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(Adnkronos) - Dal 9 all’11 luglio si terrà a Roma il 4° Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, il principale appuntamento italiano dedicato alla governance integrata e allo sviluppo di uno dei pilastri strategici dell’economia del Paese. Il Blue Forum è un evento unico nel panorama nazionale: ogni anno riunisce tutti gli stakeholder pubblici e privati di tutti i settori dell’Economia del Mare per un confronto trasversale e costruttivo. L’edizione 2025 si aprirà mercoledì 9 luglio presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza del Ministro Adolfo Urso, con la presentazione del XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, realizzato da OsserMare e Centro Studi Tagliacarne - Unioncamere. I lavori proseguiranno il 10 e 11 luglio presso la sede di Unioncamere, con oltre 100 relatori e la partecipazione delle più alte cariche istituzionali del Parlamento e del Governo, sia dell’Italia che dell’Europa. Hanno già confermato la loro presenza, tra gli altri: il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il Vice Presidente della Camera Fabio Rampelli, i Ministri Musumeci, Santanchè, Lollobrigida, Abodi, Bernini, i Vice Ministri Leo e Rixi, i Sottosegretari Durigon e Barbaro, il Consigliere del Presidente del Consiglio Loiero, il Vice Presidente della Commissione Europea Fitto insieme a presidenti di commissioni parlamentari, numerosi parlamentari ed europarlamentari. Il titolo scelto di questa edizione è: “Creare Valore – Il Mare nell’anno del Giubileo”, che segna anche il debutto del Summit nella Capitale, nel cuore simbolico dell’Anno Santo, dopo le precedenti edizioni svoltesi a Gaeta, con la partnership dell’Apostolato del mare – Cei e sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo. Saranno presenti importanti rappresentanze ecclesiastiche. L’obiettivo è promuovere una visione integrata dell’Economia del Mare come chiave dello sviluppo economico, culturale e sociale dell’Italia, in dialogo con tutti i settori coinvolti. "Il Blue Forum si conferma una piattaforma unica in Italia, il luogo dove la voce di tutti gli stakeholder dell’economia del mare trova la sua massima espressione e coordinamento a livello nazionale. Quest’anno vogliamo affermare con forza che la crescita economica, la tutela ambientale e lo sviluppo sociale e culturale sono profondamente connessi alla dimensione spirituale e valoriale che il mare esprime", sottolinea Giovanni Acampora, il presidente di Assonautica Italiana , Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina, promotore del Summit. "In un anno simbolico come il 2025, vogliamo dare un messaggio chiaro: il mare non è solo risorsa economica, ma patrimonio condiviso, spazio di coesione, luogo di accoglienza, speranza e futuro. Siamo pronti a costruire una comunità blue" - prosegue Giovanni Acampora, "capace di generare valore per le nuove generazioni, nel solco degli obiettivi europei di sostenibilità e delle sfide globali che ci attendono". Tre saranno i pilastri che orienteranno i lavori del Summit: Connettività, Responsabilità e Rigenerazione, che rispecchiano sia le esigenze di crescita dell’Economia del mare sia le sue dimensioni valoriali e sociali – in un contesto reso ancora più complesso dall’evoluzione tecnologica (Intelligenza Artificiale, Digital Twin, Spazio-Mare) e dalla congiuntura geopolitica globale. Un’agenda ricca e trasversale guarderà al mare come leva per uno sviluppo inclusivo e competitivo e sarà un’importante occasione per condividere strategie concrete in vista della nuova pianificazione marittima italiana 2026–2030. Il Summit Nazionale sull’Economia del mare Blue Forum - organizzato da Camera di Commercio Frosinone Latina, Informare, OsserMare e Assonautica Italiana in collaborazione con Unioncamere - si conferma così crocevia tra visione strategica, politiche pubbliche e azione concreta, in linea con le priorità italiane ed europee.
