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(Adnkronos) - Archiviato anche il 24 febbraio, data simbolica per i tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina, resta acceso il dibattito in Europa sulle modalità per continuare a sostenere la causa di Kiev di fronte al nuovo asse tra Stati Uniti e Russia, che mette sostanzialmente dalla stessa parte del tavolo Vladimir Putin e Donald Trump, e che ha portato allo scontro che si è consumato all’Onu. Uno dei temi più caldi è l’ipotesi di impegnare soldati europei, e quindi anche italiani, a protezione dell’Ucraina. Tra fughe in avanti e repentini passi indietro, va registrata oggi la sostanziale frenata del governo italiano rispetto alle indiscrezioni di stampa. "L'invio di truppe italiane in Ucraina non è all'ordine del giorno", hanno puntualizzato fonti di governo, definendo le ricostruzioni relative all'ipotesi "notizie totalmente campate per aria" e precisando che "non esiste questo dibattito all'interno della maggioranza". Le stesse fonti hanno ribadito inoltre che l'Italia ha sempre escluso questa possibilità. Tuttavia, hanno aggiunto, "se un domani ci dovesse essere una missione Onu con contingenti di vari Paesi, si potrà magari ragionare". Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lo dice in chiaro. "Non si è mai parlato di truppe italiane, penso che non sia utile inviare truppe europee o della Nato" ma in Ucraina "se si deve fare una zona cuscinetto" si può pensare a truppe "sotto la bandiera Onu, nel caso ci può essere la disponibilità italiana, come con la Palestina". Come dire, è prematuro parlarne ma è prevedibile se debba parlare presto. Del resto, qualche segnale nella direzione di un coinvolgimento degli eserciti europei è trapelato anche nelle interlocuzioni fra Washington e Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha commentato oggi l'affermazione del presidente americano Donald Trump secondo la quale il suo omologo russo Vladimir Putin sarebbe pronto ad accettare lo schieramento di peacekeeper di Paesi europei in Ucraina. Anche se resta valido, fino a nuovo ordine, quanto già detto. "C'è una presa di posizione del ministro degli Esteri Serghei Lavrov, non ho niente da aggiungere e niente da commentare su questo", ha detto il portavoce, citato dall'agenzia Interfax. Il 18 febbraio scorso Lavrov aveva giudicato inaccettabile lo schieramento come peacekeeper in Ucraina di soldati di Paesi della Nato. Altro capitolo aperto, almeno secondo Trump e Putin, è la leadership del presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. C’è da registrare su questo fronte un importante passaggio formale. Il parlamento ucraino, Verkhovna Rada, ha approvato una risoluzione che riafferma la sua legittimità: “è stato eletto con elezioni libere, trasparenti e democratiche e il suo mandato non è messo in discussione dal popolo ucraino o dalla Verkhovna Rada", afferma il testo, che prevede che Zelensky resti al potere fino all'insediamento di un nuovo presidente eletto in linea con la Costituzione Ucraina. Il mandato di Zelensky, eletto nel 2019, si è concluso a maggio, ma nel Paese dal 24 febbraio di tre anni fa è in vigore la legge marziale e non sono previste elezioni. Quando si parla di Ucraina si parla anche della difesa europea, che non riguarda solo l’Unione europea ma anche il Regno Unito. Un gruppo di leader europei si recherà domenica a Londra per incontrare la controparte britannica in vista della messa a punto di piani comuni per la difesa, ha annunciato il primo ministro polacco Donald Tusk dopo il bilaterale con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. "Sono convinto che l'Unione Europea sarà veramente unita sulla questione dell'Ucraina. E che il 6 marzo rafforzeremo l'Ucraina nella sua difesa contro la Russia e la indeboliremo", ha aggiunto Tusk. Strettamente legato al dossier difesa è il finanziamento delle spese militari. Il Financial Times scrive oggi che un fondo comune paneuropeo destinato a finanziare un incremento delle spese militari sullo sfondo della svolta impressa dagli Usa di Donald Trump alla guerra russo-ucraina sarà al centro di discussioni fra Ue e Regno Unito a margine della riunione dei ministri