aggiornamento ignorato può fare la differenza tra sicurezza e vulnerabilità”. Il decalogo – presentato oggi nel corso di una agorà digitale e diffuso attraverso i canali social di Netgroup e Udicon – affronta i principali rischi della vita digitale moderna: dalle truffe online alla gestione dei cookie, dai backup dei dati personali all’uso corretto dell’intelligenza artificiale. Un vero manuale di autodifesa digitale, con esempi concreti, casi reali e consigli pratici per evitare frodi, furti d’identità e violazioni della privacy. L’obiettivo è creare una cultura della sicurezza digitale diffusa, capace di partire dai comportamenti individuali e arrivare fino alla responsabilità collettiva: perché proteggere i propri dati significa, ormai, proteggere sé stessi e la propria comunità. “La sicurezza digitale non è più un tema solo tecnologico, ma culturale. Ogni innovazione porta con sé nuove opportunità, ma anche nuove vulnerabilità: per questo la cybersecurity deve diventare una competenza diffusa, parte integrante della vita di cittadini, imprese e istituzioni. Con Udicon abbiamo scelto di unire esperienze e visione per trasformare la consapevolezza in protezione reale. Il decalogo nasce da questa convinzione: la tecnologia può essere davvero un motore di fiducia e comunità, se usata in modo sicuro, responsabile e umano”, ha dichiarato Giuseppe Mocerino, presidente di Netgroup. "La cybersicurezza è ormai parte della nostra vita quotidiana, non solo un tema per esperti. Ogni giorno riceviamo messaggi, email o notifiche che possono nascondere truffe e insidie e basta un clic per mettere a rischio i nostri dati personali e la nostra identità digitale. Con il decalogo realizzato insieme a Netgroup vogliamo offrire ai cittadini uno strumento semplice, concreto e comprensibile: dieci regole per riconoscere le trappole digitali e difendersi in modo consapevole. Perché proteggere i propri dati significa, prima di tutto, proteggere sé stessi”, ha aggiunto Martina Donini, presidente di Udicon. Il decalogo quindi raccoglie 10 azioni semplici ma decisive per vivere in modo sicuro e consapevole la propria identità digitale. 1. Proteggi i tuoi account con password sicure e autenticazione a più livelli. Le password sono la prima barriera di protezione della tua vita digitale. Più sono forti, più difficile sarà violare i tuoi account o rubare la tua identità online. Un caso concreto? Un utente usa la stessa password, “123456”, per email, utenze e social. Dopo un furto di dati da un portale, i truffatori accedono anche alla sua casella di posta, inviando messaggi fraudolenti ai contatti. Quindi riutilizzare password semplici o identiche per più servizi crea un effetto domino: basta una violazione per compromettere tutto. Ecco i consigli: crea password diverse, lunghe (almeno 15 caratteri) e complesse per ogni account; laddove previsto dal servizio, attiva la doppia autenticazione (2fa); utilizza un password manager per memorizzare e aggiornare le credenziali, a maggior ragione per quelle di account non protetti da 2fa; cambia subito le password se ricevi avvisi di violazione dei dati da parte dei servizi che usi. 2. Presta attenzione: le truffe digitali sono riconoscibili. Dietro un messaggio o un link può nascondersi una trappola. Riconoscere i segnali giusti ti aiuta a evitare furti di dati e pagamenti fraudolenti. Caso concreto: un messaggio “dal corriere” invita a cliccare un link per ripianificare una consegna. Il sito imita quello ufficiale ma il logo è in bassa qualità e non sembra formattato correttamente e l’indirizzo web sembra autentico ma contiene una lieve variazione nel dominio. Vengono richiesti i dati della carta di credito per pagare una “tassa di consegna”. Pochi minuti dopo, sul conto della vittima compaiono addebiti non autorizzati. Le truffe sfruttano fretta e fiducia: un solo clic può bastare per rubare dati e denaro. Consigli: non cliccare link sospetti ricevuti via email, sms o chat; controlla sempre mittente, grafica, “tono” del messaggio (spesso allarmistico o urgente) e Url (es. posteitaliane-info.it invece di poste.it); accedi ai servizi solo da app ufficiali o digitando manualmente l’indirizzo nel browser; in caso di dubbi, contatta direttamente l’ente tramite i canali ufficiali. 