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(Adnkronos) - Halloween sempre più caro. Anche in Italia, sia tra gli adulti che tra i più piccoli, di festeggiare il 31 ottobre con feste, cene, eventi e serate a tema, sia in casa che nei locali. Tuttavia il monitoraggio dell'Onf, Osservatorio nazionale Federconsumatori, registra nel 2025 per feste e travestimenti un aumento medio del 7% rispetto allo scorso anno. Analizzando le tendenze più 'spooky' di quest’anno, ecco alcuni spunti sulle maschere, sui trucchi e sulle decorazioni maggiormente in voga. Per l’acquisto di un costume “da brividi” si spendono dai 59,99 euro per un bambino a 70,44 euro per un adulto (rispettivamente il +7% ed il +8% rispetto al 2024). In alcuni casi, si preferisce optare per il noleggio, magari nella prospettiva di variare il travestimento da un anno all’altro. In questo caso i costi variano sensibilmente a seconda delle diverse aree geografiche: sono stati rilevati i prezzi delle maschere a Milano (74 euro), Roma (75 euro) e Napoli (51 euro), nel caso del noleggio abbiamo rilevato un aumento di prezzo rispetto al 2024 dal +6% al +7%. Una maschera di Halloween non può dirsi completa senza un make-up adeguato: in base al formato del kit, i trucchi hanno un costo che va dai 13,90 euro ai 29,99 euro, con un aumento del 7% per i kit piccoli formati da un pennello e 5 colori, e del 6% per i kit grandi formati da un pennello, una spugna e 8 colori. Halloween offre l’occasione di riunire amici e parenti per una serata all’insegna del divertimento, magari organizzando una festa privata in un locale: chi abbia intenzione di scegliere questa soluzione deve considerare un costo medio di circa 420 euro per l’affitto della sala, a cui si aggiungono 23 euro a persona per un buffet caldo e 137,88 euro di diritti Siae. Costi a cui vanno aggiunti anche i servizi di un fotografo, di un animatore e di un truccatore, che ammontano, rispettivamente, a 170, 115 euro e 100 euro. Altra opzione è la cena al ristorante: molti locali, infatti, organizzano serate con allestimento e menù a tema, il cui costo medio è di 56 euro con un aumento del 9% rispetto al 2024. Come accade per altre ricorrenze, anche alla notte di Halloween sono legati alcuni dolci tipici. Per non deludere i bambini che ripetono di casa in casa la frase di rito “dolcetto o scherzetto” si acquistano caramelle (costo medio 4 euro per 200 grammi, considerando una media tra i prezzi di quelle sfuse e di quelle confezionate) e cioccolatini (costo medio euro per 250 grammi) da distribuire. Inoltre, in supermercati e pasticcerie si trovano in vendita invitanti biscotti decorati (costo medio 5,80 euro per 200 grammi) che riproducono i simboli della festività, come zucche, fantasmi, cappelli di strega e pipistrelli, nonché golosissime mele stregate (dal costo di 7,80 euro) ricoperte di glassa di zucchero.
(Adnkronos) - “Ringrazio il presidente Brunetta per l’averci ospitato al Cnel, che è punto di partenza importante che avrà sviluppi altrettanto importanti. I vari presidenti dei Consigli regionali intervenuti hanno posto in essere istanze fondamentali e non banali da cui partire nell’agenda dei lavori da svolgere d’ora in poi. Questo incontro è nato in maniera casuale ma convergente, partendo dalle relazioni annuali che da qualche anno a questa parte ci segnalano punti di criticità: inverno demografico; aumento della speranza di vita e intelligenza artificiale. L’unico modo per avere una rappresentanza reale su questi temi è avere una convergenza tra i consigli regionali e il Cnel, come sta iniziando a capitare già da oggi in maniera pratica e attiva”. Così Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio, intervenuto oggi a Roma all’incontro interistituzionale tra Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e Cnel, che segna l’inizio di una collaborazione su alcune tematiche specifiche come salute, imprese e lavoro. “Il protocollo investirà in mondo della formazione, che ha necessità di avere una politica che dia risposte immediate a bisogni che mutano in continuazione. Cercare di connettere queste due dimensioni di rappresentanza economica e sociale con le assemblee legislative significa costruire una sinergia stabile per una progettazione basata su evidenze condivise. In un tempo in cui i processi economici e sociali cambiano a velocità altissima, i temi della salute, dell’impresa e del lavoro sono tutti uniti e comunicanti tra loro: la salute dei cittadini può garantire sostenibilità alle imprese, che a loro volte possono contribuire al sostentamento del sistema sanitario. Infine il lavoro, che è il collante che tiene tutto unito: senza lavoro non ci sono crescita, dignità, sviluppo e futuro”, ha specificato il presidente del Consiglio regionale del Lazio. I primi passi, secondo Aurigemma, “vanno stilati subito tramite un programma, partendo dalle assemblee regionali, dove la politica incontra i problemi reali delle comunità rappresentate e governate". "Per questo, uno Stato che ascolta le Regioni che sanno dialogare tra loro - ha detto - è uno Stato all’altezza dell’Italia che vogliamo ricostruire. Nel campo della salute, le Regioni hanno competenze cruciali. Dobbiamo porre un freno ai cosiddetti ‘viaggi della speranza’, che danneggiano sia la salute dei pazienti, sia le casse delle varie Regioni. La prima tappa da organizzare va centrata su questa tematica. Dobbiamo creare un Drg che sia uguale a livello nazionale, così come dobbiamo investire in formazione a livello di Intelligenza Artificiale, rendendo questa storica innovazione una possibilità per le nostre imprese. La connessione che va creata può colmare il gap che sussiste tra il mondo della formazione universitaria e quello delle imprese. Non basta più parlare di incentivi, ma creare un ambiente che premi innovazione, sostenibilità e qualità del lavoro. Dobbiamo produrre una norma per regolamentare il problema delle gare al ribasso, che portano spesso le imprese a tagliare su salari o, peggio ancora, sui dispositivi di sicurezza. Il protocollo che oggi firmiamo deve essere una convergenza tra l’attività di analisi e quella legislativa. Va creata una rete che possa mettere in contatto le diverse realtà del nostro Paese. Il primo tavolo che verrà costituito è quello della salute”, ha concluso il presidente del Consiglio regionale del Lazio.
