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(Adnkronos) - "Quanto stabilito dalla Cassazione chiude un’epoca". Così all'Adnkronos Barbara Berlusconi. dopo la sentenza che esclude legami tra Cosa nostra, Berlusconi e Dell'Utri. "Si conclude una vicenda giudiziaria fondata su nessun riscontro e che ha coinvolto mio padre e i suoi collaboratori per decenni", aggiunge la terzogenita del fondatore di Forza Italia. "Non posso che esprimere la mia soddisfazione, ma allo stesso tempo rimane l’amarezza. Mio padre, infatti, dal 1994 è stato oggetto di accuse infamanti e una persecuzione che lo hanno segnato profondamente", conclude Barbara Berlusconi. Con la sentenza, i giudici supremi hanno "definitivamente chiarito ciò che era ovvio per noi e per tutti gli italiani in buona fede: non è mai esistito alcun legame tra Berlusconi, Dell’Utri e Cosa nostra. Per anni abbiamo assistito ad un accanimento giudiziario nei confronti del presidente Berlusconi, strumentalizzato cinicamente da molti avversari politici per sconfiggere attraverso la magistratura il leader scelto da milioni di italiani. Oggi si cancellano anni di menzogne e calunnie, mettiamo la parola fine a una storia vergognosa e rendiamo giustizia alla memoria di un grande italiano", il commento del vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani. La sentenza "spazza via una volta per tutte il fango e le ombre infamanti che per anni sono stati gettati sulla figura di un grande leader, Silvio Berlusconi, per essere utilizzati come una clava dagli avversari politici. Rimane l’amarezza per una verità che arriva tardivamente, ma che comunque emerge oggi in tutta la sua chiarezza. Per quanto ci riguarda, per noi è sempre stata tale, le parole in una nota di Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia. E ancora il senatore il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: "Leggo sul quotidiano 'Il Foglio' che una recente sentenza della Corte di Cassazione ha escluso ogni legame tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cosa nostra. Si tratta di una pronuncia netta, che conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto e ribadito da anni, dentro e fuori il parlamento". "La decisione della Suprema Corte smentisce ricostruzioni fantasiose e strumentali che per troppo tempo hanno alimentato una narrazione faziosa, costruita ad arte per gettare discredito su Forza Italia e sul suo fondatore. Questa sentenza toglie ogni alibi a chi, quotidianamente, utilizza queste tesi assurde come arma di propaganda politica, giornalistica e giudiziaria", conclude. Per la ministra per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati, "la Cassazione chiude trent’anni di mistificazioni, congetture e attacchi strumentali: Silvio Berlusconi non ha mai avuto legami con Cosa Nostra, l’ha sempre combattuta con provvedimenti esemplari da premier e da uomo delle istituzioni. Oggi la Suprema Corte ristabilisce ciò che tutti noi già sapevamo: l’estraneità di Berlusconi a ogni contaminazione con la mafia. Finalmente è emersa , pur tardivamente, la verità". "Decenni di persecuzioni giudiziarie, di fango, di teoremi inverosimili contro Silvio Berlusconi, uno statista che ha rinunciato a un percorso imprenditoriale straordinario per dedicarsi all’Italia, scrivendo pagine che resteranno con orgoglio nella storia del nostro Paese. La Cassazione ha messo la parola fine a questa triste e vergognosa vessazione, restituendo onore a un uomo che ha sempre resistito con coraggio e dignità a quella incredibile aggressione. Non c’è risarcimento che tenga di fronte a tanto danno, ma resta un ringraziamento sincero a un italiano speciale per gli insegnamenti che ci ha lasciato", quanto dichiara il ministro per la Pubblica amministrazione e segretario di Forza Italia in Piemonte, Paolo Zangrillo. "La verità trova sempre la sua strada. La sentenza della Corte di Cassazione che esclude ogni legame tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cosa nostra mette la parola fine a una vicenda lunga e dolorosa". A dirlo è il presidente della Regione siciliana e presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia, Renato Schifani, che aggiunge: "Silvio