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(Adnkronos) - Il premier canadese Justin Trudeau sarebbe pronto alle dimissioni a breve. I media locali ipotizzano che potrebbe lasciare già in giornata, schiacciato dal forte dissenso all'interno del suo stesso partito liberale. I quotidiani nazionali The Globe and Mail e The Toronto Star hanno riferito che fonti interne al partito liberale di Trudeau si aspettano le dimissioni prima del suo caucus nazionale di mercoledì. Le fonti ritengono che l'annuncio possa arrivare già nelle prossime 24 ore. La partenza di Trudeau potrebbe lasciare il partito senza un leader a pochi mesi dalle prossime elezioni legislative, previste per la fine di ottobre. Non è chiaro se il 53enne rimarrà come leader ad interim del suo partito, visto che la sua popolarità è crollata negli ultimi mesi, con il suo governo che è sopravvissuto con margine ridotto a una serie di voti di sfiducia.
(Adnkronos) - Quali saranno le tendenze che plasmeranno il turismo enogastronomico nel 2025? A rispondere a questa domanda ci ha pensato il 'Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano', documento di riferimento in Italia curato da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico. “Il turismo enogastronomico è il cuore pulsante di un viaggio che non si limita più a un luogo, ma abbraccia storie, identità e innovazione. Il 2025 sarà l’anno in cui tradizione e tecnologia dialogheranno per creare esperienze sempre più immersive e sostenibili. Gli operatori non dovranno solo adattarsi, ma diventare protagonisti di un cambiamento che sta trasformando il modo in cui viviamo e raccontiamo il territorio”, afferma Roberta Garibaldi. Giunto alla settimana edizione, il Rapporto ha il supporto di Visit Emilia e Valdichiana Living, il patrocinio di Federturismo, Fondazione Qualivita, Iter Vitis Les Chemins de la vigne en Europe, e la collaborazione dell’Università degli studi di Bergamo – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere, Economics Living Lab e TheFork. Ed ecco, punto per punto, i 10 trend del 2025. 1. Esperienza da vivere in ogni viaggio. Per i turisti europei, il cibo è ormai stabilmente fra le esperienze più desiderate insieme a natura e cultura. Nel breve periodo (ottobre 2024 - marzo 2025), queste proposte pesano rispettivamente per il 15,3%, 16,6% e 14,7% nelle intenzioni dei cittadini europei. L’enogastronomia è ormai una commodity che arricchisce ogni tipologia di viaggio. 2. Crescita delle mete minori e delle destinazioni rurali. La nuova via del turismo passa attraverso le mete meno conosciute: la survey globale condotta da Expedia indica che il 63% dei rispondenti ha intenzione di visitare queste destinazioni nel corso dei viaggi del 2025, l’indagine annuale della piattaforma Booking.com conferma l’alto interesse verso queste località e il 44% degli intervistati di Booking dichiara di non voler taggare questi luoghi sui social media per evitare fenomeni di overtourism. La bellezza e la ricchezza culturale di queste località sono i principali driver di scelta (indicati dall’11,2% e dal 10,3% degli italiani); a queste si aggiunge il patrimonio enogastronomico (8,8%). Per il settore turistico italiano si tratta di una grande opportunità di sviluppo sostenibile, considerando le conseguenze negative dell’overtourism che pesa sulle mete più gettonate: nel 2023, il 48,1% degli arrivi turistici stranieri si è concentrato in sole sei province – nell’ordine: Venezia, Roma, Bolzano, Milano, Firenze e Verona. 3. Enoturismo multiprodotto e multisensoriale. L’enoturismo è in una fase di transizione e trasformazione. Sta emergendo un nuovo modo di fare enoturismo. A degustazioni e visite - che rimangono le proposte più popolari - si affiancano attività che associano la scoperta del vino con l’opportunità di vivere i luoghi in modo coinvolgente, con un alto gradimento anche per tour, itinerari ed eventi tematici. Tra i più giovani, l’interesse per le proposte tradizionali è basso: c’è maggiore voglia di esperienze attive (trekking, vendemmia attiva...) e tour / itinerari a tema vino. La Generazione Z diventa un target verso cui sperimentare proposte creative, immersive, sostenibili e multisensoriali che reinterpretano la cultura del vino. Allargando la sfera e includendo gli altri prodotti che fanno emergere la percezione di un patrimonio enogastronomico unico (olio evo, pizza, pasta, formaggi…) emerge chiaramente come i format tradizionali dell’offerta turistica enogastronomica dovranno essere ripensati, valorizzando le eccellenze enogastronomiche in modo sinergico e puntando su modalità innovative, coinvolgenti e ingaggianti, capaci di raccontare la cultura ed i territori oltre i luoghi comuni. 