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(Adnkronos) - Svolta nel mondo degli appalti: non esiste più un solo modello contrattuale “valido”, ma coesistono più contratti collettivi, purché rispondano a criteri di qualità, coerenza e tutela dei lavoratori. È stata questa la riflessione al centro dell’evento FonARCom dal titolo “Appalti e Ccnl: dal principio di equivalenza alla sua attuazione concreta”, che si è svolto in occasione della Convention dei Consulenti del Lavoro, in corso in questi giorni a Napoli. Un vero e proprio talk tecnico sul principio di equivalenza contrattuale, introdotto dal nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023) e ripreso dal correttivo appalti e dalle Linee guida Anac. “La norma oggetto di approfondimento del nostro incontro – ha affermato Lucia Alfieri, Consigliere d’Amministrazione di FonARCom – apre le porte a un pluralismo sindacale maturo e impone una riflessione: il valore di un contratto non dipende più dal nome delle parti firmatarie, ma dal suo contenuto, ovvero dalle tutele, dalle politiche attive, dalla formazione, dal welfare contrattuale e dalle soluzioni che offre sia alle imprese sia ai lavoratori. Questo scenario rappresenta una sfida importante per le organizzazioni sindacali e per le associazioni datoriali, che hanno oggi la possibilità di dimostrare che si può fare una contrattazione di qualità in grado di andare oltre la tradizione e di competere al rialzo”. È in questa prospettiva che si inserisce la contrattazione collettiva di Cifa Italia e Confsal, che pone al centro, da un lato, la persona e i suoi bisogni e, dall’altro, la competitività e la produttività aziendali. Una contrattazione collettiva di qualità, virtuosa e innovativa, che non fa dumping salariale né contrattuale, va oltre le equivalenze e si rivolge a quegli imprenditori che vogliono investire sulle risorse umane e contribuire allo sviluppo e alla ricchezza della società. “Nel momento storico attuale, in cui il mercato del lavoro risente fortemente di fenomeni quali la glaciazione demografica e la fuga dei cervelli – ha dichiarato Andrea Cafà, Presidente di Cifa Italia e FonARCom – la contrattazione collettiva deve concretamente fondarsi sulla centralità della persona, valorizzando le competenze e creando condizioni che soddisfino le aspettative di vita e di crescita professionale dei lavoratori, fondate su flessibilità, benessere e obiettivi certi e misurabili. È questo l’impegno assunto dalla contrattazione di Cifa Italia e Confsal, che da sempre mirano alla qualità della contrattazione e che oggi propongono Ccnl che, oltre a essere riconosciuti come equivalenti secondo gli indici Anac, puntano su contenuti innovativi che garantiscono tutele reali ai lavoratori, pur fornendo alle aziende la flessibilità necessaria per competere in un mercato in rapida evoluzione. Il raggiungimento di questo traguardo – ha continuato Cafà – è il risultato di un approccio collaborativo capace di bilanciare gli interessi complementari di lavoratori e imprese. Digitalizzazione, nuove competenze, conciliazione vita-lavoro, sostenibilità sociale ed economica, sono queste le sfide che il nuovo Ccnl ha affrontato e regolato. Per farlo, Cifa Italia e Confsal hanno messo in campo non solo visione, ma anche strumenti concreti, come gli organismi paritetici, gli enti bilaterali per le politiche attive e la formazione, e osservatori tematici che seguiranno l’evoluzione del mondo del lavoro passo dopo passo. Il frutto di questo impegno – ha concluso il Presidente di Cifa Italia e FonARCom – è un contratto che non è solo un documento giuridico, ma un vero e proprio strumento di innovazione sociale, un modello di contrattazione partecipata, responsabile e orientata al futuro”. “La contrattazione collettiva non è terreno di appartenenza, ma di regole, contenuti e responsabilità, la cui legittimità si fonda su standard di tutela e non su etichette sindacali – ha aggiunto Angelo Raffaele Margiotta, Segretario generale della Confsal – la contrattazione Cifa-Confsal-Confsal Federlavoratori non si limita a essere equivalente ai cosiddetti contratti leader, ma introduce strumenti innovativi che alzano l’asticella. Preavviso attivo per la ricollocazione dei lavoratori; principio e indennità di qualificazione per la valorizzazione dei titoli