delle Finanze del G20 in agenda questa settimana a Città del Capo. Restando sul terreno economico, resta in primo piano lo sfruttamento delle terre rare. La bozza di accordo allo studio di Stati Uniti e Ucraina, datata 24 febbraio, secondo quanto ricostruisce il New York Times, contiene termini più favorevoli per Kiev rispetto alle precedenti proposte ma non include le garanzie di sicurezza che l'Ucraina chiede. Tanto che le trattative vanno avanti. A testimoniare quanto questo aspetto sia sensibile, considerando la determinazione di Trump a risarcire l’impegno americano sostenuto finora in Ucraina, c’è il puntuale rilancio russo. E sono ancora una volta le parole di Peskov a fare testo. "La prossima cosa in agenda - ha detto il portavoce del Cremlino - è il regolamento della crisi ucraina. E poi, specialmente perché gli stessi americani hanno parlato di questo, verrà il tempo per considerare possibili progetti per il commercio, l'economia e la cooperazione negli investimenti. Ci sono prospettive molto vaste per questo”. Prospettive che allettano Trump e lo spingono verso Putin, allontanandolo dall’Ucraina e dall’Europa. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - L’arte della porcellana a braccetto con quella dell'ospitalità e della cucina. E' l'innovativa combinazione di eccellenze offerta da Café Ginori, il nuovo indirizzo romano di Rocco Forte Hotels. Il primo ristorante con boutique, nato dalla partnership tra Hotel de la Ville e Ginori 1735, da tre secoli uno dei principali marchi mondiali nel settore del lusso e del lifestyle, espressione dell’eccellenza italiana nella porcellana pura e nel design, dal 2013 parte del Gruppo Kering. Un luogo dove gli ospiti possono compiere, a qualsiasi ora, un viaggio culinario con i menu firmati dallo chef Fulvio Pierangelini ma anche approfittare della raffinata boutique delle famose porcellane. Nelle sale affacciate su via Sistina, gli ambienti sono impreziositi da vivaci tessuti e arredi della collezione home decor Domus, riflettendo l’atmosfera del flagship Ginori 1735. I motivi iconici della Maison abbinati in combinazioni eleganti e raffinate diventano essi stessi elemento di décor: dalla carta da parati Oriente Italiano ai tessuti ricamati utilizzati su cuscini, tappezzerie e sedie della collezione Domus. Così come firmata Ginori 1735 è la mise en place, dai sottopiatti alle tazzine da caffè: colori diversi in infiniti abbinamenti per ogni tavolo e collezioni diverse nei diversi momenti della giornata, dal pranzo fino all'aperitivo e alla cena. Il percorso gastronomico firmato dal Creative director of food di Rocco Forte Hotels trova così il connubio con le tre collezioni che incarnano lo spirito e lo stile di Ginori 1735: Oriente Italiano, Il Viaggio di Nettuno e Labirinto. Aperto ogni giorno dalle 10,30 fino alle 22,30, il Café Ginori propone un’offerta culinaria scandita in tre momenti: un menù all day disponibile fino alle 19, accompagnato dai menu à la carte del pranzo e della cena, arricchiti giornalmente da proposte che valorizzano la stagionalità delle materie prime. Tra le creazioni di Fulvio Pierangelini in esclusiva per Café Ginori a Roma, gli 'Scampi, mango di Sciacca caramellato, carciofi, caviale Asetra', la 'Cacio e pepe con astice' e la 'Caesar salad di pollo croccante, tartufi di stagione'. Per dessert immancabile la brioche di Fulvio Pierangelini alle spezie. Prima di uscire si attraversa la boutique, parte integrante del Café Ginori, per dare un'occhiata alle raffinate proposte del brand e, perché no, portare a casa l'arte della tavola Ginori 1735, oltre all'esperienza del nuovo indirizzo della Capitale.
