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(Adnkronos) - "L'elemento centrale della strategia di Enilive a favore dello sviluppo di una mobilità progressivamente più sostenibile è l'incremento della produzione dei biocarburanti: oggi abbiamo una capacità di lavorazione di 1,6 milioni di tonnellate nelle nostre bioraffinerie in Italia e all’estero, e abbiamo un piano di crescita per superare i 5 milioni di tonnellate entro il 2030. Questa capacità è pensata per sostenere il trasporto su strada, ma anche quelli marittimo e aereo. Circa 2 milioni di questa capacità potranno infatti essere destinati alla produzione di Saf, il carburante sostenibile per l'aviazione". Ad affermarlo è Stefano Ballista, amministratore delegato Enilive. “I biocarburanti oggi sono già disponibili e hanno due caratteristiche essenziali che li distinguono da altre soluzioni per la decarbonizzazione dei trasporti. In primo luogo, possono essere utilizzati nelle attuali motorizzazioni, negli attuali mezzi di trasporto – sia veicoli leggeri che mezzi pesanti, sia nel trasporto marittimo che in quello aereo. In secondo luogo, utilizzano le infrastrutture esistenti: non è necessario costruire una nuova rete di distribuzione per portarli ai clienti. Oggi, in oltre 1.300 Enilive Station in Europa, è disponibile l’HVOlution, il nostro biocarburante diesel prodotto al 100% da materie prime rinnovabili e che può essere utilizzato al posto del diesel. L’HVO si trova nelle nostre stazioni insieme a soluzioni come le colonnine per la ricarica elettrica e l’LNG: ai clienti viene data la possibilità di scegliere come contribuire al percorso di decarbonizzazione dei trasporti.” Lo ha dichiarato Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive, in occasione della tappa romana del Tour d’Europe presso il Centro Congressi Eni. E ha aggiunto: “L'evento di oggi e in generale il Tour d’Europe hanno evidenziato in modo pragmatico, misurabile, quantitativo, quello che è l'effettivo contributo dei biocarburanti – già da adesso – al percorso di decarbonizzazione dei settori dei trasporti", sottolinea.
(Adnkronos) - Dare voce a chi spesso non ne ha, abbattere stereotipi, combattere la violenza e promuovere l’integrazione sociale: attraverso il linguaggio della musica, della narrazione e delle immagini, ragazze e ragazzi hanno affrontato temi urgenti quali la criminalità organizzata, la discriminazione di genere, le disuguaglianze sociali, la dignità del lavoro e i reati online. Questi sono stati i fili conduttori dell’VIII edizione del progetto “Legalità e Merito”, nato da un’idea dalla professoressa Paola Severino e promosso dall’Università Luiss Guido Carli, attraverso un protocollo d’intesa con il ministero della Giustizia, il ministero dell’Istruzione e del Merito, il ministero dell’Università e della Ricerca, il Consiglio superiore della magistratura, la Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo, l’Autorità nazionale Anticorruzione, l’Arma dei Carabinieri e la Fondazione Severino. Hanno partecipato, quest’anno, ben 187 studenti Luiss, selezionati tramite una lettera motivazionale per ricoprire il ruolo di “Ambasciatori di Legalità” e 27 istituti coinvolti. Sotto la guida di una squadra di dottorandi e tutor dell’Ateneo, sono stati organizzati cicli di incontri dedicati ai valori della legalità, del rispetto delle regole e della valorizzazione del merito, coinvolgendo ragazze e ragazzi provenienti da quindici scuole superiori di tutta Italia, sette Istituti penali minorili (Ipm) tre Uffici di servizio sociale per i minorenni Ussm) una comunità ministeriale e, per la prima volta, un Centro di prima accoglienza. I lavori finali, frutto di questo confronto, sono stati presentati e valutati durante la cerimonia conclusiva che si è svolta oggi nell’Aula Magna del Campus Luiss di Viale Pola, alla presenza dei vertici dell’ateneo - il presidente Giorgio Fossa, il rettore Paolo Boccardelli, la presidente della Luiss School of Law Paola Severino - di rappresentanti delle istituzioni e delle aziende: Andrea Ostellari, sottosegretario al ministero della Giustizia; Vincenzo Mannino, consigliere del Ministro dell’Istruzione e del Merito; Maria Alessandra Gallone, consigliere delegato del Ministro dell’Università e della Ricerca; Fabio Pinelli, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura; Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione; Salvatore Luongo, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e Francesco Puntillo, head of Legal, Corporate, Regulatory and Antitrust di