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(Adnkronos) - Un patriota per Donald Trump alla Nato. Il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti nomina Matt Whitaker ambasciatore alla Nato, con una decisione che era attesa dagli alleati, curiosi di cogliere un segnale dalla nuova amministrazione a stelle e strisce. "Matt è un forte guerriero e un patriota leale, che assicurerà che gli interessi degli Usa possano avanzare e siano difesi", si legge in un comunicato del presidente eletto. "Rafforzerà le relazioni con i nostri alleati Nato e starà saldo di fronte alle minacce a pace e stabilità: metterà l'America al primo posto", ha concluso usando la formula America first, tutta in maiuscolo. Trump, nel suo primo mandato, ha richiamato gli altri membri del Patto atlantico a contribuire alle spese per la difesa. La soglia di contributi pari al 2% del Pil, ancora oggi, non viene raggiunta da diversi paesi. E' prevedibile che Trump riproporrà il copione già interpretato tra il 2017 e il 2020 e la nomina di Whitaker sembra andare in questa direzione. Ex giocatore di football all'università poi diventato procuratore, Whitaker non ha alle spalle esperienze di politica estera e di sicurezza nazionale. Alla luce della sua carriera come procuratore, e della sua esperienza accanto al primo attorney general della prima amministrazione Trump, Jeff Sessions, era considerato un candidato al posto di ministro della Giustizia o altri incarichi nel settore. Politico scrive che nel suo account X vi sono solo tre post in cui si menziona l'Ucraina, che sarà il dossier principale su cui dovrà lavorare come ambasciatore alla Nato. Ma Whitaker, come altri nominati della prossima amministrazione che appaiono privi di esperienze e competenze per gli incarichi, ha la qualità più importante per Trump, è fedelissimo al tycoon che gli chiese di guidare ad interim il dipartimento di Giustizia nel 2017 quando Sessions si dimise - travolto dall'ira di Trump per aver affidato a Robert Mueller l'indagine del Russiagate - e prima della nomina di William Barr.
(Adnkronos) - Limitless, la carrozzina verticalizzante alla moda è il progetto vincitore della sesta edizione di Innovation Village Award, che si è svolta presso l'Auditorium Porta del Parco di Napoli. Il progetto nasce da un’esigenza personale di Alessio Sansò, leccese, che vive la sua vita tra sedia a rotelle e dispositivi medici. Fisioterapista, docente universitario e ricercatore clinico, due anni fa ha iniziato la ricerca per una sedia a rotelle che gli permettesse di essere più libero e fargli guardare la vita da una prospettiva diversa, “verticale” come tutti e con la possibilità̀ di muoversi elettricamente senza l’uso delle mani. Ha quindi dato vita insieme a un amico designer a una sedia a rotelle futuristica, basandosi sulle proprie esigenze: un oggetto che possa essere utilizzato da chiunque come micromobilità, nelle città intelligenti, con un design alla moda. Al secondo posto, sconfitto nella finale di un format che si è ispirato alla formula dei tornei sportivi, con sfide a eliminazione diretta che hanno messo alla prova la creatività dei partecipanti, si è classificato un altro progetto salentino, Servati, startup nata dall’intuizione di Matteo Di Paola e Marco Primicieri di avvicinare il settore della moda alla sostenibilità e all’economia circolare, producendo sneakers innovative e stampate in 3D che uniscono design e sostenibilità. “Innanzitutto è bello che due progetti salentini si siano contesi il premio”, afferma Alessio Sansò. “Il messaggio è che una persona con disabilità è una persona che può avere le stesse potenzialità di tutti gli altri. Spesso si investe poco su progetti di questo tipo, eppure si tratta di innovazioni che producono business e possono apportare valore sotto molti punti di vista”. Matteo Di Paola e Marco Primicieri si sono detti “contenti e orgogliosi di questo traguardo raggiunto, abbiamo fatto tanti chilometri per essere a Napoli e siamo felici che il nostro lavoro sia stato riconosciuto. Fare impresa al Sud è possibile”. Sul palco di IV Award 2024 a Bagnoli si sono alternati i migliori 24 progetti di quest’anno, scelti tra le 192 candidature provenienti da innovatori di tutta Italia. I finalisti sono stati votati dalla giuria presente in platea, che ha riunito 144 figure di spicco dell’innovazione, del giornalismo, delle istituzioni e del mondo accademico. Il premio è istituito e