3. Mantieni aggiornati i dispositivi e le applicazioni. Aggiornare significa proteggersi. Ogni nuova versione di software o app chiude le falle che i criminali informatici cercano di sfruttare. Caso concreto: una famiglia utilizza da tempo un assistente vocale per gestire luci e termostato. Da settimane l’app segnala un aggiornamento disponibile, ma nessuno lo installa. Un gruppo di hacker sfrutta proprio quella falla per accedere da remoto al dispositivo e alla rete wi-fi domestica, raccogliendo informazioni sulle abitudini della casa, sugli orari e perfino sulle conversazioni captate casualmente dal microfono. Quindi ogni aggiornamento corregge vulnerabilità che i criminali informatici possono sfruttare. Ignorarli significa lasciare porte aperte. Consigli: attiva gli aggiornamenti automatici di sistema e app; aggiorna anche router e modem: sono la prima barriera di difesa. 4. Effettua backup regolari: proteggi i tuoi ricordi e i tuoi dati. Un guasto, un furto o un virus possono cancellare in un attimo anni di ricordi digitali. I backup sono la tua rete di sicurezza. Caso concreto: yn utente riceve un’email che sembra affidabile e clicca su un link o un allegato. Dopo il clic, si scopre essere un messaggio malevolo, il computer si blocca e tutti i file – foto, video e documenti di lavoro – diventano inaccessibili. Quindi i dati personali e quelli aziendali risultano compromessi, con un danno sia per l’utente sia per l’organizzazione, che rischia la perdita di informazioni riservate. Senza un backup, basta un guasto o un errore per perdere anni di ricordi digitali e documenti di lavoro. Consigli: esegui backup periodici su supporti esterni o servizi cloud affidabili, prevedendo dei meccanismi di crittografa o protezione con password avanzate; imposta un promemoria mensile per aggiornare i tuoi backup: bastano pochi minuti per mettere al sicuro la tua memoria digitale. 5. Tracce digitali: impara a controllare i cookie. Ogni volta che navighi online, lasci tracce della tua attività sotto forma di cookie, piccoli file che i siti web salvano sul tuo dispositivo. Non tutti i cookie sono uguali, e gestirli consapevolmente ti aiuta a proteggere la tua privacy e limitare la raccolta non necessaria dei tuoi dati. Caso concreto Un consumatore accetta tutti i cookie di un sito di shopping. Poco dopo riceve email e pubblicità da siti sconosciuti: i suoi dati sono stati condivisi con decine di aziende. Cosa emerge: accettare tutti i cookie per comodità espone al tracciamento e all’uso improprio dei propri dati personali. Consigli: accetta solo i cookie necessari, evita di cliccare 'Accetta tutto'; cancella periodicamente cronologia e cookie dal browser. 6. Affidati solo a fornitori e piattaforme sicure. Ogni acquisto o download è una questione di fiducia. Scegliere canali ufficiali e sicuri è il modo più semplice per evitare truffe e furti di dati. Caso concreto Un utente acquista da un sito sconosciuto con prezzi troppo bassi. Il prodotto non arriva e la carta di credito viene clonata. Cosa emerge: offerte 'troppo belle per essere vere' nascondono spesso truffe o furti di dati. Consigli: usa solo siti con connessione sicura https:// e store ufficiali; controlla recensioni e contatti del venditore; evita app scaricate da fonti non ufficiali o dispositivi “sbloccati”. 7. Streaming illegale, rischio reale. La pirateria online non è solo illegale: è anche pericolosa. Dietro un film “gratis” può nascondersi un malware o un furto di identità. Scaricando un film da un sito pirata, un utente infetta il computer con un virus che ruba i dati bancari. Inoltre, rischia sanzioni per violazione del copyright. Lo streaming illegale mette a rischio dati, dispositivi e comporta conseguenze legali. Consigli: guarda contenuti solo su piattaforme legali e certificate; evita siti “gratuiti” o “senza registrazione”; se il dispositivo risulta infetto, disconnettilo dalla rete, esegui una scansione antivirus e rivolgiti a un professionista. 