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(Adnkronos) - José Manuel Ramos-Horta torna a Roma venerdì 21 novembre per parlare al mondo di pace possibile. Il presidente della Repubblica democratica di Timor Est e premio Nobel per la Pace sarà l’ospite d’onore dell’appuntamento dedicato alla risoluzione dei conflitti globali in programma all’Università degli Studi Link di Roma. Una giornata, organizzata nell’ambito del Festival Nazionale delle Università, che prenderà il via alle 11, con i saluti istituzionali e l’introduzione del presidente della Link, Pietro Polidori, e che offrirà uno sguardo ampio e rigoroso sulle sfide internazionali. Il primo panel, previsto per le ore 11.30 e moderato dal giornalista Giuseppe Di Leo, vaticanista di Radio Radicale e docente, sarà dedicato alle dinamiche della pace e alle strategie per la composizione delle crisi. Interverranno Michele Pigliucci, professore di Geografia economica e politica e delegato del rettore per i rapporti europei e le politiche territoriali e culturali, Maurizio Zandri, professore straordinario e delegato del rettore per il coordinamento delle analisi e dei progetti internazionali nel Mediterraneo e nelle aree di crisi, Serena Giusti, politologa della Link e senior associate research fellow dell’Ispi nel programma dedicato a Russia, Caucaso e Asia centrale, e l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita e consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio. Nel pomeriggio, alle 14, si aprirà il secondo panel, moderato da Aldo Torchiaro, editorialista del quotidiano 'Il Riformista' ed esperto di politica internazionale. Al centro dell’incontro la storia recente di Timor Est. Tra i relatori, Alessandra Schiavo, vice direttore generale e direttore centrale per i Paesi dell’Asia e dell’Oceania del ministero degli Esteri, Livia Malcangio, giornalista, scrittrice ed esperta di relazioni istituzionali, da anni impegnata nella promozione della pace e dei diritti umani, e Piero Schiavazzi, vaticanista di Limes, analista dell’Huffington Post e professore straordinario di Geopolitica vaticana alla Link. Al termine del panel, il magnifico rettore dell’Ateneo, Carlo Alberto Giusti, introdurrà la lectio magistralis di Ramos-Horta, momento centrale della giornata. Subito dopo, il presidente di Timor Est riceverà l’incarico di professore della Link per l’insegnamento di Risoluzione dei conflitti e percorsi di pace. Sarà inoltre presentata una nuova partnership tra la Fondazione Link Campus University e le università di Timor Est. "Ramos-Horta, uno dei simboli mondiali della diplomazia non violenta, ha legato il suo nome alla lunga e drammatica lotta per la libertà del suo Paese - ricorda una nota dell'Università degli studi Link e del Festival nazionale delle Università - Ha vissuto più di ventiquattro anni in esilio, durante i quali ha portato la causa timorese nelle sedi internazionali. Nel 1996 è stato insignito del Nobel per la Pace per la sua azione instancabile e non violenta. Tra le numerose onorificenze ricevute, anche quella di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Libertà".
(Adnkronos) - "Cominciamo con un paradosso. L’Italia di Dante — o, più in generale, l’Europa di allora — e l’Italia di oggi non sono così distanti come potremmo pensare. Il senso di continuo cambiamento politico, di un territorio frammentato in città grandi e piccole spesso in conflitto tra loro, è un’eredità diretta dell’epoca dei Comuni e delle Signorie, quando l’Italia era un mosaico di stati concorrenti. Questo retaggio di rivalità, questa difficoltà a unirsi attorno a uno scopo comune, è qualcosa che gli italiani riconoscono ancora oggi. Dante crebbe in questo mondo turbolento, e nei suoi scritti rese evidente che tali divisioni non erano solo politiche, ma anche morali — il segno di una società in perenne tensione con sé stessa". Così Fabio Corsico, direttore master in family business management, Luiss Business School, nel suo intervento alla Luiss di Roma per il lancio del libro di Santiago Iñiguez de Onzoño 'Dante in the workplace: how leaders can avoid the seven deadly'- 'Dante sul posto di lavoro: come i leader possono evitare i sette peccati capitali'. Corsico ha ricordato che "Firenze, alla fine del XIII secolo, non era soltanto una città di bellezza e d’arte; stava diventando una delle capitali finanziarie d’Europa — anzi, del mondo. I suoi mercanti e banchieri stavano gettando le fondamenta di ciò che sarebbe esploso nel Rinascimento. Famiglie come i Bardi, i Peruzzi e i Frescobaldi aprirono filiali in tutta Europa, finanziando re, papi e commerci internazionali. Utilizzavano nuovi strumenti finanziari, come la commenda e la colleganza, per raccogliere capitali e distribuire i rischi. Perfezionarono le lettere di cambio e le forme di credito che permettevano al denaro di muoversi più rapidamente delle merci. Firenze coniò il fiorino d’oro, una moneta la cui stabilità la rese la valuta più affidabile d’Europa. In breve, Dante visse nel cuore di un mondo che stava inventando la finanza moderna".
(Adnkronos) - "Per un’azienda come Mondelēz - protagonista nel panorama alimentare italiano e globale, con brand iconici amati da milioni di consumatori - è essenziale investire nelle filiere agricole e guidare la transizione verso modelli più sostenibili". Ad affermarlo è Alessandra Mangiarotti, Sustainability Specialist per il Gruppo Mondelēz International in Italia, ad Adnkronos. "Un dato parla chiaro: oltre il 70% del nostro impatto ambientale deriva dalla produzione degli ingredienti che utilizziamo. Raggiungere l’obiettivo Net Zero al 2050 richiede quindi un forte focus su programmi capaci di sostenere l'evoluzione delle nostre catene di approvvigionamento verso soluzioni più resilienti, responsabili e rigenerative. In questo contesto, Harmony - il nostro pionieristico programma europeo dedicato alla filiera del grano - è una leva strategica. Basato su un patto con agricoltori locali, prevede incentivi legati al rispetto delle buone pratiche contenute nella Carta Harmony, co-sviluppata con gli agricoltori stessi, Ong, esperti agroecologici e tecnici. Alla fine del 2024, il programma contava più di 1.200 agricoltori in 7 Paesi, 59.000 ettari coltivati e aree fiorite per la biodiversità che ospitano 24 milioni di api e 30 specie di farfalle". Oggi, sottolinea, "grazie ad Harmony Ambition 2030, ci impegniamo a supportare l'introduzione di tecniche di agricoltura rigenerativa: un approccio olistico volto a ripristinare il naturale bioritmo dell’ecosistema, favorendo la salute del suolo e la densità dei nutrienti. L’obiettivo è ambizioso: entro il 2030, il 100% del volume di grano necessario per la produzione dei nostri biscotti in Europa sarà coltivato nel rispetto della Carta Harmony Rigenerativa".