sostenuto da Knowledge for Business, ASviS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ed ENEA, vede Optima Italia come main sponsor, con il supporto di numerosi altri partner. La manifestazione ha il patrocinio di Regione Campania e Comune di Napoli. Annamaria Capodanno, direttrice Innovation Village, ha sottolineato come: “a questa sesta edizione di Innovation Village Award hanno partecipato innovatori di tutte le regioni d’Italia, per un totale di 192 candidature, a conferma di come l'evento sia una delle principali competizioni dedicate all'innovazione orientata alla sostenibilità. La finale tra i 24 finalisti è stata una vera e propria festa verso la conoscenza di soluzioni innovative già sul mercato e capaci di migliorare concretamente la qualità della vita. Napoli, dunque, per un giorno capitale dell’innovazione e della sostenibilità, in un luogo simbolo come Bagnoli. Il nostro lavoro va nella direzione di rendere la città un luogo di aggregazione per gli innovatori di tutta Italia, mettendoli in contatto tra loro e con possibili investitori”. Valeria Fascione, assessore alla Ricerca, Innovazione e Startup, Regione Campania ha sottolineato che: “Il premio è nato in Campania, ma siamo felici di vederlo crescere e consolidarsi in tutta Italia. È stata una bellissima sfida su settori molto coerenti con le traiettorie di sviluppo della Regione Campania: imprese culturali, aerospazio, trasporti, scienze della vita. Questo premio rappresenta per noi anche un osservatorio per individuare i nuovi trend dell'innovazione e conferma la Campania come un motore per ampliare i partenariati e rendere l'innovazione sempre protagonista”. "Per il secondo anno consecutivo -ha dichiarato Dino Falconio, Subcommissario di Governo per Bagnoli e Coroglio- ospitiamo nell’Auditorium Porte del Parco di Bagnoli l'Innovation Village Award. Questa scelta non è casuale, ma riflette la profonda sintonia tra la nostra missione e quella di questa manifestazione: condividiamo l’obiettivo di trasformare Bagnoli in un eco-quartiere smart, un luogo dove l’innovazione sia al centro, in perfetta armonia con i principi di ecosostenibilità e con le linee guida dell’Agenda 2030. Lavorare insieme a realtà come Innovation Village significa dare vita a progetti che non solo guardano al futuro, ma che lo costruiscono con solide basi di responsabilità ambientale, inclusione sociale e sviluppo sostenibile”. Per Umberto d’Oriano, direttore marketing di Optima Italia: “L’innovazione è da sempre al centro della strategia di Optima. Per questo siamo orgogliosi di sostenere anche quest’anno Innovation Village, che rappresenta un'opportunità unica per mettere in luce il grande potenziale del nostro territorio, come fucina di innovazione e di creatività. Optima è da sempre impegnata a favorire e promuovere le idee più distintive e innovative. Per questo, oltre a dare il nome al Torneo finale per la selezione del vincitore assoluto, abbiamo voluto rinnovare il 'Premio Optima', quest’anno dedicato alla promozione di soluzioni e servizi innovativi nell’ambito dell’efficientamento energetico, obiettivo sempre più centrale. Siamo convinti che iniziative come questa siano fondamentali per costruire un futuro più sostenibile, capace di attrarre risorse e opportunità, e un ambiente migliore per tutti”. I premi dell’edizione 2024 hanno compreso riconoscimenti in denaro e servizi, destinati a supportare i progetti innovativi nei settori della sostenibilità, tecnologia e sviluppo sociale, e offrono sia risorse finanziarie che servizi specializzati per l'accelerazione e lo sviluppo delle idee. Questo tutti i premi assegnati: Premio Optima Italia a Captop, risparmio energetico e sostenibilità edifici; UniPegaso: Genia, the thinking clouds; Meditech: Niverbec; Materias: Servati; Flex Packaging: Relicta; Bugnion: Servati; Dac – Space Economy for Sustainability: HyperDart; Confagricoltura Campania: Visioning; Associazione Donne 4.0: Byf – Build Your Future, Niverbec, Tadà Play; Bosch-Tec: Bead Roots, Renewaball; Eit Health: Dino by Paperbox. Queste le menzioni: 012 Factory: Byf – Build Your Future; Enea: Sinergy Flow; Giffoni Innovation Hub: Tadà Play. Altri riconoscimenti sono stati messi in palio da Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, Enterprise Europe Network, ASviS – Festival dello Sviluppo Sostenibile, Innovup, Sellalab, a|cube, Didacta Italia e da Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli.