Berlusconi è stato un uomo di straordinaria energia e passione civile, che ha segnato un’epoca della nostra storia. Marcello Dell’Utri ha condiviso con lui un percorso umano e politico spesso ingiustamente colpito da pregiudizi. Oggi la giustizia riconosce ciò che molti hanno sempre saputo. Un pensiero affettuoso va alle loro famiglie e a chi è rimasto loro accanto con affetto e lealtà". "La Corte di Cassazione demolisce quell’insopportabile teorema mediatico-giudiziario costruito intorno alla figura di Silvio Berlusconi e che per un trentennio ha inquinato il nostro confronto pubblico. Berlusconi la mafia l’ha soltanto combattuta, da leader di governo, attraverso leggi efficaci e l’appoggio al lavoro degli inquirenti per la ricerca e l’arresto dei latitanti". Così Deborah Bergamini, vice segretario nazionale di Forza Italia. "Per decenni, gli inflessibili alfieri del moralismo giudiziario si sono abbeverati e hanno costruito le loro carriere su palesi mistificazioni. Purtroppo, il nostro fondatore non può assistere al definitivo trionfo della verità, ma la grandezza del suo lascito giganteggia sulla meschinità di tanti che scelsero di stare dalla parte sbagliata", conclude. “Dopo anni di accuse infondate, menzogne, processi ingiusti e strumentalizzazioni politiche, la Corte di Cassazione riporta la storia su un piano di realtà e di verità. Non c'è mai stato alcun legame tra il presidente Berlusconi e Cosa nostra. Né mai avrebbe potuto esserci, dal momento che i Governi Berlusconi sono sempre stati in prima linea nella lotta a ogni forma di criminalità organizzata. Purtroppo la parola fine su questa vicenda lunga e dolorosa arriva troppo tardi, confermando ciò che era evidente a tutti: non c'è stata alcuna ombra su una storia politica, quella di Berlusconi e Forza Italia, fatta di grandi successi e di obiettivi raggiunti sempre e solo nell'interesse dell'Italia e degli italiani”. Così la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato Licia Ronzulli. "Non avevo dubbi, non c'era alcun dubbio; eppure, è stato sperperato denaro pubblico per un altro castello accusatorio rivelatosi totalmente infondato. Berlusconi è stato tormentato in vita da una giustizia ingiusta, si è cercato di infangarlo anche da morto, apice della mala giustizia. Fortunatamente, pur postuma, c'è una giustizia alla fine, grazie alla Corte di Cassazione", le parole in una nota della deputata di Forza Italia Erica Mazzetti. "Berlusconi è stato un grande italiano e, alla fine, la verità emerge limpida oltre l'odio e le menzogne. Purtroppo, la gogna giudiziaria prosegue a danno di Dell'Utri, con quello che sembra essere l'ennesimo castello di accuse, tanto tardive quanto infamanti", conclude.
(Adnkronos) - La Calabria, e il suo patrimonio olivicolo, non possono più considerarsi 'zona franca' dalla xylella. E' l'allarme che lancia Cia Calabria sottolineando che "47 ulivi infetti individuati a Cagnano Varano, nel Gargano, rappresentano un punto di svolta negativo nella diffusione della Xylella fastidiosa. La malattia, che ha colpito duramente il Salento dal 2013, dimostra di non arrestarsi: le condizioni climatiche favorevoli e la mobilità degli insetti vettori suggeriscono che la Calabria non può più considerarsi 'zona franca'. Anche la Basilicata, con la presenza di sottospecie del batterio in prossimità dei confini pugliesi, mostra come l’infezione possa penetrare da settori contigui, aumentando il rischio per i territori olivicoli calabresi", sottolinea l'organizzazione agricola. E per Cia Calabria non c'è più tempo da perdere: "il mondo agricolo calabrese, le istituzioni regionali e centrali e le strutture tecniche devono stabilire un programma di prevenzione attiva che anticipi l’epidemia, anziché rincorrerla. Serve nomina di un Commissario straordinario nazionale dotato di poteri semplificati e risorse dedicate, capace di coordinare le misure su scala nazionale e regionale. È imprescindibile che la Regione Calabria, attraverso gli assessorati competenti, istituisca un piano regionale d’emergenza, con protocolli sanitari aggiornabili e tempestivi. Occorre inoltre che il Governo centrale riconosca alla Calabria lo status di regione 'a rischio