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(Adnkronos) - "Il campo dell’ictus è estremamente vasto. Nella gestione dell’ictus acuto, stiamo assistendo a progressi continui: oggi disponiamo di strategie sempre più efficaci per riaprire i vasi occlusi. Una delle principali novità introdotte recentemente in Italia è l’arrivo di un nuovo farmaco, il tenecteplase. Rispetto al farmaco utilizzato tradizionalmente nella terapia dell’ictus, il tenecteplase presenta una modalità di somministrazione molto più semplice e, come dimostrano gli studi clinici, può offrire vantaggi in termini di ricanalizzazione, con un minore rischio di sanguinamento. Si tratta dunque di un valore aggiunto importante per i pazienti". Così Simona Sacco, professoressa ordinaria di Neurologia all’Università degli Studi dell’Aquila e presidente della European Stroke Organization (Eso), intervenendo oggi al Congresso nazionale della Società italiana di neurologia (Sin). "Anche nel campo del neuroimaging abbiamo importanti innovazioni. Oggi - continua Sacco - disponiamo di software avanzati che permettono di estendere la finestra terapeutica e trattare pazienti che prima non potevano accedere alle terapie di ricanalizzazione. Questo significa poter offrire un trattamento efficace a un numero più ampio di persone. Infine, ci sono novità anche nella prevenzione secondaria, cioè nella prevenzione di un secondo evento nei pazienti che hanno già avuto un ictus. Sono in fase di completamento alcuni trial clinici su nuovi farmaci che agiscono sulla coagulazione e sull’aggregazione piastrinica: se i risultati saranno positivi - sottolinea - potremmo disporre di nuove opzioni terapeutiche di grande rilievo". Certo "le sfide restano molte, perché l’ictus è ancora una delle principali cause di disabilità e mortalità nel mondo - spiega l’esperta - Tuttavia, l’aspetto positivo è che l’ictus può essere prevenuto e trattato, e sappiamo già come farlo. L’impegno deve essere massimo - da parte nostra, come società scientifiche e ricercatori - ma anche da parte delle istituzioni, della politica e dei decisori sanitari. È fondamentale implementare in modo efficace tutte le strategie di cui conosciamo il valore, dalla fase pre-ospedaliera alla gestione acuta, dal ricovero alla riabilitazione e alla prevenzione secondaria - chiarisce - perché sappiamo che possono fare una grande differenza per i pazienti". Come "European Stroke Organization e anche come Italian Stroke Association - conclude Sacco - stiamo promuovendo a livello istituzionale lo Stroke Action Plan for Italy: un piano d’azione che chiede un impegno concreto delle istituzioni per applicare e monitorare tutte queste misure, con l’obiettivo di ridurre in modo sostanziale l’impatto dell’ictus anche nel nostro Paese".
(Adnkronos) - Investire nella rieducazione dei detenuti, mettendo al centro formazione e lavoro. E' l'obiettivo di un progetto di reinserimento sociale che il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro sta portando avanti in tutta Italia attraverso diversi consigli provinciali dei professionisti, come quello di Bologna. "Noi a Bologna -racconta ad Adnkronos/Labitalia Pier Paolo Redaelli, presidente del Consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti del lavoro di Bologna- seguiamo un'impresa sociale che si chiama 'Fare Imprese in Dozza'. La Dozza è il carcere di Bologna e questa impresa è stata costituita da tre società che operano nel campo della costruzione delle macchine automatiche. E la novità di questo progetto è che è stato costruito all'interno della carcere, grazie all'amministrazione carceraria che ha dato in uso la palestra, un'officina meccanica. In quest'officina meccanica in questo momento operano come dipendenti assunti a tempo indeterminato 14 detenuti che sono stati selezionati e formati dalla 'Fondazione Aldini Valeriani', che è una fondazione che si ricollega all'Istituto tecnico 'Aldini Valeriani'", sottolinea. E in questi anni i risultati sul reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti sono arrivati. "Dal 2012 sono stati assunti 77 dipendenti proprio all'interno del carcere -sottolinea Redaelli- che ovviamente nel corso di questi anni hanno cessato la loro attività lavorativa perché sono stati scarcerati. Di queste 77 persone l'80% circa non ha più avuto recidiva, nel senso che oggi ha un lavoro stabile all'interno di questa impresa", sottolinea Redaelli. E il presidente del consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti di Bologna sottolinea come quindi "sia un progetto che funziona molto bene. È entrata a far parte di questa realtà la Granarolo latte, perché all'interno delle carceri della Dozza ci sono dei macchinari per produrre prodotti caseari, e quindi inizieranno questa nuova avventura". "L'altra realtà che seguiamo -spiega Redaelli- è un'impresa sociale che si chiama 'Siamo Qua', ed è un'impresa per le detenute. Loro hanno realizzato all'interno del carcere che presso la sede della cooperativa sociale, un laboratorio di sartoria. Delle operaie formano all'interno del carcere queste detenute, che poi quando ottengono la semilibertà vengono trasferite appunto nella sede sociale della coop. Le problematiche sono molte per queste detenute, perché ovviamente al termine del periodo di detenzione perdono la loro qualifica di svantaggiate e quindi si ritrovano nel mondo del lavoro". "Molto spesso però in particolare per quelle extracomunitarie, senza permesso di soggiorno, farle entrare nel mondo del lavoro è sempre più complesso. Ecco perché noi stiamo cercando di portare avanti una richiesta di riforma della norma, proprio per dare la possibilità a questo persone svantaggiato di poter riprendere la propria attività lavorativa, la propria dignità", conclude Redaellli.
(Adnkronos) - "Nel 2020 abbiamo lanciato la 'Circular for Zero', che ci ha posto come obiettivo nel 2045 di avere emissioni zero, che chiaramente per una società farmaceutica, che comunque ha impianti di produzione, è un obiettivo molto sfidante. Noi già oggi abbiamo tutte le nostre fabbriche che si affidano esclusivamente a fonti di energia rinnovabili e contiamo ad arrivare nel 2045 all'obiettivo. Da questo poi nascono tante altre progettualità, la cui cosa più importante è far sì che siano tangibili e calate sul territorio". Così Alfredo Galletti, corporate vice president e gm Novo Nordisk Italia, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ tenutosi oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. che ha ricordato come il cammino dell'azienda in ambito di sostenibilità sia iniziato 50 anni fa, nel 1975. "Una delle progettualità a cui tengo maggiormente -ha continuato- è il nostro 'Cities for Better Health', che è una partnership fatta con varie città a livello di tutto il mondo, che inizia da dieci anni fa. E noi in Italia abbiamo partnership con vari comuni e copriamo 23 milioni di italiani, con progettualità piccole e ben specifiche, fatte in accordo con le istituzioni locali e secondo i bisogni di ciascuna città o di ciascuna realtà. Perché poi chiaramente questo obiettivo, la nostra ambizione non la possiamo raggiungere da soli e chiaramente tutti gli attori devono prendervi parte", ha sottolineato. E Galletti ha sottolineato che "abbiamo molta attenzione per la biodiversità, con ad esempio un'oasi ecologica con 60 mila api, in Toscana, che abbiamo creato per continuare a garantire il nostro impegno per la biodiversità". "E c'è anche innovazione dal punto di vista ambientale e di sostenibilità nei nostri prodotti. Qualche mese fa abbiamo lanciato la prima insulina settimanale al mondo. Chiaramente le nostre penne sono usa e getta, mentre prima un'iniezione giornaliera richiedeva chiaramente uno spreco di plastica che deve essere smaltita. Noi non solo ne abbiamo una settimanale, ma abbiamo anche messo in piedi un sistema di riciclo che si chiama ReMed, in sette città italiane con più di 230 farmacie dove il paziente può riportare queste penne una volta utilizzate e noi le ricicliamo e da questo facciamo svariati materiali", ha concluso.