4. Iperpersonalizzazione. L’iper-personalizzazione rappresenta una delle tendenze più significative per il futuro del turismo. I viaggiatori di oggi non si identificano più con le classiche motivazioni di viaggio, ma cercano esperienze multifunzionali che uniscano diversi stimoli. Questa evoluzione rende indispensabile un ripensamento delle strategie di segmentazione, spostandosi da criteri anagrafici tradizionali verso cluster comportamentali basati su esigenze, desideri e abitudini. Attraverso l’iper-personalizzazione si va a customizzare le proposte e le interazioni con il cliente / turista in base a valori ed azioni in tempo reale, creando esperienze tailor-made. 5. Vivere gli eventi. Gli eventi stagionali o culturali legati al territorio, i fenomeni naturali spettacolari come l’aurora boreale, stanno diventando catalizzatori di flussi turistici. La ricerca di esperienze autentiche e irripetibili spinge i viaggiatori a pianificare itinerari in funzione di questi appuntamenti, che si trasformano in vere e proprie leve di attrattività per le destinazioni enogastronomiche. Il turismo enogastronomico può integrare e reinterpretare questo approccio, offrendo esperienze uniche che abbinano la scoperta della natura con la valorizzazione del cibo locale. Dalla ricerca del tartufo alla fioritura dei ciliegi, dalla raccolta delle olive alla vendemmia, gli eventi stagionali motivano il viaggio, cosi come festival e sagre. 6. Scelta grazie a social e serie Tv. I social network hanno profondamente modificato le dinamiche del processo di acquisto e consumo, in particolare della GenZ che predilige Instagram (70,2%), TikTok (48,9%) e YouTube (38,3%); i Millenials, invece, preferiscono Facebook, per le generazioni precedenti i social pesano meno, affiancandosi a riviste e guide specializzate. I social media contengono una pluralità di consigli e recensioni ed in questo mare magnum gli influencer vengono percepiti come fonti affidabili. Inoltre, serie televisive e produzioni cinematografiche si confermano fonti ispirazionali di viaggio innescando il set-jetting con i turisti / fan che hanno la possibilità di immedesimarsi nei propri personaggi preferiti ed esplorare le località che hanno fatto da sfondo alle serie da loro amate, e hanno concorso ad accrescere (spesso in modo esponenziale) la popolarità di località ed attrazioni meno note. 7. IA per costruire il viaggio. L’Intelligenza Artificiale sta trasformando la capacità di personalizzare le esperienze turistiche, utilizzando algoritmi per analizzare le preferenze individuali dei viaggiatori. Questo permette alle piattaforme turistiche di suggerire itinerari enogastronomici su misura, adattando le proposte ai gusti personali, alle restrizioni dietetiche e ai budget. In futuro, sarà possibile integrare ulteriormente questi strumenti nei sistemi di prenotazione, offrendo esperienze altamente specifiche: più il sistema conosce i tuoi gusti, più elabora recensioni sui prodotti servizi, più riesce ad elaborare soluzioni su misura. I benefici si misurano su: a) ottimizzazione delle prenotazioni e dell’assistenza; b) edutainment e storytelling immersivo; c) gestione sostenibile dei flussi turistici; d) inclusività e accessibilità; e) formazione e sviluppo professionale. 