elevato' e attivi fondi straordinari di sorveglianza, ricerca e compensazione in caso di danni. Il dialogo con l’Unione Europea deve tradursi in finanziamenti aggiuntivi per la regione che sarà bersaglio imminente del batterio", continua Cia. La Calabria, ricorda Cia, vanta una delle più antiche e raffinate tradizioni olivicole italiane, dove cultivar come la Carolea, la Roggianella o la Ciciarello costituiscono non solo una risorsa economica, ma anche culturale e paesaggistica. "Questa eredità la rende essenziale e al tempo stesso vulnerabile. Le mappe di rischio agronomico mostrano che molte aree della regione – in particolare le fasce collinari e le zone costiere con clima mite – sono compatibili con la sopravvivenza e la diffusione del batterio. È un dato che non lascia spazio all’improvvisazione: ogni azione deve partire ora, con decisione e coerenza", spiegano da Cia Calabria. Secondo gli esperti dell'organizzazione agricola "dal fronte sperimentale e dai territori pugliesi emergono indicazioni che in Calabria dovrebbero diventare prassi consolidate. Il monitoraggio continuo, con controlli mirati e analisi fitosanitarie su piante sospette, è la prima barriera efficace. Qualora si individuino piante infette, l’azione tempestiva di eradicazione e l’istituzione di zone tamponi circostanti possono impedire che il batterio si diffonda. Contemporaneamente, intervenire sui vettori, in particolare la Philaenus spumarius, la 'sputacchina', con interventi agronomici (lavorazioni leggere superficiali, diserbo programmato) e trattamenti mirati è fondamentale per ridurre la pressione infettiva". Secondo Cia Calabria "un altro pilastro è la gestione del verde spontaneo e delle piante ospiti. Terreni incolti, bordi di strade, fossi e aree non curate offrono habitat ideali per il vettore; mantenerli puliti e ben gestiti è un impegno che deve riguardare non solo gli agricoltori, ma anche le amministrazioni locali e gli enti territoriali. In questo senso, la prevenzione è una responsabilità collettiva", sottolinea ancora l'organizzazione. E per Cia in un contesto di rischio crescente, i vivai che operano con materiali certificati e sani diventano un presidio fondamentale. Abbiamo vivai anche in Calabria che storicamente rappresentano un punto di riferimento importante per gli agricoltori: producono piante certificate, garantiscono qualità genetica e fitosanitaria e sono impegnati da generazioni nell’evoluzione tecnica del vivaismo. Per Maria Grazia Milone, presidente di Cia Agricoltori Italiani Calabria Centro, “la qualità è lo strumento per superare le difficoltà e vincere le sfide insieme. Il vivaio è punto di partenza della filiera produttiva agroalimentare, per cui per ottenere produzioni di qualità è necessario partire da piante di qualità. Per piante di qualità intendo piante certificate, cioè sane e certe dal punto di vista genetico. Queste sono garanzie necessarie che un imprenditore agricolo deve avere per fare un impianto remunerativo, che duri nel tempo, che abbia bisogno di minori input e che produca di più e meglio", sottolinea. Ma per Cia Calabria "un ruolo strategico in questa sfida è affidato al servizio fitosanitario regionale, il quale con un attento e capillare monitoraggio potrebbe scongiurare la presenza del batterio e/o tempestivamente individuare ed eradicare un primo focolaio. Per fare questo, però, è necessario che al Servizio fitosanitario regionale, da anni sottodimensionato, venga riconosciuto il ruolo che ricopre e le diverse funzioni che svolge. È necessario che questo comparto venga potenziato: avere un numero maggiore di ispettori, maggiori risorse e un dirigente dedicato", sottolinea l'associazione. La lotta alla Xylella non può essere delegata solo agli agronomi e agli agricoltori: serve una mobilitazione istituzionale forte, secondo Cia per la quale "la Calabria ha oggi l’occasione, forse l’ultima, per mobilitarsi prima che l’infezione varchi i suoi confini, ammesso che non lo abbia già fatto, visto che finora non sono stati fatti controlli sufficienti per asserire questo con sicurezza. Il comparto olivicolo regionale, la cui crescita negli ultimi decenni è stata costante, rischia di subire