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(Adnkronos) - Rita De Crescenzo torna a scaldare gli animi in politica. La famosa tiktoker napoletana, la stessa che a inizio anno aveva portato all'invasione di Roccaraso e ad aprile era salita a Roma per partecipare alla manifestazione del Movimento 5 Stelle contro il riarmo, sui social dà il suo endorsement a Forza Italia per le regionali in Campania. Il suo preferito? Sicuramente Pasquale Di Fenza, consigliere regionale uscente, espulso da Azione di Carlo Calenda per il balletto, in una stanza del Consiglio regionale, postato sui social proprio dalla stessa tiktoker. Ma perché scegliere gli azzurri? Il motivo è presto detto. Al netto degli ospedali, che devono funzionare, "devono stare belli sistemati", e del reddito, che non deve essere dato per fare stare i nostri figli "a giocare 'n'gopp alla Playstation", ma va dato alle persone "che ci possono insegnare a fare un mestiere", è per "'a buon’anema d''o dottor Silvio, il signor Silvio Berlusconi" che Forza Italia merita un voto per De Crescenzo. "Vuie avete maje visto quacche azienda è fallita, hanno fatto 'o sciopero, hanno fatto tutte 'sti teatrini? Allora che vuol dire? Che sono persone serie. Forza Italia sono persone che stanno da tanti anni sulle piattaforme e sulla politica - dice nel video la tiktoker -. "Io m’aggia ‘mparà, m’aggia acculturà con questi signori ccà. Accuminciate a prepararve ‘e schede elettorali: si vuie vulite jì a votà, io ve do’ na mano e ve accompagno pure". Il suo endorsement, però, non piace a tutti. Neanche dalle parti del centrodestra. Per Gianpiero Zinzi, deputato e coordinatore della Lega in Campania, "abbiamo lavorato per mesi, ci siamo confrontati con i cittadini, abbiamo incontrato associazioni e imprenditori. Sappiamo di cosa ha bisogno la Campania, quali sono i problemi su cui bisogna da subito impegnarsi per avere il cambiamento che vogliamo. Questo significa fare politica, quella vera e genuina e il voto dato alla Lega e ai nostri candidati è un voto utile e consapevole per voltare pagina", ma "vedo che sui social c’è un attivismo smisurato da parte di qualche influencer trash che vorrebbe sfruttare la propria visibilità per condizionare le opinioni dei campani. È una cosa ben diversa da quello che per noi è fare politica sul territorio, con coerenza, passione e responsabilità". E contro si schierano anche dal campo progressista. Per Michele Tarantino, segretario del Psi in Campania e promotore di 'Avanti Campania', è arrivato il momento di parlare. "A Fulvio Martusciello diciamo che, con serietà, bisogna andare nel merito, è arrivato il tempo di chiarire. Lui diceva di non conoscere le De Crescenzo, i Napoletano ‘store’. Ma sono in prima linea per Forza Italia in Campania e per un suo candidato. Ed era nota la circostanza come erano noti i protagonisti". "Nulla - aggiunge - ripeto, contro le persone, ci mancherebbe, ma qualcosa va detto. Sono sostenitori di Forza Italia e del candidato Di Fenza. Noi lo incontrammo, gli chiedemmo di chiarire con quel mondo, di alzare l’asticella, a lui dicemmo di farsi promotore di battaglie di legalità. Nessun segnale. Decidemmo, allora, di non candidarlo. Si può e si deve parlare a quel mondo ma bisogna farlo chiedendo chiarezza e dando ai giovani e al popolo social messaggi chiari, mai equivoci. Chiediamo a Forza Italia se ha fatto lo stesso". "Convinti che Martusciello la butterà in rissa auspichiamo da Catello Maresca, magistrato di riconosciute qualità, e da Edmondo Cirielli, che è ufficiale dei carabinieri, più chiarezza, più coraggio. Con certi mondi e con chi li alimenta bisogna essere decisi", conclude Tarantino.
(Adnkronos) - "Dal 9 ottobre sono entrate in vigore nuove regole sui bonifici istantanei in Europa. Queste obbligano le banche a offrire il servizio gratuitamente, a costi non superiori a quelli dei bonifici ordinari, e a implementare la verifica del beneficiario (verification of payee - VoP). Questo sistema controlla la corrispondenza tra il nome del beneficiario e l'Iban, riducendo i rischi di frodi ed errori, anche se il cliente può decidere di procedere pure in caso di discrepanze. Le nuove regole riducono notevolmente i rischi nel processo di condivisione dei bonifici, ma sarebbe un errore abbassare la guardia e pensare che le problematiche siano destinate a scomparire in breve tempo. Come in Sis Id abbiamo individuato che le frodi possono essere supportate a loro volta da un utilizzo criminoso dell’Intelligenza artificiale". E' quanto dice di Anna Ongaro, country manager per l’Italia di Sis Id. "Mentre il volume complessivo delle frodi continua a crescere - spiega - i metodi operativi cambiano volto: furto d’identità, deepfake vocali, falsificazione di Iban, phishing mirato. In questo contesto, da alcuni anni le istituzioni finanziarie investono massicciamente nell’Intelligenza artificiale. Oggi, quasi nove operatori finanziari su dieci utilizzano modelli capaci di rilevare anomalie, valutare i rischi o analizzare il comportamento delle transazioni. Il risultato: costi di trattamento dimezzati e una capacità di rilevamento che può raggiungere il 95%". "Ma con l’avanzare della tecnologia - avverte - il fronte si sposta. I truffatori usano gli stessi strumenti: l’Ia generativa per creare falsi ordini di bonifico, sintesi vocale per imitare dirigenti, falsificazione di documenti in pochi secondi. Secondo i dati del Boston consulting group, solo il 25% delle banche si dichiara pronta