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(Adnkronos) - Dalla "frociaggine" nei seminari alle suore ammonite ("siete madri e non zitellone"), dagli schiaffetti sulle mani alla fedele cinese allo sguardo al suo orologio quando cantava Ligabue: Papa Francesco, morto oggi all'età di 88 anni, durante il suo pontificato ha sorpreso per il suo linguaggio colloquiale, diretto, senza filtri, accompagnato da comportamenti e gesti altrettanto non abituali per un pontefice. Diventò virale sui social media il brusco gesto con cui Papa Bergoglio allontanò la fedele cinese che voleva abbracciarlo il 31 dicembre del 2019. Dopo la solenne celebrazione del Te Deum, il pontefice era sceso in piazza San Pietro e si era avvicinato ai fedeli. Una donna cinese afferrò la mano del Papa, tirando a sé il suo braccio. Francesco, per liberarsi, dovette usare le maniere forti, dandole qualche schiaffetto sulla mano e allontanandosi con aria nervosa. Salvo poi scusarsi il giorno dopo: "A volte perdiamo la pazienza. Anche io. E chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri", disse prima dell'Angelus. Memore della gaffe, qualche giorno dopo il Papa provò a rimediare, ma rischiando un secondo scivolone. In occasione dell'udienza generale nell'Aula Paolo VI, una suora africana gli tese le braccia calorosamente e lui ribattè scherzosamente: "Ho paura! Tu mordi! Io ti do il bacio, ma tu stai tranquilla, non mordere!". Ancora più scalpore fece l'uso da parte del pontefice di un termine ritenuto offensivo e denigratorio nei confronti degli omosessuali. "Nella Chiesa c'è già troppa 'frociaggine'", disse riferito alla presenza di persone omosessuali nei seminari parlando nell'incontro a porte chiuse con oltre 200 vescovi il 20 maggio 2024. in occasione dell'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. La risposta della Santa Sede alla polemica per le parole attribuite a papa Francesco arrivò 24 ore dopo che erano trapelate sull stampa. "Papa Francesco è al corrente degli articoli usciti di recente circa una conversazione, a porte chiuse, con i vescovi della Cei - precisò il portavoce vaticano Matteo Bruni - Il Papa non ha mai inteso offendere o esprimersi in termini omofobi, e rivolge le sue scuse a coloro che si sono sentiti offesi per l'uso di un termine, riferito da altri. Come ha avuto modo di affermare in più occasioni, 'Nella Chiesa c'è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c'è spazio per tutti. Così come siamo, tutti'". Incurante delle polemiche sortite dalla precedente uscita, il 12 giugno 2024 nell'incontro a porte chiuse con i sacerdoti romani all'Università Salesiana tornò sulla questione della omosessualità nella Chiesa affermando: "In Vaticano c'è aria di frociaggine". Parole che innescarono nuove reazioni di sorpresa, tanto più perchè Francesco si era espresso più volte in favore degli omosessuali ("Chi sono io per giudicare un gay?", aveva detto, ad esempio, ai giornalisti il 29 luglio 2013 ai giornalisti che volavano con lui da Rio de Janeiro a Roma). Stupore tra le suore Papa Francesco suscitò con una sua uscita il 22 ottobre 2021 in visita alla Curia generalizia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, riunite per il Capitolo generale. Il pontefice le mise in guardia dalla "mondanità spirituale", invitandole a una castità "feconda" perché "siete madri e non zitellone". Anche qui l'espressione, dai connotati sessisti, non passò inosservata. Tra le altre volte in cui Papa Francesco sorprese per il suo linguaggio decisamente informale fu il 15 giugno 2015, tornando a parlare pochi giorni dopo all'attentato terroristico di Parigi alla rivista satirica "Charlie Hebdo". Durante il volo che lo portavo dallo Sri Lanka alle Filippine il pontefice affermò: "È aberrante uccidere in nome di Dio", ma è sbagliato anche "insultare le religioni. Se un mio amico dice una parolaccia contro mia mamma, gli arriva un pugno". Lasciarono il segno anche le sue parole nel viaggio di ritorno dallo stesso viaggio nelle Filippine, il 19 gennaio 2015. Sul volo papale diretto all'aeroporto di Ciampino, parlando con i giornalisti, affrontò il tema della procreazione responsabile. "Alcuni credono, scusatemi la parola, che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli. No. Paternità responsabile". In quel caso a rimanerci di sasso furono i coniugi di famiglie numerose, fino ad allora portate a modello dalla Chiesa, e che allora si sentirono bacchettate. Nei gesti pubblici del Papa è sembrata talvolta manifestarsi una certa dose di impazienza. Il 6 ottobre 2016 ci fu un curioso fuori programma alla presentazione in Vaticano del convegno "Sport e fede": durante il discorso di Ban Ki-Moon, Papa Francesco si alzò per ringraziare, ma il segretario generale dell'Onu non aveva ancora terminato. Il pontefice dovette tornare sui suoi passi e rimettersi sedere, nell'imbarazzo generale. Altra impazienza sembrò avere il 18 maggio 2024 durante l'evento "Arena di Pace - Giustizia e Pace si baceranno", tenutosi all'Arena di Verona e condotto da Amadeus, quando un gesto semplice non passò inosservato ai 10 mila presenti e ai telespettatori. Mentre Ligabue cantava il brano "Sono sempre i sogni a dare forma al mondo", e precisamente durante la strofa "Io non lo so / quanto tempo abbiamo / quanto ne rimane", Papa Francesco gettò uno sguardo al suo orologio. La scena scatenò una serie di reazioni e commenti ironici sui social media, rendendo il gesto del pontefice virale. (di Paolo Martini)
