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(Adnkronos) - "Nessuno vuole massacrare Giorgetti. Quelli che oggi sono massacrati sono gli italiani, i lavoratori dipendenti, i giovani, i precari e le donne. Questi sono quelli massacrati da questa crisi". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, risponde a una domanda dei cronisti, a margine di un evento di Assolombarda a Milano, sulle dichiarazioni del ministro dell'Economia riguardo alla manovra. Capitolo patrimoniale. Per Landini "non volerla fare vuol dire fare una scelta politica, vuol dire che tu stai privilegiando 500mila ricchi contro 40 milioni di persone oneste che pagano le tasse, che lavorano e che tengono in piedi questo Paese". "Giorgetti ha detto che uno con 40mila euro non è ricco? Pure noi sappiamo che uno non è ricco con 40mila euro", ribatte. "Uno che prende 40mila euro, dal 2023 al 2025 ha pagato di tasse in più che non doveva pagare 3.500 euro. E con i soldi che adesso gli danno, gli stanno dando 18 euro al mese, 340 euro quando ne ha pagati 3.500 in più", sottolinea. "E' chiaro cosa vuol dire mettere mano a questa cosa? E stiamo parlando di persone normali, non stiamo parlando di persone ricche. Stiamo parlando di persone che lavorano", prosegue. "Perché questi debbono aver pagato 3.500 euro di tasse in più che non dovevano pagare e perché non glieli devi dare indietro?", scandisce. Poi, sullo sciopero del 12 dicembre della Cgil: "E' venuto il momento di fare delle scelte: non vogliono che si faccia sciopero? Bene, aprano una trattativa e cambino la legge". "Altrimenti quale altro strumento abbiamo se non ci ascoltano, se mettono la fiducia, se fanno i condoni? - si chiede Landini - È il momento che la gente deve rivoltarsi, deve scendere in piazza, deve mobilitarsi, deve dire basta. Questo è il quadro della situazione, questo è quello che ci ha portato ad avanzare la proposta dello sciopero, compreso il fatto che noi vediamo anche una situazione di crisi industriale, e non solo, che sta venendo avanti al di là delle balle che raccontano". Il segretario generale della Cgil risponde anche alle critiche per la scelta del venerdì e all'ironia della premier Giorgia Meloni: "Gli scioperi si fanno, si fanno per cambiare la legge di bilancio che lei ha fatto. E come è noto, quando uno decide di scioperare rinuncia al proprio stipendio e quindi non c'entra la giornata in cui lo fai". "Se vogliono che lo sciopero non ci sia, hanno uno strumento molto preciso - ribadisce - quello di riaprire una trattativa vera con i sindacati e di cambiare una legge di bilancio sbagliata". Quanto alle dichiarazioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo cui il sindacalista avrebbe mire politiche, Landini replica: "Quello che oggi è al governo è lui, io non ho particolari mire". "Come si è visto, al governo ci sono andati altri sindacalisti, che accusavano il sottoscritto di avere mire politiche, quindi io mi permetto di dire che per me è la coerenza che parla: sono circa 15 anni che mi dicono che ho mire politiche, sono ancora a fare il sindacalista, perché penso che questo sia il mio compito", sottolinea. "Per me non è una mira politica, per me l'obiettivo è portare a casa dei risultati, perché le persone che lavorano debbono poter vivere con dignità. Oggi non sta avvenendo", conclude Landini. "Noi il 12 dicembre saremo impegnati a organizzare al meglio il 13". Così Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, risponde ai cronisti sullo sciopero della Cgil. "Il 13 di dicembre saremo in piazza, faremo una manifestazione - spiega - perché oltre alla manovra dobbiamo occuparci di che cosa sarà il nostro Paese dal 2026 in avanti: finiranno le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e quindi insieme attraverso una grande alleanza che noi proponiamo da tempo tra istituzioni, parti sociali e imprese bisogna costruire il futuro per il nostro Paese". Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, spiega: "Decideremo domani pomeriggio nel nostro esecutivo nazionale quali saranno le scelte che faremo in questi giorni. In queste settimane stiamo facendo una mobilitazione sui territori. Ovviamente dopo la consultazione, domani pomeriggio decideremo insieme". "Io preferisco dare i giudizi sulla manovra, non sono abituato a giudicare le scelte delle altre organizzazioni sindacali", chiarisce poi Bombardieri a chi gli chiede un commento sullo sciopero della Cgil. Sulla manovra, spiega poi il sindacalista, "noi abbiamo dato un giudizio articolato, abbiamo giudicato positivamente la scelta di detassare gli aumenti contrattuali, che fra l'altro era una nostra richiesta non solo e non tanto per il valore economico, ma anche per il valore che ha in questo Paese in questo momento parlare di contratti", sottolinea. "I contratti sono per noi l'elemento di democrazia economica che servono anche a parlare di redistribuzione e per noi quella è una scelta positiva, ovviamente da migliorare. Noi chiediamo che si arrivi a 40mila euro come tetto, chiediamo che si allarghi ad altri settori. È una discussione che faremo nei prossimi giorni con la nostra mobilitazione sul resto", dice ancora. "Su fisco, sanità e pensioni il nostro giudizio è negativo. Sul fisco continuiamo a pensare che in questo Paese passi il pensiero che non valga la pena di pagare le tasse, tanto arriverà un condono o una cartolarizzazione. E c'è un principio della Costituzione che ci sembra in qualche modo essere messo in discussione, quello della progressività. Sono lavoratori dipendenti che pagano al minimo il 23% dell'Irpef, altri che pagano il 15 anche salendo. Quindi il discorso della progressività per noi è il punto di riferimento", afferma. "E anche sulle pensioni si peggiorano le condizioni di chi deve andare in pensione, si cancella completamente Opzione donna e questa è una cosa per noi gravissima, bisognerebbe invece rimetterla nella sua formulazione originale, si peggiorano le condizioni di chi oggi fa lavori gravosi ed è chiaro che su questi temi stiamo facendo la nostra mobilitazione e chiederemo al governo di intervenire", conclude.