di studio; indennità di vacanza contrattuale; salute e sicurezza con valorizzazione della figura del preposto, MOG(S) e indennità specifiche; potenziamento delle tutele contro i licenziamenti ingiustificati; retribuzione premiale; sistema di welfare integrato; aumento per competenza che valorizza formazione e merito. Non si tratta di una contrattazione alternativa in senso riduttivo – ha precisato Margiotta – ma di un modello contrattuale evoluto. La nostra contrattazione rappresenta una sfida aperta alla stagnazione della contrattazione confederale tradizionale, da troppo tempo ferma su schemi rigidi e autoreferenziali”. “Le aziende stanno finalmente iniziando ad adottare una contrattazione collettiva ‘non tradizionale’, caratterizzata da contenuti virtuosi che vanno oltre il principio d’equivalenza – ha ammesso Paolo Pizzuti, Docente di Diritto del lavoro presso l’Università del Molise – la rappresentatività del contratto non è più legata ai soggetti stipulanti, ma alla sua qualità e al suo contenuto. Il criterio della rappresentatività comparativa come criterio di individuazione del contratto collettivo più favorevole non è più valido. L’imprenditore, pertanto, è libero di autodeterminarsi nella scelta del contratto, purché ci sia una dichiarazione di equivalenza”. “La dichiarazione d’equivalenza è un documento altamente specifico e dettagliato – ha infine concluso Francesco Capaccio, Avvocato giuslavorista e Consulente del lavoro – un’equivalenza errata potrebbe comportare l’esclusione da una gara. È comprensibile, dunque, l’importanza che assume in questo preciso contesto il ruolo del consulente del lavoro. Le aziende devono essere supportate da figure professionali altamente competenti che sappiano verificare l’equivalenza normativa e retributiva dei contratti”. L’evento, che si è svolto nell’aula delle opportunità del centro congressi della stazione marittima di Napoli, ha registrato una notevole partecipazione di professionisti e interessati alla tematica.
(Adnkronos) - "Con 'C'è posto per te' siamo partiti dalle indicazioni del ministro Calderone e abbiamo voluto portare sevizi e opportunità di lavoro alle persone. Abbiamo fatto finora 9 tappe, gireremo tutta Italia ma con particolare attenzione al Sud e alle aree interne del nostro Paese. Ci rivolgiamo a tutti i target che hanno più bisogno in questo momento come i giovani e le donne, con l'orientamento alle competenze, alle competenze trasversali". Lo ha detto Paola Nicastro, presidente di Sviluppo Lavoro Italia, intervenendo alla convention nazionale dei consulenti del lavoro a Napoli.
(Adnkronos) - Scetticismo verso le strategie UE in materia di ambiente, preoccupazione per le conseguenze sull’economia della transizione green e un messaggio rivolto a istituzioni e imprese: la sostenibilità non può limitarsi a essere dichiarata o raccontata, deve essere dimostrata concretamente e integrabile nelle pratiche quotidiane. È quanto emerge dalla rilevazione condotta tra gli utenti delle piattaforme digital dell’agenzia di stampa Adnkronos tra il 18 agosto e il 29 settembre 2025 e presentata questa mattina al Palazzo dell’Informazione nel corso dell’evento Sostenibilità al Bivio promosso da Adnkronos Q&A. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin partecipando all’evento ha dichiarato: "Quando parliamo di sostenibilità e strategie da ripensare, penso al biocarburante. I biocarburanti sono un percorso per abbattere notevolmente le emissioni, per la crescita del Paese, per la trasformazione delle raffinerie. il green Deal definito dalla normativa europea di cinque anni fa non prevedeva questo percorso, prevede percorsi non più attuali. Il Green Deal originario non prevedeva il nucleare e poi lo ha ammesso. Si possono trovare dei punti di equilibrio”. Ha poi aggiunto: “Se va bene tra oggi e domani chiudiamo la questione sulle aree idonee e il dl energia potrebbe andare in Cdm la prossima settimana. Il primo nodo riguarda la rete elettrica: la nostra rete elettrica è intasata, anche se non occupata. Noi abbiamo una rete elettrica che non è più ricettiva perché è virtualmente occupata; quindi, ci sarà una norma sull'occupazione virtuale della rete elettrica, una norma sui data center e sulle aree idonee. sulle bollette un primo effetto potrebbe esserci da una norma che elimina