(Adnkronos) - E' stata una giornata interamente dedicata alla riduzione del divario di genere e alla valorizzazione delle donne all’interno delle imprese e nei consigli d’amministrazione. Sono state oltre 1500 le manager e le professioniste da tutta Italia che hanno partecipato, on line e in presenza, a 'Women on board 2025' il percorso formativo, nato nel 2022 alla sua terza edizione per favorire l’inclusione e l’accesso delle donne nei consigli d’amministrazione di imprese pubbliche e private. Il progetto ideato e promosso da Federmanager, Manageritalia, Hub del Territorio e AIDP. La tappa di ieri che si è svolta presso gli spazi dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi a Roma è stata la nona tappa di un lungo percorso che toccherà tutto lo stivale da nord a sud. A confrontarsi, con le partecipanti sono stati: Sara Cirone, Comitato esecutivo Federmanager Minerva nazionale - Cristina Mezzanotte, presidente Manageritalia Emilia Romagna e coordinatrice DEI Manageritalia - Tommaso Saso, presidente Manageritalia Lazio - Antonio Amato, presidente Federmanager Roma - Giuseppina Ivone, avvocato cassazionista esperta in diritto Societario e Crisi d’Impresa introdotta da Ciro Cafiero, presidente Aidp Lazio – Sandro Pettinato, vice segretario generale di Unioncamere introdotto da Sabina Eminente, Referente Donne Manager Manageritalia Lazio - Eugenio Bissocoli, avvocato ed esperto in composizione negoziata della crisi d’impresa introdotto da Stefania Santucci, vice coordinatrice Federmanager Minerva nazionale. A coordinare le domande del pubblico Nicoletta Grassi, consigliera della Fondazione Hub del territorio ER ETS e di Hub del territorio nazionale. L’appuntamento capitolino ha avuto come focus 'L’ambito operativo'. Grazie ai contributi e alle testimonianze dirette di manager e al confronto con esperti del settore le partecipanti hanno avuto modo di approfondire le modalità di gestione della crisi d’impresa e il nuovo codice della crisi nonché analizzato la figura dell’esperto mediatore e il suo ruolo nelle negoziazioni. Nella tappa di Roma sulle oltre 1500 partecipanti da tutta Italia, 193 vengono dalle cinque province laziali. "Il percorso Wob - ha dichiarato Antonio Amato, presidente Federmanager Roma - rappresenta, tra l'altro, una collaborazione vincente, un’azione concreta, un passo importante sulla strada di un cambiamento culturale sempre più urgente. La parità di genere, dati alla mano, fa bene alle aziende e fa bene al Pil. Secondo la Cerved rating agency le imprese con una maggiore presenza femminile (+20%) nei cda risultano più forti sul fronte economico-finanziario, meno rischiose sotto il profilo creditizio ed hanno migliori indicatori di sostenibilità. La parità di genere non è solo una questione etica, ma una leva strategica per la crescita del sistema produttivo del nostro Paese, pertanto, diffondere la cultura del merito e dell’inclusione in ogni ambito sociale e professionale è una responsabilità di tutti, nessuno escluso”. “Non stiamo solo aprendo le porte dei consigli di amministrazione alle donne, ma vogliamo contribuire ad un futuro più inclusivo, consapevole e sostenibile. Le donne che si formano con Women on Board non chiedono spazio ma lo conquistano con competenza, visione e responsabilità”. Così Tommaso Saso, presidente Manageritalia Lazio che prosegue: “Sono loro ad incarnare un nuovo modello di leadership, capace di affrontare la complessità con sensibilità, rigore e intelligenza collettiva. Il futuro non è più una questione di ruoli da spartire, ma di talenti da valorizzare. E Manageritalia vuole essere al fianco di chi costruisce, giorno dopo giorno, questo cambiamento irreversibile.” Tante le novità di questa terza edizione di 'Women on board' a cominciare dalla conferma delle partnership con gli Ordini dei commercialisti e dei consulenti del lavoro e con l’Associazione nazionale forense. Si amplia anche il calendario degli incontri. Saranno infatti ben 15 gli appuntamenti formativi, che toccheranno tutto lo stivale da nord a sud, di cui 12 obbligatori su piattaforma dedicata e 3 facoltativi (che saranno aperti anche alle partecipanti Wob delle scorse edizioni). Ogni incontro ha la durata di circa 3 ore, in cui le partecipanti hanno l’occasione di confrontarsi con diversi professionisti del settore giuridico, economico e aziendale aumentando così le loro competenze, esperienze e capacità di analisi. Diverse le tematiche affrontate che spaziano dal 'personal branding soft skills networking' all’equilibrio di genere nelle società non quotate passando per l’analisi contabile e del rischio sui sistemi gestionali sino ai principi dell’etica d’impresa e della sostenibilità oltre a comprendere come agiscono gli enti di interesse pubblico e le partecipate pubbliche” e come le nuove tecnologie possono essere utili alle decisioni dei cda. 