Enel. Al termine dell’evento si è svolta la premiazione delle migliori idee di questa edizione, con un podio diviso in tre “ex aequo”. Al primo posto si sono classificati a pari merito il brano rap “(This)Onore” dell’Istituto penale per i Minorenni “Silvio Paternostro” di Catanzaro (Calabria), che affronta e decostruisce con forza gli stereotipi sulla criminalità organizzata calabrese, e il cortometraggio “Oltre il silenzio… Testimoni di coraggio!” dell’Istituto di Istruzione superiore “Giovanni Falcone” di Palazzolo sull’Oglio (Lombardia), nato dal confronto diretto con testimoni e vittime della violenza di genere. Al secondo posto, sempre ex aequo, si sono posizionati il progetto “Lo stesso sole, una diversa ombra” del liceo scientifico “Francesco Severi” di Castellammare di Stabia (Campania), che mette a confronto due storie adolescenziali molto diverse, vissute tra guerra e pace, e “Alcune fra tante” dell’Ipm di Pontremoli (Toscana), un’intensa riflessione sulle difficoltà del mondo del lavoro femminile, tra precarietà e violenza. Il terzo gradino del podio è stato, invece, tutto campano, sempre a pari merito: a dividerselo, l’Istituto penale per i minorenni di Airola con il progetto: “Più di quattro mura”, per la valorizzazione degli spazi teatrali dell’Ipm raccontato attraverso murales realizzati dai detenuti; mentre l’Ufficio di servizio sociale per i minorenni di Napoli ha proposto “Quell’imputato oltre la rete”, una simulazione processuale dedicata ai reati informatici e alla responsabilità digitale. Come sottolineato dalla professoressa Paola Severino, “da ormai otto anni, il progetto ‘Legalità e Merito’ rappresenta l’incontro di due mondi all’apparenza molto distanti: da una parte gli studenti universitari, dall’altra giovani che provengono dalle realtà più fragili del nostro Paese. Ma è proprio da questo scambio che nascono le idee più vitali, capaci di cambiare prospettive, abbattere pregiudizi e generare fiducia. Portare la cultura della giustizia e del rispetto là dove sembra più difficile significa piantare semi che, nel tempo, possono trasformarsi in percorsi di rinascita, consapevolezza e speranza”. Nell’ambito del progetto, la Luiss mette a disposizione borse di studio, per i giovani partecipanti, quest’anno con il sostegno di Enel Foundation, per gli studenti che risulteranno ammessi alla frequenza di un corso di laurea triennale o magistrale a ciclo unico dell’Ateneo e che avranno superato con il punteggio più alto il test di ammissione. Inoltre, sono previste ulteriori borse di studio per partecipare alle Luiss Summer School: i percorsi estivi di orientamento dedicati agli studenti delle superiori. Per gli Istituti penali minorili gli Uffici di servizio sociale per i Minorenni e le comunità ministeriali saranno organizzate iniziative specifiche, per garantire un’effettiva formazione.
(Adnkronos) - "In questi dieci anni la legge antispreco ha sicuramente prodotto un risultato dal punto di vista quantitativo (nel caso di Banco Alimentare, rispetto ai dati precedenti la legge 166 del 2016, il recupero delle eccedenze è aumentato del 390%); però c'è anche un aspetto qualitativo, perché rimuovere gli ostacoli burocratici e condividere buone pratiche e studi è un modo per spingere quei cambiamenti che sono necessari, le leggi hanno bisogno di vivere su un tessuto culturale e sociale che va nella stessa direzione". Così Maria Chiara Gadda, vicepresidente commissione Agricoltura della Camera e prima firmataria della legge 166/16, intervenendo alla conferenza stampa ‘Prevenire lo spreco alimentare: la rivoluzione digitale di Planeat’, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato. "La legge 166 interviene a valle - spiega - tecnicamente la donazione è un modo per allungare il ciclo di vita di un prodotto, unisce due mondi che apparentemente sono diversi: i donatori, quindi le imprese di tutta la filiera produttiva, distributiva, della somministrazione con l'altra faccia della medaglia che è il mondo del terzo settore che risponde a bisogni sociali crescenti". "Non pensiamo però che le aziende che usano oggi quotidianamente la legge 166 lo facciano per frutto dell'errore; l'economia circolare, la sostenibilità si pensa, spreca chi per esempio non include nelle politiche aziendali la donazione. Donare significa misurare, significa essere consapevoli dei propri processi interni, logistici, distributivi, del rapporto con il proprio cliente, con i consumatori. Quindi in realtà la donazione non è frutto dell'errore, è frutto di un pensiero", aggiunge.