(Adnkronos) - All'Università degli studi di Brescia la presidenza della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus). Il comitato di coordinamento della rete ha designato il prof. Carmine Trecroci presidente per il triennio 2025-2027. Ordinario di Economia del dipartimento di Economia e Management, il prof. Trecroci, coordinatore della commissione di ateneo per lo sviluppo sostenibile e responsabile dell’organizzazione di numerose attività strategiche sul tema, succede alla prof.ssa Patrizia Lombardi del Politecnico di Torino, che ha ricoperto il ruolo di presidente nel sessennio 2019-2024. (Qui lo SPECIALE) Promossa nel 2016 dalla Crui-Conferenza dei rettori delle università italiane, la Rus è la prima iniziativa di coordinamento e condivisione tra 88 atenei italiani impegnati sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. Obiettivo principale, la diffusione della cultura e delle buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno degli atenei, per contribuire al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, rafforzando il valore dell’esperienza italiana a livello internazionale. Secondo l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), l’attuazione degli Sdgs in Italia attraversa una persistente fase di ristagno. Cittadini, imprese e istituzioni sono oggi chiamati ad intensificare i propri sforzi per la realizzazione di profonde trasformazioni, come la riduzione delle emissioni, il rilancio dell’innovatività e della sostenibilità del sistema economico e la promozione dell’inclusività sociale. In questo contesto si inserisce l’esperienza della Rus, intesa come stretta collaborazione e promozione di accordi operativi e sinergie tra le università e con la società. Le numerose azioni nazionali e locali intraprese, infatti, hanno già contribuito fattivamente al dibattito pubblico e alla consapevolezza generale sulle sfide dell’Agenda 2030. Gli 8 gruppi di lavoro e i 3 tavoli tecnici della Rete hanno prodotto inoltre preziose linee guide e raccolte di buone pratiche, che oggi forniscono alle università solidi riferimenti per l’organizzazione e l’attuazione dello sviluppo sostenibile al loro interno, ma anche indirizzi fondamentali per la promozione degli Sdgs sul territorio. "L'incarico alla guida della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile è motivo di grande orgoglio per la nostra università -dichiara il Rettore, prof. Francesco Castelli-. Si tratta di una nomina che accogliamo con grande senso di responsabilità e che ci impegnerà nella definizione delle nuove strategie per supportare atenei e territori nella difficile transizione ecologica e sociale. Consapevoli del ruolo che l'università riveste nell’educazione delle giovani generazioni, la cura e la promozione dei valori della sostenibilità sono inseriti da sempre nel nostro piano strategico. Tra le tante iniziative congiunte, Rus e Università degli studi di Brescia collaborano con convinzione dal 2019 all’evento 'Climbing for Climate' per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della crisi climatica che necessita di azioni comuni, condivisione di conoscenze e competenze". "La realizzazione dello sviluppo sostenibile è oggi, ancora più che in passato, l’unica prospettiva di progresso della nostra società -commenta il prof. Trecroci-. Le università della Rus hanno offerto un prezioso impulso e un’adesione creativa, spesso entusiasta, alla sfida esistenziale della 'resilienza trasformativa'. L'immenso patrimonio scientifico e intellettuale delle università italiane sta già sostenendo la transizione sostenibile. La sincerità di questo proposito di cambiamento deve ora riflettersi nella sua attuazione concreta, in un’ottica di coinvolgimento e collaborazione, dimensioni di cui la società italiana ha sempre più bisogno. Un sincero, sentito ringraziamento va alla prof.ssa Lombardi, alla dott.ssa Paola Biglia e a tutto lo staff tecnico del Politecnico di Torino, che ha assicurato alla rete una brillante crescita e l’attivazione di un elevatissimo numero di partnership di qualità. Ringrazio inoltre il comitato di coordinamento 2025-2027 per il supporto e la fiducia riposta nell’Università degli studi di Brescia". Con l’obiettivo di rafforzare il contributo delle università italiane nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, la Rete proseguirà nelle proprie attività lungo tre indirizzi principali: misurare e ridurre l’impronta ecologica delle università italiane; agevolare e orientare scelte strategiche sostenibili in un’ottica di collaborazione e concretezza; promuovere la diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile nella società. La priorità del prossimo triennio, coordinato dalla presidenza dell’Università degli studi di Brescia, sarà