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(Adnkronos) - E' "probabile" che una fuga del virus da un laboratorio in Cina sia stata all'origine della pandemia di Covid-19. Sono queste le conclusioni a cui è arrivata oggi la Central Intelligence Agency (Cia), dichiarando di aver modificato le sue precedenti valutazioni, ma aggiungendo allo stesso tempo di aver "scarsa fiducia" nel suo giudizio. La pandemia ha avuto come epicentro, nella fase iniziale, la città di Wuhan. "Sulla base delle segnalazioni disponibili la Cia valuta con scarsa fiducia che un'origine della pandemia di Covid-19 correlata alla ricerca sia più probabile di un'origine naturale", ha affermato un portavoce dell'Agenzia in una nota. "La Cia continua a valutare come plausibili sia gli scenari di origine correlata alla ricerca che quelli di origine naturale della pandemia di Covid-19", ha aggiunto il portavoce, evidenziando che l'agenzia ha "scarsa fiducia in questo giudizio" e continuerà a valutare qualsiasi nuova segnalazione di intelligence o informazione rilevante. Per anni la Cia ha sostenuto che non fosse chiaro se la pandemia di Covid fosse emersa dall'esposizione umana a un animale infetto o da un evento in un laboratorio di ricerca in Cina. Secondo l'Fbi ed il Dipartimento dell'Energia, invece, era probabile che il virus fosse il risultato di una fuga di laboratorio. Donald Trump, appena tornato alla Casa Bianca come presidente, anche nel suo primo mandato ha sempre fatto riferimento al covid parlando di 'China virus' e collegando l'inizio della pandemia al paese asiatico. Nel 2020, le parole di Trump provocarono la reazione di Pechino: "Chiediamo agli Stati Uniti di correggere il proprio errore e di porre fine alle accuse infondate contro la Cina".
(Adnkronos) - Tutti gli stili possono mescolarsi con qualsiasi stile. Tutte le persone attraversano stili diversi anziché escluderne uno a favore di un altro. Passato e avanguardie sono entrambi contemporanei. Dunque è ora di mettere un po’ di ordine nelle preferenze di consumo nel settore del gioiello. Vicenzaoro, il salone internazionale della gioielleria di Italian Exhibition Group, ha chiesto a Francesco Morace, fondatore di Future Concept Lab, di fornire una mappa per comprendere l'evoluzione dei gusti dei consumatori. Protagonista di un incontro tenutosi nel corso della giornata di ieri lunedì 20 gennaio, il sociologo e saggista ha presentato un’analisi che si concentra sulla fascia d’età compresa tra i 20 e i 29 anni. "Una generazione attiva che agisce in maniera creativa, indipendenti dalle aziende per cui lavorano, si spostano da città a città, con una predilezione per le capitali europee, attenti agli influencer perché prediligono un contatto diretto", dice Morace. D’interesse poi è la fascia dei quarantenni, "cresciuti con il gusto del design e della moda, vogliono originalità ricercata. Per loro l’elemento chiave è l’accessorio. In questa fascia emerge, o forse ritorna, il gioiello maschile addirittura incorporato nei capi d’abbigliamento con grande originalità", prosegue il sociologo. Mentre i cinquantenni assieme agli over 60 prediligono senza dubbio il valore degli “hallmark”, da cercatrici e cercatori di beni ed esperienze nel segmento premium quali sono. Per quanto riguarda le tendenze, Morace sottolinea che "le rivoluzioni sociali convivono anziché escludersi. La sostenibilità non è più neo-pauperismo ma deve avere una sua capacità estetica con un occhio attento alle nuove generazioni". L'attenzione alla natura, alla sua "capacità di durare", è un tema ricorrente, come nelle opere degli artisti Breakfast e Refik Anadol. Morace parla anche di 'metamemoria', affermando che "l’esplorazione del passato è molto orizzontale", il che spiega l'appeal del vintage tra i giovani, che "capiscono la qualità e il valore negli oggetti". La sostenibilità si rafforza con certificazioni come quelle delle B-Corp e iniziative come i diamanti "carbon negative". Morace conclude: "Le nuove generazioni si informano molto velocemente, verificano l’autenticità dello spirito di brand o ambassador e, nel caso, non perdonano".
(Adnkronos) - Con la prossima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare del 5 febbraio parte il conto alla rovescia dei 5 anni che ci separano dal 2030, un tempo che dovrà essere impiegato per inserire nel quotidiano buone pratiche, azioni e comportamenti concreti volti a ridurre della metà lo spreco alimentare, traguardo prospettato dal target 12.3 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dalle Nazioni Unite il 25 settembre 2015. Target che prevede di dimezzare lo spreco alimentare nelle case dei consumatori così come nelle fasi di produzione e distribuzione del cibo. Al lanciare il countdown è la campagna Spreco Zero con il tema portante della 12esima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare del 5 febbraio prossimo che sarà #Tempodiagire, #Timetoact: una vera e propria ‘call to action’, un invito all’azione per sensibilizzare i cittadini ma anche le istituzioni e le aziende intorno alle strette implicazioni fra spreco alimentare e impatto ambientale. “In termini concreti - spiega il direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International Andrea Segrè, fondatore della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare - si tratta di arrivare nel 2030 a uno spreco pro capite di 368,7 grammi settimanali, ovvero la metà dei 737,4 grammi registrati 10 anni fa al momento dell’adozione dell’Agenda 2030 che al punto 12.3 richiedeva di dimezzare quella quota (fonte: Oss. Waste Watcher International). Una sfida che si prospetta ambiziosa, possiamo iniziare fin da subito adottando strumenti pratici come lo Sprecometro, a disposizione di tutti gratuitamente, che ogni giorno misura non solo lo spreco del cibo ma anche la nostra impronta ambientale, lo spreco dell’acqua nascosta e le emissioni connesse al cibo gettato”. E’ Filippo La Mantia l’Ambasciatore di Buone Pratiche della campagna Spreco Zero 2025 e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, in calendario il 5 febbraio, quest’anno al traguardo della sua 12esima edizione. Firma italiana della cucina fra le più note e amate, innovativo e appassionato, impegnato in molte cause sociali, Filippo La Mantia si distingue per una filosofia culinaria basata sulla semplicità, sul patrimonio culturale e sulla convivialità, oltre che su una cucina accessibile e ispirata ai valori della sostenibilità, della stagionalità, del recupero degli alimenti in funzione della prevenzione degli sprechi. L’evento ufficiale della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, promosso per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e dell’Anci, media partners Rai Radio1 e Rai Radio2, si svolgerà a Roma martedì 4 febbraio dalle 11 nello Spazio Europa, sede di Rappresentanza Permanente del Parlamento e della Commissione Europea (via IV Novembre, 149) con diretta sui canali social della campagna Spreco Zero. Sarà l’occasione per la presentazione del nuovo rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher International con i dati del ‘Caso Italia’ 2025.