il perverso sistema di passo Gries. Per quanto riguarda il nucleare invece -conclude- in questa legislatura dobbiamo dare il quadro giuridico: pertanto la legge delega e le norme di attuazione che devono vedere le procedure di permitting, le valutazioni sulle tecnologie, l'agenzia di controllo, una grande formazione e istruzioni”. All’evento è intervenuto con un video messaggio il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso: “La transizione energetica rappresenta una delle sfide più rilevanti per il nostro Paese e per l’Europa, una sfida difficile anche perché ingabbiata dalla logica ideologica del Green Deal che ha tarpato le ali alle imprese europee. Fin dal nostro insediamento abbiamo scelto di assumere un ruolo da protagonisti rispetto al governo di questo processo proponendo in Europa un approccio equilibrato, responsabile, realistico, che si discosta completamente dall’ideologia del Green Deal orientata in via esclusiva all’elettrificazione, cioè a una tecnologia dominio di altri – della Cina- e sulla quale siamo terribilmente indietro. Abbiamo già ottenuto risultati concreti salvaguardando comparti chiave come l’automotive e riportando l’Italia al centro delle scelte europee sui dossier strategici. Proprio la questione centrale dell’auto ci fa capire che non basta fare i compiti a casa: è necessario cambiare le regole europee come finalmente anche la Germania vuole fare con noi”. Sono intervenuti all’evento i rappresentanti delle Istituzioni europee: Brando Benifei, Europarlamentare Pd, Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia ed Enrico Giovannini, direttore scientifico ASviS. Top manager e rappresentanti del mondo accademico si sono invece confrontati su tre tavoli tematici. Il primo, sul tema 'Mobilità un approccio realmente sostenibile' ha visto protagonisti Daniela Biscarini, Ceo Ewiva, Francesco Calcara, President & CEO Hyundai Italia, Diego Cattoni, Amministratore Delegato Autostrade del Brennero, Caroline Chabrol, Direttrice Generale SNCF Voyages Italia. Hanno discusso, invece, di Economia circolare, la sostenibilità che fa crescere partendo dal primato italiano in materia, Paola Aragno, Vicepresidente Eikon SC, Domenico Calcaterra, Responsabile scientifico Fondazione Return, Giuseppe Pasceri, CEO Subito.it, Marco Versari, Presidente Consorzio Biorepack. Infine, Andrea Diamanti, Head of Wholesale Banking ING Italia, Alfredo Galletti, Corporate vice president e General manager Novo Nordisk Italia, Antonello Giunta, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fs Energy, Fabiana Marchini, Head Sustainability & of Corporate Affairs Gruppo Sanpellegrino, Federico Odella, CEO Bonduelle Italia, hanno preso parte al panel Le imprese, la sostenibilità nel core business mostrando come, nonostante il contesto incerto, le imprese continuino a investire sulla sostenibilità in tutti i settori. Nel dettaglio, dei circa 4.600 rispondenti alla rilevazione, il 69% pensa che il Green Deal europeo vada eliminato, segno di una forte disillusione. Solo il 10% ritiene, invece, che sia una priorità. Rispetto alla transizione green, il processo di trasformazione dei modelli economici, produttivi e sociali attuali verso un sistema più sostenibile, il 68% dei rispondenti dichiara che possa danneggiare l’economia. La percezione prevalente è che la transizione ecologica rappresenti un ostacolo allo sviluppo economico. La transizione verde passa anche attraverso una mobilità più sostenibile, in cui la diffusione delle auto elettriche rappresenta un elemento chiave: per i rispondenti alla rilevazione l’acquisto di un’auto elettrica è subordinata al prezzo e alla disponibilità di ricarica. Il 37% non compra vetture elettriche a causa del costo elevato e il 38% per i problemi legati alla ricarica. Sul versante delle aziende, comunicare il proprio impegno in verso la sostenibilità è per il 59% una strategia di greenwashing mentre per il 34% è un aspetto al quale dedicare maggiore attenzione. La responsabilità delle aziende in materia di sostenibilità per il 64% dei rispondenti non incide significativamente sulle scelte d’acquisto. La comunicazione delle aziende deve essere trasparente e basata sul dato: la fiducia si conquista con dati verificabili per il 65% dei rispondenti e con la coerenza (30%) con le azioni introdotte.