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(Adnkronos) - Cosa rende davvero speciale un regalo di Natale? Gli italiani sembrano avere le idee chiare, anche se non tutti sono d'accordo. Secondo l'ultimo Consumer insight report di AliExpress, lo shopping natalizio nel 2025 è un delicato mix di intuizione, praticità e tradizioni senza tempo. Il rituale dello scambio dei regali rimane solido: quasi due terzi degli italiani intervistati (64%) ha intenzione di acquistare regali per lo stesso numero di persone dell'anno scorso, a conferma che la dimensione emotiva del Natale non è cambiata, anche se le abitudini e i budget si evolvono. La ricerca rivela un ritratto inaspettato degli italiani che fanno regali. Un quarto si descrive come “pratico” (25%), scegliendo regali utili e destinati a durare, mentre una percentuale simile preferisce un approccio più istintivo: dallo shopper spontaneo (14%) al sentimentale premuroso (9%), colui che passa il tempo a cercare qualcosa che semplicemente “sembra giusto”. C'è anche chi opta per la “scelta sicura”, quello che preferisce non rischiare (11%), e chi ama sorprendere gli altri (7%). Un piccolo ma crescente gruppo afferma di acquistare i propri regali principalmente online (6%), un segnale di come le piattaforme digitali siano diventate un punto di riferimento nella ricerca di idee. Ciò ci ricorda che, in Italia, fare regali non è un semplice acquisto, ma un tratto della personalità. Ma anche chi è esperto nel fare regali ammette che non è sempre facile. La parte più difficile non è lo shopping in sé, ma la psicologia che c'è dietro. Le principali preoccupazioni di chi fa regali includono capire cosa piace davvero alle persone (31%) o cosa desiderano (29%) e trovare qualcosa di unico senza sforare il budget, una sfida citata da oltre un italiano su quattro (27%). C'è anche il timore condiviso di “sbagliare”, una sorta di “ansia festiva” espressa dal 24% degli intervistati, mentre uno su cinque ha difficoltà perché non conosce abbastanza bene il destinatario (20%). In breve: gli italiani vogliono fare un buon regalo – pensato, significativo – e la pressione si sente. Parallelamente, gli italiani continuano a custodire un’idea di Natale calda, familiare e profondamente legata alla tradizione. La maggior parte dichiara di preferire i piatti natalizi cucinati in casa (76%), stare a casa piuttosto che viaggiare (69%) e festeggiare in compagnia di pochi intimi (57%). Anche il semplice gesto di incartare i regali diventa un piccolo rituale: quasi la metà (48%) ama farlo da sé, aggiungendo un tocco personale prima ancora che il regalo arrivi sotto l’albero. La pianificazione finanziaria varia ampiamente. Alcuni iniziano a mettere soldi da parte già tra settembre e ottobre (36% complessivamente), altri si affidano a un budget chiaro (43%) o vanno a caccia di offerte online (37%) – mentre un quarto degli italiani ammette di non risparmiare affatto per il Natale (25%), abbracciando uno spirito decisamente più “last-minute”. Un gruppo più ristretto distribuisce lo sforzo durante tutto l’anno, acquistando regali in anticipo (15%) o accantonando piccoli risparmi dedicati (10%), a dimostrazione che per alcune famiglie la pianificazione finanziaria è tradizione quanto il pranzo delle feste. Ciò che emerge è un Paese che vive le festività con cuore, ma anche con strategia: meno regali, ma più significativi; attenzione al valore; scelte che contano. “I risultati di quest’anno mostrano quanto gli italiani tengano a fare il regalo giusto, uno che rifletta attenzione e autenticità”, ha dichiarato Sara Zheng, marketing director per Italia e Spagna di AliExpress. “Dalle scelte pratiche ai gesti spontanei, i regali di Natale rimangono un momento in cui le persone esprimono il proprio affetto in modi molto personali. Le piattaforme online come AliExpress contribuiscono a semplificare questo processo, offrendo ispirazione a chiunque desideri fare un regalo”, ha continuato.
(Adnkronos) - “In occasione del convegno ‘LaborDì’ promosso dalle Acli di Roma, volto a favorire l'inserimento delle giovani generazioni nel mondo del lavoro, il Santo Padre Leone XIV rivolge agli organizzatori, ai relatori e ai presenti tutti il beneaugurante saluto. Egli esprime apprezzamento per l'importante iniziativa e auspica che essa susciti il coinvolgimento di istituzioni, imprese, educatori e comunità per individuare percorsi di formazione per creare spazi dove i giovani possano essere protagonisti della loro vita ed esprimere appieno i talenti”. E' quanto si legge in un telegramma inviato dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, in occasione dell’edizione 2025 dell’evento dedicato all’incontro tra giovani e mondo del lavoro, in svolgimento a Roma. "E’ necessario investire competenze tecniche ma anche in valori umani quali la creatività, solidarietà e la mutua cooperazione, perché il lavoro oltre a essere un mezzo necessario di sostentamento è anche luogo in cui la persona scopre la propria vocazione, cresce nella responsabilità e contribuisce al bene comune - prosegue il telegramma - il Sommo Pontefice, mentre assicura la sua preghiera affinchè l'evento sia momento fecondo di ascolto e di proposte concrete, capaci di accendere nuove luci sul futuro lavorativo della Capitale, di cuore invia la desiderata benedizione apostolica”.
(Adnkronos) - "Dall'inizio di quest'anno c'è l'obbligo di introduzione del 25% di riciclato nelle bottiglie, quindi andiamo a toccare con mano e abbiamo toccato con mano dal vivo in questo 2025 che cosa vuol dire obbligare qualcuno a mettere del riciclato". Queste le parole di Corrado Dentis presidente Coripet, il consorzio autonomo, volontario che opera nella raccolta e nell'avvio a riciclo dei contenitori per liquidi in Pet, intervenendo alla Conferenza Nazionale Industria del Riciclo 2025, promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Conai e Pianeta2030, con il patrocinio di Mase e Commissione Europea. "Abbiamo dato il 25% di riciclato, quello che è obbligatorio per legge, a tutti i consorziati produttori – prosegue Dentis – quindi rispettano gli obblighi normativi. Questo l'abbiamo fatto grazie ad una catena di custodia che parte dalla raccolta e segue tutta la filiera fino alla consegna ai soci di un Pet riciclato di altissima qualità, qualitativamente elevato. Abbiamo condotto in questi anni assieme all'Università Federico II di Napoli uno studio completo su più di mille campionature effettuate su tutta la filiera. La capacità di produzione del polimero in estremo oriente è 12 volte superiore a quella di tutta l'Europa. Quindi abbiamo dimensioni e dinamiche non comparabili. Siamo riusciti, ciononostante, attraverso questo nuovo modello, a garantire i presupposti per ottemperare alla legge, dando ai nostri soci un polimero, peraltro, a condizioni economiche estremamente stabili, che è tracciato made in Italy (dalla raccolta alla produzione) e rispetta perciò anche le norme che prevedono l’obbligo di utilizzo di E-Pet europeo”. “Il nostro modello riguarda più del 40% dell’immesso a consumo e auspichiamo che anche tutti gli altri produttori sposino il modello Coripet. Ma al momento la restante quota di mercato, approfittando di un vuoto normativo privo di sanzioni, non rispetta gli obblighi, continuando ad usare il Pet vergine di importazione, favorito da un prezzo più basso. Questo è un qualcosa che va colmato a stretto giro, anche perché la concorrenza, quella che arriva dalla Cina, riguarda sia il polimero vergine che sui polimeri riciclati”.