(Adnkronos) - Arriva la seconda edizione della serie Magnum che racconta l’insolito incontro tra le eccellenze del rum e della fotografia: i distillati selezionati dal rum guru Luca Gargano abbinati alle fotografie di Alex Webb dell’agenzia Magnum Photos. La serie Magnum nasce nel 2021 dall’idea di far incontrare i grandi maestri del rum con i grandi maestri della fotografia, in un progetto che unisce due eccellenze. L’idea originaria è di Luca Gargano, presidente di Velier, storica società di importazione e distribuzione di distillati. Già a partire dagli anni 2000, Gargano fu tra i primi a portare le fotografie scattate durante i suoi viaggi sulle etichette dei rum scoperti in quelle occasioni, con l’intento di aprire una finestra culturale anche sulle distillerie e i luoghi di origine. Dopo la scintilla, arriva la realizzazione assieme a Magnum Photos, la celebre agenzia fondata nel 1947 da leggende come Robert Capa e Henri Cartier-Bresson. E se la prima edizione della serie era accompagnata dalle immagini in etichetta di Elliott Erwitt, che ha fatto la storia di Magnum, la seconda rende omaggio al fotografo Alex Webb, che fa parte dell’agenzia dal 1979. Alex, statunitense di nascita, divenuto fotografo giramondo acclamato come uno dei più importanti esponenti della street photography, è noto per le sue immagini ricche di colori vibranti, che catturano momenti emblematici, spesso in luoghi attraversati da tensioni socio-politiche. Un elemento sicuramente caratterizzante è la grande complessità delle scene, in cui sono presenti molti dettagli e storie possibili, rappresentazioni di un caos che trova però un equilibrio inatteso nella composizione fotografica. Così come la prima, anche la seconda edizione della serie Magnum ha come obiettivo offrire un ampio ventaglio di variazioni sul tema dei rum, che nascono dalla stessa materia prima ma si differenziano in maniera totale distilleria per distilleria. Luca Gargano fa un lavoro simile a quello dell’agenzia Magnum, la quale seleziona fotografi che frequentano la stessa arte, espressa con una sensibilità di volta in volta diversa. La selezione delle migliori espressioni di rum è come sempre un accurato lavoro di ricerca e di esplorazione delle riserve più interessanti presenti nelle distillerie. È un lavoro che somiglia in qualche modo a quello del fotografo, che quasi mai scatta una sola fotografia, ma sceglie tra molti scatti quello che ha la luce o l’angolatura che corrisponde meglio alla sua visione. Ecco i quattro rum in edizione ultra limitata creati per la seconda edizione della Magnum Series. BEENLEIGH 2015 8 Y.O. Fondata nel 1884, la distilleria Beenleigh si trova in Australia, sulle rive del fiume Albert. La melassa proviene dalla canna da zucchero schiacciata dall’ultimo mulino privato d’Australia. Creato a partire da sole botti ex-bourbon, questa rum esibisce note di frutta, miele e cera che evolvono in vaniglia e liquirizia. La fotografia di Alex Webb presente in etichetta è stata scattata ad Haiti nel 1979. Questo il suo ricordo: “Nei quattro anni precedenti avevo lavorato molto in bianco e nero nei Caraibi e mi sono lentamente reso conto che dovevo passare al colore per fotografare questi mondi. E così, quando sono tornato ad Haiti nel 1979, è stato per immergermi non solo nella straordinaria e intensa cultura dell'isola, ma anche per rispondere ai suoi colori sorprendenti e vibranti”. CLARENDON 10 Y.O. La distilleria Clarendon è stata fondata nel 1780 in Giamaica, il rum ammalia con note di albicocca e vaniglia che diventano man mano floreali. La fotografia di Alex Webb presente in etichetta è stata scattata a Trinidad nel 2005, in occasione di un reportage su “Les Bagnards”, i detenuti francesi esiliati dalla madrepatria alla Guyana francese per punizione, (…) e ho fotografato anche luoghi in cui i prigionieri evasi si erano rifugiati. Uno di questi luoghi era Trinidad”. HAMPDEN 13 Y.O. Fondata nel 1753, Hampden Estate distilla rum che sono la più pura espressione della Giamaica nella provincia di Trelawny, nota come il Grand Cru del rum giamaicano. Imbottigliata dopo 13 anni di invecchiamento, questa release è il più vecchio imbottigliamento esistente di un Hampden invecchiato in clima tropicale. La fotografia di Alex Webb è stata scattata in Giamaica nel 1976. Questo il suo ricordo: “Nel 1976 sono andato in Giamaica per seguire le elezioni nazionali. Era stato organizzato un enorme concerto reggae a sostegno del People’s National Party. La sera in cui sono arrivato, ho sentito che avevano sparato a Bob Marley. Il giorno dopo sono arrivato nel tardo pomeriggio per il concerto e migliaia di giamaicani affollavano le strade intorno al palco sotto il cielo arancione incandescente del crepuscolo”. SAINT JAMES 12 Y.O. Fondata nel 1765, Saint James è la più grande e antica distilleria della Martinica. Questo rum è ricco e corposo, con sentori di miele, genziana, cioccolato e zenzero candito. La fotografia di Alex Webb presente in etichetta è stata scattata a Saint Lucia nel 1988, anno in cui “sono stato contattato da una rivista per lavorare a un pezzo sui Caraibi orientali scritto da Derek Walcott, il poeta di Saint Lucia Premio Nobel per la letteratura. È stato un enorme privilegio vedere Saint Lucia attraverso gli occhi di un grande poeta”