(Adnkronos) - Come nascono le fragranze? Lo sa bene Beatrice Lorenzini che usa il suo naso come un musicista il suo orecchio, e il suo è il più efficace e giovane d’Italia. Con il suo brand Lorenzini Parfum, che gestisce insieme al fratello Filippo, Beatrice unisce, con perfetto equilibrio, lo stile indipendente della nicchia, con le caratteristiche di eleganza senza tempo che ne possono fare un best seller. Beatrice Lorenzini, 26 anni, romana, ha iniziato a creare profumi da autodidatta a soli 14 anni. Chi ha avuto il piacere di collaborare con lei la definisce una vera artista, e addirittura un genio del settore. Lavora sulle formule a mano, con penna e taccuino, come un sommelier di fragranze e di ricordi. Sentirla parlare è ipnotizzante perché, da buona comunicatrice, sa trattare il mondo della profumeria come un racconto narrativo. C’è uno storytelling dietro ogni goccia, dietro ogni profumo, e Beatrice Lorenzini lo sa raccontare. In un mondo basato sulla esasperazione dell’estetica, dove la vista è il senso più facile da ingannare, Lorenzini Parfum sceglie di comunicare tramite l’olfatto; gli odori sono storie, e le parole scelte per raccontarle sono vento che le veicola fino a dove possono essere ascoltate. Ogni storia viene vissuta come un’interpretazione del mito, vista tramite la lente di un narratore e filtrata dal tempo in cui nasce, che ha in sé frammenti vividissimi dell’eterno patrimonio di archetipi che appartengono all’uomo sin da quando si è reso conto di esistere. Le creazioni Lorenzini Parfum, una volta immesse nel mercato, acquistano una nuova vita: le storie di chi le ha ispirate vengono indossate e chi le indossa le carica delle proprie. Così, come una valanga i profumi, liberi per natura, liquidi, viaggiano attraverso il mondo e le emozioni delle persone, le connettono. I fratelli Lorenzini amano pensare che una singola goccia di profumo sia in grado di unire persone che non siederanno mai allo stesso tavolo, che non parleranno mai insieme, che forse non si guarderanno mai, in un silenzioso momento di profonda connessione invisibile. Il mantra di Lorenzin Parfum è artigianato. La figura del profumiere, nel suo laboratorio, torna a essere quella di un artista-artigiano che crea le sue opere non solo con la mente ma anche con le mani. Ogni boccetta è un’opera unica e non l’ennesima copia di un originale. E in qualità di tester, a differenza di quelli di carta, l’azienda predilige il cotone in quanto non ha un proprio odore e quindi consente al cliente la base più neutrale possibile per sentire la fragranza che ha fra le mani e apprezzare ciò che la sua pelle dona al profumo rispetto all’odore in purezza. Quando parliamo di artigianato intendiamo la realizzazione di un prodotto finito in cui ogni passaggio è curato da Lorenzini Parfum: miscelazione, maturazione, diluizione, macerazione, filtraggio, imbottigliamento, sono tutte fasi che non vengono demandate a una filiera esterna come accade per la maggior parte dei produttori. Per questa ragione l'immersione nel processo di produzione è compiuto in prima persona con metodi moderni cercando di escludere il più possibile automatismi e procedimenti basati sull’elettronica. Ogni passaggio è seguito dal profumiere perché la bellezza del lavoro e la coerenza della visione sia data dal totale coinvolgimento del Naso in ogni passaggio, che non si limita a ideare la fragranza e delegarne la creazione, ma cura ogni goccia di profumo in ciascuna tappa del suo percorso. "Utilizziamo solo alcol purissimo di grado alimentare - racconta Beatrice Lorenzini - anziché il più comune denaturato per evitare che l’odore delle sostanze denaturanti interferisca con il profilo olfattivo della fragranza. Il profumo diluito viene conservato in contenitori in vetro; questo è il momento in cui aggiungiamo l’ingrediente più prezioso: il tempo. Alcuni dei nostri profumi richiedono molti mesi di macerazione prima di poter essere imbottigliati. A temperatura costante e circondati dal buio i profumi riposano per lunghe settimane, e mentre sembrano star lì inanimati in realtà sono in grande fermento, le molecole che compongono il meraviglioso liquido ambrato creano