8. Enogastronomia, valore aggiunto per la ricettività. L’evoluzione del food & beverage nell’ospitalità è testimoniata dai numeri. Se nei primi anni 2000 questo servizio era visto come mero costo operativo, oggi il 40% degli alberghi nel Belpaese dispone di un ristorante interno. Questa voce mediamente genera circa il 28% del fatturato totale dell'albergo, generando un valore economico complessivo stimato di 3,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda il fine dining, 158 ristoranti stellati Michelin (il 40% del totale) sono ospitati all’interno di strutture alberghiere. Puntare sul food & beverage offre opportunità di branding, permette di diversificare le entrate attraverso eventi e catering e migliora la percezione dell’hotel. Questa crescente attenzione per il mondo del food & beverage sta trasformando i ristoranti ospitati negli alberghi in veri e propri ambasciatori del territorio, con una crescente attenzione verso l’utilizzo di ingredienti locali e approcci eco-friendly, ma anche nel connubio tra cibo e benessere con la nascita dei longevity restaurant. 9. Il paesaggio ritrovato. Sempre più spesso, il paesaggio si configura come un elemento chiave nella scelta di una destinazione turistica, soprattutto per il turismo enogastronomico. Il 59,3% dei turisti coinvolti nella nostra indagine ha indicato il “godimento del paesaggi rurali” come una primaria motivazione dei viaggi realizzati negli ultimi 3 anni, e il 55,3% ha indicato il paesaggio come un forte elemento di interesse nella realizzazione di viaggi futuri. E questo mentre in Italia l’abbandono rurale e delle attività agricole rappresenta una delle principali minacce, compromettendo equilibri costruiti nel tempo grazie al lavoro e alla presenza di agricoltori, allevatori e pastori. È fondamentale intervenire con azioni mirate per preservare il paesaggio rurale italiano. 10. Gastrodiplomacy, il cibo per unire. La gastrodiplomazia si fonda sull’idea che il cibo sia una lingua universale, capace di superare le barriere linguistiche, culturali e politiche. Nei momenti di crisi, il cibo può essere utilizzato per ricordare che, nonostante le divisioni, esistono elementi comuni che uniscono i popoli.
(Adnkronos) - Pesano sull'Italia gli effetti della crisi climatica: nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: il 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A pesare in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua. Questo il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024. Il 2024 è stato segnato, nel dettaglio, da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud, 92, e dal Centro, 61. A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna con 52 eventi, è la regione più martoriata dalla crisi climatica, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13, Torino con 12 e Palermo con 11. Tra le grandi città, la Capitale è quella più colpita con 8 eventi meteo estremi, seguita da Genova (7) e Milano (6). Legambiente segnala anche le conseguenze che gli eventi meteo estremi stanno causando in generale sui trasporti: 22 quelli che nel 2024 hanno provocato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale nella Penisola. In quota, gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più tangibili, con impatti sui ghiacciai, sempre più sottili e in arretramento, ecosistemi e biodiversità. Nel 2024, in Piemonte, lo zero termico in quota è arrivato a 5.206 metri, sfiorando il record di 9 anni fa, quando era salito fino a 5.296 metri. “Nel 2024 l’Italia - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del Pnacc, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col Dl Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il Dpr per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”. “Tra gli eventi meteo estremi in crescita - aggiunge Andrea Minutolo responsabile scientifico di Legambiente - preoccupa il fenomeno della siccità che a più riprese ha colpito in questi anni l’Italia. Simbolo di quest’estate il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. L'emergenza in Sicilia è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica in continua evoluzione che rappresenta un monito severo. Per questo è importante che il Paese definisca una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi”. Classifica regioni più colpite da siccità, esondazioni e allagamenti: per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).