l’attuazione degli indirizzi contenuti nel Manifesto 2024 di Udine 'Le università per lo sviluppo sostenibile del Paese. Acceleriamo la realizzazione dell’Agenda 2030, aumentiamo l’impegno per lo sviluppo sostenibile': adozione dello sviluppo sostenibile come paradigma di riferimento per l’organizzazione, le strategie e gli interventi delle università in tutte le loro missioni istituzionali; impegno a inserire il riferimento all’Agenda 2030 negli statuti e nei piani strategici degli atenei, definendo e realizzando iniziative volte a favorire la giustizia ambientale, sociale, intra e intergenerazionale, (ispirandosi anche agli artt. 3, 9 e 41 della Costituzione Italiana); impegno a contrastare le discriminazioni e le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali, adottando un approccio basato sull’inclusione e sul rispetto dei diritti delle persone, sia attraverso le missioni istituzionali e le attività organizzative, sia attraverso processi culturali di co-costruzione e partecipativi, realizzati nelle comunità universitarie e nei loro territori; promozione della pace tra i popoli quale valore universale per lo sviluppo sostenibile, contrastando ogni forma di ossessione identitaria nazionale o locale, anche attraverso la messa a punto di programmi di accoglienza per studiose e studiosi provenienti dai Paesi dove sono in corso conflitti e violazioni dei diritti umani e lo sviluppo di programmi di due diligence etica dei progetti di ricerca, nel rispetto del principio della libera cooperazione tra ricercatori e ricercatrici. Inoltre rafforzamento delle collaborazioni e delle partnership con società civile, imprese e istituzioni pubbliche -a livello locale, nazionale e internazionale- per la valorizzazione delle conoscenze sullo sviluppo sostenibile, anche nella definizione delle politiche industriali e nella decarbonizzazione dei campus universitari e delle città, anche predisponendo piani di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici, con la finalità di accelerare la decarbonizzazione e di rafforzare la lotta ai fattori che stanno alla base dei cambiamenti climatici; valorizzazione dell’istruzione universitaria e dell’educazione per lo sviluppo sostenibile, che adotti approcci sistemici e interdisciplinari, recuperi il valore dell’etica, riconosca il legame con la comunità e il territorio e assuma una forte responsabilità nella formazione e nello sviluppo di competenze di cittadinanza di studenti, studentesse, docenti e personale tecnico-amministrativo e messa a frutto delle competenze interne agli Atenei nella realizzazione dell’Agenda 2030, adottando un approccio volto a contrastare la concentrazione della proprietà intellettuale e a favorire la diffusione delle conoscenze nella società, ispirato ai criteri della open science, anche mediante laboratori di sperimentazione educativa e living lab, al fine di supportare le autorità politiche, le organizzazioni sociali e le imprese nelle scelte organizzative, di investimento e nei processi di decarbonizzazione di città e territori per una transizione equa alla sostenibilità. Infine impegno a operare, anche con il coinvolgimento della componente studentesca, per la rigenerazione dei luoghi, con particolare attenzione ai quartieri e distretti universitari, attraverso la promozione e il sostegno alla residenzialità, all’accessibilità e al diritto allo studio e la messa a punto di specifici protocolli di sostenibilità dei campus, assumendo un ruolo trainante nei confronti del territorio con riferimento alla transizione ecologica e digitale e all’adozione di modelli di sviluppo basati sui principi dell’economia circolare; impegno a costituire, sulla base degli esempi virtuosi già esistenti, una struttura integrata di ateneo per la sostenibilità, dotata di risorse finanziarie proprie e di figure qualificate manageriali e di staff (sostenibilità, energia, mobilità, risorse e rifiuti, cibo, eterogeneità e inclusione, innovazione, etc. ...); misurazione e monitoraggio continuo attraverso opportuni indicatori e strumenti di valutazione dell'efficacia delle politiche e delle azioni per lo sviluppo sostenibile, al fine di migliorare le politiche e consentirne il controllo pubblico.