danni irreparabili. L’avvento del batterio e il diffondersi della malattia impatterebbero sulla tradizione, la bellezza del panorama e sull’economia che si basa in modo consistente sull’olivicoltura", lancia l'allrme l'associazione. Per il presidente regionale di Cia Calabria Nicodemo Podella "se il meccanismo di difesa è messo in moto oggi, con responsabilità e visione collettiva, si può sperare di evitare che la Xylella tenga il destino della Calabria nelle sue spire. La chiamata è alle istituzioni, agli agricoltori, alle filiere, e alla stessa società civile affinché, insieme, costruiscano una barriera di prevenzione che salvi il nostro patrimonio verde dalle ombre di un batterio implacabile.
(Adnkronos) - "Oggi presentiamo il bilancio di sostenibilità per la Città metropolitana di Milano, un momento per noi molto importante perché, essendo Milano assieme a Brescia un territorio di insediamento originario, è fondamentale poter comunicare direttamente alla città il nostro contributo. Quanto emerge dal bilancio di sostenibilità territoriale è la testimonianza dell'impegno che mettiamo nel lavorare per i nostri cittadini, per i Comuni del territorio dell'hinterland e, soprattutto, per continuare ad offrire quei servizi essenziali nelle nostre comunità oggi". Sono le parole del presidente di A2a Roberto Tasca, in occasione della presentazione del nono Bilancio di sostenibilità territoriale di Milano, tenutasi presso la sede di Assolombarda del capoluogo lombardo. Il nostro contributo al territorio si declina in molti modi, "dal lavoro che diamo alle imprese della città metropolitana, agli interventi sugli impianti, dai 21 Comuni serviti dalla raccolta dei rifiuti, con un'estensione molto ampia anche dell'economia circolare - illustra Tasca - fino alla gestione degli impianti per la raccolta e riciclo della plastica e di termovalorizzazione, che consentono alla città di Milano di avere un certo grado di efficienza, che credo sia tangibile sia nel riciclo sia nella raccolta dei rifiuti differenziati". Il territorio di Milano ha visto anche un notevole numero di nuove assunzioni da parte della Life Company: "Oltre 900 persone sono state assunte sul territorio, un’indicazione importante in una fase economica come quella attuale, dove i tassi di crescita del prodotto interno lordo non sono ai massimi storici. Per noi anche questo dato è un’importante testimonianza, perché la ricerca dei talenti è uno dei modi con cui serviamo i valori della life company. Poter inserire 900 persone che iniziano con noi un percorso che speriamo sia lungo è motivo di orgoglio - spiega il presidente di A2a - Noi alimentiamo questo processo di ricambio anche sui territori e cerchiamo sempre di valorizzare i talenti locali. È un modo per provare a trattenerli in Italia e non farli andar via, come fanno altri 50mila loro colleghi ogni anno". A2a ha attuato anche un cambiamento radicale dal punto di vista delle assunzioni, rimuovendo gli stage e promuovendo l’assunzione diretta e immediata: "Nel nostro Paese c'è un problema di mercato del lavoro in questo momento: 50mila giovani laureati che ogni anno scelgono di andare all'estero e salari medi dell'industria ancora a livelli pre covid, quindi 2019, è chiaro che abbiamo un problema. Per quel che riguarda poi i giovani che vengono a vivere nella città metropolitana di Milano, dobbiamo ricordare che hanno dei costi da sostenere, di conseguenza, riteniamo che anche il tema della precarietà vada affrontato seriamente. Noi l’abbiamo affrontato abolendo gli stage - conclude Tasca - dando alle persone un posto di lavoro a tempo indeterminato, speriamo che lo mantengano e quindi che si attivi un processo di crescita all'interno del nostro Gruppo. Diamo loro la possibilità di avere una pianificazione e questo lo abbiamo percepito perché, essendo presenti anche in altri Paesi, vediamo la diversità di situazione: giovani che in Italia sono obbligati a condividere ancora abitazioni, all'estero alla stessa età hanno famiglia e due figli. In tal senso, abbiamo deciso di dare un contributo in questa direzione perché crediamo che sia parte della nostra responsabilità istituzionale e sociale rispetto al Paese".