a integrare in modo sicuro modelli generativi e agentivi nei propri sistemi di protezione. In altre parole, la battaglia non riguarda più l’adozione dell’Ia, ma la qualità della sua gestione: supervisionare, spiegare, controllare. E' questa la sfida per fare conto su un’Ia affidabile". "Per conciliare efficacia e riservatezza - fa notare - si impone una soluzione: il 'federated learning’'. L'apprendimento federato è un metodo di machine learning decentralizzato e collaborativo che permette di addestrare un modello senza che i dati privati vengano trasferiti da dispositivi locali a un server centrale. Il principio è semplice ma efficace: ogni attore – banca, impresa, fintech – addestra localmente un modello di Ia sui propri dati. Invece di centralizzare i file, si condividono solo i parametri aggiornati. Questi contributi vengono poi aggregati per produrre un modello globale, più robusto, senza che i dati sensibili lascino mai il loro ambiente d’origine". "Perché questo approccio convince? Perché rispetta la sovranità dei dati e il Gdpr; inoltre, rileva schemi di frode trasversali che nessun attore vedrebbe da solo; infine, migliora la precisione del 20% in media senza scambio di dati grezzi. L’idea richiama, in un certo senso, le logiche comunitarie già note nella cybersicurezza: più aziende condividono gli allarmi per rafforzare la difesa collettiva. Applicata al settore finanziario, questa intelligenza distribuita apre la strada a una cooperazione antifrode di nuova generazione, capace di evolversi al ritmo delle minacce", prosegue. "Le imprese - osserva - spesso prime vittime, individuano segnali deboli nei pagamenti o nelle catene di fornitura. Le banche, dal canto loro, dispongono di una visione d’insieme dei flussi e di strumenti di rilevamento in tempo reale. Eppure, questi due mondi condividono ancora troppo poche informazioni. Creando basi di allerta condivise e protocolli comuni di segnalazione, potrebbero anticipare meglio gli attacchi e limitarne la diffusione. Esistono già iniziative pionieristiche. L’alleanza tra Nasdaq Verafin e Biocatch copre 2.600 istituzioni finanziarie e oltre 10.000 miliardi di dollari in attivi, mentre Mastercard decision intelligence ha triplicato l’efficacia del rilevamento riducendo i falsi positivi del 22%. Ma questi progressi restano spesso isolati. Per diventare la norma, devono essere inseriti in un quadro comune, sostenuto e riconosciuto dai regolatori". "L’Europa - ricorda - ha già posto le basi di questo terzo pilastro: quello della regolamentazione di fiducia. Tre testi costituiscono oggi il fondamento di questo approccio: il Gdpr, garante della protezione dei dati; il regolamento Dora, che impone una maggiore resilienza digitale alle istituzioni finanziarie; infine, l’Ai Act, il Regolamento sull'Intelligenza Artificiale dell'Unione Europea che regolamenta l’uso etico dell’Ia. Queste regole non sono ostacoli: offrono, al contrario, una base comune di cooperazione. Favorendo la trasparenza e la tracciabilità dei modelli, permettono a banche e imprese di collaborare sotto supervisione pubblica, in un clima di fiducia giuridica". "In Francia, la verifica automatizzata dei beneficiari dei bonifici (Vop o Verification of payee), promossa dai regolatori, illustra questa convergenza tra innovazione e sicurezza. Essa mira a stimolare e obbligare la comunicazione e la collaborazione tra i diversi organismi di pagamento, ma anche con i loro clienti aziendali. L’obiettivo è arrivare a un insieme di dati ‘’sani’’ e quindi a flussi di pagamento sicuri. Domani, una rete europea di segnalazione automatizzata potrebbe proseguire questa dinamica: una piattaforma comune, sotto controllo delle autorità, per collegare i segnali di frode rilevati in ciascun paese membro", continua. "Per essere efficace - sottolinea - il contrasto alla frode deve basarsi su un triangolo di fiducia: in primo luogo, le imprese, principali sentinelle’; poi le banche, custodi dei flussi; infine, le autorità pubbliche, garanti del quadro e della neutralità. L'apprendimento federato, associato a un quadro normativo rigoroso, dimostra che è possibile coniugare innovazione, riservatezza e solidarietà tecnologica. Di fronte a frodi ormai potenziate, solo una risposta collettiva - tecnologica, umana e istituzionale - permetterà di preservare la fiducia, quel fattore invisibile senza il quale nessuna economia può reggere".
(Adnkronos) - "Oltre a un cambiamento tecnologico, stiamo mettendo in campo, un cambiamento di competenze che tocca le nostre 18mila persone con un’alfabetizzazione sull’Artificial intelligence, mettendo in campo un reskilling massiccio". Lo ha detto Maria Lamelas Godinez, chief human resources officer, FiberCop, alla conferenza ‘Europa e industria unite per la competitività’, organizzata da Sdgs Leaders a Roma. Un appuntamento che ha riunito le principali imprese italiane e i rappresentanti per presentare la ‘Dichiarazione Competitività 2026’, un documento che traduce in azione le linee indicate dal Rapporto Draghi sulla necessità di rilanciare la competitività dell’Europa. “Stiamo mettendo in atto un grandissimo change management - ha spiegato Lamelas Godinez - diffondendo la cultura dell’imparare a non avere paura di cambiare di pari passo alla transizione tecnologica Quest'anno il reskilling ha toccato 1500 persone attraverso veri e propri cambi di lavoro e di funzione. Il che vuol dire che le nostre persone devono essere flessibili e pronte al cambiamento”.