8. Proteggi la tua privacy in casa e sui dispositivi connessi. La casa smart deve essere anche una casa sicura. Ogni dispositivo connesso può diventare una porta aperta se non protetto adeguatamente. Caso concreto Una famiglia installa una videocamera interna ma lascia la password di fabbrica: un hacker accede alle immagini e le diffonde online. Cosa emerge I dispositivi smart rendono la vita più comoda ma, se non protetti, aprono porte digitali ai malintenzionati. Consigli: cambia sempre le password predefinite; aggiorna regolarmente i dispositivi smart; posiziona videocamere solo in aree comuni; copri webcam e attiva la “modalità privacy” quando disponibile; spegni il microfono nei dispositivi di assistenza vocale. 9. Usa l’intelligenza artificiale con consapevolezza e senso critico. L’AI è utile e potente, ma non infallibile. Usarla con prudenza significa proteggere i propri dati e saper distinguere tra verità e finzione. Caso concreto Una persona carica il proprio Cv su una piattaforma di ai per scrivere una lettera di presentazione. I suoi dati in questo modo vengono ceduti a terze parti, senza che se ne renda conto. Sono, quindi, esposti a rischio in caso di un eventuale data breach. Cosa emerge Ogni informazione condivisa con un sistema di Ai può uscire dal tuo controllo e restare accessibile a terzi. Consigli: non caricare dati personali o documenti sensibili; cancella periodicamente i contenuti caricati; verifica sempre l’attendibilità dei risultati: usa l’Ai come supporto, non come unica fonte di verità. 10. Promuovi la cultura digitale in famiglia. La sicurezza online è un gioco di squadra. Condividere buone pratiche tra generazioni protegge tutta la rete familiare. Caso concreto Una persona anziana inserisce i dati bancari in un “sito truffa”, ma il nipote, avendo imparato a riconoscere i falsi sms, blocca subito la carta. La consapevolezza è la miglior difesa: chi conosce i rischi protegge anche gli altri. Consigli: parla di sicurezza digitale in famiglia; insegna a riconoscere truffe e link sospetti; condividi buone pratiche e regole semplici con tutti. In conclusione il consiglio 'bonus' che vale per tutti! Segnala subito sospetti e comportamenti anomali In caso di truffa, furto di dati o attività sospette sui tuoi account o dispositivi, la rapidità di reazione è fondamentale. Se ricevi comunicazioni ingannevoli, noti movimenti insoliti sui conti o comportamenti anomali dei tuoi dispositivi, interrompi subito la connessione alla rete e non fornire ulteriori informazioni personali. Segnala tempestivamente l’accaduto alla Polizia Postale o alle autorità competenti e, se necessario, blocca carte e account coinvolti. Agire rapidamente può limitare i danni e contribuire a prevenire ulteriori frodi, proteggendo te e altri utenti.
(Adnkronos) - Scetticismo verso le strategie UE in materia di ambiente, preoccupazione per le conseguenze sull’economia della transizione green e un messaggio rivolto a istituzioni e imprese: la sostenibilità non può limitarsi a essere dichiarata o raccontata, deve essere dimostrata concretamente e integrabile nelle pratiche quotidiane. È quanto emerge dalla rilevazione condotta tra gli utenti delle piattaforme digital dell’agenzia di stampa Adnkronos tra il 18 agosto e il 29 settembre 2025 e presentata questa mattina al Palazzo dell’Informazione nel corso dell’evento Sostenibilità al Bivio promosso da Adnkronos Q&A. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin partecipando all’evento ha dichiarato: "Quando parliamo di sostenibilità e strategie da ripensare, penso al biocarburante. I biocarburanti sono un percorso per abbattere notevolmente le emissioni, per la crescita del Paese, per la trasformazione delle raffinerie. il green Deal definito dalla normativa europea di cinque anni fa non prevedeva questo percorso, prevede percorsi non più attuali. Il Green Deal originario non prevedeva il nucleare e poi lo ha ammesso. Si possono trovare dei punti di equilibrio”. Ha poi aggiunto: “Se va bene tra oggi e domani chiudiamo la questione sulle aree idonee e il dl energia potrebbe andare in Cdm la prossima settimana. Il primo nodo riguarda la rete elettrica: la nostra rete elettrica è intasata, anche se non occupata. Noi abbiamo una rete elettrica che non è più ricettiva perché è virtualmente occupata; quindi, ci sarà una norma sull'occupazione virtuale della rete elettrica, una norma sui data center e sulle aree idonee. sulle bollette un primo effetto potrebbe esserci da una norma che elimina il perverso sistema di passo Gries. Per quanto