'Women on board', fa segnare una crescita esponenziale passando dalle 230 aderenti della prima edizione alle oltre 1500 di oggi tra manager e professioniste, con un’età media 48 anni (27 anni per la più giovane e 70 anni per la più senior), 94% di donne e 6% di uomini, provenienti da tutta Italia ed espressione dei più svariati settori economici: terziario, industria, consulenza aziendale e avvocatura. Tante donne accomunate dalla stessa volontà di mettersi in gioco e acquisire le competenze e la consapevolezza del proprio valore per accedere a ruoli di responsabilità decisionale e strategica. 'Women on board' è un percorso totalmente gratuito espressamente ideato per le donne, ma aperto anche agli uomini, con incontri formativi che si concluderanno a giugno 2025. Al termine del percorso ci sarà l’inserimento in un apposito elenco qualificato on line consultabile dalle imprese che potranno così scegliere la figura professionale più in sintonia con le caratteristiche della società e le specifiche esigenze dei cda di aziende, società pubbliche e organizzazioni in cerca di manager e professioniste per i propri organi di governance. Per tutte le informazioni e scoprire il percorso completo di Women on board 2025 e le sue 15 tappe in tutta Italia consultare il link https://www.percorsowomenonboard.it.
(Adnkronos) - Le storie delle persone e delle comunità impegnate nel salvare le barriere coralline, un ecosistema vitale ma sempre più minacciato: è ora disponibile in streaming su Prime Video il documentario Reef Builders. Presentato da Sheba, il documentario esplora il programma Sheba Hope Grows, uno dei più grandi progetti di ripristino delle barriere coralline al mondo, guidato da Mars Sustainable Solutions (Mss). Attraverso spettacolari immagini fotografiche, sia terrestri che subacquee, il film racconta le sfide quotidiane, le soluzioni innovative e la speranza di chi lavora per proteggere uno degli ecosistemi più importanti per la biodiversità marina. (Video) Il film inizia con la storia di successo più conosciuta del programma, il ripristino della Hope Reef in Indonesia. Hope Reef è stata costruita grazie a un’invenzione semplice ma rivoluzionaria: una struttura in acciaio chiamata Reef Star, che ha trasformato un fondale distrutto e ricoperto di macerie coralline in una barriera corallina rigogliosa. Attraverso le testimonianze dirette dei volontari locali impegnati nella salvaguardia delle loro barriere coralline, gli spettatori scopriranno come il team di Mss, guidato da David Smith, stia collaborando con le comunità costiere e le Ong per ampliare il progetto su scala globale e ottenere un impatto ancora maggiore. Il documentario restituisce un quadro realistico delle sfide e delle difficoltà affrontate, così come dei successi e dei traguardi raggiunti, mettendo in luce la speranza, l’impegno costante e il potenziale trasformativo di uno dei più grandi e ambiziosi programmi di formazione per il restauro mai realizzati (Mss Impact Report, 2024). “Reef Builders racconta non solo un progetto di ripristino ambientale, ma una visione concreta del futuro che Mars intende contribuire a costruire. Attraverso la visibilità e il seguito dei nostri brand, disponiamo di una piattaforma di grande impatto, e sentiamo la responsabilità di metterla al servizio di un cambiamento positivo - ha affermato Aldo Mastellone, Corporate Affairs Senior Manager di Mars Italia - Il lancio del documentario Reef Builders rappresenta un momento significativo nella missione del programma Sheba Hope Grows. Con questo progetto vogliamo ispirare ed educare un numero sempre maggiore di persone sull’importanza di sostenere il ripristino delle barriere coralline”. Le barriere coralline, spesso chiamate le 'foreste pluviali del mare', sono oggi in grave pericolo. Gli scienziati stimano che, senza interventi concreti, entro il 2043 il 90% delle barriere coralline tropicali del pianeta potrebbe scomparire (Icri), con gravi conseguenze per il 25% della vita marina (Epa) e per circa un miliardo di persone che dipendono direttamente o indirettamente dai servizi ecosistemici che esse offrono, come la protezione delle coste e la sostenibilità delle risorse ittiche (Noaa). Diretto e prodotto da Stephen Shearman, con i produttori esecutivi Victoria Noble e Ben Padfield, e l’attrice e attivista ambientale Auli’i Cravalho in veste di produttrice associata, Reef Builders accompagna gli spettatori in un viaggio che tocca Bontosua (Indonesia), Lamu (Kenya), la Moore Reef (Australia) e l’isola natale di Auli’i, O’ahu (Hawai’i), offrendo uno sguardo senza precedenti sulla lotta per salvare le barriere coralline del pianeta.