nuovi legami e interagiscono con l’ossigeno. La fragranza diventa sempre più intensa e profonda, ogni nota si armonizza con le altre, alcune si attenuano e altre vengono fuori in tutte le loro sfaccettature. Il profumiere controlla costantemente l’evoluzione del profumo nel corso dei mesi, è la fragranza stessa a dirci quando ha raggiunto l’apice del suo sviluppo ed è pronta per essere imbottigliata". Lo studio del packaging è il più coerente possibile con le fragranze proposte e con la visione che si vuole comunicare e dopo il tempo di lavorazione, il profumo è pronto per essere imbottigliato in flaconi in vetro trasparente. Il colore di ogni profumo di Lorenzini Parfum è il frutto dell’insieme delle materie prime che lo compongono, senza aggiunta di coloranti; per questa ragione non potevano che scegliere una bottiglia di altissima qualità che valorizzasse il colore naturale della fragranza. Ogni flacone viene sigillato da uno spray fatto per fornire un’esperienza confortevole al cliente, che scende morbido sotto la pressione di un dito e genera una soffice nuvola profumata che abbraccia la pelle e i vestiti. Le boccette sono poi lucidate singolarmente ed etichettate, a questo punto possono essere completate dal loro tappo in bachelite a 11 lati, un materiale antico e prezioso modellato come i tappi di inchiostro a cui questo materiale era originariamente destinato. In ciascuna confezione viene inserito, oltre al profumo, il racconto che esso veicola e un fazzoletto in puro cotone lavato con sapone inodore, come nell’antica profumeria, dove centinaia di fazzoletti rigorosamente in cotone venivano usati per sentire le fragranze. Anche la cellophanatura è eseguita a mano tramite strumenti termici, le scatole sono sigillate da una pellicola lucida che le proteggerà finché non troveranno il loro proprietario. Lorenzini Parfum propone nel suo laboratorio delle esperienze olfattive guidate da Beatrice, che accompagna i partecipanti (non più di 3/4 persone per volta, di modo da seguirli uno ad uno) nell’esplorazione della collezione Lorenzini Parfum tramite materie prime iconiche e racconti capaci di stupire e conquistare i sensi.
(Adnkronos) - “Noi, come Comuni, siamo stati i primi a mettere a terra le potenzialità del Pnrr. Abbiamo realizzato nuove infrastrutture, molte di queste opere sono in corso ma siamo stati tra i primi ad aver rispettato le tempistiche e gli obiettivi del Pnrr”. Lo ha detto Vito Parisi, vicepresidente Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) con delega al trasporto pubblico locale a alla mobilità sostenibile, partecipando alla presentazione della terza edizione di ‘Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti’, che Anci patrocina, in programma il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna a Roma. “Ora bisogna parlare di governance, perché c’è l’infrastruttura, ma ci serve un processo di pianificazione seria, che vada oltre i Pums, i Piani urbani di mobilità sostenibile di cui si sono dotati diversi Comuni. Servono delle agenzie di trasporto - aggiunge - con dei manager che gestiscono il trasporto pubblico, e questo deve avvenire in sede locale e pubblica, come quella dei Comuni. Mi auguro che questo fondo venga rimpinguato, perché le risorse non sono soddisfacenti, e che ci sia un ripensamento”. Le agenzie di trasporto dei medi e piccoli Comuni, rispetto a quelli metropolitani, sembrano aver già individuato modelli virtuosi che, spiega Parisi, potrebbero essere applicati anche alle grandi città: “Mi auguro che quanto prima ci sia una condivisione dei dati al riguardo. Purtroppo, oggi la domanda di trasporto pubblico è basata su un dato storico e non si tiene conto delle evoluzioni che ci sono state, di quello che accade all’interno delle stazioni ferroviarie o con lo sharing dell’automobile piuttosto che delle biciclette. È un sistema che si sta evolvendo, però è importante che la sua governance ritorni in una sede pubblica. L’auspicio è che tutto ciò diventi molto concreto, perché date le tendenze ormai prossime, come la guida autonoma e l’intelligenza artificiale, noi non possiamo subire un processo che rischia di essere nelle mani del privato”.