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(Adnkronos) - Marc Marquez ha vinto il Gp di Germania oggi, domenica 13 luglio. Lo spagnolo della Ducati è sempre più primo nella classifica Piloti di MotoGp e ha dominato anche al Sachsenring, precedendo la Ducati Gresini del fratello Alex, tornato sul podio, e il compagno di squadra Pecco Bagnaia, che ha riscattato una Sprint deludente, vinta anch'essa da Marquez, con una bella rimonta fino al terzo posto. Il Mondiale però sembra sempre più indirizzato verso lo spagnolo, al primo anno in Ducati, che allunga al primo posto del Mondiale. Ecco l'ordine d'arrivo del Gp Germania e la classifica Piloti di MotoGp. 1. Marc Marquez (Ducati) 2. Alex Marquez (Ducati Gresini) 3. Francesco Bagnaia (Ducati) 4. Fabio Quartararo (Yamaha) 5. Fermin Aldeguer (Ducati Gresini) 6. Luca Marini (Honda) 7. Brad Binder (KTM) 8. Jack Miller (Yamaha) 9. Raul Fernandez (Aprilia) 10. Alex Rins (Yamaha) Ritirati: Joan Mir (Honda) Ai Ogura (Aprilia) Marco Bezzecchi (Aprilia) Lorenzo Savadori (Aprilia) Fabio Di Giannantonio (Ducati VR46) Johann Zarco (Honda) Pedro Acosta (KTM) Miguel Oliveira (Yamaha) 1. Marc Marquez (Ducati) 344 punti 2. Alex Marquez (Ducati Gresini) 261 3. Francesco Bagnaia (Ducati) 197 4. Fabio Di Giannantonio (Ducati VR46) 142 5. Franco Morbidelli (Ducati VR46) 139 6. Marco Bezzecchi (Aprilia) 130 7. Johann Zarco (Honda) 104 8. Pedro Acosta (KTM) 99 9. Fermìn Aldeguer (Ducati Gresini) 92 10. Fabio Quartararo (Yamaha) 87
(Adnkronos) - "Il Report sulla retribuzione 2024 di Coverflex ha rilevato come il 60% dei lavoratori percepisca poca chiarezza nei criteri per promozioni e aumenti salariali, mentre il 74% ritiene il proprio pacchetto retributivo inadeguato o poco competitivo rispetto ad altre aziende del settore. In un mercato del lavoro sempre più fluido e intergenerazionale, questi dati non sorprendono affatto: la trasparenza non è più un 'nice to have', ma un principio imprescindibile per costruire ambienti di lavoro equi, attrattivi e sostenibili". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Andrea Guffanti, general manager Coverflex Italia. "La direttiva europea 2023/970 - spiega - che dovrà essere recepita dai Paesi membri entro giugno 2026 rappresenta un passaggio cruciale, perché introduce l’obbligo di rendere espliciti criteri retributivi, scatti di livello e parametri salariali, assicurando che il divario retributivo tra generi non superi il 5%. Si tratta di un punto di svolta che rischia però di restare solo un atto formale se non accompagnato da un cambiamento culturale più ampio. I numeri italiani, del resto, parlano chiaro. Secondo un recente sondaggio di Indeed, solo il 19,3% degli annunci di lavoro pubblicati online include una fascia di retribuzione, a fronte del 50,7% in Francia e del 69,7% nel Regno Unito. Anche all’interno delle imprese, la strada è lunga: meno della metà adotta politiche trasparenti, e appena il 40% si dichiara favorevole al fatto che i propri dipendenti possano discutere apertamente di salario". "Come manager - sottolinea - credo che la trasparenza non debba essere solo una risposta normativa, ma un valore fondante del modo in cui ripensiamo la retribuzione oggi. E' con questa convinzione che ogni giorno in Coverflex lavoriamo per costruire un sistema più equo, accessibile e consapevole e per ridurre l’asimmetria informativa tra dipendente e azienda. Credo anche che parlare di 'salario' non basti più. Dobbiamo iniziare a parlare di pacchetto retributivo: una combinazione di strumenti che include retribuzione, stock option, benefit, flessibilità e benessere individuale". "Sempre più persone- avverte - in particolare tra le nuove generazioni, chiedono coerenza, chiarezza e partecipazione nei processi retributivi. Non si tratta solo di sapere 'quanto si guadagna', ma come e perché quella cifra è stata definita, quali diritti e opportunità si accompagnano a quel ruolo, quali strumenti rendono realmente sostenibile la vita delle persone e quali possono essere i percorsi di crescita all’interno dell’azienda. In questo scenario, la trasparenza è un impegno che deve riguardare l’intera comunità del lavoro: imprese, manager, istituzioni, collaboratori". "Per essere parte attiva di questo cambiamento - suggerisce Andrea Guffanti - chi fa impresa deve contribuire a promuovere un approccio in cui il dialogo interno, la chiarezza dei criteri, la condivisione degli obiettivi diventino elementi di fiducia e non di conflitto. Perché la fiducia è il fondamento di ogni cultura aziendale sana". "Non basta allinearci a una direttiva europea - ammette - è il momento di abbracciare un nuovo approccio al lavoro, basato su responsabilità condivisa, inclusione e trasparenza piena. Un approccio in cui finalmente retribuire non significa solo pagare una persona, ma prendersene cura".
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto". "La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".