(Adnkronos) - "Fino a qualche settimana fa i dati sull’Irpef che abbiamo presentato hanno fatto scalpore. Oggi, invece, a far notizia è una manovra che sembra andare in favore proprio di chi l’Irpef la paga". Lo afferma Stefano Cuzzilla, presidente di Cida. Il riferimento è ai dati, elaborati da Cida e Itinerari previdenziali, che hanno evidenziato come il 27% dei contribuenti versi quasi l’80% dell’Irpef, mentre il 43% della popolazione non versi un solo euro di imposta diretta. Numeri che avevano acceso il dibattito sul peso sproporzionato che grava su una platea ristretta di cittadini e lavoratori, quelli che reggono il sistema”. In questo scenario, la scelta della manovra 2026 di alleggerire leggermente l'Irpef per questa stessa fascia di contribuenti rappresenta un segnale importante: chi contribuisce di più viene finalmente riconosciuto e non penalizzato. Cuzzilla precisa: "E' curioso che la critica più forte, come ricordato anche dall’Istat, sia che il taglio dell’Irpef favorisca chi paga l’Irpef. Una polemica che si commenta da sola. Ma qui non stiamo parlando di privilegi: si tratta semplicemente di ristabilire un principio di equità". Per capirlo basta un confronto semplice:un dirigente con 105mila euro di reddito paga in Irpef e addizionali 13,5 volte più di un lavoratore che guadagna 30mila euro, pur avendo un reddito solo 3,5 volte più alto. E' evidente chi sostiene davvero il sistema. Restano tuttavia ombre sulle rottamazioni e sulle nuove ipotesi di sanatoria fiscale: "Cida - ricorda - ha già espresso la propria contrarietà alle rottamazioni. La Corte dei Conti, nelle audizioni parlamentari, ha sollevato obiezioni puntuali: abbattere sanzioni e allungare i tempi di pagamento significa far perdere allo Stato gettito certo e favorire chi non ha rispettato le regole. In fondo, è un premio a chi ha eluso, un ulteriore peso su chi ha sempre pagato". Chiude Cuzzilla: "La manovra mostra un primo segnale di giustizia per il ceto medio e i contribuenti fedeli, ma se continueremo con il meccanismo delle rottamazioni, rischiamo di svuotare quel patto fiscale che dovrebbe unire e responsabilizzare. La vera equità si costruisce premiando chi fa la sua parte, non garantendo scappatoie a chi si sottrae".
(Adnkronos) - Secondo l’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di Lifegate, oggi il 77% degli italiani dichiara di considerare la sostenibilità al momento dell’acquisto, una percentuale che è quasi raddoppiata in dieci anni, quando era appena il 41%. EcoFlow Stream – un nuovo sistema fotovoltaico intelligente basato sull'intelligenza artificiale, concretizza questo nuovo approccio. EcoFlow Stream è una scelta che fa risparmiare fino a 1.993 euro all’anno in bolletta, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale. "Il vero affare non è comprare qualcosa di scontato, ma investire in qualcosa che possa portare ad un risparmio sul lungo termine - spiega Yuchen Zhao, General Manager di EcoFlow Europe -. Mentre gli altri acquisti del Black Friday spesso passano nel dimenticatoio, EcoFlow Stream agisce sul balcone di casa producendo energia pulita e aiutando a risparmiare in bolletta ogni giorno che passa". Il kit fotovoltaico di EcoFlow può alimentare fino al 99% degli elettrodomestici ed è tre volte più potente dei microinverter tradizionali. L'intelligenza artificiale di cui è dotato apprende le abitudini di consumo della famiglia e programma ricariche e utilizzi nelle fasce orarie più convenienti, riducendo le spese in modo automatico. Con le batterie espandibili da 1,92 a 23 kWh, assicura energia anche in caso di blackout o giornate nuvolose. Infine, è facile da installare, con ingombro ridotto del 50% rispetto ad altri sistemi e prestazioni ottimali con soli 3W di input solare. L'installazione è semplice e non richiede modifiche complesse, purché sia conforme alle normative locali. Anche in ambienti con scarsa illuminazione, la soluzione inizia a funzionare con soli 3W di input, garantendo prestazioni efficienti dall'alba al tramonto. La gamma offre soluzioni per ogni esigenza e budget. Stream Ultra X con una batteria solare a più alta capacità, pensata per superare gli standard esistenti e creata per le abitazioni che richiedono più energia e un’autonomia prolungata. Stream Ultra è una soluzione completa tutto in uno con alta capacità e input solare intelligente, progettata per la massima efficienza e indipendenza energetica. Stream Pro, un sistema modulare per famiglie con maggiori fabbisogni quotidiani e case di maggiori dimensioni. Stream Max, soluzione versatile che unisce capacità e flessibilità, progettata per le abitazioni che necessitano di un sistema di accumulo solare affidabile. Stream Ac Pro è invece un'unità di accumulo flessibile, ideale per inquilini e utenti di appartamenti che cercano espandibilità, mentre Stream Ac è una soluzione di accumulo entry-level per aumentare la capacità energetica. Infine, Stream Microinverter è un punto di accesso conveniente per produrre energia solare in autonomia, perfetto per i nuovi utenti che vogliono iniziare gradualmente.