riguarda il nucleare invece -conclude- in questa legislatura dobbiamo dare il quadro giuridico: pertanto la legge delega e le norme di attuazione che devono vedere le procedure di permitting, le valutazioni sulle tecnologie, l'agenzia di controllo, una grande formazione e istruzioni”. All’evento è intervenuto con un video messaggio il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso: “La transizione energetica rappresenta una delle sfide più rilevanti per il nostro Paese e per l’Europa, una sfida difficile anche perché ingabbiata dalla logica ideologica del Green Deal che ha tarpato le ali alle imprese europee. Fin dal nostro insediamento abbiamo scelto di assumere un ruolo da protagonisti rispetto al governo di questo processo proponendo in Europa un approccio equilibrato, responsabile, realistico, che si discosta completamente dall’ideologia del Green Deal orientata in via esclusiva all’elettrificazione, cioè a una tecnologia dominio di altri – della Cina- e sulla quale siamo terribilmente indietro. Abbiamo già ottenuto risultati concreti salvaguardando comparti chiave come l’automotive e riportando l’Italia al centro delle scelte europee sui dossier strategici. Proprio la questione centrale dell’auto ci fa capire che non basta fare i compiti a casa: è necessario cambiare le regole europee come finalmente anche la Germania vuole fare con noi”. Sono intervenuti all’evento i rappresentanti delle Istituzioni europee: Brando Benifei, Europarlamentare Pd, Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia ed Enrico Giovannini, direttore scientifico ASviS. Top manager e rappresentanti del mondo accademico si sono invece confrontati su tre tavoli tematici. Il primo, sul tema 'Mobilità un approccio realmente sostenibile' ha visto protagonisti Daniela Biscarini, Ceo Ewiva, Francesco Calcara, President & CEO Hyundai Italia, Diego Cattoni, Amministratore Delegato Autostrade del Brennero, Caroline Chabrol, Direttrice Generale SNCF Voyages Italia. Hanno discusso, invece, di Economia circolare, la sostenibilità che fa crescere partendo dal primato italiano in materia, Paola Aragno, Vicepresidente Eikon SC, Domenico Calcaterra, Responsabile scientifico Fondazione Return, Giuseppe Pasceri, CEO Subito.it, Marco Versari, Presidente Consorzio Biorepack. Infine, Andrea Diamanti, Head of Wholesale Banking ING Italia, Alfredo Galletti, Corporate vice president e General manager Novo Nordisk Italia, Antonello Giunta, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fs Energy, Fabiana Marchini, Head Sustainability & of Corporate Affairs Gruppo Sanpellegrino, Federico Odella, CEO Bonduelle Italia, hanno preso parte al panel Le imprese, la sostenibilità nel core business mostrando come, nonostante il contesto incerto, le imprese continuino a investire sulla sostenibilità in tutti i settori. Nel dettaglio, dei circa 4.600 rispondenti alla rilevazione, il 69% pensa che il Green Deal europeo vada eliminato, segno di una forte disillusione. Solo il 10% ritiene, invece, che sia una priorità. Rispetto alla transizione green, il processo di trasformazione dei modelli economici, produttivi e sociali attuali verso un sistema più sostenibile, il 68% dei rispondenti dichiara che possa danneggiare l’economia. La percezione prevalente è che la transizione ecologica rappresenti un ostacolo allo sviluppo economico. La transizione verde passa anche attraverso una mobilità più sostenibile, in cui la diffusione delle auto elettriche rappresenta un elemento chiave: per i rispondenti alla rilevazione l’acquisto di un’auto elettrica è subordinata al prezzo e alla disponibilità di ricarica. Il 37% non compra vetture elettriche a causa del costo elevato e il 38% per i problemi legati alla ricarica. Sul versante delle aziende, comunicare il proprio impegno in verso la sostenibilità è per il 59% una strategia di greenwashing mentre per il 34% è un aspetto al quale dedicare maggiore attenzione. La responsabilità delle aziende in materia di sostenibilità per il 64% dei rispondenti non incide significativamente sulle scelte d’acquisto. La comunicazione delle aziende deve essere trasparente e basata sul dato: la fiducia si conquista con dati verificabili per il 65% dei rispondenti e con la coerenza (30%) con le azioni introdotte.