(Adnkronos) - Città in affanno sulla sostenibilità. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce per il 2024 una fotografia in chiaroscuro. Ancora nessuna città raggiunge il punteggio del 100% e cala al 54,24% la media del punteggio raggiunta dai capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa quando si attestava al 56,41%. Se si guarda ai singoli capoluoghi, nel 2024 sono Trento (79,78%) e Mantova (78,74%) le uniche città a superare la soglia di 75 punti e a dominare la classifica di Ecosistema Urbano ottenendo rispettivamente il primo e secondo posto. Trento torna sul gradino più alto (nel 2023 era seconda) rappresentando il meglio della vivibilità in città. Mantova ottiene la medaglia d’argento risalendo la classifica di cinque posizioni (nel 2023 era 7 settimana), grazie ad alcuni risultati negli indici più significativi come il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%. Dietro di loro si piazza Bergamo, al terzo posto con un punteggio del 71,82%, risalendo la classifica di ben 13 posizioni (nella passata edizione era 16esima), grazie ad un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità. Le altre città che rientrano della top ten sono Bolzano, quarta, seguita da Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna, Forlì: tutte aree urbane del nord Italia e con Bologna, al 9° posto, che si conferma la migliore tra le grandi città anche se perde una posizione rispetto alla passata edizione. Il Sud è sempre in grande affanno, ad eccezione di Cosenza, 16esima in classifica, unica città del Meridione nella top 20 anche se rispetto alla passata edizione perde 3 posizioni (era 13esima). In fondo alla classifica ci sono nove città del sud - Caltanissetta (97° posto), Caserta (98°), Catania (100°), Palermo (101°), Catanzaro (102°), Napoli (103°), Crotone (104°), Vibo Valentia (105°), Reggio Calabria (106°) - che non arrivano a toccare il 35% del punteggio. Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria sono al di sotto dei 25 punti su 100. Smog e rete idrica colabrodo - rileva il rapporto - restano le principali criticità da affrontare per i capoluoghi di provincia. Diminuiscono troppo lentamente le città con perdite d’acqua superiori o uguali al 50%: 20 quest’anno (erano 24 nel 2023 e 27 nel 2022). Nel 2024, inoltre, cala la media della superficie urbana dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità - 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti (11,02 m eq/100 ab nella passata edizione e 10,69 due anni fa) - così come diminuisce sia l’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo passando dai 50,7 mq ogni 100 abitanti della scorsa edizione agli attuali 48,6 mq sia quella delle zone a traffico limitato che nel 2024 si attesta a 368,3 mq ogni 100 abitanti rispetto ai 406,9 della scorsa edizione. Cresce, stando ai dati Ispra, il consumo di suolo nel totale dei capoluoghi: dal 2018 al 2023 è pari a circa 4500 ha, a fronte di un calo del numero degli abitanti (-346mila abitanti). Ne deriva una crescita del suolo impermeabilizzato per ogni abitante delle città, sempre su base quinquennale, pari a +6,3 mq/ab dal 2018 al 2023 (+3,5% rispetto al 2018), con forti variazioni da città a città. Tra i segnali positivi che emergono dal nuovo report Ecosistema Urbano, c’è la raccolta differenziata che per la prima volta, tra i capoluoghi, supera la media del 65%. Inoltre, sono ben 15 i capoluoghi che sono oltre l’80% di Rd. Cresce il numero dei passeggeri trasportati dal servizio di Tpl nelle città capoluogo, anche se le performance generali sono ancora lontane dai livelli europei. C’è Milano con 424 passeggeri nel 2024 rispetto ai 415 dello scorso anno, i 357 del 2022 e ai 303 del 2021. Anche Roma mostra lievi segnali incoraggianti salendo dai 259 viaggi procapite all’anno della passata edizione ai 277 di quest’anno. Venezia resta la migliore sebbene in calo, interrompendo una crescita costante, mentre Firenze continua a migliorare (sale dai 225 dello scorso anno ai 247 passeggeri/ ab/anno).